sabato 28 marzo 2009

Il Napoli riflette su se stesso

Quella che sta volgendo al termine è stata una settimana di riflessione per il Napoli, che ha approfittato della sosta per la doppia sfida della nazionale per fare un po’ i conti sotto ogni punto di vista. Il buon pareggio ottenuto nella gara interna con il Milan, che in realtà doveva essere una vittoria se non fosse stato per l’arbitro, ha consegnato a Donadoni una formazione in crescita, che ha preso nuovamente coscienza delle propriee capacità, e che ha tutte le carte in regola per affrontare ccon l’atteggiamento giusto l’ultima parte della stagione, e provare un assalto finale alla zona Uefa ed al miglioramento dell’ottavo posto, obiettivo stagionale.

Donadoni sta avendo un po’ più di tempo per valutare la rosa a propria disposizione, sia per questa stagione, che per la prossima. Il tecnico sembra interessato a dare spazio anche a chi ha trovato meno spazio, o è stato completamente ignorato da Reja. Dopo la fiducia a grava dal primo minuto domenica scorsa contro il Milan, nella gara di domenica prossima contro la Sampdoria potrebbe toccare addirittura Nicolas Amodio, che potrebbe beneficiare dell’assenza per squalifica di Emanuele Blasi.

Le valutazioni del tecnico azzurro più a lungo termine, riguarda invece il progetto di cui è entrato a far parte subentrando a Reja, e che deve portarlo a decidere quali elementi confermare e su quali reparti chiedere rinforzi alla società.
I punti di forza e quelli di debolezza del Napoli sono sotto gli occhi di tutti: squadra giovane, che predilige il contropiede e la corsa, ma che fa fatica ad impostare il gioco, ed a volte a mettere la palla in rete. Da ciò si deduce che, data per scontata la conferma del Pocho Lavezzi, e quella di Hamsik nonostante la pressione incessante della Juventus, bisognerà puntare su un giocatore di centrocampo bravo a fare gioco, e su un attaccante d’area di rigore spietato sotto porta, e con una media gol di tutto rispetto. Per fare il salto di qualità non basta giocare solo n contropiede, aspettando l’errore dell’avversario, ma imporre il proprio gioco, al cospetto di squadre che sbagliano sempre meno.

I nomi che già circolano sono tanti. Lasciando perdere il tormentone Cannavaro, in rotta, ma neanche troppo, con il Real Madrid, la voce più insistente è quella sull’attaccante Marco Borriello, che pure piace a Donadoni, ma che pare di difficile realizzazione se non con un ricco tornaconto di soldi e calciatori per il Milan, alla ricerca di elementi che diano nuova linfa atletica e svecchiamento. Si parla, inoltre anche dell’attaccante atalantino Floccari, e dell’argentino dell’atletico Madrid Banega, compagno di nazionale di Lavezzi, ennesimo argentino voglioso di ripercorrere le orme di Diego.

I nomi sono veramente tanti, sia perché ai giornalisti piace infiammare un piazza come Napoli, sia perché a molti giocatori piacerebbe vestire la maglia azzurra, che di certo non è per tutti. Certo è che la società deve muoversi con un certo anticipo per poter finalmente rinforzare l’organico, e cercare di ridurre al minimo il margine d’errore.

Anche se è prematuro, possiamo divertirci a stilare la nostra formazione ideale, e provare a dire chi vorremmo confermare e chi spedire verso altri lidi.

Per quanto mi riguarda, confermerei subito: Navarro, Santacroce, Gargano, Blasi, Maggio, Lavezzi, Denis, Mannini. Gli altri, aspetto divederli all’opera nell’ultimo scorcio di stagione per vedere se saranno degni.
Come rinforzi, ne auspico almeno uno per reparto. In difesa mi piacerebbe il napoletano Bocchetti del Genoa, anche se non disdegnerei di rivedere in azzurro Garics. A centrocampo ci vuole uno alla Pirlo ed un interditore, ed in questo potrei vedere capace uno tra Italiano del Chievo, Brighi della Roma, Caserta del Lecce, o Marchisio, ammesso che la Juve ce la dia (probabilmente chiederà Hamsik in cambio).
In attacco ben venga Marco Borriello, ha le caratteristiche giuste per fare coppia con Lavezzi.
Questa, quindi, allo stato attuale, la formazione “ideale”, ma non irrealizzabile, che vorrei vedere per il Napoli il prossimo anno.

Navarro in porta, difesa con Ferrari, Santacroce, Contini (Garics), centrocampo con Blasi (Brighi), Marchisio, Gargano, Mannini, Hamsik, in attacco Lavezzi e Borriello. Starà a Donadoni, poi, decidere il modulo giusto, anche se, a ben vedere, pare quasi sicuro che opterà per il 4-3-1-2.

lunedì 23 marzo 2009

I buoni propositi per la sosta

Cosa si porta di buono il Napoli dalla sfida ben giocata con il Milan? Da cosa dovrà ripartire per l’ultimo spezzone di campionato? Sicuramente il Napoli vien fuori con una massiccia dose in più di fiducia nei propri mezzi, dopo un inverno nero, buio, freddo, e soprattutto senza punti. Dalla sfida del san Paolo gremito sono venuti fuori elementi interessanti che potrebbero tornare utili dopo la sosta, quando ci sarà la sfida con la Sampdoria dei lanciatissimi Pazzini e Cassano. E’ probabile che la sosta faccia bene alla formazione di Donadoni, che avrà un po’ di tempo per lavorare, almeno con chi rimarrà e non dovrà seguire la nazionale (stavolta toccherà solo a Lavezzi e Hamsik).

Gli azzurri di Donadoni hanno messo in campo molta generosità, doti di corsa, creatività, che li ha portati a produrre contropiedi brucianti, anche se poco fortunati sotto porta, dove bisogna finalizzare quanto di buono prodotto.

A centrocampo persistono invece i soliti problemi di gioco, acuiti dall’assenza di Gargano che, seppur non ha mai brillato per precisione, dava almeno alla squadra una parvenza di geometrie. La squadra, con Blasi su tutti, ma anche con Pazienza, è riuscita a rompere il gioco avversario (intelligente mettere Blasi su Seedorf, raccordo delle linee rossonere), ma, una volta in possesso di palla, verticalizzare diventa un’impresa, ed ecco che le punte arretrano là dove non pungono.

Questo problema strutturale del Napoli, che si potrà risolvere solo con un acquisto ad hoc in un mercato che non presenta tanti uomini con caratteristiche tali da soddisfare appieno le esigenze azzurre (uno alla Pirlo insomma) può essere in parte compensato da un lavoro degli esterni di fascia. L’ottima serata di Mannini, una vera e propria sorpresa al suo rientro, ha messo in luce come si può essere pericolosi se si aggredisce l’avversario in contropiede, cercando gli scambi in velocità con gli attaccanti o con Hamsik, finalmente convincente tra le linee. Giocare così, oltre che pericoloso, è anche divertente per i giocatori e per chi guarda, e questo è un particolare da non trascurare. Potrebbe tornare il bel Napoli di inizio stagione, spumeggiante, propositivo e atleticamente fresco che ha messo in difficoltà chiunque, esaltando le doti del Pocho Lavezzi e di un Hamsik che pare aver rivisto la luce dopo un tunnel lungo mezza stagione. Peccato per lui che il direttore di gara, su suggerimento di un guardalinee, gli abbia annullato un gol regolare.

Per adesso la mano di Donadoni sul Napoli non si vede, ma il tecnico ha avuto segnali positivi, e deve far lavorare la squadra sul gioco degli esterni, sugli inserimenti di Hamsik, e sul dialogo delle due punte, che devono necessariamente giocare sotto porta, ed evitare di indietreggiare troppo.

