domenica 20 dicembre 2009

Napoli-Chievo 2-0: commento e pagelle

Napoli: De Sanctis, Campagnaro (44' st Rinaudo), Cannavaro, Aronica, Maggio, Gargano, Pazienza, Zuniga (1' st Contini), Hamsik, Denis (23' st Bogliacino), Quagliarella. A disp. Iezzo, Cigarini, Datolo, Pià. All. Mazzarri
Chievo: Sorrentino, Sardo, Morero, Yepes, Mantovani, Luciano, Rigoni, Marcolini (36' st Ariatti), Pinzi (20' st Bentivoglio), Pellissier, Abbruscato (20' st Granoche). A disp. Squizzi, Mandelli, Malagò, Bogdani. All. Di Carlo
Arbitro: Bergonzi di Genova
Marcatore: 7' pt Hamsik rig., 42' st Quagliarella
Note: ammoniti Sorrentino, Aronica, Rigoni, Quagliarella, Campagnaro, Cannavaro, Contini, Ariatti

Stavolta brutto, ma almeno vincente. Il Napoli saluta il 2009 agonistico con un successo per due a zero sul Chiedo, non meritato al 100% ma di sicuro legittimato da una prova attenta in difesa, e concreta in attacco.

Il rigore di Hamsik, concesso per atterramento di Denis su splendido suggerimento di Gargano, ha rotto la tradizione, portando gli azzurri in vantaggio nei primi dieci minuti di gioco, come succede veramente di rado. E’ successo, come ancora più raramente accade, che la formazione di Mazzarri è riuscita a mantenere il vantaggio, senza subire reti, seppur rischiando, in particolare nella ripresa, ma senza smarrirsi e perdere la testa. Il gioco non può essere sempre brillante, soprattutto quando si pensa un po’ al panettone, ma l’ìimportante è che in questi casi si vinca, come è successo oggi.

Che tra i migliori in campo sia stato il portiere De Sanctis è elemento eloquente, con un Chiedo che è parso squadra ben organizzata, capace di regalare sprazzi di bel gioco.

Il Napoli, però, proprio nel miglior momento degli ospiti, ha avuto ,la bravura di tramortire l’incontro con un gol ancora nel finale e ancora di Fabio Quagliarella, che sta ritrovando la continuità realizzativi, almeno tra le mura amiche, ed ora è a quota sei reti. Il capocannoniere azzurro resta Marek Hamsik, che con il rigore trasformato oggi è a quota otto.

La mancanza di Lavezzi si fa sentire, ma è confortante che il Napoli riesca a fare risultato anche quando non è particolarmente bello. La speranza di tutti è che ora il 2010 cominci come il 2009 è terminato, vincendo e regalando soddisfazioni ai tifosi.


Le pagelle

De Sanctis 6,5: sicuro nelle uscite, bravo nella ripresa su una insidiosa conclusione di Pellissier

Campanaro 5,5: non è al meglio fisicamente e si vede. Si perde gli avversari, che spesso lo costringono a rimediare con le cattive.

Dal 44’ s.t. Rinaudo s.v.

Cannavaro 6,5: molto attento nelle chiusure, e talvolta riesce anche negli anticipi. In netto miglioramento, sta ritrovando la continuità che noi tutti ci auguriamo. Dopo tante critiche giuste nei suoi confronti, siamo e saremo i primi ad elogiarlo se e quando lo merita.

Aronica 5,5: resta bloccato anche quando entra Contini, soffre la rapidità di Luciano.

Maggio 6: abbozza solo la spinta, poi si occupa di badare a Mantovani.

Gargano 5,5: nel primo tempo regala da solo il rigore al Napoli. Nella ripresa di spegne e perde lucidità.

Pazienza 6,5: una diga a centrocampo, lascia pochi spazi agli avversari. Piano piano, come il suo stesso cognome gli insegna, si sta ritagliando un ruolo da protagonista.

Zuniga 6: primo tempo molto convincente, in cui mostra una condizione fisica finalmente in crescita.

Dal 1’ s.t. Contini 5,5: non è ancora il top. Lo dimostra la smisurata quantità di scorrettezze che riesce a commettere in un solo tempo giocato.

Hamsik 6: segna il rigore e nel primo tempo prova più volte a trascinare la squadra. Nella ripresa di accende a sprazzi, poi si mangia un gol praticamente fatto.

Denis 6: bravo nella circostanza del rigore, fa quello che può ma riceve pochi rifornimenti.

Dal 23’ s.t. Bogliacino 6,5: è ancora una volta l’uomo della provvidenza. Confeziona un assist magnifico per il raddoppio di Quagliarella. Non deve assolutamente muoversi da Napoli, anzi bisognerebbe iniziare a pensare per lui ad un ruolo da titolare.

Quagliarella 6,5: sicuramente più dinamico e volitivo, anche se a volte sbaglia le cose più facili.

All.: Mazzarri 6: nella ripresa la squadra subisce troppo e non riesce ad apportare i correttivi necessari. Ha dalla sua il merito di trasferire al gruppo una grinta che fa la differenza.


lunedì 14 dicembre 2009

Un'emozione chiamata Napoli

Quattordici punti conquistati negli ultimi dieci minuti di gioco, ed oltre.ò La capacità “innata” di rimontare dopo essere pasati in svantaggio, riequilibrare partite ormai andate ed a volte vincerle con un vero e proprio trionfo, di gioco oltre che di risultato. E’ questo il Napoli di Mazzarri, vietato a chi soffre di cuore.

Da quando il tecnico toscano ha sostituito Donadoni sulla panchina azzurra, questa è la musica che si suona, con un Napoli che resta imbattuto, che dà il meglio di sé in quella che alcuni chiamano “zona Mazzarri” e che fa divertire, e mai annoiare i tifosi, anche se con qualche rischio.

Questo Napoli è il trionfo del calcio offensivo, delle fasce pericolose, dell’attacco che prima o poi la butta dentro, anche se non ha quella cattiveria agonistica che consente di chiudere le partite in maniera definitiva e inesorabile.

Di contro vi si oppone una difesa che non sempre è impeccabile, anche se, presa singolarmente, ha uomini all’altezza della situazione. Il Napoli continua a subire reti per due motivi: non riesce ancora trovare gli equilibri giusti sulle fasce, e quando riesce a trovarli cambia troppo spesso assetto in termini di uomini. Tra squalifiche e infortuni i tre centrali non ono quasi mai gli stessi, e di questo ne risente il giocare insieme, gli automatismi, e la capacità di chiudere i varchi che portano a rete gli avversari.

Il Napoli ha margini di miglioramento, ed intanto, mentre si avvia sulla strada del miglioramento, la squadra azzurra non deve smettere di emozionare i propri tifosi. Il tifo azzurro vive di emozioni ed un Napoli come quello di Mazzarri può farci solo bene. Di sicuro è meglio una squadra brutta ma vincente invece di una bella ma spesso cenerentola di punti preziosi. La perfezione non esiste, ma ci si può avvicinare: è per questo che noi tutti desidereremmo un Napoli bello e vincente. Non c’è dubbio: si può fare.

domenica 13 dicembre 2009

Lavezzi-Allegri: storia di un galantuomo e di un “terrone”.

Galantuomo è una parola ormai superata per definire una persona perbene. E terrone è solo per alcuni un’offesa, per altri può essere anche un complimento, se si fa riferimento a determinati valori come l’amore per la terra, che se coltivata bene può dare solo buoni frutti, i frutti dell’amore e del grande impegno.

Partendo da questo presupposto, ossia che tutto è relativo, vorremmo commentare l’episodio di un sabato sera incredibile, quello di Cagliari-Napoli, assurdo sul campo, per come è maturato quel tre a tre, e fuori dal campo, dove una persona che mostra invidiabile aplomb, anche quando giocava con noi, come Allegri, ha fatto perdere le staffe ad uno dei calciatori più corretti, il Pocho Lavezzi, che ha poi macchiato la sua prestazione fino a quel momento da incorniciare.

Al di là delle scuse reciproche che sono piovute poi nel dopo partita, come è giusto che sia, quando i nervi di una gara agonistica quanto assurda si placano, è triste assistere a episodi di incredibile falsità.

Allegri dice di essere un gentiluomo davanti ai microfoni, mentre da vivo dà del terrone a Lavezzi, Lavezzi che dice che non voleva colpire Allegri, ma invece ci riesce bene, perché con i piedi è chiaro che ci sa fare, e lo abbiamo visto con il gran gol che ha realizzato. Qualche maligno insinua che, come accadde l’anno scorso, il Pocho volesse farsi sbattere fuori per essere squalificato e prolungare la sua permanenza in Argentina in vista del Natale, senza tener presente che quest’anno De Laurentiis ha per i suoi comportamenti un monitoraggio stile lente di ingrandimento.

Smettiamola, quindi, di essere falsi: diamo sfogo alle nostre adrenalina sul campo, sugli spalti o davanti alla televisione, ma sempre nei limiti dell’agonismo e della sportività, e, soprattutto, assumiamoci le responsabilità dei nostri gesti. Esattamente come il presidente cagliaritano Cellino.

Proprio a Cellino vogliamo dedicare le ultime righe, perché dedicargli qualcosa in più voleva dire dargli troppa importanza. Va e viene dagli stati Uniti, dove forse voleva imparare l’educazione e le buone maniere, ma i suoi tentativi risultano vani. E’ uno a cui piace ripetersi, e come l’anno scorso ha dato un saggio di quanto sa essere terra terra, incivile, fuori luogo e antisportivo… insomma tutto quello che un presidente non dovrebbe avere. La squadra cagliaritana non è male, ma con un presidente così rischia di non andare troppo lontano. Che andasse magari ad Oxford Cellino, e la smettesse di farsi vedere dalle telecamere quando riesce a produrre gesti e parole che fanno così schifo.

sabato 12 dicembre 2009

Cagliari-Napoli 3-3: commento e pagelle

Cagliari: Marchetti, Pisano (22' st Dessena), Canini, Lopez, Agostini, Biondini, Parola, Lazzari, Cossu (44' st Jeda), Nenè (14' st Larrivey), Matri. A disp. Vigorito, Dessena, Astori, Sivakov, Barone, Larrivey, Jeda. All. Allegri.
Napoli: De Sanctis, Grava, Cannavaro, Aronica, Maggio, Gargano, Pazienza (45' st Bogliacino), Zuniga (42' st Datolo), Hamsik, Quagliarella (37' st Denis), Lavezzi. A disp. Gianello, Rullo, Cigarini, Datolo, Bogliacino, Denis, Pià. All. Mazzarri
Arbitro: Pierpaoli di Firenze
Marcatore: 21' pt Lavezzi (N), 20' st Pazienza (N), 30' st Larrivey (C), 35' st Matri (C), 44' st Jeda (C), 51' st Bogliacino (N)
Note: ammoniti Maggio, Lavezzi, Aronica, Zuniga, Nenè, Matri. Al 50' st espulso Lavezzi.


