domenica 20 dicembre 2009

Napoli-Chievo 2-0: commento e pagelle

Napoli: De Sanctis, Campagnaro (44' st Rinaudo), Cannavaro, Aronica, Maggio, Gargano, Pazienza, Zuniga (1' st Contini), Hamsik, Denis (23' st Bogliacino), Quagliarella. A disp. Iezzo, Cigarini, Datolo, Pià. All. Mazzarri
Chievo: Sorrentino, Sardo, Morero, Yepes, Mantovani, Luciano, Rigoni, Marcolini (36' st Ariatti), Pinzi (20' st Bentivoglio), Pellissier, Abbruscato (20' st Granoche). A disp. Squizzi, Mandelli, Malagò, Bogdani. All. Di Carlo
Arbitro: Bergonzi di Genova
Marcatore: 7' pt Hamsik rig., 42' st Quagliarella
Note: ammoniti Sorrentino, Aronica, Rigoni, Quagliarella, Campagnaro, Cannavaro, Contini, Ariatti

Stavolta brutto, ma almeno vincente. Il Napoli saluta il 2009 agonistico con un successo per due a zero sul Chiedo, non meritato al 100% ma di sicuro legittimato da una prova attenta in difesa, e concreta in attacco.

Il rigore di Hamsik, concesso per atterramento di Denis su splendido suggerimento di Gargano, ha rotto la tradizione, portando gli azzurri in vantaggio nei primi dieci minuti di gioco, come succede veramente di rado. E’ successo, come ancora più raramente accade, che la formazione di Mazzarri è riuscita a mantenere il vantaggio, senza subire reti, seppur rischiando, in particolare nella ripresa, ma senza smarrirsi e perdere la testa. Il gioco non può essere sempre brillante, soprattutto quando si pensa un po’ al panettone, ma l’ìimportante è che in questi casi si vinca, come è successo oggi.

Che tra i migliori in campo sia stato il portiere De Sanctis è elemento eloquente, con un Chiedo che è parso squadra ben organizzata, capace di regalare sprazzi di bel gioco.

Il Napoli, però, proprio nel miglior momento degli ospiti, ha avuto ,la bravura di tramortire l’incontro con un gol ancora nel finale e ancora di Fabio Quagliarella, che sta ritrovando la continuità realizzativi, almeno tra le mura amiche, ed ora è a quota sei reti. Il capocannoniere azzurro resta Marek Hamsik, che con il rigore trasformato oggi è a quota otto.

La mancanza di Lavezzi si fa sentire, ma è confortante che il Napoli riesca a fare risultato anche quando non è particolarmente bello. La speranza di tutti è che ora il 2010 cominci come il 2009 è terminato, vincendo e regalando soddisfazioni ai tifosi.


Le pagelle

De Sanctis 6,5: sicuro nelle uscite, bravo nella ripresa su una insidiosa conclusione di Pellissier

Campanaro 5,5: non è al meglio fisicamente e si vede. Si perde gli avversari, che spesso lo costringono a rimediare con le cattive.

Dal 44’ s.t. Rinaudo s.v.

Cannavaro 6,5: molto attento nelle chiusure, e talvolta riesce anche negli anticipi. In netto miglioramento, sta ritrovando la continuità che noi tutti ci auguriamo. Dopo tante critiche giuste nei suoi confronti, siamo e saremo i primi ad elogiarlo se e quando lo merita.

Aronica 5,5: resta bloccato anche quando entra Contini, soffre la rapidità di Luciano.

Maggio 6: abbozza solo la spinta, poi si occupa di badare a Mantovani.

Gargano 5,5: nel primo tempo regala da solo il rigore al Napoli. Nella ripresa di spegne e perde lucidità.

Pazienza 6,5: una diga a centrocampo, lascia pochi spazi agli avversari. Piano piano, come il suo stesso cognome gli insegna, si sta ritagliando un ruolo da protagonista.

Zuniga 6: primo tempo molto convincente, in cui mostra una condizione fisica finalmente in crescita.

Dal 1’ s.t. Contini 5,5: non è ancora il top. Lo dimostra la smisurata quantità di scorrettezze che riesce a commettere in un solo tempo giocato.

Hamsik 6: segna il rigore e nel primo tempo prova più volte a trascinare la squadra. Nella ripresa di accende a sprazzi, poi si mangia un gol praticamente fatto.