Proprio per questo, a ben vedere la partita di domenica contro il Milan, devo ricredermi, e auspicare nuovamente il 3-5-2. Anche se il Napoli ieri, in realtà, ha giocato a 4 in difesa (l’ottimo Grava, grande professionista, ha giocato quasi per tutto il match bloccato sulla linea dei difensori), i tre centrali consentono ai due esterni maggior lavoro in fase offensiva, e quindi maggiori soluzioni per l’attacco azzurro. La retroguardia va protetta a dovere, e il duo Blasi-Pazienza dovrà fare gli straordinari. Il prio per omnica sarà squalificato, e probabilmente toccherà a Montervino. Se con questo modulo Donadoni è costretto a sacrificare l’Hamsik trequartista, può ritrovarlo negli inserimenti quando uno degli esterni resta sulla linea dei difensori, e sfruttare così il suo vizio del gol che di certo non ha perso, arbitraggio permettendo. Anche se non cambia schema, ma se riesce a motivare i ragazzi, Donadoni ci avrà messo del suo, ed il pubblico riuscirà ad apprezzarlo come ha fatto con Reja, al quale il pubblico ha dedicato due striscioni commoventi, che hanno portato l’ex tecnico sull’orlo delle lacrime.

Un monito va ad alcuni che seguono il Napoli: non li chiamiamo tifosi, e non è un caso….atti come quello di cui è stato vittima Galliani, non possono essere giustificati con nessun rammarico. Se arbitri e giocatori sbagliano, così facendo sbagliamo anche noi…..

domenica 22 marzo 2009

Le pagelle di Napoli-Milan

Navarro 6: quasi nulla da segnalare, se non una buona uscita su Inzaghi ed una parata nel finale

Santacroce 6: alcuni interventi decisivi, non rischia quasi mai, se non per suoi eccessi.

Cannavaro 6: ordinato, preciso, tiene la linea e non sbaglia


Contini 6: provvidenziale in alcune circostanze, forse un po’ scomposto.


Grava 6: all’esordio in campionato partita ordinata, precisa, sicuramente all’altezza della situazione. Si tiene bloccato sulla linea dei difensori, e solo nel finale di gara si spinge in avanti. Ma il tecnico gli aveva chiesto esattamente questo.

Pazienza 6: grintoso negli interventi, bravo anche in alcune circostanza quando prova a far gioco.

Blasi 6,5: non molla mai, annulla Seedorf, un baluardo davanti alla difesa, del quale non si può fare a meno.

Hamsik 6: in ripresa sul piano della volontà. Qualche giocata interessante per i compagni, poi il gol che gli viene negato ingiustamente e che lo avrebbe portato in doppia cifra. Può rifarsi. Deve.

Mannini 7: rientra e, come era pronosticabile, mette in campo tutta la rabbia repressa in otto partite di sosta forzata. E’ il più dinamico in attacco, ma al tempo stesso il più preciso in copertura. Dalla sua corsia non si passa. Se continua così è il vero acquisto di questa fine stagione, Tas permettendo.

Lavezzi 6: partita altalenante, in cui alterna giocate del suo repertorio a errori che sconcertano. Interessante una conclusione nel primo tempo che per poco non sorprende Dida.

Zalayeta 6: non sempre preciso e rapido nel modo giusto, ma c’è, anche se spreca veramente troppo. Nella ripresa errore decisivo su suggerimento di Hamsik.

Dal 47’ s.t. Bogliacino s.v.

Donadoni 6: sta lavorando in silenzio per riportare in auge questa squadra. La sua mano ancora non si vede, ma presto, probabilmente, si vedrà.

Napoli-Milan 0-0

Napoli: Navarro, Santacroce, Cannavaro, Contini, Grava, Pazienza, Blasi, Hamsik, Mannini, Lavezzi, Zalayeta (47' st Bogliacino). A disp. Bucci, Montervino, Amodio, Datolo, Russotto, Denis. All. Donadoni

Milan: Dida, Zambrotta, Maldini, Favalli (27' st Senderos), Jankulovski, Beckham, Pirlo, Flamini, Seedorf (12' st Kakà), Pato, Inzaghi (18' st Ronaldinho). A disp. Kalac, Antonini, Darmian, Shevchenko. All. Ancelotti
Arbitro: De Marco di Chiavari

Note: ammonito Blasi


Derubati da un guardalinee incompetente, come ormai succede da troppo tempo in serie A, meritevole della vittoria, ma alla fine raccoglie un pareggio senza reti. Questo il primo Napoli di Donadoni al san Paolo, davanti ad un pubblico strepitoso più che mai, che ha tributato uno striscione di elogio per Reja, uno per Donadoni, ed uno di critica nei confronti del direttore Marino.

Gli azzurri hanno giocato veramente bene, mettendo in luce grandi doti di forza, corsa, voglia di fare, grinta, a segnale che qualcosa finalmente sta cambiando, ed in positivo.

Nel primo tempo il Napoli ha dovuto soccombere ad un centrocampo rossonero più robusto, tecnico e pericoloso. Ma è il Napoli ad andare in gol, con una bellissima azione su calcio d’angolo finalizzata da Hamsik. Allo slovacco, però, è stato sanzionato un fuorigioco inesistente, che gli strozza la gioia in gola. In realtà Pirlo lo tiene in gioco sul suo colpo di testa vincente.

La meravigliosa ripresa degli azzurri ha portato sotto porta più volte gli azzurri, dove hanno peccato di imprecisione, di foga, di paura di sbagliare. Alla fine il pareggio va veramente stretto, ma scalda il cuore a noi tifosi il fatto che, per buona parte del secondo tempo, si sia visto il Napoli di inizio stagione. Azioni corali, contropiedi brucianti, tiri in porta: è tornata la gioia di giocare e per noi tifosi la gioia di seguire con passione questi straordinari ragazzi. Speriamo che duri, e speriamo che torni presto il successo. Solo quello manca a questa squadra, che con una vittoria può sbloccarsi in maniera definitiva.


sabato 21 marzo 2009

Cresce la febbre azzurra per Napoli-Milan: ennesima bocciatura per Datolo?

Tutto esaurito due giorni prima della gara che si giocherà in notturna: questo il menù di un Napoli – Milan che in città è già una febbre. Tutti pronti a fare gli scongiuri per una gara sentita oggi più che mai, perché attraverso questa gara, difficile, contro una squadra zeppa di campioni, il Napoli è chiamato a trovare il proprio riscatto.

Vincere, giocando con spregiudicatezza come ha chiesto l’allenatore, senza pensare ai nomi che si avrà di fronte, alle figurine lucide e strapagate, giocatori arrivati ma mai finiti, contro i quali gli azzurri dovranno fare come l’anno scorso, quando piegarono il diavolo con una prestazione di assoluto valore, forse la migliore di tutta la stagione.

Donadoni ha caricato i suoi uomini, chiamandoli ad una prova di carattere, insistendo in particolare su Hamsik e Lavezzi che, come è giusto che sia, devono fare la differenza.

Come già era emerso durante la settimana, il tecnico pare voglia dare spazio alla difesa a tre che è stata tanto cara a Reja in cinque anni di Napoli. Un po’ per le assenze in difesa, un po’ per far fronte ad un Milan che quasi sicuramente si presenterà a Fuorigrotta con l’ “albero di Natale”, che con tre uomini e due esterni a ripiegare quando occorre può essere contrastato con efficacia.

Proprio parlando di esterni, si prevede l’ennesima bocciatura per Jesus Datolo. Donadoni pare seriamente intenzionato a gettare nella mischia Daniele Mannini, che manca dal calcio giocato da ormai due mesi, forse per sfruttare proprio la grinta dell’ex bresciano, e la sua rabbia covata in uno stop forzato per il quale attende ancora giustizia. Fatto è che l’argentino acquistato a gennaio, vuoi per gli infortuni, vuoi per l’incompatibilità con alcuni schemi di gioco adottati dal Napoli, ha trovato davvero poco spazio, a dispetto di quanto si poteva pensare inizialmente, quando lo si era fatto assurgere a salvatore della patria.