L’obiettivo riesce solo a metà. Nell’ennesima assurda gara di Cagliari il Napoli raccoglie solo un pareggio dopo una gara praticamente dominata, in cui ha messo in campo la sua superiorità, ma ancora i troppi errori che non lo fanno ancora essere una grande squadra.

In campo succede tutto ed il contrario di tutto. Il Napoli parte bene, coperto e attento soprattutto a centrocampo, e coglie un gol da cineteca con Lavezzi, ancora una volta trascinatore di questa squadra. Il Napoli ha dominato e costruito ancora, con le fasce molto attente, Zuniga in spolvero e Maggio più basso a contenere Cossu e Nenè. A centrocampo Gargano e Pazienza fanno diga. E proprio quest’ultimo ha colto un meritato raddoppio, con un gol di grande grinta, dopo che Hamsik e Quagliarella ci erano andati vicini. Quando sembra che il Napoli abbia la forza di fare il tris, ecco il black out del Napoli ed il Cagliari che esce allo scoperto. Prima Larrivey, poi Matri, pareggiano i conti, e un colpo di testa davvero incredibile di Jeda, entrato da appena trenta secondi.

Il Napoli perde la testa, e soprattutto Lavezzi. Uno dei più corretti della formazione azzurra perde la testa, e scaglia addirittura il pallone sul tecnico del Cagliari Allegri. Lavezzi viene espulso, nel parapiglia generale, ma proprio nel prolungamento del recupero un cross in area, stacco imperioso di Denis, parata di Marchetti ed il nuovo entrato Bogliacino coglie un colpo di testa che regala un punto al Napoli, meritandosi il mucchio selvaggio dei compagni che lo sommergono con la loro gioia.

Perdere ancora una volta nel campo stregato di Cagliari sarebbe stato veramente troppo, ma un pari questo che sta troppo stretto al Napoli, che ha come magra consolazione quella di aver allungato la propria striscia positiva. Resta rammarico per il pessimo rapporto che si sta creando con la tifoseria del Cagliari, aizzata dal presidente Cellino, che spesso ha parole poco pulite e benevole nei confronti della formazione azzurra.

Non abbiamo perso, e questo è già importante, ora al ritorno possiamo costruire un successo imperioso ed umiliante, come tutti ci auguriamo. Peccato per il gesto di Lavezzi, giocatore decisivo, che ora, per quel gesto evitabile, perderemo per almeno due giornate.


Pagelle

De Sanctis 6: qualche buona parata, un po’ fermo sui tre gol, ma avrebbe potuto veramente poco.

Grava 6,5: partita di grande impegno, si aiuta con le buone e con le cattive, ed alla fine riesce nel suo intento.

Cannavaro 6,5: vogliamo premiare l’ottimo primo tempo, praticamente impeccabile, anche se sul gol di Larrivey ha anche lui qualche responsabilità.

Aronica 6: gioca basso per frenare Cossu, se la cava nel ruolo di centrale che non gli è proprio congeniale.

Maggio 6,5: partita di grande sacrificio, argina bene le sfuriate avversarie sulla sua fascia, e nella ripresa si propone sotto porta, ma con poca fortuna.

Gargano 6,5: diga autentica in mezzo al campo, anche se persiste la solita imprecisione e la voglia di strafare che a volte complica le cose.

Pazienza 7: non sbaglia un colpo, ed è un incubo per gli avversari, trova un gol che premia la sua volontà, e la capacità di farsi trovare sempre pronto.

Dal 45’ s.t. Bogliacino 6,5: sei minuti per trovare un gol che vale un punto. Bravo, bravo davvero, a testimonianza che è un giocatore su cui è possibile fare affidamento all’occorrenza.

Zuniga 6: non ha tutta una partita nelle gambe e si vede, a sinistra non è il suo ruolo e si vede, ma alla fine non ha sfigurato. Peccato per il rinvio mancato che ha causato il secondo gol del Cagliari.

42’ s.t. Datolo s.v.: ha poco tempo e non incide, sbaglia anche in occasione del gol di Jeda.

Hamsik 6,5: nella ripresa soprattutto manda in bambola la difesa del Cagliari, ma nelle conclusioni ha poca fortuna.

Quagliarella 5,5: troppo egoista e impreciso.

Dal 37’ s.t. Denis 6: una incornata che è un quasi gol e che spiana la strada alla rete di Bogliacino, pronto a cogliere la respinta.

Lavezzi 7: un gol da cineteca, una gara indiavolata, in tutti i sensi, perché manda in bestia gli avversari, e perché si fa cacciare per un gesto in credibile, non da lui, ma che probabilmente ha un motivo valido.

Mazzarri 6,5: i cambi sono tutti indovinati, se si vede poi il gabellino finale. Questa squadra non molla mai, e segna ancora una volta nel finale, ma in difesa subisce troppo, ma questo dipende anche dai forzati cambi di assetto e di uomini, a causa di infortuni e squalifiche ormai continui.

Obiettivo Napoli: battere la bestia nera Cagliari

Si parla di bestia nera quando si ha al cospetto una squadra difficile da battere, che riesce sempre a raccogliere di più di quanto semina, e sfrutta opportunisticamente gli errori di un avversario ben più generoso, capitalizzandoli al massimo e facendo risultato.

E’ successo al Cagliari contro il Napoli. Nelle ultime quattro uscite degli ultimi due anni, gli isolani hanno ridotto il Napoli terra di conquista di punti preziosi per una salvezza tranquilla, obiettivo da sempre primario per la formazione del presidente Cellino. E’ giunto ora il momento di invertire la tendenza, magari facendo in modo che avvenga il contrario.

Il Napoli ha la possibilità, nell’anticipo delle ore 18 di oggi, di invertire la tendenza e fare bottino pieno in terra isolana. E’ giusto cavalcare le ali dell’entusiasmo per un ritrovato successo, per il bel gioco e per gli attaccanti che si sono sbloccati, che coesistono e finalmente hanno smesso di pestarsi un po’ i piedi, seppur in maniera tacita.

Mister Mazzarri sta dando al Napoli un’identità, se non nel gioco, almeno nel carattere che poi fa la differenza indipendentemente da quello che possa essere un modulo, da cambiare a seconda dell’avversaria. Proprio per questo è difficilmente ipotizzabile che oggi si veda una Napoli nuovamente spregiudicato come quello visto contro il Bari, dove veramente il pubblico è andato in visibilio. In trasferta si gioca sempre più abbottonati, ma questo n on vuol dire che il bel gioco potrebbe risentirne. Al di là del bel gioco, ci sentiamo di essere d’accordo con il portiere De Sanctis quando dice che conta maggiormente il risultato. A maggior ragione adesso, che occorre battere una bestia nera, il Napoli deve pensare esclusivamente a vincere, e soprattutto deve riuscirci.

mercoledì 9 dicembre 2009

Visto che Napoli?

Bisognava rispondere sul campo, ed il Napoli l’ha fatto. Tornano a vincere gli azzurri, azzittiti i gufi con una prova strepitosa, tutto cuore, tutto Mazzarri, tutto Napoli ceh esalta, con il tridente, tra l’altro. Nel finale, infatti, che ha deciso l’incontro, sono stati in campo sia Lavezzi, sia Denis, sia Quagliarella. Quest’ultimo si è svegliato con una doppietta, dimostrando di non essere affatto un giocatore finito come i gufi e gli ipercritici pensavano, ma aveva bisogno solo di un po’ di tranquillità e della condizione giusta per tornare a far male agli avversari.

Pace fatta anche con i tifosi per Quagliarella dopo che, in occasione del primo gol, il numero ventisette non aveva esultato, indispettito dai fischi dei tifosi per i troppi errori.

La gara vinta con il Bari è la chiara dimostrazione che quando si gioca bene e si dimostra la propria superiorità sul campo, le decisioni arbitrali non rientrano nemmeno nella cronaca,. In questo caso, però, il Napoli ha beneficiato di un buon arbitraggio, che ha comminato al Bari due espulsioni giuste.

Per questa settimana il dilemma di Mazzarri sarà quello di varare il tridente oppure no. Se far partire Lavezzi titolare insieme a Denis e Quagliarella magari costringendo Hamsik, pur offensivo, ad un maggiore sacrificio in difesa, così come a tenere gli esterni più bassi.

Vincere fa sempre bene, come è successo contro il Bari di Ventura. Ora occorre solo continuare, e se si vince sabato contro il Cagliari, avversario ostico degli ultimi anni, si può cominciare a prendere consapevolezza nei propri mezzi.


mercoledì 2 dicembre 2009

Napoli contro gli arbitri? Rispondiamo sul campo

Il pareggio di domenica contro il Parma è stato veramente difficile da digerire, soprattutto per come è maturato. Dopo la gara tatticamente perfetta condotta dagli uomini di Mazzarri, prendere un pareggio su calcio di rigore e per giunta a cinque minuti dalla fine, abbatterebbe anche una squadra di tori.

La bella prova, l’ennesima, offerta sul campo del Parma, è solo una magra consolazione, come l’imbattibilità della gestione Mazzarri, a fronte di una classifica che nelle ultime tre giornate si muove solo a suon di pareggi.

Da questo quadro di partenza è giustificabile l’ira di presidente squadra, con de Laurentiis che, vedendo le decisioni arbitrali contrarie come un attentato ai suoi investimenti, parla addirittura di nuova calciopoli, scotendo l’ambiente dalle fondamenta.

