giovedì 30 agosto 2012

Careca, i gol a ritmo di samba

"Ue Care' Care' Care' tira la bomba tira la bomba". Era questo il coro dei tifosi che spesso lo spingeva in gol. E di bombe ne mise a segno quasi cento con la maglia azzurra: antonio De Oliveira Filho Careca è stato il più grande attaccante brasiliano a vestire finora la maglia del Napoli, ed ha lasciato di sè un ricordo ancora vivo nelle menti dei tifosi, secondo solo a quello di Maradona.

Classe sopraffina, grande senso della posizione, destro micidiale, Careca è stato forse uno dei primi brasiliani che riusciva a conciliare magistralmente la classe tipica dei verde oro ed una potenza nel tiro e nella corsa che lo rendevano quasi inarrestabile. Difficile non ricordarsi dei passi di samba che regalava dopo ogni gol per esultare. Una supercoppa, due scudetti e una coppa Uefa sono anche pochi per uno come lui, che è arrivato ad essere uno degli attaccanti più forti al mondo, ai tempi in cui c'era Marco Van Basten, antagonista non certo dei più facili con cui confrontarsi.

Careca è stato spesso la giusta finalizzazione brasiliana della classe argentina di Diego Armando Maradona, senza alimentare gli screzi tra argentini e brasiliani che proverbialmente si affrontavano spesso a muso duro.

Forse solo Cavani oggi può tenere il confronto, quanto a classe e senso del gol, ma Careca resterà sempre nei nostri cuori per quello che ha rappresentato, e per il suo grande attaccamento che ha dimostrato per la maglia azzurra.

mercoledì 29 agosto 2012

Uvini al Napoli: speriamo bene


A breve sarà data l'ufficialità del difensore brasiliano Uvini al Napoli. arriva un altro difensore, con la speranza, per gli azzurri, di andare a rinforzare il reparto che probabilmente l'anno scorso è stato più carente, subendo molti gol e alcuni dei quali assurdi ed evitabili.

L'unica preoccupazione, speriamo smentita presto, è che si sia fatto ricorso ad un difensore straniero e per giunta brasiliano. L'esempio di Cribari insegna che il Napoli finora con i difensori brasiliani non ha avuto molta fortuna, se si eccettua, per la storia recente, quell'Andre' Cruz che partì da libero e pian piano fu schierato a centrocampo, considerando anche la bravura nel tirare le punizioni.

Gli attaccanti vanno affrontati da chi ben conosce il nostro campionato, i movimenti degli attaccanti di nome e soprattutto conosce un calcio fatto di tattica, movimenti dentro e fuori dall'area, e contatti di mestiere per guadagnare spazi sgomitando con gli avversari. Ovviamente ci auguriamo di essere smentiti e che Uvini dimostri il suo valore con un grande campionato.

Seppur il campionato italiano ha visto abbassare il suo livello, ed il Napoli partire con il piede giusto demolendo il Palermo con tre belle reti, mostrando un buon centrocampo nonostante l'addio di Gargano, è pur vero che affidarsi ad un difensore brasiliano poco più che ventenne non è il massimo. A meno che lo si gestisca in maniera completamente opposto a come si è fatto con Fernandez, che a due anni di distanza dal suo arrivo a Napoli appare ancora a tratti spaesato.

mercoledì 22 agosto 2012

Cavani via da Napoli né ora né mai!


Dopo l’addio di Gargano, che ha lasciato i suoi ormai ex tifosi con una lettera strappalacrime, ma probabilmente sentita, ci si concentra su un altor fronte di rischio addio: quello di Cavani.

Il Matador è il più forte attaccante al mondo e su questo non ci sono dubbi, perché parlano i fatti, le prestazioni, e soprattutto i gol, tutti pesanti, tutti decisivi, segnati in tutte le competizioni e anche contro squadre molto blasonate, una tra tutte quella dei campioni d’Europa del Chelsea.

Il Chelsea, appunto, è la squadra che sta facendo la corte più spietata al Matador, offrendo cifre faraoniche ma non certo immeritate, considerando che un attaccante come Ibrahimovic, sicuramente tra i più forti al mondo ma non certo giovanissimo, le percepisce da tempo.

Il Napoli ha un top player, forse l’unico, e si chiama Edinson Cavani, attaccante di classe cristallina e di professionalità indiscussa, destinato a crescere e vincere ulteriormente, soprattutto se andrà in squadre costruite per vincere tutto.

Una squadra così potrebbe essere proprio il Napoli, anche se la società non sembra andare verso questa direzione, ma vuole continuare a puntare sui giovani per farli crescere, seguendo lo stile Udinese, piazza che sicuramente fa bene, ma, con tutto il rispetto, con il palato calcistico meno fine di quello napoletano. E allrar ecco che i campioni possono prendere altre strade. Cavani potrebbe partire già quest’anno, o, se si troverà l’accordo, partirà di sicuro l’anno prossimo, ma perché? Esiste un sostituto di Cavani in circolazione? No, e per i prossimi anni non ci sarà, quindi il Napoli farebbe bene a tenerselo non solo quest’anno, ma anche il prossimo, ed a dargli quello che merita.