Denis 6: bravo nella circostanza del rigore, fa quello che può ma riceve pochi rifornimenti.

Dal 23’ s.t. Bogliacino 6,5: è ancora una volta l’uomo della provvidenza. Confeziona un assist magnifico per il raddoppio di Quagliarella. Non deve assolutamente muoversi da Napoli, anzi bisognerebbe iniziare a pensare per lui ad un ruolo da titolare.

Quagliarella 6,5: sicuramente più dinamico e volitivo, anche se a volte sbaglia le cose più facili.

All.: Mazzarri 6: nella ripresa la squadra subisce troppo e non riesce ad apportare i correttivi necessari. Ha dalla sua il merito di trasferire al gruppo una grinta che fa la differenza.


lunedì 14 dicembre 2009

Un'emozione chiamata Napoli

Quattordici punti conquistati negli ultimi dieci minuti di gioco, ed oltre.ò La capacità “innata” di rimontare dopo essere pasati in svantaggio, riequilibrare partite ormai andate ed a volte vincerle con un vero e proprio trionfo, di gioco oltre che di risultato. E’ questo il Napoli di Mazzarri, vietato a chi soffre di cuore.

Da quando il tecnico toscano ha sostituito Donadoni sulla panchina azzurra, questa è la musica che si suona, con un Napoli che resta imbattuto, che dà il meglio di sé in quella che alcuni chiamano “zona Mazzarri” e che fa divertire, e mai annoiare i tifosi, anche se con qualche rischio.

Questo Napoli è il trionfo del calcio offensivo, delle fasce pericolose, dell’attacco che prima o poi la butta dentro, anche se non ha quella cattiveria agonistica che consente di chiudere le partite in maniera definitiva e inesorabile.

Di contro vi si oppone una difesa che non sempre è impeccabile, anche se, presa singolarmente, ha uomini all’altezza della situazione. Il Napoli continua a subire reti per due motivi: non riesce ancora trovare gli equilibri giusti sulle fasce, e quando riesce a trovarli cambia troppo spesso assetto in termini di uomini. Tra squalifiche e infortuni i tre centrali non ono quasi mai gli stessi, e di questo ne risente il giocare insieme, gli automatismi, e la capacità di chiudere i varchi che portano a rete gli avversari.

Il Napoli ha margini di miglioramento, ed intanto, mentre si avvia sulla strada del miglioramento, la squadra azzurra non deve smettere di emozionare i propri tifosi. Il tifo azzurro vive di emozioni ed un Napoli come quello di Mazzarri può farci solo bene. Di sicuro è meglio una squadra brutta ma vincente invece di una bella ma spesso cenerentola di punti preziosi. La perfezione non esiste, ma ci si può avvicinare: è per questo che noi tutti desidereremmo un Napoli bello e vincente. Non c’è dubbio: si può fare.

domenica 13 dicembre 2009

Lavezzi-Allegri: storia di un galantuomo e di un “terrone”.

Galantuomo è una parola ormai superata per definire una persona perbene. E terrone è solo per alcuni un’offesa, per altri può essere anche un complimento, se si fa riferimento a determinati valori come l’amore per la terra, che se coltivata bene può dare solo buoni frutti, i frutti dell’amore e del grande impegno.

Partendo da questo presupposto, ossia che tutto è relativo, vorremmo commentare l’episodio di un sabato sera incredibile, quello di Cagliari-Napoli, assurdo sul campo, per come è maturato quel tre a tre, e fuori dal campo, dove una persona che mostra invidiabile aplomb, anche quando giocava con noi, come Allegri, ha fatto perdere le staffe ad uno dei calciatori più corretti, il Pocho Lavezzi, che ha poi macchiato la sua prestazione fino a quel momento da incorniciare.

Al di là delle scuse reciproche che sono piovute poi nel dopo partita, come è giusto che sia, quando i nervi di una gara agonistica quanto assurda si placano, è triste assistere a episodi di incredibile falsità.

Allegri dice di essere un gentiluomo davanti ai microfoni, mentre da vivo dà del terrone a Lavezzi, Lavezzi che dice che non voleva colpire Allegri, ma invece ci riesce bene, perché con i piedi è chiaro che ci sa fare, e lo abbiamo visto con il gran gol che ha realizzato. Qualche maligno insinua che, come accadde l’anno scorso, il Pocho volesse farsi sbattere fuori per essere squalificato e prolungare la sua permanenza in Argentina in vista del Natale, senza tener presente che quest’anno De Laurentiis ha per i suoi comportamenti un monitoraggio stile lente di ingrandimento.