Ma perché non rispondere sul campo? Gli azzurri dovranno continuare su questa strada rispondendo sempre sul campo la propria superiorità, cercando di vincere sempre o almeno provarci, e non dare la possibilità a sviste arbitrali (che possono capitare al di là delle pregiudiziali) di condizionare una gara, e col tempo anche una stagione. Il presidente parla delle gare con Genoa e Parma dove la squadra doveva vincere ed ha perso e pareggiato. In entrambi i casi il Napoli ha offerto due belle prove, ma proprio questo, il gioco, è il punto di partenza per essere più forti.

Come ha detto Guidolin, tecnico del Parma: “Il Napoli sta studiando da grande squadra” e le grandi squadre hanno bisogno di continuità di gioco, oltre che di risultati. Continuando a giocare bene il Napoli riprenderà a vincere, e sarà più forte di tutto e di tutti, come piace ai propri tifosi!

domenica 29 novembre 2009

Le pagelle di Parma-Napoli

De Sanctis 6: bravo in due occasioni, su parate rasoterra. Spiazzato incolpevolmente in occasione del rigore.

Campagnaro 7: dire che è un gigante è veramente dire poco. Marca, anticipa, esce dalla difesa palla al piede,e trova pure il tempo per proporsi in avanti. Speriamo che regga, perché uno così fa davvero comodo alla causa azzurra.

Cannavaro 6: partita senza sbavature, bene in copertura.

Contini 5: peccato, se la stava cavando bene, poi le inutili proteste in occasione del rigore gli fanno terminare la gara in anticipo. Ora sarà squalificato.

Maggio 6: ottima prova a destra, anche se ha giocato prevalentemente in difesa, come vuole anche Lippi, che in nazionale lo vede come un vice Zambrotta. Suo l’assist vincente per la rete di Denis. Quando sta bene così e spinge può essere devastante.

Dal 37’ s.t. Cigarini s.v.

Gargano 6,5: mai domo, mette paura agli avversari, e soprattutto ci crede fino alla fine.

Aronica 6: preciso e impeccabile in fase di contenimento, pericoloso in attacco, peccato per il fallo da rigore e dal gestaccio su Lanzafame (tirata di capelli) che potrebbe costargli la prova televisiva.

Hamsik 6,5: finalmente i piedi gli girano, e tiene per mano la squadra quando attacca per cercare un raddoppio che purtroppo non arriva.

Denis 6,5: ancora un gol importante, a testimonianza che è stato giusto tenerlo. Nel primo tempo fa un importante lavoro di sponde e scambi palla con gli esterni. Da riproporre sicuramente come titolare.

Dal 20’s.t. Bogliacino: in campo dopo il gol qualificazione contro il Cittadella, partecipa come può.

Quagliarella 6: la volontà non gli manca, ma sbaglia ancora troppo, e alla fine conclude stremato e costringe Mazzarri alla sostituzione.

45’ s.t. Grava s.v.

All.: Mazzarri 6: la squadra pare aver trovato una buona quadratura sia in difesa che a centrocampo. Occorre ora capire, una volta e per tutte, quale possa essere il gioco che possa far coesistere Hamsik, Quagliarella e Lavezzi, oppure rinunciare a uno di questi, facendo spazio a Denis.

Parma-Napoli 1-1

Parma: Mirante, Zaccardo, Dellafiore, Panucci, Lucarelli, Castellini (9' st Biabiany), Morrone, Dzemaili, Lunardini (26' st Antonelli), Amoruso, Lanzafame (48' st Paci). A disp. Pavarini, Zenoni, Cordova, Budel. All. Guidolin
Napoli: De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Contini, Maggio, Pazienza (37' st Cigarini), Gargano, Aronica, Hamsik, Denis (20' st Bogliacino), Quagliarella (45' st Grava). A disp. Iezzo, Zuniga, Pià, Hoffer. All. Mazzarri
Arbitro: Trefoloni di Siena
Marcatori: 33' pt Denis (N), 41' st Amoruso rig. (P)
Note: ammoniti Cannavaro, Zaccardo, Panucci, Lunardini, Pazienza. Espulso Contini (N) al 40' st per proteste


Quella del Napoli poteva essere la gara perfetta. Invece un fallo da rigore nel finale ha tolto agli azzurri due punti, regalando al Parma un pari immeritato, dopo che la formazione di Mazzarri aveva sovrastato i padroni di casa in ogni parte de campo.

Napoli quasi perfetto in ogni reparto: solido in difesa, dove Campanaro è sempre più un gigante, e a centrocampo, dove è stato bravo a frenare le sortite avversarie ed a ripartire devastante sulle fasce, pur senza pungere a dovere in attacco, dove Denis ha fatto il suo dovere con un bel diagonale di destro, mentre Quagliarella ce la mette tutta ma sbaglia ancora troppo.

Alla fine sembrava che la vittoria andasse in porto seppur con un solo gol di scarto, invece la punizione dagli undici metri dell’ex di turno Amoroso ha spezzato le gambe alla gioia azzurra, per il terzo pareggio consecutivo. Un gol, quello dei padroni di casa, maturato nel finale, come proprio il Napoli si era abituto a fare nelle prime partite della gestione Mazzarri.

Nulla è perduto, nulla è compromesso, la striscia positiva si è allungata, ed ora, anche per mettere a tacere le ingiuste critiche che sicuramente pioveranno, occorre riprendere a vincere, e cominciare a tirar fuori una certa cattiveria offensiva.

Un’ultima cosa: nonostante la prova di Denis all’altezza della situazione, come mostra anche il bel gol, c’è da dire che la mancanza di Lavezzi si è sentita ed uno come lui per la squadra è semplicemente insostituibile.

sabato 28 novembre 2009

Napoli, non spezzare l'incantesimo...anche senza Lavezzi!!

Incantesimo, sì, ma fino a un certo punto. Perché questo Napoli targato Mazzarri le caratteristiche positive le ha tutte, è che le sta mettendo in campo solo da poco. E le ultime due uscite in campionato, piuttosto opache, ma non da buttare, hanno già scatenato alcuni media, di pochissima professionalità e di tanta “tifositudine”, ma della risma incompetente, stanno già etichettando come brocchi la stessa squadra e allenatore che erano dei in terra dopo l’impresa con la Juve.

Bene, il Napoli può vincere e convincere ancora, a cominciare da una sfida particolare come quella di Parma, contro una squadra che tutto sembra tranne la neopromossa che è. Nella rosa di Guidolin i talenti non mancano, ma, guarda caso, proprio contro squadre di questo tipo il Napoli di Mazzarri si esalta e deve continuare a farlo. Anche se Lavezzi domenica mancherà, potrebe essere la volta buona per Fabio Quagliarella. L’attaccante azzurro deve liberarsi di tutti i fantasmi che sono solo nella sua testa e nelle sue gambe. Tecnico e tifosi sono dalla sua parte, ora gli serve solo spingere la palla in rete, e poi tutto andrà bene, con o senza il Pocho, con il quale può essere nient’altro che valore aggiunto.

Forza ragazzi!!

venerdì 27 novembre 2009

Bravo, Napoli 2

Napoli: Iezzo, Grava, Rinaudo (2' st Aronica), Contini, Zuniga, Amodio, Bogliacino (26' st Gargano), Rullo (17' st Hoffer), Pià, Datolo, Denis. A disp. Gianello, Maggio, Hamsik, Lavezzi. All. Mazzarri
Cittadella: Pierobon, Pisani, Manucci, Cherubin, Teoldi, Volpe (23' st Oliveira), Carteri (7' st Dalla Bona), Musso, Bellazzini, De Gasperi, Ardemagni (13' st Curiale). A disp. Villanova, Gorini, Iunco, Marchesan. All. Foscarini
Arbitro: Celi di Campobasso
Marcatore: 27' pt Bogliacino
Note: ammoniti Carteri, Amodio, Grava, Volpe, Manucci, Contini. Espulso al 36' st Pisani (C) per fallo da ultimo uomo.


Bravo il Napoli 2, che si batte il Cittadella per uno a zero e si regala la Juve. Ancora la signora, stavolta in coppa, per cercare di batterla ancora. Bravo Bogliacino, che si è fatto trovare pronto, e bravi tutti, pronti a non mollare anche se il mister li fa giocare poco. Per ottenere risultati positivi c’è bisogno di tutti, e di non mollare mai, ma soprattutto avere mentalità vincente contro chiunque. Non sottovalutare nessuno, e dare sempre il massimo.

Il campo sorride in coppa, e ora deve tornare a sorridere anche in campionato, dove domenica il Napoli sarà di scena con il Parma. Senza Rinaudo, squalificato per tre giornate per la prova televisiva dopo il siparietto con Cruz, il Napoli dovrà risvegliarsi dal torpore dlle ultime due partite dopo i fasti del quartetto Bologna-Fiorentina-Milan-Juve.

Il mercato fa sognare, con sirene dall’estero (Toni e Dossena) ma anche con spauracchi che fanno tremare i cuori azzurri (Hamsik inseguito da mezza Europa, Manchester e Chelsea su tutti), quello che conta è sempre il campo, è sempre là che si vince, si convince, e ci si merita l’urlo del pubblico.

lunedì 23 novembre 2009

Napoli, niente panico!

Napoli: De Sanctis 6, Campagnaro 7, Cannavaro 6, Rinaudo 6,5, Maggio 6, Gargano 6, Pazienza 6 (24' st Denis 6), Zuniga 5,5 (14' st Datolo 6), Hamsik 5,5, Lavezzi 6, Quagliarella 5,5 (30' st Cigarini 5,5). A disp. Gianello, Contini, Grava, Pià. All. Mazzarri 6
Lazio: Muslera, Cribari (24' st Diakite), Stendardo, Radu, Kolarov, Brocchi, Baronio, Mauri, Zarate, Foggia (12' st Lichtsteiner), Cruz. A disp. Berni, Eliseu, Meghni, Del Nero, Rocchi. All. Ballardini
Arbitro: Saccani di Mantova
Note: ammoniti Pazienza, Mauri, Zarate, Cruz, Stendardo, Cannavaro, Gargano, Radu

Niente panico, ma guardiamo il bicchiere mezzo pieno. Il secondo pari consecutivo del Napoli, rimediato in casa contro la Lazio, non è assolutamente da buttare. La formazione di Mazzarri non ha giocato male, anche se in attacco occorre dare una scossa e trovare una soluzione.