Nulla è scritto, la partita dura novanta e più minuti, e per l’argentino potrebbe esserci spazio, e magari il tempo di riuscire ad essere decisivo.

La vigilia di questo Napoli – Milan edizione 2009 è stato caratterizzato, oltre che dalla solita “febbre azzurra”, anche delle voci di mercato, che sembrano qualcosa in più di semplici azioni di disturbo. Quella più accreditata e insistente parla di un probabile trasferimento in azzurro del napoletano Borriello, quest’anno per lui fugace apparizione in rossonero a causa di un grave infortunio e probabilmente, stando a quanto dicono i maligni gossippari, per altri problemi non fisici che non stiamo qui ad elencare, ma che i bene informati, e anche le bene informate, conoscono alla perfezione. Anche se è presto per parlarne, uno come Borriello potrebbe fare sicuramente comodo, alla causa azzurra, soprattutto adesso dove le punte non segnano chissà quanto.

A parlare di attacco, pare accanto a Lavezzi ci sarà Zalayeta, con Denis, e Russotto, pronti a subentrare.

Per quanto riguarda il Milano, in dubbio sia Kakà che Inzaghi, ma ci tocca stare attenti, perché si tratta di giocatori con sette vite. La febbre azzurra deve essere più forte di tutto!!

giovedì 19 marzo 2009

Torna il 3-5-2

Con Mannini che torna arruolabile, e con la difesa incerottata, Donadoni pare voler tornare al passato. In occasione della consueta partitella in famiglia del giovedì, infatti, ha provato il 3-5-2- tanto caro a Edy Reja. In retroguardia il tecnico azzurro deve fare di necessità virtù, vista la oggettiva mancanza di difensori quanto a numero.

Non stravolgere, non cambiare troppo, ed ecco che nel giro di una sola settimana torna l’antico, con la speranza che adesso tornino anche i risultati. Proprio questa domenica potrebbe essere quella buona che Datolo, che sarà in ballottaggio fino alla fine con il redivivo Mannini.

La febbre da Napoli-Milan è scoppiata, con i biglietti già esauriti per la fantastica gara notturna, e scoppia la sfida anche sul mercato: in queste ore si accrescono le voci che vorrebbero il milanista – napoletano Marco Borriello vestire la maglia azzurra per il prossimo anno. Più di una voce,e più di una possibilità di vederlo, per il prossimo anno, al centro dell’attacco azzurro.

Il più bel Napoli vincente col Milan

Al di là di chi sarà in campo, contro il Milan ci vorrà cuore. Uno striscione messo al San Paolo qualche anno fa, che portò fortuna (era il 27 marzo 1994, in panchina c’era Lippi, ci fu gol di Di Canio, il Napoli vinse per una rete a zero) recitava “Undici leoni per battere i campioni”. Dovrà essere così anche stavolta, ma in più dovranno fare la differenza anche le “riserve” che entreranno a partita in corso.

vi proponiamo, in ordine sparso, piacvoli frammenti di storia recente, di un Napoi vincente contro il diavolo. ltimo atto un anno fa,con un capolavor di Mr Hamsik. Speriamo sia beneaugurante.....

27-03-1994: Napoli-Milano 1-0 (Di Canio)






Stagione 1988-89: Napoli-Milan 4-1 (Maradona, Careca, Francini, Virdis, Careca)





11 maggio 2008: Napoli-Milan 3-1 (Hamsik, Domizzi, Garics, Seedorf)






27 aprile 1987: Napoli-Milan 2-1 (Carnevale, Maradona, Virdis)

Mannini può tornare a giocare. E Datolo?

Allenarsi con la bandana azzurra saldamente legata al capo gli ha portato fortuna. Daniele Mannini può tornare in campo. Il Tas, su richiesta dei legali di Mannini (e del bresciano Possanzini) e su precisa sollecitazione del sindacato calciatori, ha deciso di acquisire nuove prove, che saranno al vaglio il 3 aprile. Nel frattempo mannini può tornare a giocare, con ottime possibilità di lasciarsi finalmente alle spalle questa brutta storia, che lo ha segnato nel fisico e nella mente. L’ex bresciano può tornare decisivo, e noi tifosi, oltre alla società, non possiamo che esserne contenti, se si consideri che Mannini, al di là di infortuni e squalifica, ha disputato prove quasi mai al di sotto della sufficienza, e che il periodo nero del Napoli è coinciso con l’inizio della sua squalifica.

Con il ritorno di Mannini, si spera definitivo, torna di moda la telenovela su dove e come giocherà Datolo. Il centrocampista argentino, attualmente oggetto misterioso del mercato di gennaio azzurro, è reduce da un fastidioso infortunio alla caviglia. Stando alle rassicuranti dichiarazioni di circostanza della società (marino in primis) Datolo ha piena fiducia da parte di società e staff tecnico, ma è chiaro che Roberto Donadoni dovrà fissare con precisione le gerarchie là a sinistra, con il recupero anche di Vitale, o decidere di destinare uno tra quest’ultimo, mannini e lo stesso Datolo, sulla fascia destra.

Si accresce, quindi, la concorrenza in casa Napoli, ma non dovunque. Nell’attesa sfida contro il Milan, infatti, si prospetta un Napoli piuttosto incerottato, viste le defezioni di Rinaudo, affetto addirittura da varicella, e Aronica squalificato: si prevede addirittura l’impiego di Grava, ceh potrebbe vedere il suo esordio in questo campionato. A fronte di tutte queste defezioni forzate, si inizia a fare sempre più probabile il reintegro in rosa di Dalla Bona, qualora lui e il suo procuratore dovessero mettere da parte le ruggini e i rancori maturate in questi mesi nei confronti della società azzurra.

lunedì 16 marzo 2009

La “discesa in campo” di De Laurentiis e il silenzio di Marino

Domenica contro la Reggina Donadoni ha esordito con un buon punto, che ha messo in luce la voglia del Napoli di riemergere, seppur restano i limiti a centrocampo, su cui occorre lavorare, ed eventualmente anche rinforzare (l’anno prossimo).

Il presidente De Laurentiis ha esordito come “dirigente accompagnatore” scendendo in panchina insieme alla squadra, per vedere più da vicino l’operato dei suoi stipendiati, e respirare la fresca erba verde del campo e le emozioni dei protagonisti.

E se il presidente volesse “controllare” Marino, per far sentire di voler controllare il suo operato?

Anche se sulla stampa di stamattina molti ignorano questo particolare, definendo la “discesa in campo” di De Laurentiis come una voglia di star vicino alla squadra in un momento di difficoltà, è anche vero che, come hanno sottolineato alcuni siti internet (www.calciocampano.com e www.resport.it su tutti) il presidente voglia far capire a Marino che essere il plenipotenziario del Napoli non vuol dire fare sempre e tutto da solo.

Ai microfoni delle televisioni, “zio Aurelio” ha minimizzato, ma è ovvio, troppo palese che vuole far sentire a Marino che il suo operato è oggi più di ieri sotto la lente di ingrandimento. Il presidente non ha esitato a sborsare milioni di euro, anche nel mercato di gennaio, quando ha portato Datolo, per ora oggetto misterioso, e adesso si aspetta che questi suoi investimenti si rivelino fruttiferi. Marino, seppur confermato per cinque anni, ora è chiamato a fornire risposte concrete, in termini di risultati, e resta il responsabile numero uno dell’andamento del Napoli, ora che Reja ha già pagato con l’addio forzato, seppur giustamente osannato.