Ben venga il fair play finanziario, ben venga la gestione oculata di una società, ma per vincere c’è sempre stato bisogno, e sempre ce ne sarà, dei campioni. Uno di questi è Cavani, e per questo guai a chi prova a portarcelo via.

Benny Carbone, l'ultimo numero dieci


Prima che il Napoli ritirasse la maglia numero dieci che fu di Diego Armando Maradona è stato lui l’ultimo vero numero dieci a vestire quella pesantissima maglia. Benito “Benny” Carbone l’ha  vestita solo per un anno, ma abbastanza per lasciare il suo ricordo vivo nei tifosi del Napoli, da sempre intenditori e capaci di riconoscere i piedi buoni, tanto da dedicargli anche un coro che sintetizzava tutto il loro pensiero: “Prima Maradona, poi Gianfranco Zola poi… Benny Carbone” sulle note di “Sotto questo sole” di Baccini e Ladri di Biciclette.

Carbone stupiva in particolare per le sue finte e i cambi di velocità, che lo rendevano un calciatore imprendibile, e capace di portare avanti quasi da solo l’attacco, anche se di reti ne mise a segno soltanto quattro. La colpa è da ricercare in un periodo buio che visse per parte della stagione, ma che seppe superare tornando al gol contro il Bari, in cui regalò una prodezza segnando da una posizione quasi impossibile.

Carbone diede il suo apporto anche in coppa Uefa, allenatore Boskov, mettendo a segno tre reti, ma lasciò poi Napoli dopo solo un anno. Era quello un Napoli che cambiava spesso più per necessità che per scelta tecnica, e che sicuramente, fosse stato più solido avrebbe dato a Carbone  lo spazio e la gloria che avrebbe meritato, mettendolo in condizione di ricambiare a tifosi e società.

Gargano all'Inter: perché?


                                   foto: sportevai.it
                                   
Ci sono logiche che se viste con le ragioni del cuore non capiremo mai. E menomale, perché vuol dire che siamo tifosi e amiamo il Napoli senza razionalità. Ma veder partire nella stessa stagione sia Lavezzi che Gargano sembra sfuggire anche alle logiche che dovrebbero rispondere alle ragioni della mente e dell’interesse.

Il Napoli cede in prestito ad una diretta concorrente per un campionato di vertice, l’Inter, un centrocampista che, nonostante i limiti tecnici, è forse il migliori interditore in circolazione e se ne priva probabilmente in maniera definitiva, considerando che il prestito è oneroso con diritto di riscatto, e che quindi, il prossimo anno, l’Inter potrebbe acquistarlo a titolo definitivo come ha fatto il Napoli quest’anno con Pandev.

L’addio di Gargano era nell’aria già all’inizio del ritiro di Dimaro, quando si parlava di lui come riserva, considerato anche l’arrivo di Behrami dalla Fiorentina. Ma adesso vederlo partire brucia, perché siamo consapevoli di aver fatto un favore all’Inter, che ne esce rafforzata.

I motivi, come detto, sicuramente ci sono, ma vanno cercati con la mente. Un po’ pesa la voglia dell’uruguaiano di giocare a tutti i costi titolare, cosa che non è più possibile. Un po’ pesa il diverbio con Mazzarri per un riscaldamento ritardato in occasione dell’amichevole con il Braga. Un po’ pesano anceh gli ottimi rapporti tra De Laurentiis e Moratti, che hanno portato Pandev in azzurro, che avrebbero dovuto portare Lavezzi in nerazzurro, e che ora vedono Gargano all’ombra della madonnina forse proprio per compensare a quel mancato accordo per il Pocho, conclusosi a beneficio del Paris Saint Germain.

Un peccato davvero perdere Gargano, ceh in questi cinque anni ha dato veramente tanto al Napoli. Adesso se veramente vogliamo un campionato di vertice, dobbiamo inserire in squadra un elemento all’altezza, per evitare di indebolirci e rischiare di sfasciare tutto. La pressione che sta facendo giustamente l’entourage di Cavani per un meritato rinnovo potrebbe essere una ulteriore causa scatenante.

domenica 19 agosto 2012

Napoli, non è successo niente


Non è successo niente, caro Napoli. Perdere la Supercoppa così come l’hai persa così come tutti abbiamo visto, ingiustamente.

Non è successo ancora niente, visto che il campionato comincia domenica e tutto è ancora da scrivere.
Capitano i passi falsi, capitano gli errori, ma è sempre possibile porvi rimedio, purché si facciano, poi, le azioni giuste, tese a non ripeterli e a ripartire più forti di prima.

Ad esempio, bisogna continuare a giocar bene come nelle amichevoli precampionato, e restare uniti come fino ad ora è successo. Niente voci di mercato destabilizzanti, quindi, vedi Cavani al Chelsea, operazione che potrebbe avvenire il prossimo anno.

Ad esempio, bisogna cercare almeno un altro attaccante e  un alto difensore per avere ricambi e per accrescere il tasso tecnico.

Ad esempio bisogna trattenere i giocatori importanti, vedi Grgano, e finalmente puntare sui giovani, magari aspettandoli, vedi Vargas.

Sbagliare capita, l’importante è saper risorgere nonostante tutto, per questo, Napoli, non è successo niente, ma adesso bisogna fare le scelte giuste!