La formazione azzurra pare stia trovando la giusta quadratura difensiva, dove Campanaro, quando sta bene, è un vero e proprio baluardo, e gli altri due riescono ad intendersi, di chiunque si tratta. Questa volta è toccato a Cannavaro e Rinaudo, che hanno sbagliato veramente poco, al cospetto di un duo laziale Cruz – Zarate che non è certo rimasto a guardare.

A centrocampo la palla riesce a girare con una certa logica ed ordine, dove Gargano e Pazienza sanno rompere, Hansik, quando si nasconde, e Lavezzi, come sempre, sanno dare imprevedibilità, ed i due esterni, nella circostanza Maggio e Zuniga, sanno coprire quando serve e proporsi, anche se lo hanno fatto di meno questa volta.

Il problema, se proprio di problema si può parlare, resta l’attacco. Quagliarella si dà molto da fare, anche se non è ancora al 100%, ma probabilmente non è adatto a giocare con due uomini alle sue spalle. Lavezzi e Hamsik lo servono poco, e dal canto suo Quagliarella aspetta i compagni in area. Non è un corazziere, e su questo non si discute, probabilmente dovrebbe provare a scambiare di più palla a terra con i compagni, ai uqali la tecnica certo non manca. Come fare? Cercare di arretrare un po’ sulla trequarti ,e cercare di alternarsi con Lavezzi o Hamsik alla conclusione. Sicuramente così verranno i gol, la f fantasia, e ci divertiremo tutti, sia noi che loro.

Giovedì c’è la coppa Italia, con il Cittadella che seppur di una categoria inferiore, è da non sottovalutare, ma da battere. Ora i media non montino subito un caso su questa squadra che è la stessa che ha messo in ginocchio la Juve,e e che ha continuato la striscia positiva che fa sicuramente bene. Piano piano, un tassello alla volta, potremmo raggiungere begli obiettivi.

giovedì 12 novembre 2009

Hamsik, addio ciuffo!!





Lo ha fatto per una giusta causa, la qualificazione mondiale della sua nazionale, la slovacchia. Ora, però, i tifosi azzurri si augurano che il loro idolo non diventi una specie di Sansone moderno.

Marek Hamsik ha detto addio al suo caratteristico ciuffo, la cresta equina che ora ha fatto spazio ad un incredibile cranio rasato. Su internet già sono ovunque le sue foto con il nuovo look, che sicuramente ha lasciato sorpresi i tifosi del Napoli, che in tanti, da quando lo slovacco è al Napoli, lo imitano in quella pettinatura tutta particolare, in particolare i bambini.

Lo ha fatto per la sua patria, e questo è veramente un bel gesto, ma ora l’importante è che Hamsik, con la maglia del Napoli, anche senza il ciuffo, trascini la squadra a azzurra a grandi successi, affermandosi sempre più come calciatore dal futuro roseo, che solo egli stesso può rendere ancora più roseo, come può fare per quello del Napoli. E noi tutti, proprio per questo, ci auguriamo che il suo futuro, oltre che roseo, sia per sempre azzurro.

lunedì 9 novembre 2009

Giù le mani da Quagliarella

I giornali di ieri e oggi stanno tutti parlando del “periodo nero” di Quagliarella, che in campo nel Napoli non brilla, sbaglia i rigori e si perde la nazionale. Fa notizia, non c’è dubbio, soprattutto alla luce di una stagione che ora vedrà la sosta e che offrirà ai giornali davvero poco da dire. Ma adesso basta. Non è giusto scagliarsi contro Quagliarella. Non lo si è fatto allo stesso modo, ad esempio, con Amauri, tenendo presente che solo ha ottobre ha rotto un digiuno che durava da febbraio.

Quagliarella emotivamente non è un calciatore come gli altri. Non ci pensa su due volte se deve provare a segnare da metà campo, sorprendendo il portiere, e molte volte ci riesce. Non ci sta con la testa, come ammette egli stesso, ma questo non sempre è un male. Come non è un male che sia tifoso per la squadra nella quale gioca, tanto da star male quando questa non ingrana, o quando a non brillare è il suo attaccante di punta: egli stesso.

Fabio sabato sera, nella gara contro il Catania, si è lasciato andare ad uno sfogo con annessa bestemmia, tutta in napoletano, ma probabilmente è dovuta Alla voglia di essere il protagonista indiscusso, il leader, il trascinatore della squadra del suo cuore, coronando così il sogno di ogni napoletano. In quest’ultimo periodo le cose non stanno andando bene, ma possono andare meglio. Il Quaglia sta lavorando, si sta dando da fare, e sicuramente tornerà a breve quello di prima. Potrebbero aiutarlo due cose: una minore pressione dei media, e qualche piccolo accorgimento tattico da parte di Mazzarri.

Su quest’ultimo punto, possiamo esaminare una situazione che è sotto gli occhi di tutti. Lavezzi e Quagliarella sono due punte di movimento, questo li porta ad una convivenza non sempre facile, se non con certi movimenti. Allo stato attuale Quagliarella sta giocando da unica punta, con alle spalle Hamsik e Lavezzi. Probabilmente, vista la gara di Catania, Mazzarri dovrebbe letteralmente costringere Lavezzi a giocare più avanzato, sulla linea di Quagliarella, dove i due possono scambiarsi la palla o le posizioni, e poter essere pericolosi allo stesso modo. Il Pocho ama portare palla, ma non è certo egoista, anche se parte da troppo lontano, e questo è uno dei difetti che né Reja né Donadoni sono riusciti a correggere. La speranza è che ci riesca Mazzarri, per il bene suo, di Quagliarella, del Napoli.

Ma nessuno s azzardi a toccare Quagliarella: il periodo nero passerà, e l’asso napoletano darà il suo prezioso contributo per far volare la formazione azzurra.

sabato 7 novembre 2009

Le pagelle di Catania-Napoli

De Sanctis 6,5 : due tre parate importanti, in particolare su Morimoto, che vale quanto un gol.

Grava 5,5: in evidente difficoltà, in particolare su Morimoto e la sua rapidità.

Cannavaro 6: bravo nel gioco aereo, un po’ meno sulle palle basse.

Contini 6: dalle sue parti corre pochi rischi, e si difende.

Maggio 5,5: sterili le sue discese, anche se la volontà non manca.

Gargano s.v.: la sua partita dura poco per un colpo al ginocchio, e la sua assenza si sente eccome per il resto della gara.

23’ p.t. Pazienza 5,5: non è Gargano e si vede.

Cigarini 5,5: più sicuro di sé, ma il suo apporto è ancora sterile.

Dal 27’ s.t. Datolo 5,5: non è quello della magica serata di Torino.

Aronica 5: sbaglia un po’ troppo, e in più Mascara ha troppo spazio

Hamsik 5,5: partecipa poco al gioco, e si lascia imbrigliare dal centrocampo avversario.

Lavezzi 6: si dà molto da fare, anche se ha la pecca di sbagliare grossolanamente una ghiotta occasione in apertura di ripresa, sparando sul portiere avversario.

Quagliarella 5,5: si impegna molto, ma ha poche palle giocabili. Esce inveendo contro il tecnico e forse contro se stesso è la squadra, ma la sua è rabbia agonistica, che può tornare utile alla causa se riuscirà a restare calmo ed aspettare il suo momento.

40’ s.t. Denis s.v.

Mazzarri 5,5: cambia troppo tardi, quando il Napoli è già narcotizzato ad un pari senza reti. La squadra ha girato poco sulle fasce, e continua a sbagliare là dietro, ora anche con le piccole. Occorre continuare a lavorare e migliorarsi.

Catania-Napoli 0-0

Catania: Andujar, Potenza, Terlizzi, Bellusci (41' pt Augustyn), Izco, Biagianti (43' st Pesce), Carboni, Llama (21' st Plasmati), Alvarez, Mascara, Morimoto. A disp. Kosicky, Spolli, Ledesma, Ricchiuti. All. Atzori
Napoli: De Sanctis, Grava, Cannavaro, Contini, Maggio, Gargano (23' pt Pazienza), Cigarini (27' st Datolo), Aronica, Hamsik, Lavezzi, Quagliarella (40' st Denis). A disp. Iezzo, Rinaudo, Zuniga, Pià. All. Mazzarri
Arbitro: Rosetti di Torino
Note: ammoniti Bellusci, Terlizzi, Contini, Aronica, Augustyn

Si può dire che il Napoli abbia superato in parte l’esame di maturità annunciato, quello del Massimino contro il Catania. Dallo scontro di due squadre dal differente bagaglio tecnico e dai differenti obiettivi di classifica è venuta fuori una gara brutta, poco spettacolare, e che ha offerto veramente poco sul piano del gioco, molto su quello degli sbadigli e degli errori, che per poco non hanno condizionato il risultato dall’una e dall’altra parte. Il Napoli non ha avuto la brillantezza delle ultime tre gare in cui ha fatto faville, e si è dovuto accontentare di un pari, che alla fine muove la classifica e allunga la striscia positiva, consentendo di arrivare alla sosta, con la speranza di lavorare, e di non perdere troppi nazionali.

Gli azzurri dovranno lavorare soprattutto sulla difesa, dove continuano a fare troppi errori, e dove per poco non si facevano beffare da Morimoto. Dovrà migliorare l’intesa in attacco, dove Mazzarri deve decidere bene chi e come far giocare, e con quale assortimento. Si è visto un Quagliarella in crescita sotto il profilo fisico, anche se ha avuto davvero poche occasioni per tirare, tanto da liberare, alla sua uscita dal campo a sei minuti dalla fine, tutto il suo sfogo con un labiale tutto napoletano e zeppo di parolacce, a testimoniare sì il suo attaccamento alla causa, ma anche la difficoltà che ha di adattarsi a questo gioco.

I margini di miglioramento ci sono, ora occorre continuare a credere nei propri mezzi, e soprattutto a lavorare sodo.

Napoli, esame di maturità

Lo ha detto anche Mazzarri, ma è semplice intenderlo, non c’è bisogno di masticare necessariamente calcio. 