Davanti alle televisioni, Marino ieri non si è visto, e questo non succedeva da molto tempo, mentre davanti alle telecamere, durante la partita, lo si è visto piuttosto pensieroso. Marino non rischia il posto, ci mancherebbe, ma è sotto esame più di prima, come lo è tutto il Napoli. In queste ultime dieci partite molti degli azzurri, staff compreso, si giocano la conferma.

Il presidente, insomma, ha preso la situazione in mano in prima persona, disposto a difendere i propri investimenti, lasciando Marino a meditare sulle sue scelte e sul suo futuro, che non è più scontato come poteva essere qualche mese fa.

E’ proprio in questo panorama che potrebbe collocarsi, probabilmente dal prossimo anno, o, a sorpresa, in questo finale di stagione, l’innesto in società di un Team Manager. Questa nuova figura si occuperà di tutto quello che riguarda la gestione dello spogliatoio, facendo da raccordo tra staff tecnico e squadra. Marino dovrà, invece, occuparsi del mercato, tornare a fare il direttore sportivo, e farlo con maggiore concentrazione e energie, per fare le scelte giuste. L’anno prossimo sarà sempre meno possibile sbagliare.

domenica 15 marzo 2009

Le pagelle di Reggina-Napoli

Navarro 6: qualche incertezza sul gol, ma non determinante. Per il resto nessuna parata degna di menzione.

Santacroce 6,5: preciso negli interventi, nel suo stile, come sempre ai limiti della spregiudicatezza.

Cannavaro 5,5: nella circostanza del gol è fuori posizione. Dopo il gol avversario avanza e si vede negare un rigore netto. Nella ripresa migliora alla distanza.

Contini 5,5: duro, spigoloso, ai limiti del regolamento, come la gomitata, rifilata a Corradi, da sanzionare, non certo la prima che infligge agli avversari. Costretto a compensare con le cattive i suoi limiti tecnici di questo periodo.

Aronica 5,5: beccato dai suoi ex tifosi, si macchia dell’errore nella circostanza del gol reggino, in cui tiene in gioco Corradi. Rinuncia ad attaccare a sinistra, ma non è nelle sue caratteristiche.

Blasi 6,5: un vero e proprio baluardo davanti alla difesa. Non molla mai, sembra alle spalle il suo periodo brutto. Unica pecca, rinuncia a costruire come invece gli chiede il nuovo tecnico, ma non è nelle sue corde e può farci davvero poco.
Pazienza 5,5: in crescita, anche se a volte ancora troppo impreciso nei passaggi e nella rottura del gioco.

Bogliacino 4,5: non ci siamo. Fuori posizione, fuori forma, fuori dal gioco. Alla fine finisce anche fuori campo. Ci aspettiamo sicuramente un altro Bogliacino. Con l’assenza di Gargano non può più stare a guardare.

Dal 33’ s.t. Montervino s.v.

Hamsik 5: alle spalle delle punte non riesce a dare l’apporto richiesto. Nessuna soluzione creativa puntualmente fermato dagli avversari. E’ lontano da quanto di buono ha fatto vedere, ormai da troppo tempo non riesce a tornare quello di prima.

Lavezzi 6: parte senza il turbo dei giorni miglior, tanto che Costa su di lui ha vita facile. Trova poi un gol cercato e meritato, e si infiamma, forse quando è troppo tardi.

Zalayeta 6: in porta non tira, ma la sua presenza si fa sentire, ed è anche per questo che è giusto che stia in campo. Il gol del pareggio azzurro è in parte anche suo.

Dal 42’ s.t. Russotto s.v.: per lui solita storia anche con Donadoni (vedere pagelle partite precedenti).

All. Donadoni 6: dopo soli cinque giorni al Napoli non si può dire che si vede la sua mano, come invece dice qualcuno, forse sulle ali dell’entusiasmo. Come preannunciato parla poco con la squadra in campo, cambia poco in corsa, ma non è escluso che pian piano, conoscendo la squadra, possa cambiare assetto e atteggiamento in panchina. Per adesso, quindi, lasciamolo lavorare.

Reggina-Napoli 1-1

Reggina: Puggioni, Lanzaro, Valdez, Cirillo (25' st Krajcic), Sestu (42' st Stuani), Carmona, Barillà, Costa, Cozza (33' st Di Gennaro), Brienza, Corradi. A disp. Marino, Ceravolo, Cascione, Adejo. All. Orlandi

Napoli: Navarro, Santacroce, Cannavaro, Contini, Aronica, Blasi, Pazienza, Bogliacino (33' st Montervino), Hamsik, Lavezzi, Zalayeta (42' st Russotto). A disp. Bucci, Grava, Rinaudo, Amodio, Denis. All. Donadoni

Arbitro: Trefoloni di Siena

Marcatori: 27' pt Corradi (R), 20' st Lavezzi (N)

Note: ammoniti Cirillo, Corradi, Bogliacino, Zalayeta, Aronica

Solo un punto, ma va bene così. Il primo Napoli targato Donadoni-Reja esce indenne dalla trasferta di Reggio Calabria. Rotto il brutto filotto di nove sconfitte consecutive in trasferta. Buon temperamento dopo il pareggio, a testimonianza che il morale sta tornando, e probabilmente con esso tornerà anche la corsa e la volontà. Ma gli azzurri commettono ancora troppi errori, tanti, in difesa e a centrocampo, a testimonianza che questa squadra difetta di concentrazione, e l’allenatore deve lavorare molto sull’applicazione, sui movimenti senza palla, sul carattere. Proprio su un errore grave, gravissimo sia della difesa che del centrocampo è nato il gol di Corradi.

Dopo il pareggio cercato e trovato dalla coppia Zalayeta-Lavezzi, il Napoli ha giocato, ha corso è arrivato per primo sulla palla: ora occorre perfezionarsi, lavorare, migliorare i movimenti per uno schema che probabilmente sarà quello definitivo. La difesa a quattro non è facile da metabolizzare per chi ha difeso a tre per cinque anni. Ma questo assetto dà maggiori garanzie, e forse potrebbe risultare anche più pericoloso se invece di avere due esterni bloccati, se ne vedesse almeno uno sulla linea dei centrocampisti.

Pochi calciatori sono arrivati alla soglia della sufficienza, manca ancora la corsa, la lucidità, la creatività e la sicurezza nei propri mezzi e nella visione del gioco e delle soluzioni per creare problemi agli avversari. Dopo il pari qualcosa si è visto, almeno sul piano della voglia di fare, di correre, di cercare un successo che non sarebbe stato immeritato, considerato che la maggior mole di gioco è stata messa in campo proprio dagli azzurri. Bisogna quindi lavorare sulla lucidità, sul morale e sugli automatismi: la squadra non è finita e lo si sapeva, ora tornando anche al successo non c’è dubbio che ci sarà il rilancio definitivo.


venerdì 13 marzo 2009

Due buone notizie per i tifosi del Napoli

Due buone notizie per i tifosi del Napoli giungono dalle aule giudiziarie.

La prima riguarda il risarcimento di euro 800 per i tifosi che fecero ricorso per la retrocessione del Napoli in C nel 2004, in seguito al fallimento ed al conseguente Lodo Petrucci, che negò la serie B conquistata sul campo attraverso la salvezza, e persa a causa dei debiti contratti dalla società in anni di gestione malsana.

Altra notizia che rincuora un po’ è la richiesta di archiviazione per la vicenda del 31 agosto scorso, che vide protagonisti i tifosi del Napoli, resosi, purtroppo, protagonisti del danneggiamento di un treno diretto alla volta di Roma. Si è verificato un ridimensionamento / derubricazione dei fatti (danneggiamento anziché devastazione, come era stato detto in un primo momento), che adesso potrebbero, seppur remotamente, aprire a nuovi sviluppi, tra cui quello, clamoroso, della riapertura delle trasferte per il tifo napoletano.