Smettiamola, quindi, di essere falsi: diamo sfogo alle nostre adrenalina sul campo, sugli spalti o davanti alla televisione, ma sempre nei limiti dell’agonismo e della sportività, e, soprattutto, assumiamoci le responsabilità dei nostri gesti. Esattamente come il presidente cagliaritano Cellino.

Proprio a Cellino vogliamo dedicare le ultime righe, perché dedicargli qualcosa in più voleva dire dargli troppa importanza. Va e viene dagli stati Uniti, dove forse voleva imparare l’educazione e le buone maniere, ma i suoi tentativi risultano vani. E’ uno a cui piace ripetersi, e come l’anno scorso ha dato un saggio di quanto sa essere terra terra, incivile, fuori luogo e antisportivo… insomma tutto quello che un presidente non dovrebbe avere. La squadra cagliaritana non è male, ma con un presidente così rischia di non andare troppo lontano. Che andasse magari ad Oxford Cellino, e la smettesse di farsi vedere dalle telecamere quando riesce a produrre gesti e parole che fanno così schifo.

sabato 12 dicembre 2009

Cagliari-Napoli 3-3: commento e pagelle

Cagliari: Marchetti, Pisano (22' st Dessena), Canini, Lopez, Agostini, Biondini, Parola, Lazzari, Cossu (44' st Jeda), Nenè (14' st Larrivey), Matri. A disp. Vigorito, Dessena, Astori, Sivakov, Barone, Larrivey, Jeda. All. Allegri.
Napoli: De Sanctis, Grava, Cannavaro, Aronica, Maggio, Gargano, Pazienza (45' st Bogliacino), Zuniga (42' st Datolo), Hamsik, Quagliarella (37' st Denis), Lavezzi. A disp. Gianello, Rullo, Cigarini, Datolo, Bogliacino, Denis, Pià. All. Mazzarri
Arbitro: Pierpaoli di Firenze
Marcatore: 21' pt Lavezzi (N), 20' st Pazienza (N), 30' st Larrivey (C), 35' st Matri (C), 44' st Jeda (C), 51' st Bogliacino (N)
Note: ammoniti Maggio, Lavezzi, Aronica, Zuniga, Nenè, Matri. Al 50' st espulso Lavezzi.


L’obiettivo riesce solo a metà. Nell’ennesima assurda gara di Cagliari il Napoli raccoglie solo un pareggio dopo una gara praticamente dominata, in cui ha messo in campo la sua superiorità, ma ancora i troppi errori che non lo fanno ancora essere una grande squadra.

In campo succede tutto ed il contrario di tutto. Il Napoli parte bene, coperto e attento soprattutto a centrocampo, e coglie un gol da cineteca con Lavezzi, ancora una volta trascinatore di questa squadra. Il Napoli ha dominato e costruito ancora, con le fasce molto attente, Zuniga in spolvero e Maggio più basso a contenere Cossu e Nenè. A centrocampo Gargano e Pazienza fanno diga. E proprio quest’ultimo ha colto un meritato raddoppio, con un gol di grande grinta, dopo che Hamsik e Quagliarella ci erano andati vicini. Quando sembra che il Napoli abbia la forza di fare il tris, ecco il black out del Napoli ed il Cagliari che esce allo scoperto. Prima Larrivey, poi Matri, pareggiano i conti, e un colpo di testa davvero incredibile di Jeda, entrato da appena trenta secondi.

Il Napoli perde la testa, e soprattutto Lavezzi. Uno dei più corretti della formazione azzurra perde la testa, e scaglia addirittura il pallone sul tecnico del Cagliari Allegri. Lavezzi viene espulso, nel parapiglia generale, ma proprio nel prolungamento del recupero un cross in area, stacco imperioso di Denis, parata di Marchetti ed il nuovo entrato Bogliacino coglie un colpo di testa che regala un punto al Napoli, meritandosi il mucchio selvaggio dei compagni che lo sommergono con la loro gioia.