Dopo quattro prove convincenti, tre delle quali contro tre formazioni di vertice, il Napoli ora dovrà confrontarsi con formazioni che sulla carta offrono pronostici più abbordabili, ma che di fatto costituiscono rocche inespugnabili, forche caudine con l’insidia nascosta dietro l’angolo sempre pronta ad un agguanto inatteso. 

Questo il Catania di attori, formazione che finora ha raccolto poco, ma che in casa soprattutto, può creare qualche problema agli azzurri. Gli elementi validi non mancano, in particolare a centrocampo, dove Mascara e Del vecchio sono sicuramente elementi pronti a giocare un ruolo da protagonisti, e in attacco Morimoto è davvero una brutta gatta da pelare per la difesa azzurra.

E’ per questo che occorre una prova di orgoglio, di superiorità, ma non di superficialità. Guai a sottovalutare il Catania. Il Napoli ha i mezzi per superare i siciliani, ma deve lottare fino alla fine come se gli avversari che avranno di fronte fossero i primi della classe.

lunedì 2 novembre 2009

Tutti pazzi per Mazzarri

Dieci punti in quattro partite: un pareggio e tre vittorie. E che vittorie. Strappate col cuore, in rimonta, mostrando bel gioco. Questo l’approccio di Walter Mazzarri al Napoli, che ha portato l’ambiente dalla depressione di inizio stagione ad un’esaltazione che ora diventa quasi difficile da contenere. La piazza ora è tutta per lui (anche i lettori di questo blog, come dimostra il sondaggio) e lo sta portando assurgendo a principale artefice di questo periodo favoloso, che tutti si augurano duri il più possibile. I media sono tutti per lui, ma il tecnico toscano resta con i piedi per terra, quasi a voler dare il buon esempio ad un gruppo che non deve dimenticare che il campionato è ancora aperto. E’ un sergente di ferro, ma anche un padre comprensivo, come dimostra la gestione del “caso Lavezzi” quando il Pocho ha avuto problemi con il suo passaporto. Ma cosa sta facendo Mazzarri per rendere il Napoli così vincente e convincente?

Innanzitutto il tecnico ha caricato l’ambiente dal punto di vista emotivo e morale. La squadra, seppur dalle dichiarazioni di facciata lasciavano trasparire il contrario, erano contro Donadoni. Non ne condividevano i metodi, l’approccio alla gara, e la sua esplicita volontà di favorire i calciatori che lui stesso aveva chiesto alla società.

Mazzarri sin dalle prime battute del primo allenamento ha fatto vedere al gruppo di che pasta è fatto. Subito a gridare, a dare la carica, a scuotere a gesti e parole una squadra che si stava involgendo soltanto gettandosi addosso la sua stessa depressione. Ed ecco che la prima partita, quella col Bologna, dà subito i suoi frutti, con il Napoli che inizia a credere nei propri mezzi, e vince rimontando grazie ad un gol nel finale. Stessa cosa accade a Firenze, accade col Milan, e accade nel trionfo con la Juve, dove rimonta due gol e segna il terzo della vittoria.

Altra svolta è avvenuta dal punto di vista tattico. Seppur ha lasciato inalternato lo schema difensivo a tre in difesa, Mazzarri ha attuato alcuni accorgimenti tattici che rendono il Napoli leggermente più coperto nella fase difensiva (anche se persistono svarioni) e più pericolosi e imprevedibili quando invece attacca. Ha dato spazio ad almeno un esterno con attitudini difensive, come Aronica, che garantisce, nei momenti in cui la squadra subisce, una giusta copertura e supporto ai tre centrali.

A centrocampo, invece, sta dando spazio a due mediani per l’interdizione, come Gargano, sempre più insostituibile, e Pazienza, anche se, viste le ultime prestazioni, sta tornando in auge anche Cigarini, che sta ritrovando la condizione giusta sotto il profilo sia fisico che mentale. Questo consente a Lavezzi e Hamsik di dedicarsi principalmente alla fase offensiva, mettendo in campo tutto il loro estro. Questo schema consente all’unica punta di poter essere servito con maggiore frequenza, e cambiare di posizione in attacco, oltre a sfruttare gli scambi con chi proviene dalle fasce. Che sia Quagliarella o Denis, questo gioco si adatta facilmente alle rispettive caratteristiche, e consente una maggiore pericolosità. Pericolosità che si è vista in queste prime quattro partite, e che speriamo di poter vedere anche nelle prossime gare.

I tifosi del Napoli vogliono divertirsi e vedere una squadra vincente. Mazzarri sembra l’uomo giusto, ora lui e la squadra devono continuare su questa strada. A cominciare dalla gara con il Catania, dove sembra palese che non è consentito abbassare la guardia.

sabato 31 ottobre 2009

Le pagelle di Juventus-Napoli

De Sanctis 5,5: para, anche se con qualche titubanza. Sfortunato sul primo gol, dove la palla gli sfugge

Campagnaro 5: non in giornata, si perde Trezeguet che poi segna, spesso impreciso.

13’ s.t. Datolo 7,5: decisivo ai fini del risultato azzurro, per l’assist, per il gol, per aver messo in devastante difficoltà la Juve dal suo ingresso a fine gara.

Cannavaro 6: vince il duello a distanza col fratello. Se la cava, con le buone e con le cattive.

Contini 4: suo l’assist assurdo per il gol di Giovinco. Scomposto, nervoso, il suo gomito ferisce a sangue Camoranesi, costringendolo ad uscire.

Maggio 6: partita di grande sacrificio, per arginare le sfuriate di Grosso.

Gargano 6,5: sente la partita, e vince il duello con Poulsen in mezzo al campo.

Cigarini 6: finalmente tonico presente come lo vogliamo. Sembra che il gol di mercoledì contro il Milan ce lo abbia finalmente restituito.

Hamsik 8: il solito cecchino, freddo, decisivo, e capocannoniere. Riesce a nascondersi per buona parte della gara, per poi emergere e diventare decisivo. Esattamente come fanno i campioni.

Aronica 6,5: preciso sia in fase offensiva che in fase difensiva. In grande spolvero dall’avvento di Mazzarri.

Lavezzi 7: un fulmine: svaria per tutto il campo e mette nei guai la retroguardia juventina, portandosi due o tre difensori appresso e creando spazi. E’ successo esattamente questo in occasione del primo e dell’ultimo gol del Napoli. Esce contrariato, ma è giusto che anche lui tiri il fiato.

42’ s.t. Pazienza s.v.: entra quando c’è da contenere e fare il conto alla rovescia.
Denis 6: tre colpi di testa imprecisi fanno mangiare le mani ai tifosi. Si è dato molto da fare, ora deve solo correggere un po’ la mira.

Dal 24’ s.t. Quagliarella 6: dà il suo apporto, anche se non tira mai a rete.

Mazzarri 7: la sua presenza ha cambiato una squadra, che adesso crede nei propri mezzi, e credere fino alla fine quando va sotto, riuscendo a pareggiare o vincere anche nel finale. Intelligente la mossa tattica di schierare Datolo, che si rivela decisivo.


Juventus-Napoli 2-3

Juventus: Buffon, Grygera, Cannavaro, Chiellini, Grosso, Melo, Poulsen (31' st Amauri), Camoranesi (31' pt Thiago), Diego, Giovinco (39' st De Ceglie), Trezeguet. A disp. Manninger, Legrottaglie, Molinaro, Immobile. All. Ferrara
Napoli: De Sanctis, Campagnaro (13' st Datolo), Cannavaro, Contini, Maggio, Gargano, Cigarini, Hamsik, Aronica, Lavezzi (42' st Pazienza), Denis (24' st Quagliarella). A disp. Iezzo, Grava, Rinaudo, Pazienza, Pià. All. Mazzarri
Arbitro: Damato di Barletta
Marcatori: 35' pt Trezeguet (J), 10' st Giovinco (J), 14' st Hamsik (N), 19' st Datolo (N), 37' st Hamsik (N)
Note: ammoniti Contini, Campagnaro, Cannavaro, Chiellini. Espulso al 48' st Amauri (J) per gioco scorretto.

Immensi, infiniti, dal cuore grande ora finalmente pari al grande pubblico, che li segue sempre numeroso ed entusiasta, e lo stesso ha fatto a Torino, dove il Napoli ha offerto la miglior partita della propria stagione, con un successo contro l’odiata Juve, che a Torino mancava da ventuno anni. Un Napoli all’altezza della grandi, che mostra ancora una volta voglia di vincere, di reagire, e di farsi rispettare e rinascere anche quando si subisce, e di vincere rimontando, ancora una volta dopo aver subito due reti, esattamente come il Milan.

Bravi tutti, un po’ meno Contini, che ha regalato il secondo gol alla Juve, a dimostrazione che certi errori purtroppo capitano ancora e andrebbero evitati. Soprattutto quelli che ci fanno subire. E’ bello sì recuperare e vincere così, in rimonta, ma imporsi fin dall’inizio sarebbe forse anche più bello.

Mazzarri ha dimostrato di essere un abile motivatore, ma anche molto valido dal punto di vista tattico. Nella ripresa, quando il Napoli subiva la seconda rete, è stato bravo ad inserire Datolo al posto di uno spento Campanaro. All’argentino sono bastati trenta secondi per entrare in partita, fornire l’assist per il primo gol di Hamsik, per poi segnare lui stesso il gol del pareggio. Poi l’implacabile Hamsik, freddo come sempre, ha messo a segno un gran gol, sfruttando un magistrale rimorchio, che ha fatto impazzire tutto l’ambiente Napoli.

Ora occorre continuare così: restare calmi, ricordare che si sa giocare al calcio, essere un gruppo, e non sottovalutare mai nessuno. Se continuiamo così noi tifosi ci divertiremo!

giovedì 29 ottobre 2009

La rivincita di Denis



Un colpo di testa dei suoi ha messo in piedi una partita che sembrava persa. German Gustavo Denis ha segnato ancora nel finale, è riuscito ad essere ancora una volta decisivo dopo essere entrato a partita in corso, a freddo, quando il tempo è poco per fare la differenza. E lui ci riesce. E’ venuto in Italia con il soprannome El Tanque, il carrarmato, e ventisette reti all’attivo nell’ultimo campionato in Argentina, chiuso da capocannoniere. Nemmeno il tempo di fare le vacanze e comincia il campionato italiano, in cui parte nella differenza generale, non segna nemmeno in amichevole, ma è abile uomo assist, chiaro segnale che oltre al fisico c’è di più.