Una vicenda che in parte assolve il tifo napoletano, che adesso è chiamato a fare ancora di meglio: essere civile come sa essere, limitare gli sfottò agli avversari al triplice fischio, contestare civilmente (sperando che non ce ne sia più bisogno), e dare sempre il massimo sostegno ai propri giocatori. Si è visto quanto la loro mancanza in trasferta si fa sentire, proprio per questo noi tifosi non possiamo permetterci di sbagliare, altrimenti rischiamo di danneggiare anche il Napoli, che senza di noi gioca con un uomo in meno!

giovedì 12 marzo 2009

Lavezzi a "Scherzi a parte"

Anche se in questo periodo in casa Napoli c’è poco da scherzare, Ezequiel Lavezzi è stato ospite e vittima del programma di Canale 5 “Scherzi a parte”, dove ha assistito divertito allo scherzo che ha subito qualche mese fa in città.

Vi proponiamo il video dello scherzo trasmesso da Canale 5 e tratto dal sito www.youtube.com, con la speranza che il Napoli, con la voglia di scherzare, ritrovi anche il successo.



Ora serve un Team Manager

La gestione del caso Reja-Donadoni ha messo in luce i limiti della dirigenza del Napoli che, per la prima volta dopo cinque anni, inizia a dare i primi segni di cedimento. Ora che si è in serie A lo staff deve essere sì snello, ma non troppo, ed è per questo che Pierpaolo marino non può più fare tutto da solo, e barcamenarsi tra mercato, aspetti gestionali di tipo finanziario, e gestione dello spogliatoio. E’ per questo che occorre un Team Manager. La società se né è già accorta, visti anche i malumori palesi all’interno dello spogliatoio, e nei giorni scorsi erano rimbalzati su molti siti sportivi (tra cui www.resport.it) due nomi di ex azzurri: Peppe Bruscolotti e Roberto Carlos Sosa.

Il primo sarebbe scelto per la sua accurata conoscenza dell’ambiente, e per il suo carattere forte che potrebbe portare ad una gestione dello spogliatoio sedando sul nascere malumori che spesso sfociano in risse, ultima quella tra Santacroce e Denis.

Il secondo, invece, potrebbe continuare quanto ha fatto da giocatore: un elemento che lega facilmente con i compagni e che contribuisce all’integrazione degli argentini, o degli stranieri in generale.

Non sono da escludere “promozioni” di elementi a fine carriera, come lo stesso Luca Bucci (anche se si pensa a lui come futuro preparatore dei portieri) e addirittura Ciccio Montervino, capitano della serie C.

Sicuro è che il nuovo Team Manager del Napoli deve essere un ex giocatore, possibilmente proprio del Napoli. Adesso che si fanno strada malumori che spaccano lo spogliatoio bisogna subito porvi rimedio. In serie A capita spesso che un gruppo molto unito inizia a scricchiolare quando le difficoltà sono tante.

Ma è pur vero che, in un gruppo giovane, se le cose riprendono ad andar bene si ricompatta il tutto. La ricetta è semplice: bisogna remare tutti dalla stessa parte.

mercoledì 11 marzo 2009

Come giocherà il Napoli di Donadoni?

Si è insediato in punta di piedi, con il solito fare educato che contraddistingue chi come lui ha tirato i primi calci all’oratorio. Roberto Donadoni, nuovo allenatore del Napoli, ha scelto la via pacata, senza proclami, promettendo lavoro e ambizione. Il tutto mentre Reja dava il suo addio in una conferenza stampa quasi parallela, uscendo di scena altrettanto come un vero signore. Gli unici ad uscire male sono il duo de Laurentiis – Marino. Il primo ha gestito la vicenda Reja - Donadoni in stile “Napoli Prima Repubblica” come un po’ succedeva ai tempi di Ferlaino, in particolare in quelli bui, mentre il secondo ha addirittura usato parolacce verso la stampa, meritandosi una nota critica da parte dell’Ussi (Unione stampa sportiva italiana).

Donadoni ha firmato un contratto di un anno e mezzo. Ma come farà giocare il Napoli? Nella sua prima conferenza stampa Donadoni ha specificato di non voler stravolgere lo schema degli azzurri, e di voler prima valutare il capitale umano a sua disposizione.
Probabile quindi che si parta lasciando la difesa a tre, dopodiché potrebbe optare per una tra due scelte ben precise.

La prima potrebbe essere il 4-3-1-2. Spazio alla difesa a 4, con un terzino bloccato ed un fluidificante, e Hamsik alle spalle delle punte, una delle quali potrebbe essere Lavezzi.

La seconda alternativa potrebbe essere un pragmatico 4 – 4- 2, che spianerebbe la strada a Datolo, oggetto misterioso del mercato azzurro di gennaio, e più adatto a questo tipo di modulo.

Ne sapremo sicuramente di più in occasione della partitella in famiglia del giovedì.




Ora uno spezzone della conferenza stampa di Donadoni dal sto www.corrieredellosport.it


E SE TORNASSE DALLA BONA?




Uno dei maggiori difetti ampiamente riconosciuti all’ormai ex tecnico azzurro Reja è sempre stata la scarsa capacità di gestire l’intera rosa propria disposizione, affidandosi praticamente quasi sempre agli stessi uomini, alcuni dei quali poi caduti vittima di seri infortuni (si spera si tratti di coincidenze).

Con l’addio del tecnico goriziano, in tempi di calcio mercato chiuso, Roberto Donadoni, pur potendo dare alla squadra la sua impronta di gioco, potrebbe rispolverare un elemento che molti ritengono liquidato troppo prematuramente: Samuele Dalla Bona. Con il suo curriculum di tutto rispetto, come del resto il suo ingaggio, dalla Bona ha rescisso il contratto con il Napoli, ed ora si trova senza squadra, costretto ad allenarsi in solitudine su uno qualsiasi degli anonimi campetti di periferia dove i calciatori disoccupati, ma pur sempre privilegiati, si allenano. Con l’avvento di Donadoni, la concomitante assenza forzata di Gargano, Dalla Bona potrebbe tornare ai auge. Messo in senso con qualche allenamento in più è il relativo minutaggio, Dalla Bona può essere un ottimo elemento sia in fase di interdizione, sia in fase di impostazione del gioco, aggiungendo, tra l’altro, le ottime doti balistiche che non gli sono mai mancate.

Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi giorni, ma l’avvento del biondi centrocampista ex Chelsea è più che verosimile.

VIA REJA, ECCO DONADONI



Il 10 marzo sarà ricordato per molto tempo nella storia recente del Napoli. Soprattutto perché dalle ultime ore di questa incredibile giornata, il Napoli ha un nuovo allenatore: Roberto Donadoni subentra a Edy Reja.

La decisione era attesa, pronosticata, ed alla fine è avvenuta, ma fa scalpore lo stesso, considerando come è maturata. Ieri si vociferava di un contatto con Donadoni, dopo che Zaccheroni, altro papabile, aveva rifiutato. Stamattina, poi, voci troppo insistenti per essere false, che parlavano di un contatto tra Marino e Donadoni. Poi si fa ora di pranzo, ora dell’allenamento degli azzurri, e la curiosità cresce. Il colpo di scena, però, non c’è: sul prato verde di Castelvolturno c’è Reja, che parlotta con i calciatori, come sempre avviene dopo una sconfitta, poi l’allenamento parte, purtroppo a ranghi ridotti considerati i molto infortuni.

Sembrava una fiducia a tempo, magari da prendere nuovamente in considerazione in caso di mancato risultato a Reggio, invece in serata, verso le 11, arriva un comunicato della società, scarno, come sempre in queste circostanze, che esonera Reja e nomina nuovo tecnico Roberto Donadoni.