Perdere ancora una volta nel campo stregato di Cagliari sarebbe stato veramente troppo, ma un pari questo che sta troppo stretto al Napoli, che ha come magra consolazione quella di aver allungato la propria striscia positiva. Resta rammarico per il pessimo rapporto che si sta creando con la tifoseria del Cagliari, aizzata dal presidente Cellino, che spesso ha parole poco pulite e benevole nei confronti della formazione azzurra.

Non abbiamo perso, e questo è già importante, ora al ritorno possiamo costruire un successo imperioso ed umiliante, come tutti ci auguriamo. Peccato per il gesto di Lavezzi, giocatore decisivo, che ora, per quel gesto evitabile, perderemo per almeno due giornate.


Pagelle

De Sanctis 6: qualche buona parata, un po’ fermo sui tre gol, ma avrebbe potuto veramente poco.

Grava 6,5: partita di grande impegno, si aiuta con le buone e con le cattive, ed alla fine riesce nel suo intento.

Cannavaro 6,5: vogliamo premiare l’ottimo primo tempo, praticamente impeccabile, anche se sul gol di Larrivey ha anche lui qualche responsabilità.

Aronica 6: gioca basso per frenare Cossu, se la cava nel ruolo di centrale che non gli è proprio congeniale.

Maggio 6,5: partita di grande sacrificio, argina bene le sfuriate avversarie sulla sua fascia, e nella ripresa si propone sotto porta, ma con poca fortuna.

Gargano 6,5: diga autentica in mezzo al campo, anche se persiste la solita imprecisione e la voglia di strafare che a volte complica le cose.

Pazienza 7: non sbaglia un colpo, ed è un incubo per gli avversari, trova un gol che premia la sua volontà, e la capacità di farsi trovare sempre pronto.

Dal 45’ s.t. Bogliacino 6,5: sei minuti per trovare un gol che vale un punto. Bravo, bravo davvero, a testimonianza che è un giocatore su cui è possibile fare affidamento all’occorrenza.

Zuniga 6: non ha tutta una partita nelle gambe e si vede, a sinistra non è il suo ruolo e si vede, ma alla fine non ha sfigurato. Peccato per il rinvio mancato che ha causato il secondo gol del Cagliari.

42’ s.t. Datolo s.v.: ha poco tempo e non incide, sbaglia anche in occasione del gol di Jeda.

Hamsik 6,5: nella ripresa soprattutto manda in bambola la difesa del Cagliari, ma nelle conclusioni ha poca fortuna.

Quagliarella 5,5: troppo egoista e impreciso.

Dal 37’ s.t. Denis 6: una incornata che è un quasi gol e che spiana la strada alla rete di Bogliacino, pronto a cogliere la respinta.

Lavezzi 7: un gol da cineteca, una gara indiavolata, in tutti i sensi, perché manda in bestia gli avversari, e perché si fa cacciare per un gesto in credibile, non da lui, ma che probabilmente ha un motivo valido.

Mazzarri 6,5: i cambi sono tutti indovinati, se si vede poi il gabellino finale. Questa squadra non molla mai, e segna ancora una volta nel finale, ma in difesa subisce troppo, ma questo dipende anche dai forzati cambi di assetto e di uomini, a causa di infortuni e squalifiche ormai continui.

Obiettivo Napoli: battere la bestia nera Cagliari

Si parla di bestia nera quando si ha al cospetto una squadra difficile da battere, che riesce sempre a raccogliere di più di quanto semina, e sfrutta opportunisticamente gli errori di un avversario ben più generoso, capitalizzandoli al massimo e facendo risultato.

E’ successo al Cagliari contro il Napoli. Nelle ultime quattro uscite degli ultimi due anni, gli isolani hanno ridotto il Napoli terra di conquista di punti preziosi per una salvezza tranquilla, obiettivo da sempre primario per la formazione del presidente Cellino. E’ giunto ora il momento di invertire la tendenza, magari facendo in modo che avvenga il contrario.

Il Napoli ha la possibilità, nell’anticipo delle ore 18 di oggi, di invertire la tendenza e fare bottino pieno in terra isolana. E’ giusto cavalcare le ali dell’entusiasmo per un ritrovato successo, per il bel gioco e per gli attaccanti che si sono sbloccati, che coesistono e finalmente hanno smesso di pestarsi un po’ i piedi, seppur in maniera tacita.