Il campionato si avvia, e vengono i gol, se non proprio a grappoli, ma vengono: sette in campionato, uno in Uefa, al Benefica, due in coppia Italia. Entra a far parte della nazionale di Maradona, ma nel Napoli di fine stagione, che profonda in crisi, vive il dualismo con Zalayeta. A fine stagione il suo addio sembra cosa certa, lo sentenzia anche Pierpaolo Marino, dicendo: “Denis andrà via, e non sarà il solo”.

Ma il Tacque diventa papà per la terza volta, va il visita alla madonna di Pompei, crede in se stesso e nella propria fede, fa le vacanze, fa vita da professionista, si impegna. Il precampionato quest’anno è vissuto da capocannoniere, tanto da indurre la società a tenerlo. Ma Marino prende Hoffer, talento austriaco che vorrebbe giocare in Premier League. Il Tacque gli cede anche il numero nove, prendendo un più modesto diciannove, e parte dalla panchina. Le prime partite della gestione Donadoni vedono l’argentino in campo per pochi minuti. Tutto cambia con Mazzarri. A Firenze entra e fornisce l’assist decisivo per il gol di Maggio che vale tre punti. Poi, contro il Milan, quel colpo di testa che libera una gioia immensa, seppur per un pareggio, ma per quella che in realtà è la vittoria del cuore azzurro, e del cuore argentino, che spesso battono all’unisono.

E adesso il Tanque, che ha più volte dimostrato di essere forte sia di testa di piede, e che può tornare utile alla causa azzurra, potrebbe anche partire titolare. Quagliarella non è al top, e, considerando come sta giocando ora Mazzarri (con le due ali Lavezzi e Hamsik) le caratteristiche di Denis sarebbero davvero l’ideale e potrebbero esaltare questo gioco. E pure con Quagliarella in campo, non si esclude la coesistenza, ma Mazzarri dovrebbe studiare altre mosse per garantire alla squadra l’equilibrio giusto. L’importante è averlo ritrovato, ora deve continuare a fare del suo meglio per farsi trovare pronto e tornare ad essere decisivo. Forza Tanque!

Napoli-Milan 2-2

Napoli: De Sanctis, Grava, Rinaudo, Campagnaro (22' st Datolo), Aronica, Pazienza (18' st Cigarini), Gargano, Maggio, Lavezzi, Hamsik, Quagliarella (26' st Denis). A disp. Iezzo, Cannavaro, Rullo, Pià. All. Mazzarri
Milan: Dida, Abate, Nesta (8' pt Kaladze), Thiago Silva, Zambrotta, Ambrosini, Pirlo, Seedorf, Pato, Inzaghi (28' st Borriello), Ronaldinho (15' st Flamini). A disp. Roma, Antonini, Oddo, Huntelaar. All. Leonardo
Arbitro: Rizzoli di Bologna
Marcatori: 2' pt Inzaghi M), 5' pt Pato (M), 46' st Cigarini (N), 48' st Denis (N)
Note: ammoniti Pirlo, Campagnaro, Rinaudo, Grava, Aronica. Espulso al 41' st Abate (M) per doppia ammonizione

E’ un Napoli che emoziona. In negativo e in positivo. Il pubblico, che ha reso il san Paolo un uovo, è passato dalla depressione alla follia collettiva, per la gioia di un pareggio colto grazie ad un gol nel finale, ancora una volta, in una zona dove diventa bello acciuffare il risultato, con la consapevolezza che poteva venirne fuori anche un successo.

Pazienza. Gli errori, soprattutto contro quel diavolo del Milan, si pagano, e se i cinque minuti da pennuti della retroguardia azzurra fossero stati giocati come si deve, forse stavamo raccontando un trionfo, ed il punteggio pieno di mister Mazzarri. Ma va bene così: a squadra c’è, gioca, ha carattere, ci crede fino alla fine. Il centrocampo è ben assortito e le due ali Hamsik e Lavezzi funzionano. La difesa deve ancora correggere le troppe amnesie, anche se il supporto di due esterni difensivi come Grava e Aronica aiutano, anche se non sempre mantengono la posizione.
In attacco Quagliarella non è in condizione, e si vede, e Mazzarri farebbe bene ad approfittare dell’ottimo momento di Denis, che ha segnato un gol pesantissimo con una vera e propria prodezza.

Sabato c’è la Juve: il Napoli deve recuperare presto le energie, portando con sé quelle positive che può regalare una serata come questa. Il tutto restando cauti, e giocando ogni gara come fosse una finale. E’ esattamente quello che vuole Mazzarri.

Le pagelle
De Sanctis 6: incolpevole sulle due reti e quasi del tutto inoperoso.

Grava 6,5: impeccabile. Tiene la posizione e costringe Ronaldinho ad uscire innervosito per non aver mai visto la trequarti azzurra.

Rinaudo 5,5: grave errore in occasione del vantaggio di Indaghi. Si riscatta in parte alla distanza.

Campagnaro 6: indiscusso regista della difesa, preciso e attento, purtroppo gli acciacchi non accennano ad abbandonarlo.

Dal 22’ s.t. Datolo 6: dalla sua tanta buona volontà nella spinta finale, ma nel ruolo di esterno sinistro è pur sempre un adattato.

Aronica 6: errore di posizione sul gol di Pato, il secondo del Milan in appena cinque minuti. Si riscatta alla distanza, con una bella prova sia in copertura che in fase di spinta. Rigenerato dall’avvento di Mazzarri.

Pazienza 6,5: prezioso il suo apporto ad arginare Pirlo e Seedorf, che si arrendono quasi per tutta la gara. Ennesimo calciatore rigenerato.

Dal 18’ s.t. Cigarini 6,5: un gran gol che speriamo gli dia la carica giusta per ritrovare se stesso. Il gioco di Mazzarri può fare a meno di uno come lui, ma se riesce a dare il meglio anche lui potrebbe essere decisivo e dare il suo apporto alla causa.

Gargano 6,5: sta trovando saggezza tattica che, unita alla grande volontà, ne sta facendo un calciatore insostituibile

Maggio 5,5: la sua spinta si spegne dopo poco. Nella ripresa sbaglia un gol già fatto, sull’ennesima papera di Dida.

Lavezzi 6: la retroguardia rossonera lo tiene a bada bene, ma riesce ad andare al tiro in un paio di occasioni, in cui risulta impreciso.

Hamsik 6,5: il ruolo nuovo lo sta restituendo alla causa. Corre, si inserisce, suggerisce, peccato che sotto porta non è abbastanza cattivo.

Quagliarella 5: non è in forma, nonostante si impegni tanto. Lo aspettiamo, quando starà bene, sicuri che potrà fare la differenza.

Dal 26’ s.t. Denis 7: non è la prima volta che entra a freddo ed è decisivo. Merita più spazio, soprattutto ora che quagliarella non è al top.

Mazzarri 6,5: ci ha creduto fino alla fine, ed è stato ancora una volta premiato. Il Napoli ha cuore, ma anche organizzazione. Importanti tatticamente gli esterni con attitudini difensive, ed un centrocampista di contenimento come Pazienza, che è fondamentale soprattutto alla luce dell’addio forzato di Blasi.




lunedì 26 ottobre 2009

E’ già febbre da Napoli – Milan

Trentamila biglietti già venduti al lunedì. Il tutto esaurito per mercoledì sera è una formalità. Napoli – Milan capita con le due squadre in netta ripersa dopo un inizio brutto e zoppicante, per una gara che promette spettacolo, gol e si spera una nuovo successo per il Napoli di Mazzarri.

Il pubblico azzurro ancora una volta ah dimostrato di essere il migliore del mondo, come abbiamo già avuto modo di scrivere qui (http://napolilamiapassione.blogspot.com/2009/10/niente-stadio-firenze-i-tifosi-del.html). Il san Paolo sarà vietato ai tifosi del Milan, ma ce ne sono tanti tra gli abitanti napoletani a tifare rossonero, quindi il calore e l’aria di sfida che fu di scudetto non mancheranno.

Dal punto di vista tecnico, il Napoli recupererà qualche pezzo in difesa, e recupera il proprio tecnico, che nonostante l’espulsione non sarà squalificato. Al di là di chi gioca, la squadra deve cercare di essere degno del suo pubblico, che, nonostante gli episodi isolati di qualche delinquente (ce ne sono stati altri anche a Firenze, purtroppo) ha pochi emuli al mondo.

domenica 25 ottobre 2009

Fiorentina-Napoli 0-1

Fiorentina: Frey, De Silvestri, Gamberini, Natali (29' st Comotto), Gobbi, Zanetti, Montolivo, Santana (31' pt Jorgensen), Jovetic, Vargas, Mutu (1' st Gilardino). A disp. Avramov, Donadel, Pasqual, Castillo. All. Prandelli
Napoli: De Sanctis, Grava, Rinaudo, Contini, Maggio, Gargano, Pazienza, Aronica, Hamsik, Lavezzi (47' st Datolo), Quagliarella (42' st Denis). A disp. Iezzo, Rullo, Bogliacino, Cigarini, Pià. All. Mazzarri
Arbitro: Morganti di Ascoli
Marcatore: 43' st Maggio
Note: ammoniti Mutu, Grava, Aronica, Contini, Zanetti, Gamberini, Maggio. Al 21' st espulso il tecnico Mazzarri (N) per proteste. Al 35' st Frey ha parato un rigore a Quagliarella.


Una vittoria, la seconda consecutiva, colta ancora una volta nel finale. Col cuore, come piace ai tifosi, in trasferta, finalmente, dopo oltre un anno. Il Napoli vince ancora, risale in classifica, e finalmente mostra gli attributi in campo. Il gioco non è ancor brillante, ma la squadra attacca, si dà da fare, mette in difficoltà avversari di caratura maggiore, e mette in campo tutto quello che c’è da mettere, e dovrebbe essere sempre così.

Gli azzurri ci credono fino alla fine, e anche stavolta Maggio, ancora una volta nel finale, ha trovato il guizzo vincente, un gol di precisione, di freddezza, che vale tre punti, e annulla l’errore di quagliarella dal dischetto, il secondo errore azzurro su penalty, fattore sul quale Mazzarri, espulso, dovrà lavorare già da lunedì. Il tempo stringe, e ora c’è già il Milan, gara difficile ma non impossibile. Il pubblico ha capito che ora è il momento di tornare a sostenere la squadra, e adesso per questo Napoli, se continua a giocare così, nulla è impossibile.