Donadoni sarà da subito operativo in occasione della doppia seduta del mercoledì, ed è chiamato a rilanciare il Napoli sul piano del gioco, ma soprattutto del morale. Proprio lui, che di carattere non è un motivatore nato, ma sicuramente una brava persona, che ama lavorare. Dal punto di vista dello schema di gioco, preferisce, così come in nazionale, una difesa a 4 con il trequartista alle spalle delle due punte. Nei prossimi giorni ci scervelleremo a dovere sul modulo e sugli schemi, come è giusto che sia, perché ci piace. Ma adesso il pensiero va rivolto a due considerazioni.

La prima riguarda la pessima gestione di questa vicenda da parte della società. Personalmente, sono tornato indietro con la mente agli anni di Ferlaino, autore di molti esoneri a sorpresa, uno dei quali (quello di Guerini) che venne comunicato al tecnico dai giornalisti che lo stavano intervistando. Reja viene prima mandato in campo a dirigere l’allenamento, e poi viene mandato via. Il ripensamento probabilmente si deve ad una disponibilità immediata di Donadoni avuta solo in serata. Non meritava questo trattamento Reja, un tecnico fedele alla causa per 5 anni, nonostante i suoi limiti, ma di certo un buon uomo, che ha più volte detto apertamente di voler bene a presidente e direttore.

Il secondo pensiero riguarda proprio Edy Reja. Il tecnico ha dato tanto al Napoli, ma ha messo in luce i suoi limiti: non sa leggere la partita in corsa, non sa motivare il gruppo, ma ha saputo tirare fuori il Napoli dalle sabbie mobili del passato, e questo gli va dato atto. Che si goda una meritata, degna e lussuosa pensione, a Napoli credo sarà comunque il benvenuto, anche perché molti ce l’hanno principalmente con la squadra.

Con l’addio di Reja si chiude un’era e se ne apre un’altra nel Napoli. La squadra non è più la grande famiglia delle origini, quando i calciatori si auto – finanziavano per acquistare i palloni, ma è una rosa da mettere insieme con sempre maggiore difficoltà (come dimostrano anche le liti interne sempre più frequenti). Lo stesso de Laurentiis si è “macchiato” del suo primo licenziamento, e ben presto, insieme a Marino, dovrà fare i conti con i capricci dei campioncini o presunti tali, sia di quelli che ha, sia di quelli che vorrà, e a volte dovrà, portarsi a casa. Ora si vedrà se il Napoli può fare il salto di qulità, o restare una provinciale. In ballo c’è sempre più il progetto sulla lunga distanza. Donadoni ha dalla sua l’età e l’esperienza che è riuscito a farsi grazie alla Nazionale. Ma la differenza la fanno sempre i calciatori. Quindi, da questo scorcio di fine stagione, si dovrà decidere, senza alcuna pietà, chi prendere, chi lasciare, e chi magari riprendere…..

lunedì 9 marzo 2009

Donadoni prossimo tecnico azzurro?

La sconfitta con la Lazio potrebbe essere la goccia che farà traboccare il vaso. E se si continua così il vaso potrebbe essere la coppa Uefa….

Scherzi a parte, Reja rischia, e stavolta rischia sul serio. In queste ore stano circolando un po’ su tutti i siti internet sportivi la possibilità che Edy Reja possa essere sostituito. Al suo posto, dopo il no quasi definitivo di Zaccheroni (www.resport.it) (ma non si sa mai) si sta facendo il nome di Roberto Donadoni, ex tecnico della nazionale italiana, che potrebbe passare dall’azzurro della nazionale a quello del Napoli.

Per domani è previsto un vertice a due tra Marino e de Laurentiis per decidere sul futuro di Reja. Stando alle sue dichiarazioni, dice di essere sempre in buoni rapporti con la società, e di essere pronto ad andare via e dimettersi in caso di richiesta o difficoltà della società. Lo ha fatto già domenica scorsa, ma le sue dimissioni sono state respinte. Stavolta, invece, potrebbero essere accettate. In panchina lo si vede spento, ed incapace di dare una scossa alla squadra, perché forse anche lui ci crede poco. Scuote spesso la testa, ma fa ben poco per far svegliare i suoi piccoli campioncini assonnati, stanchi per le notti brave, lontani, il più delle volte, dalla vista di atleti: e gli infortuni che stanno capitando sono una prova del nove. Un esonero a questo punto non è più da escludere.

La scelta di Donadoni vedrebbe una piccola rivoluzione tattica, e, paradossalmente, il Napoli verrebbe a giocare come ha giocato domenica, con difesa a quattro, trequartista e due punte.

Terza alternativa sarebbe quella di affidare la squadra a Viviani, almeno come molti siti sportivi nazionali recitano (www.corrieredellosport.it). Il secondo di Reja guiderebbe la squadra fino alla scelta di un nuovo allenatore.

Per adesso sono solo ipotesi, ma nelle prossime ore molte cose potrebbero cambiare. Al di là di chi possa sedere sulla panchina azzurra, quello che più conta è il bene del Napoli.

Lavezzi, intanto, dichiara fedeltà alla maglia azzurra nonostante il periodaccio.

domenica 8 marzo 2009

..NONOSTANTE TUTTO....

...SEMPRE FORZA NAPOLI!!

Il silenzio dei tifosi, la conferma di Reja, l’infortunio di Maggio.

Il Napoli perde in maniera incredibile, ma stavolta i tifosi non contestano. Un gruppo di poche decine di persone aspetta la squadra fuori dallo stadio, ma restano in atteggiamento più che civile. Niente cori, né striscioni, come fu in occasione della sconfitta con il Genoa, quando si diede via al ritiro, che tra l’altro ha portato un’altra sconfitta.

I tifosi attendono silenziosi, per capire quale possa essere il fondo di questa squadra. Seppur con la Lazio qualcosa si è visto, qualche azione ben costruita, ma non sfruttata a dovere, sorprende e sconcerta la pochezza mentale di questa squadra, incapace di mettere in campo quella cattiveria agonistica e l’entusiasmo che aveva ad inizio stagione, che piaceva ai propri tifosi oltre che ai buongustai del calcio. Brava la Lazio a giocare con opportunismo, ed a dimostrare che da sempre nel calcio ha ragione chi fa gol.

I tifosi attendono silenziosi, sperando di poter vedere nuovamente questa squadra tornare a vincere, ad inseguire il traguardo stagionale che è il miglioramento dell’ottavo posto, quindi un piazzamento Uefa.

La società intanto ha confermato il tecnico Reja, almeno per adesso, ma la fiducia sembra stavolta essere a tempo. Nella sfortuna generale, che pure sta avendo il suo ruolo, si aggiunge un altro infortunio, quello di Christian Maggio. Sfortunato davvero il centrocampista azzurro, che in questo periodo non era al top della condizione fisica. Entrato nel finale, Maggio si è fatto male praticamente da solo, rimediando una seria distorsione al ginocchio, che sarà meglio valutata nei prossimi giorni.

Sfortuna su sfortuna. Dobbiamo fare un grosso IN BOCCA AL LUPO a Maggio e a tutto il Napoli!!

Le pagelle di Napoli-Lazio

Proponiamo le pagelle di una partita assurda, che ha visto il Napoli comunque fare qualcosa, ma non abbastanza per vincere. La Lazio è stata brava a capitalizzare le due occasioni avute con Rocchi. Sorprende nel Napoli la mancanza di orgoglio. La contestazione dei tifosi è più che giusta.La prossima gar proporrà la sfida con la Reggina. Uno spareggio tra due squadre tra quelle più in croso di questo periodo in serie A. Una gara che per il Napoli sa già tanto di ultima spiaggia. Ci sarà ancora Reja sulla panchina azzurra?

Navarro 5,5: qualche buona parata nel primo tempo. In occasione dei due gol non ha colpe particolari, anche se in entrambe le occasioni la palla gli sfugge via dalle mani, e forse poteva anche deviare due conclusioni dalla potenza non irresistibile.