Mister Mazzarri sta dando al Napoli un’identità, se non nel gioco, almeno nel carattere che poi fa la differenza indipendentemente da quello che possa essere un modulo, da cambiare a seconda dell’avversaria. Proprio per questo è difficilmente ipotizzabile che oggi si veda una Napoli nuovamente spregiudicato come quello visto contro il Bari, dove veramente il pubblico è andato in visibilio. In trasferta si gioca sempre più abbottonati, ma questo n on vuol dire che il bel gioco potrebbe risentirne. Al di là del bel gioco, ci sentiamo di essere d’accordo con il portiere De Sanctis quando dice che conta maggiormente il risultato. A maggior ragione adesso, che occorre battere una bestia nera, il Napoli deve pensare esclusivamente a vincere, e soprattutto deve riuscirci.

mercoledì 9 dicembre 2009

Visto che Napoli?

Bisognava rispondere sul campo, ed il Napoli l’ha fatto. Tornano a vincere gli azzurri, azzittiti i gufi con una prova strepitosa, tutto cuore, tutto Mazzarri, tutto Napoli ceh esalta, con il tridente, tra l’altro. Nel finale, infatti, che ha deciso l’incontro, sono stati in campo sia Lavezzi, sia Denis, sia Quagliarella. Quest’ultimo si è svegliato con una doppietta, dimostrando di non essere affatto un giocatore finito come i gufi e gli ipercritici pensavano, ma aveva bisogno solo di un po’ di tranquillità e della condizione giusta per tornare a far male agli avversari.

Pace fatta anche con i tifosi per Quagliarella dopo che, in occasione del primo gol, il numero ventisette non aveva esultato, indispettito dai fischi dei tifosi per i troppi errori.

La gara vinta con il Bari è la chiara dimostrazione che quando si gioca bene e si dimostra la propria superiorità sul campo, le decisioni arbitrali non rientrano nemmeno nella cronaca,. In questo caso, però, il Napoli ha beneficiato di un buon arbitraggio, che ha comminato al Bari due espulsioni giuste.

Per questa settimana il dilemma di Mazzarri sarà quello di varare il tridente oppure no. Se far partire Lavezzi titolare insieme a Denis e Quagliarella magari costringendo Hamsik, pur offensivo, ad un maggiore sacrificio in difesa, così come a tenere gli esterni più bassi.

Vincere fa sempre bene, come è successo contro il Bari di Ventura. Ora occorre solo continuare, e se si vince sabato contro il Cagliari, avversario ostico degli ultimi anni, si può cominciare a prendere consapevolezza nei propri mezzi.


mercoledì 2 dicembre 2009

Napoli contro gli arbitri? Rispondiamo sul campo

Il pareggio di domenica contro il Parma è stato veramente difficile da digerire, soprattutto per come è maturato. Dopo la gara tatticamente perfetta condotta dagli uomini di Mazzarri, prendere un pareggio su calcio di rigore e per giunta a cinque minuti dalla fine, abbatterebbe anche una squadra di tori.

La bella prova, l’ennesima, offerta sul campo del Parma, è solo una magra consolazione, come l’imbattibilità della gestione Mazzarri, a fronte di una classifica che nelle ultime tre giornate si muove solo a suon di pareggi.

Da questo quadro di partenza è giustificabile l’ira di presidente squadra, con de Laurentiis che, vedendo le decisioni arbitrali contrarie come un attentato ai suoi investimenti, parla addirittura di nuova calciopoli, scotendo l’ambiente dalle fondamenta.

Ma perché non rispondere sul campo? Gli azzurri dovranno continuare su questa strada rispondendo sempre sul campo la propria superiorità, cercando di vincere sempre o almeno provarci, e non dare la possibilità a sviste arbitrali (che possono capitare al di là delle pregiudiziali) di condizionare una gara, e col tempo anche una stagione. Il presidente parla delle gare con Genoa e Parma dove la squadra doveva vincere ed ha perso e pareggiato. In entrambi i casi il Napoli ha offerto due belle prove, ma proprio questo, il gioco, è il punto di partenza per essere più forti.

Come ha detto Guidolin, tecnico del Parma: “Il Napoli sta studiando da grande squadra” e le grandi squadre hanno bisogno di continuità di gioco, oltre che di risultati. Continuando a giocare bene il Napoli riprenderà a vincere, e sarà più forte di tutto e di tutti, come piace ai propri tifosi!