Le pagelle

De Sanctis 6,5: due parate decisive, una su Giardino e una su Vargas salvano il risultato, e una volta tanto lasciano la rete azzurra inviolata.

Grava 6: contiene abbastanza bene le sfuriate di Vargas.

Rinaudo 6: se la cava bene come regista della difesa, anche se qualche volta Giardino, nella ripresa, gli ruba il tempo.

Contini 6: qualche gomito alto di troppo, per il resto non rischia.

Maggio 6,5: match winner, freddo, presente, a destra manda in bestia Vargas, anche se per buona parte della gara lo subisce.

Gargano 5,5: troppo schiacciato sulla difesa dà poco respiro alla manovra offensiva, l’impegno comunque non manca, come sempre.

Pazienza 6: il suo innesto dà equilibrio a centrocampo, e la sua riconferma è d’obbligo, visto che si è deciso di far partire uno come Blasi.

Aronica 6,5: prova molto convincente a sinistra, sia in fase di contenimento che nella fase offensiva. La cura Mazzarri, che già lo aveva avuto alla Reggina, lo sta rigenerando.
Hamsik 6: dà geometrie alla manovra. Nel ruolo di “mezz’ala” a destra ha più libertà di svariare e non si pesta i piedi con Lavezzi.

Lavezzi 6,5: un fulmine, un diavolo, che ispira se stesso e i compagni, peccato per aver sbagliato un gol già fatto, sarebbe stato la ciliegina sull’ennesima prova da incorniciare.

Dal 47’ s.t. Datolo s.v.

Quagliarella 4,5: non è in condizione, e non dovrebbe giocare. Invece si permette di tirare anche un rigore, battendolo proprio male.

Dal 42’ s.t. Denis 6: entra in campo giusto il tempo per regalare a Maggio l’assist per il gol del successo azzurro.

Mazzarri 6,5: il Napoli è rigenerato, corre, crede fino alla fine nella vittoria ed è a punteggio pieno nella gestione di questo nuovo tecnico. Bisogna ora dare continuità ai risultati e maggiore fluidità al gioco, oltre. L’espulsione è eccessiva.



giovedì 22 ottobre 2009

Niente stadio a Firenze? I tifosi del Napoli restano i migliori

Ci risiamo: ci impediscono di andare allo stadio in trasferta per seguire la nostra squadra del cuore. Il prefetto di Firenze definisce la gara tra Fiorentina e Napoli ad alta criticità. Incidono gli episodi di domenica col Bologna (petardi e scontri di una solita minoranza infangante), fatto è che per i tifosi azzurri ritorna l’incubo della scorsa stagione, in cui il Napoli ha fatto a meno praticamente sempre dei propri tifosi, e questo, a lungo andare, ha condizionato anche la stagione del Napoli, che ha vinto praticamente una sola volta in trasferta. Adesso che si insegue un successo esterno che manca davvero da troppo tempo, ecco la decisione de prefetto, che chiude la curva ospite.

E’ una legge, e non si discute, va rispettata, ma come al solito tutta la tifoseria azzurra deve pagare per pochi delinquenti. Ci vorrà tempo per fare in modo che tutti nella nostra città abbiano senso civico, veramente tanto, ma quello che la parte buona di noi tifosi può fare è far sentire sempre il proprio apporto alla nostra squadra.

Ricordiamoci sempre che siamo il pubblico migliore del mondo, lo dicono tifosi, giocatori e addetti ai lavori, questa deve essere la molla che ci dovrà rendere ancora più grandi, tifando sempre più forte e civilmente per il nostro Napoli. Isoliamo chi non la pensa così! Siamo stufi di multe, squalifiche Daspo e altro. Sulla tessera del tifoso meglio non parlare, ma solo mantenendo tutti una condotta esemplare potremmo far capire a chi decide che certe “schedature” sono inutili.

domenica 18 ottobre 2009

Napoli-Bologna 2-1

Napoli: De Sanctis, Campagnaro (33' st Pià), Cannavaro, Contini, Maggio, Hamsik, Gargano, Datolo (1' st Pazienza), Aronica, Lavezzi (48' st Rinaudo), Quagliarella. A disp. Iezzo, Grava, Cigarini, Denis. All. Mazzarri

Bologna: Viviano, Zenoni, Portanova, Britos, Lanna, Guana, Mingazzini (22' st Mudingayi), Valiani (48' st Osvaldo), Zalayeta, Adailton(10' st Tedesco), Di Vaio. A disp. Colombo, Moras, Vigiani, Jimenez. All. Papadopulo

Arbitro: De Marco di Chiavari

Marcatori: 15' pt Adailton (B), 27' st Quagliarella (N), 46' st Maggio (N)

Note: ammoniti Valiani, Contini, Mudingayi, Britos, Cannavaro

Un Napoli che mette in campo, se non il gioco, almeno il cuore, che gli consente di raddrizzare una partita che perdeva, e vincerla proprio nel finale, in recupero. E’ bello vincere anche così, perché è giusto crederci fino alla fine, e giusto lanciare ai tifosi il messaggio che la squadra c’è, e che la stagione, ancora all’inizio, non è compromessa. Dipenderà dalla voglia di tutti di emergere, di fare il proprio dovere, e di dare semplicemente il massimo.

Le pagelle.

De Sanctis 6: parata spettacolare nella ripresa su Di Vaio. Discutibile la sua gestione delle uscite.

Campagnaro 6,5: si riprende il posto in difesa, e il suo ritorno si vede. Non butta mai il pallo,e e c’è quando si tratta si risolvere situazioni ingarbugliate.

Dal 33’ s.t. Pià s.v.

Cannavaro 6: in difficoltà contro il bestione Zalayeta, ma in compenso non rischia poi tanto.

Contini 6: corre pochi pericoli dalle sue parti, si difende.

Maggio 7: partita fatta di scatti brucianti a destra, spina nel fianco della difesa avversari. Il gol che vale i tre punti, è il giusto coronamento ad una grande prova.

Hamsik 5,5: sia a destra che a sinistra è molto marcato, e non sempre riesce ad eludere la marcatura avversaria, esercitata a tutto campo.

Gargano 6: abbastanza ordinato. Suo il fallo che porta al gol su punizione di Adailton, ma non ha particolari colpe.

Datolo 5,5: gioca da interno destro, bene in attacco, maluccio in difesa.

Dal 1’s.t. Pazienza 6: dà un po’ di sostanza al centrocampo.

Aronica 6: avanza poco, resta quasi sempre sulla linea dei difensori, ma alla fine la sua presenza serve.

Lavezzi 6,5: scende dall’aereo e trascina la squadra. Suo l’assist per il gol vittoria di Maggio

48’ s.t. Rinaudo s.v.

Quagliarella 6: la rete raddrizza in parte una gara sotto tono, poco lucida, forse condizionata dalla gara infrasettimanale con la nazionale.

Mazzarri 6,5: buona la prima. La squadra ha carattere, e lo dimostra il successo agguantato proprio nel finale. Far giocare titolare Lavezzi dopo la questione passaporto non è un buon messaggio al gruppo, ma alla fine il tecnico toscano ha avuto ragione. La squadra sembra più quadrata, ma in fase offensiva c’è ancora poco ordine e occorre fare chiarezza nelle fasi in cui si crea grossa confusione.




venerdì 16 ottobre 2009

Scandalo... passaporti

Prima datolo, ora Lavezzi. A Napoli scoppia uno “scandalo passaporti” tutto particolare, fatto in casa, e fatto di smarrimenti di passaporti quando si torna dalle trasferte con le nazionali.

Nella precedente sosta toccò a datolo smarrire il passaporto e rientrare in Italia con un giorno di ritardo, giocandosi il ruolo da titolare. Ora tocca a Lavezzi, che rientrerà in Italia solo il sabato prima della gara, costringendo il nuovo tecnico azzurro Mazzarri a farlo partire dalla panchina, se non a relegarlo addirittura in tribuna.

Dietro lo “scandalo” che coinvolge gli argentini c’è l’ira funesta di De Laurentiis, giustificata, perché paga i propri calciatori che non si allenano, e questo non va mai bene. I procuratori gettano acqua sul fuoco, ma sotto sotto a pensar male quasi sempre si indovina. E se il Pocho avesse voluto concedersi un altro po’ di riposo con la famiglia, inscenando questo smarrimento? Chissà…
La speranza è che gli argentini, che tanto i napoletani collegano a Maradona, non spezzino il cuore ai tifosi del Napoli. Che facciano sempre il proprio dovere e ci facciano gioire.

Domenica contro il Bologna bisogna ricominciare a vincere!

sabato 10 ottobre 2009

Come giocherà Mazzarri?

L’arrivo del nuovo tecnico Mazzarri pone nel Napoli la domanda sulle novità tattiche eventuali che il tecnico vorrà apporre alla squadra. Se sul campo d’allenamento, in questi primi giorni, sembra che la musica sia già cambiata,considerate le urla continue che si sentono sia come ammonizione che come carica, cosa che con Donadoni erano un lontano ricordo, qualcosa potrebbe cambiare anche sul campo di gioco.

Mazzarri ha annunciato i suoi colloqui con ogni singolo calciatore, ma ha già chiarito che vorrà solo capirne le caratteristiche, non assecondare le loro volontà: del resto sarebbe impossibile, essendo la rosa composta da venticinque persone.

In attesa di avere con sé tutti i nazionali, e approfittando della sosta per lavorare con quelli che ha, Mazzarri pare orientato a voler confermare la difesa a 3, sulla quale ha molto lavorato nelle sue prime sedute a Castelvolturno. Quello di cui il tecnico si è reso conto è che per varare questa linea difensiva il Napoli necessita di equilibri che finora non ha avuto appieno, ed è per questo che, accanto alla linea bloccata, assocerà quasi sicuramente due esterni di centrocampo, o almeno uno, dalle caratteristiche difensive.