Santacroce 6,5: partita pulita, precisa, impeccabile, a volte si concede anche in accademia, poi esce malconcio.

Dal 21’ s.t. Maggio s.v.: nessuna sortita, solo un brutto infortunio che lo terrà lontano dai campi per un po’.

Cannavaro 5: solita partita piena di errori e di svarioni. Partecipa alla dormita collettiva da schiaffi, che porta al primo gol di Rocchi.

Contini 5: sa difendere solo con il gomito alto, di cui ne fa le spese anche Zarate.


Aronica 5,5: ci mette la voglia di fare, e di spingere, ma in occasione del primo gol è gravemente fuori posizione.

Pazienza 5,5: i suoi polmoni non sono quelli di Gargano, e si vede.

Dal 28’ s.t. Russotto 6,5: in barba all’allenatore che lo inserisce solo a fine gara, si rende protagonista di un finale spumeggiante. Anche se inutile per il doppio svantaggio, ammirevole la sua voglia di suggerire, concludere a rete, scattare sulla fascia. Oggi più di prima, merita più spazio, magari per far rifiatare Lavezzi.

Blasi 5,5: troppo nervoso, e a volte inefficace.

Bogliacino 5,5: ci mette la voglia, ma poca concretezza. In occasione del primo gol della Lazio, lascia partire con sufficienza Foggia, che poi serve a Rocchi l’assist vincente.

Hamsik 5,5: parte bene nel primo tempo, dimostrando di gradire il ruolo alle spalle delle punte. Nella ripresa scompare, dopo il primo gol della Lazio è un fantasma.

Lavezzi 5: la sua peggio partita da quando è al Napoli. Non riesce a correre, a dribblare, è lento e impreciso. Ha bisogno di riposare sia per il fisico, visto che la condizione non è ottimale, sia per la mente, in modo da capire che nemmeno lui può essere considerato un titolare fisso.

Zalayeta 6: buono il suo ritorno da titolare. Spizza palloni, conclude di testa a rete. Gli manca la precisione, ma è tornato, e può tornare utile. Speriamo…

Dal 26’ s.t. Denis 4: dopo la rissa di sabato con Santacroce ora sarà anche più nervoso. Peccato che non riesce a sfiorare nemmeno il pallone, se non per darlo nuovamente ai compagni. E’ sempre fuori posizione e inefficace. Che si dia una calmata, torni umile, lavori nell’ombra e tutto passerà. E’ giovane e la stanchezza vera o presunta passerà.

All. Reja 5: la sua panchina vacilla e scotta sempre più. Non riesce a motivare una squadra allo sbando che non lo segue, né è capace di sbloccare la partita leggendo gli accorgimenti giusti da apportare al momento giusto. Se non è l’unico responsabile di questo periodo nero, lo ripetiamo, ci mette comunque del suo. Nelle prossime ore non si escludono provvedimenti nei suoi confronti da parte della società.

Napoli-Lazio 0-2. Azzurri a picco!

Napoli: Navarro, Santacroce (21' st Maggio), Cannavaro, Contini, Aronica, Pazienza (28' st Russotto), Blasi, Bogliacino, Hamsik, Lavezzi, Zalayeta (26' st Denis). A disp. Bucci, Rinaudo, Grava, Montervino. All. Reja

Lazio: Muslera, Lichtsteiner, Siviglia, Cribari, Kolarov, Brocchi, Ledesma, Matuzalem (26' st De Silvestri), Foggia (18' st Mauri), Pandev, Zarate (10' st Rocchi). A disp. Carrizo, Radu, Rozenhal, Manfredini. All. Rossi

Arbitro: Saccani di Mantova

Marcatore: 13' st Rocchi, 20' st Rocchi

Note: ammoniti Contini, Brocchi

Basta. Un vocabolo che il Napoli non riesce a dire nel capitolo delle sconfitte, degli insuccessi, delle lacrime dei tifosi sempre più increduli al cospetto dei fantasmi vestiti di una maglia azzurra sempre più sbiadita, sempre più indegnamente onorata.
Il Napoli non riesce a dire basta a questa mediocrità di cui è protagonista, questa incapacità di tornare quelli di inizio campionato, perché quello secondo noi è il vero Napoli, e resta involuto su se stesso, scendendo sempre più in basso in classifica.

Le gambe girano a rilento, la mente anche meno, e il ritiro è servito a poco. Due schiaffi di Rocchi a punire il primo errore grave, imperdonabile, una punizione meritata, ed il Napoli si affloscia come un castello di carta. Il pubblico fischia, sfolla, perché il Napoli è negli spogliatoi già dall’occasione del primo gol di Rocchi.

Per gli azzurri è davvero buio pesto, come da molto non succedeva, il peggior periodo dell’era de Laurentiis. Adesso occorre una scossa, ma una scossa vera. Che sia mandar via l’allenatore, bloccare gli stipendi, recludere i calciatori, o qualsiasi altra decisione, che riporti ai tifosi il Napoli di inizio stagione, o questa squadra rischia di compromettere e rovinare quanto fin qui fatto di buono negli anni della ricostruzione, e di vanificare il progetto di crescita graduale.

Nessuno, tra chi ama il Napoli, vuole questo. Noi che amiamo il Napoli lo vogliamo vincente, e sicuramente pronto ad impegnarsi ed onorare la maglia. Ora non stiamo vedendo nessuno delle due cose, ed occorre fare qualcosa per renderci nuovamente orgogliosi di questa squadra

sabato 7 marzo 2009

Gargano, stagione finita?

Giusto una settimana dopo il primo infortunio ed il Mota si ferma di nuovo, stavolta in maniera più grave. Frattura del metatarso, infortunio fastidioso, che gli impedirà di giocare per molto tempo. E dire che appena qualche giorno fa era arrivato fino a Barcellona per una visita specialistica proprio per quel problema e gli era stato detto che poteva tornare ad allenarsi, e proprio nella rifinitura, dove probabilmente si forzano di meno gli interventi, c’è stato il crack. Infortunio molto simile a quello occorso all’altro uruguaiano azzurro, Bogliacino, che è stato costretto a saltare la prima parte della stagione. Una strana coincidenza…

Sicuro al Napoli mancherà la generosità del centrocampista uruguaiano, che non molla mai e recupera un gran numero di palloni. Ma è pur vero che la sua imprecisione a volte risulta controproducente. Che si riprenda presto, e nel frattempo resti vicino alla squadra per far sentire il suo apporto, come aveva voluto fare in occasione della trasferta di sabato scorso contro la Juve quando, seppur infortunato, aveva voluto seguire la squadra a tutti i costi, ma gli era stato proibito di farlo dallo staff medico.

Da parte nostra un grosso in bocca al lupo a Gargano, e che possa tornare più forte di prima!

Piccoli talenti azzurri crescono



Somiglia a Lavezzi non solo nella corporatura, ma anche nel talento cristallino, pronto ad esplodere di qui a qualche anno nella formazione azzurra, che sta dando sempre maggiore spazio ai prodotti “fatti in casa”, come sta facendo con Vitale e ha fatto, seppur in parte, con il giovane portiere Sepe. E’ il caso di Vincenzo Bernardo, attaccante classe 1990, attualmente in forza alla Primavera azzurra.

Italo – americano, Bernardo vanta già trascorsi nella formazione berretti e nella primavera, dove si è messo in luce in positivo, guadagnandosi l’attenzione degli osservatori.
Un talento in erba che, grazie al Napoli, potrebbe diventare grande. Noi ce lo auguriamo.

Per maggiori info su Vincenzo Bernardo consulta il sito http://www.vincenzobernardo.net

Questa volta sarà rivoluzione?

