Vederlo in giro per le strade di
Napoli, in tv da commentatore, o alla
cassa del suo ristorante dedicato al primo scudetto azzurro, ti dà la chiara
impressione di essere a diretto contatto con un pezzo della storia del Napoli.
La storia forse più importante e significativa, impersonata da Giuseppe
Bruscolotti. Palo e fierro si è ritirato nel 1988, ma ancora il record assoluto
di presenze con la maglia del Napoli. Trecentottantasette in serie A,
cinquecentoundici tra campionato e coppe: un azzurro vestito addosso una vita,
tanto da essere ormai una seconda maglia.
Bruscolotti è una delle ultime
bandiere del calcio come lo si intendeva una volta, quello tutto stadio e
radioline, e gol in tv solo la sera, a novantesimo minuto. Il suo attaccamento
ai colori azzurri lo hanno portato all’ombra del Vesuvio tutta la vita, con una
breve parentesi nel Sorrento, pur essendo egli originario della provincia di
Salerno.
Indimenticabile l’immagine di un
combattuto Napoli-Juve in cui mise letteralmente la testa tra la line di porta
e il pallone, beccando anche qualche colpo, pur di non far segnare gli odiati
juventini.
Bruscolotti era ed è palo e fierro,
un colosso, la base e la storia del Napoli, prima anonima e schiacciata dallo
strapotere del nord, poi bella e vincente, con lo scudetto, la coppa Italia, e
la fascia di capitano ceduta a Maradona con un gesto di amicizia e di umiltà
che solo i grandi sanno fare.
E lui è un grande, e meritava di vincere anche di più. Per chi ama il Napoli Bruscolotti è il grande pal e fierr!
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