E’ così che torna in auge la candidatura a titolare di Salvatore Aronica, che Mazzarri ha già allenato ai tempi della Reggina, e che fornisce qualche garanzia in più in fase difensiva rispetto a Datolo, che nel ruolo di esterno sinistro è pur sempre un adattato.

Per quanto riguarda i tre fissi, è probabile che Mazzarri dia spazio a Campanaro come centrale. Anche questo è un calciatore conosciuto al tecnico toscano, e le sue doti di palleggio, oltre che di marcatura sono stati visibili sin dalle prime partite, nonostante l’argentino si sia poi fermato per infortunio. Probabile, più che lo spostamento, addirittura l’esclusione di Paolo Cannavaro, per la gioia di buona parte della tifoseria azzurra, almeno quella che di calcio ne capisce un po’. Il fratello d’arte continua ad essere un disastro, sia al centro che a destra, e probabilmente lavorare nell’ombra senza sentirsi titolare inamovibile potrebbe fargli bene. Gli altri due difensori titolari dovrebbero essere Contini e Santacroce. Il primo sta meritando il posto per la sua concretezza in fase di copertura, mentre il secondo, nelle sue fugaci apparizioni di inizio stagione, ha messo in luce il suo talento, seppur ancora grezzo e condizionato da un carattere immaturo, che da un momento all’altro, se non limato, potrebbe rovinarlo definitivamente. Ma Mazzarri ha avuto Cassano, e sull’aspetto del carattere di Santacroce si può stare tranquilli. Il ragazzo difficilmente farà altre “sparate” in allenamento o in campo.

Per quanto riguarda il centrocampo, occorrono due uomini che sappiano rompere il gioco avversario. Il centrocampo azzurro è leggerino e questo è un problema che va risolto. Se Palombo, che conosce Mazzarri avendolo avuto fino all’anno scorso alla Sampdoria, ha parlato addirittura di un rombo di centrocampo, è più verosimile che il tecnico adotti una linea a quattro. Non si esclude la rivalutazione di Pazienza accanto a Gargano. Se il calciatore pugliese non è amato, è sicuramente uno tra quelli che sa interdire il gioco, ed è forse l’unico insieme a Gargano, dopo la partenza di Blasi. In questo punto, come sull’esterno di sinistra, bisogna ricorrere al mercato, ma se ne parlerà a gennaio, ed il presidente non sembra volersi tirare indietro, come dimostra di fare sempre, per la fortuna del tifo azzurro. Oltre a Gargano e Pazienza spazio a Aronica, come accennato, ed a Maggio, che ha vissuto proprio con Mazzarri il più bel periodo della sua carriera, alla Sampdoria.

Un po’ più avanzato Lavezzi e Hamsik, che sono abituati a svariare, a scambiare palla negli spazi stretti,e ad inserirsi sotto rete, quindi hanno bisogno di stare larghi per poi accentrarsi. Queste posizioni potrebbero favorire, in avanti, anche il gioco di Quagliarella, che può assecondare meglio i movimenti degli esterni, facendosi trovare in zona gol con maggiore efficacia. Questo tipo di gioco può dar spazio anche alle altre punte, come Denis e Hoffer, che finora hanno raccolto le briciole.

Questi i punti di partenza, che di qui alla prossima settimana, quando il Napoli di Mazzarri esordirà al san Paolo contro il Bologna, potrebbero cambiare. Al di là del modulo, come lo stesso Mazzarri ha riconosciuto, occorre una squadra con l’anima, che sudi la maglia. Sotto il profilo degli obiettivi, seppur il presidente ha ripreso a parlare d’Europa, la squadra non deve porsi obiettivi, ma pensare a giocare, ad avere un’identità ,ed a puntare sempre al risultato pieno, vincere, tirando fuori quegli attributi già citati che finora, da inizio campionato, e per buona parte di quello passato, non si sono visti.

martedì 6 ottobre 2009

NAPOLI. LA BUFERA CONTINUA

Continua la bufera nel Napoli, e de Laurentiis come un abile timoniere asseconda la barca Napoli, cercando di non farla affondare, ma fare in modo che proprio questa turbolenza dia alla squadra, sicuramente non da buttare, la spinta per rendere quanto realmente dovrebbe.

Dopo l’addio di Marino, un altro addio annunciato: quello del tecnico Roberto Donadoni. Il tecnico lascia senza aver dato impronta alla squadra, pur avendoci provato, e avendo il merito, a fine stagione, di aver rivalutato alcuni calciatori dandogli fiducia. Donadoni è un’ottima persona, lo si vede lontano un miglio, e di questo il presidente si è accorto e lo ha congedato a dovere, ma purtroppo questo nel calcio non basta, anzi…

Il tecnico paga il non aver trasmesso alla squadra la grinta giusta, grinta che non ha e che non ha mai avuto nemmeno da calciatore, quando era sì bravo, ma silenzioso, e porta con sé la macchia di un rigore fallito a Italia ’90 contro l’Argentina.

Partito, con sostituzione di Reja, con il modulo del suo predecessore, per non voler stravolgere una squadra già sull’orlo dello sbando, nella nuova stagione è ripartito dallo stesso modulo, ha chiesto determinati giocatori che gli sono stati dati da Marino (che non lo ha mai amato) ma si sono create situazioni strane di doppioni in certi ruoli, e mancanze gravi in altre. La situazione, in pratica, in cui il Napoli versa attualmente.

Questo Napoli troverà Walter Mazzarri, nuovo tecnico del Napoli, ufficializzato oggi da De Laurentiis, in attesa di ufficializzare anche direttore generale e direttore sportivo, concludendo la rivoluzione azzurra che ha messo in atto in coincidenza con quello che definisce nuovo quinquennio.

Un nuovo tecnico, quindi, sicuramente più vulcanico e capace di motivare il gruppo rispetto a Donadoni, e che già conosce l’ambiente avendo fatto il secondo a Ulivieri. Di sicuro, qualunque sia il suo modulo, ha bisogno di nuovi calciatori che vadano a completare le falle. La rivoluzione non finirà questo fine settimana, ma dovrà cominciare a gennaio. Anche se sarà un mercato di riparazione, il Napoli dovrà cercare di riparare il più possibile le proprie carenze di organico. Nel frattempo, potrà compensare con quello che fino ad ora è mancato: le palle.

domenica 4 ottobre 2009

Roma-Napoli 2-1

Roma: Julio Sergio (22' pt Lobont), Motta (10' pt Cassetti), Burdisso, Andreolli, Riise, De Rossi, Pizarro, Cerci (1' st Faty), Perrotta, Vucinic, Totti. A disp. Tonetto, Greco, Guberti, Okaka. All. Ranieri
Napoli: De Sanctis, Cannavaro (23' st Hoffer), Rinaudo, Contini, Maggio, Gargano, Cigarini (44' st Denis), Hamsik, Datolo (37' st Zuniga), Lavezzi, Quagliarella. A disp. Iezzo, Aronica, Pazienza, Bogliacin. All. Donadoni
Arbitro: Banti di Livorno
Marcatore: 25' pt Lavezzi (N), 37' pt Totti (R), 18' st Totti (R)
Note: ammoniti Cannavaro, Vucinic, Perrotta, Rinaudo

Le solite cose: Napoli non bello, ma almeno squadra per un tempo, poi alla prima difficoltà diventa una squadra di dilettanti. Non basta la bufera di domenica che ha visto l’addio di Marino nonostante la vittoria. La bufera continuerà, e probabilmente stavolta porterà via Donadoni. Si salva solo La vezzi, ancora una volta in gol, ma questa squadra è priva di costrutto, di mordente, di… palle. Di fronte ha avuto una Roma che non ha fatto nulla di speciale per portare a casa bottino pieno. Ci si mette il modulo che non si addice a questa rosa, con il tecnico che ci mette del suo sbagliando le sostituzioni oltre che l’approccio alla gara da trasferire alla squadra.
Così non si va da nessuna parte, la rosa c’è ma la squadra non gioca. I giocatori ai microfoni dei giornalisti dicono che sono con il tecnico, ma sul campo non lo dimostrano. E’ tempo, quindi, ricambiare, ma fissando regole precise: chi sbaglia paga (sia gli allenatori che i giocatori) e vanno presi provvedimenti drastici, come potrebbe essere il blocco degli stipendi, superato ma non proibitivo. Se necessario, andrebbe fatto anche questo.

Le pagelle
De Sanctis 6 : finalmente un’uscita vale una bella parata. Poche colpe sui due gol.

Cannavaro 5: gioca a destra, ma la musica non cambia. Da un suo solito intervento da dilettante propizia il primo gol della Roma. Donadoni lo toglie per mettere una punta, e la sostituzione sa di bocciatura. Speriamo…

Dal 23’ s.t. Hoffer 5: ghiotta occasione, che spreca colpendo con una spalla. Che resti a Napoli, o torni in Austria cambia ben poco.

Rinaudo 6: se la cava da centrale, anche se spesso ci mette il gomito. Ha smesso di piangere e le cose vanno meglio. Ora deve cercaredi non far piangere i tifosi azzurri.

Contini 5,5: tutto bene, tranne quando si perde Totti, che segna il secondo gol.

Maggio 5,5: primo tempo che lascia ben sperare, con grande incisività sulla fascia. La ripresa è un naufragio insieme al resto della barca.

Gargano 6: come al solito, ce la mette tutta, ma a conti fatti il suo apporto non vale le energie spese.

Cigarini 4: deve ricordarsi di essere un giocatore

44’s.t. Denis s.v.: non ha colpe se il tecnico si ricorda di lui solo agli sgoccioli del match.

Hamsik 6: un gran primo tempo, dove mette paura a cassetti sulla destra. Nella ripresa, invece, gioca a nascondino, come fa quando ha paura o non è in condizione.

Datolo 5,5: grande impegno ma nulla o quasi di buono.

Dal 37’ s.t. Zuniga s.v.

Lavezzi 6,5: bel gol con complice il portiere avversario, prova di grande generosità, ma non basta.

Quagliarella 5: non era in condizione di giocare.

All. Donadoni 4: sulla via dell’addio. Sbaglia le sostituzioni, sbaglia il modulo, sbaglia l’approccio. Non è l’unico colpevole di questa situazione, ma da lui in questa nuova stagione si aspettava il valore aggiunto da dare alla squadra, cosa che non c’è stata.