Sarà rivoluzione tattica stavolta, o ancora immobilismo "tre-cinque-duista", per il tecnico azzurro Reja?

In vista della partita di sabato scorso in trasferta contro la Juventus, poi persa per una rete a zero, il tecnico aveva provato una serie di esperimenti in allenamento, facendo pensare ad uno schema inedito per affrontare la Vecchia Signora.

Addirittura i bene informati parlavano di un Reja disposto a schierare in campo una squadra spregiudicata, con Datolo a coesistere con Lavezzi e addirittura con Russotto, che di solito entra in zona Cesarini.

Invece nulla di fatto, solite vecchie abitudini, con Datolo e Russotto schierati nella ripresa, inefficaci, e la solita formazione coperta, con le fasce quasi dl tutto bloccate.

Adesso si parla addirittura di rombo e di difesa a quattro. I vertici della tanto citata figura geometrica sarebbero Blasi e Datolo, ma l’argentino, uscito malconcio dalla partitella del giovedì, e non certo tra i pupilli di Reja, sarà in forse fino all’ultimo.

Il suo impiego dipenderà dal "testa o croce" che Reja farà con la sua coscienza e con la sua poca o tanta voglia di iniziare finalmente a giocare a viso aperto dal primo minuto, e non a partire dal recupero. Il tecnico friulano, più che difensivista, è semplicemente poco coraggioso, e trasmette questa indole alla propria squadra.

La formazione intanto sta mostrando dei segni di crescita sul piano del gioco e della condizione fisica, e dovrà dimostrare di voler invertire la tendenza contro una Lazio che pure è in ripresa e che, tra coppa e campionato, ha ritrovato i suoi bomber Zarate e Pandev.

Rivoluzione o no, sarà una gara difficile, come al solito, ma più passa il tempo più diventa per gli azzurri obbligatorio vincere. Il cuore di Torino, unito ad uno schema di gioco che può assecondare le caratteristiche dei calciatori, può essere una buona miscela per fare bottino pieno.

martedì 3 marzo 2009

UN VIDEO BENEAUGURANTE....

Dalla creatività tutta napoletana è venuta fuori l'ennesima canzone tra il serio ed il divertito. Prima una canzone su Lavezzi, poi su Hamsik, ora un augurio alla squadra azzurra, di poter tornare presto a....segnare, ma soprattutto a vincere....con la speranza che questa canzone sia di buon augurio!!!

domenica 1 marzo 2009

Le pagelle di Juventus-Napoli

Navarro 6,5: nel primo tempo tre parate belle e decisive: in particolare una su Trezeguet manda di matto il francese. In occasione del gol juventino può solo cadere a terra disperato, per una traiettoria che, per la deviazione di Blasi, è davvero irraggiungibile.

Santacroce 6,5: gara attenta, precisa, quasi spregiudicata, insomma nel suo stile “pazzerello”.


Cannavaro 6: tranne una grave ingenuità che per poco non manda in gol Del Piero, ha disputato stavolta una gara piuttosto giudiziosa. Il cuore azzurro che mette sempre in campo contro la Juve lo porta a spingersi in attacco nel finale, ma il fuorigioco che gli sanzionano in occasione del gol annullato a Lavezzi ci sta davvero tutto.


Contini 6: abbastanza pulito negli interventi, anche se non corre molti rischi.

Montervino 6: compitino part – time in copertura, per poi far posto a Datolo.

Dal 1’ s.t. Datolo 5: sia a sinistra che a destra non incide: mette solo disordine.

Pazienza 5,5: si impegna, ma gli mancano le caratteristiche per spingere il Napoli all’attacco.

Dal 33’ s.t. Russotto s.v.: solita storia, solita incidenza nell’economia del match. Ovviamente non per colpa sua.


Blasi 6: gara di cuore, peccato per la deviazione che porta al gol bianconero.


Hamsik 5,5: qualche buona sortita, come la conclusione su suggerimento di Denis. La concretezza però non è ancora quella dei tempi migliori.

Vitale 5,5: bloccato in difesa, ma non è questo che deve fare.
Dal 33’ s.t. Aronica s.v.

Lavezzi 6: tanta buona volontà, ma scende troppe volte a centrocampo, o addirittura in difesa, dove non punge, ma spreca solo energie. Non è colpa sua, ma questa situazione che succede ormai di consueto non può durare. Occorre che il centrocampo si dia una mossa per regalare a lui ed al compagno di reparto finalmente dei palloni giocabili.

Denis 5: imbrigliato nel duo di centrali Chiellini – Legrottaglie. Buono il tacco per hamsik. Il resto nulla più.

All. Reja 5,5: continua nel suo atteggiamento poco spregiudicato rispetto alle caratteristiche della squadra, e nell’immobilismo nel leggere e cambiarla squadra in corso d’opera. Un po’ più di spirito d’iniziativa da trasferire alla squadra potrebbe sbloccare in positivo gare come quella giocata con la formazione di Ranieri.

Juventus-Napoli 1-0

Juventus: Buffon, Grygera, Legrottaglie (28' st Mellberg), Chiellini, Molinaro, Marchionni, Poulsen, Marchisio, Giovinco (18' st Salihamidzic), Del Piero (23' st Amauri), Trezeguet. A disp. Manninger, Thiago, Sissoko, Iaquinta. All. Ranieri

Napoli: Navarro, Santacroce, Cannavaro, Contini, Montervino (1' st Datolo), Pazienza (33' st Russotto), Blasi, Hamsik, Vitale (33' st Aronica), Lavezzi, Denis. A disp. Bucci, Rinaudo, Maggio, Bogliacino. All. Reja

Arbitro: Ayroldi di Molfetta

Marcatore: 44' pt Marchisio

Note: ammoniti Legrottaglie, Chiellini


Sfortunata. Questo l’aggettivo che ha maggiormente condizionato la gara disputata dal Napoli a Torino. E’ pur vero che quando le cose vanno male succede un po’ tutto di negativo, e che il Napoli non ha certo brillato, ma considerando la deviazione di Blasi su un tiro di Marchisio destinato ad andare fuori, c’è da riconoscere che il Napoli meritava un punto da questa sfortunata trasferta torinese.

Reja ha perseverato nel suo atteggiamento “protezionistico” più che difensivista, imbottendo il centrocampo con cinque elementi, nessuno dei quali capace di verticalizzare, tanto da costringere Lavezzi ad arretrare sempre più. Niente rivoluzioni, quindi, come invece poteva sembrare dagli esperimenti fatti in settimana. Con le fasce bloccate quasi senza motivo, il Napoli non ha affondato praticamente mai, se si esclude una conclusione di Hamsik, neutralizzata da Buffon. Poi il gol annullato giustamente nel finale, per il fuorigioco di Cannavaro, sanzionato correttamente da arbitro e guardalinee.

Il Napoli con la voglia di fare c’è: mancano le idee e la condizione fisica. Il tecnico continua nel suo atteggiamento prudente, che blocca testa e gambe della squadra. La nottata probabilmente potrebbe passare presto, ma occorre impegnarsi ancora. La società ha deciso di dare fiducia la gruppo spezzando il ritiro. Ora i ragazzi devono fare la parte loro, dimostrando di meritare questa fiducia e regalando nuovamente il successo, che manca veramente da troppo tempo.

Non meriterebbe nemmeno citazione, ma il gesto di Chiellini contro i tifosi del Napoli sorprende perchè un professionista, indipedentemente dalla tensione che può vivere, non può permettersi di "aizzare" i tifosi in una trasferta così delicata da sempre. Per fortuna i tifosi azzurri non hanno abboccato alle provocazioni, ma è pur vero che, come Chiellini ci ha dimostrato, uno dei mali del calcio, la violenza negli stadi, dipende anche dagli atteggiamenti che hanno i calciatori sia in campo che fuori.