venerdì 31 gennaio 2014

Cannavaro ceduto al Sassuolo

foto: amonapoli.it

Sicuramente l’immagine più bella è quella in cui alza la coppa Italia. Paolo Cannavaro non è più un giocatore del Napoli. Passa al Sassuolo a titolo definitivo fino al 2016. Per un calciatore della sua età si tratta di un buon contratto, che non poteva rifiutare, visto che può giocare da titolare invece di fare panchina come gli succede da inizio stagione. La sua cessione avviene nel finale del mercato di gennaio, quasi in concomitanza con quella di Armero, ceduto al West Ham.

Una bella immagine quella in cui alza la coppa, che si alterna a tante immagini brutte. In otto anni di Napoli e duecentosettantotto presenze, se si esclude la trafila nelle giovanili, Cannavaro non è stato esente da contestazioni. Alcune veramente dure, ai tempi di Donadoni, altre più blande e consumate in particolare sui media, come quella ultima subito dopo la gara con la Roma, quando entrò in campo, entrò nelle circostanze dei due gol subiti, e uscì poco dopo per espulsione. Un disastro, il preludio della fine della sua esperienza al Napoli. Stesso discorso proprio contro il Sassuolo.

 Paolo ha dato tanto alla causa azzurra in termini di attaccamento, è innegabile, ma ha anche sbagliato tanto. Tradito dalla mancanza di talento, come invece era per Fabio, e forse danneggiato dai continui paragoni che inevitabilmente ognuno di noi ha fatto con il fratello. Un accanimento inconscio che non gli ha consentito di esprimersi per quello che è: un calciatore di medio livello, non un campione, e non c’è niente di male. 

Il Sassuolo rappresenta per Paolo l’ultima avventura della carriera, che può dargli nuovi stimoli, riscatto, rivincite, e dimostrare che non è da rottamare. La sua esperienza può dare il giusto contributo per portare la salvezza in pianura padana, ad una squadra che la meriterebbe tutta.

Noi tifosi del Napoli, grati comunque del suo attaccamento e della lunga militanza, nonostante, tutto,  non possiamo che augurargli ogni bene.

giovedì 30 gennaio 2014

Henrique-Ghoulam: il finale di mercato è tutto azzurro!

foto: ildesk.it

foto: corsport.it




"Benvenuto Henrique! La tua esperienza e le tue qualità s'integreranno a perfezione con la nostra grande squadra". Firmato Aurelio de Laurentiis. Come è tradizione, gli acquisti del Napoli vengono ufficializzati via Twitter dal presidente. Se ieri Benitez, rispettosamente non ne ha parlato, oggi il presidente ha reso tutto ufficiale attraverso il sociale network.

Arriva a Napoli un altro difensore centrale, in stile Albiol seppur con le dovute differenze e non con lo stesso palmares. Difensore abituato a fare il centrale ma dai piedi buoni per poter stare, se necessario, anche a centrocampo. sono questi i difensori di cui Benitez si serve per il suo gioco affinchè diano il via alla fase di impostazione.

altro colpo in via di ufficializzazione è quello di Faouzi Ghoulam. Esterno sinistro franco algerino, ventitrà anni ancora da compiere, è il classico terzino del gioco di Benitez,capace di giocare sia in fase offensiva che a coprire in fase difensiva. Visti i precedenti il condizionale è d'obbligo, ma il trasferimento al Napoli sembra cosa fatta. Basti pensare che i suoi tifosi, quelli del st. Etienne, stanno protestando con la società per la sua cessione.

Ad un giorno dalla fine del mercato il Napoli è a quota tre acquisti, di cui uno a centrocampo e due in difesa. Manca ancora un giorno e di solito nel finale succede sempre tutto e il contrario di tutto. Staremo a vedere se ci saranno altre novità, ma il Napoli si è mosso come aveva promesso. Poi, ovviamente, sarà il campo a definire le qualità di queste operazioni.






mercoledì 29 gennaio 2014

Napoli-Lazio: le pagelle

Reina 6: inoperoso per quasi tutta la partita. Nel finale mette sicurezza sulle uscite.

Maggio 6: controlla in fase difensiva. In attacco spinge con intelligenza, e partecipa anche all’azione della rete.

Albiol 6: solo una sbandata a centrocampo nella ripresa, poi per il resto attento.

Fernandez 6: nessun sbavatura, preciso e attento, anche se in velocità Keita gli crea qualche grattacapo.

Reveillere 6,5: attacca con intelligenza e difende con precisione. Sulla sua corsia non si passa.

Inler 6: un paio di palle perse, ma in interdizione riesce a cavarsela perché con Jorginho ha le spalle forti.

Jorginho 6,5: serve una serie di palloni illuminanti quasi esclusivamente in verticale. Coglie un palo e prova la conclusione in un paio di occasioni. Il giocatore è interessante,e completa il centrocampo del Napoli che aveva bisogno di uno come lui. Può solo migliorare.

Dal 90’ Dzemaili s.v.

Callejon 6,5: pericoloso in particolare sulla destra. Gli manca il tiro stavolta, infatti da una sua conclusione sporca nasce la rete vincente di Higuain.

Hamsik 6: ce la mette tutta, ma non ha ancora lo smalto giusto. Qualche passaggio sbagliato di troppo e un paio di conclusioni ribattute non gli consentono di avere una prestazione sui suoi livelli migliori.

Dal 75’ Pandev s.v.

Insigne 5: primo tempo discreto, poi il crollo. Deconcentrazione e imprecisione si trasformano in bordate di fischi da parte dello stadio. La prima volta per lui. Non gradisce, reagisce, ma passerà.

Dal 69’ Mertens s.v.

Higuain 6: isolato e facilmente contrastato stando in uno contro tre. Ciononostante trova il tocco giusto per realizzare il gol vittoria, che riabilita la sua partita e quella della squadra.

All.: Benitez 6,5: squadra attenta in difesa, generosa ma non precisissima in attacco. Cresce nei movimenti, nella tattica, ora vedremo i rinforzi. Il primo, Jorginho, è ok. Per adesso in Tim Cup è semifinale.

Napoli-Lazio 1-0

NAPOLI (4-2-3-1) - Reina; Maggio, Albiol, Fernandez, Reveillere; Inler, Jorginho (90' Dzemaili); Callejon, Hamsik (75' Pandev), Insigne (69' Mertens); Higuain. Allenatore: Benitez. A disposizione: Rafael, Colombo, Cannavaro, Britos, Uvini, Radosevic, Zapata.
LAZIO (3-4-2-1) - Berisha; Ciani, Novaretti, Dias (72' Biava); Konko (34' Cavanda), Onazi (46' Gonzalez), Ledesma, Lulic; Felipe Anderson, Keita; Perea. Allenatore: Reja. A disposizione: Marchetti, Strakosha, Vinicius, Cana, Pereirinha, Biglia, Candreva, Hernanes.
MARCATORI: Higuain (N)
AMMONITI: Higuain (N), Lulic (L)“

Il Napoli è in semifinale di Tim Cup. Al san Paolo gli azzurri superano la Lazio per una rete a zero, risultato che matura per la prima volta in questa stagione, al termine di una gara difficile, ma ben giocata, il cui successo può dirsi pienamente meritato.

Segna Higuain nel finale, sfruttando un fortunoso rimpallo, al termine di una prova non proprio brillante. Imbrigliato nella difesa a tre della Lazio, l’argentino non è riuscito a dare il meglio di sé, ma alla fine è stato fortunato.

E’ stato un buon Napoli attento in difesa e a centrocampo, dove Inler è riuscito a dedicarsi alla fase difensiva meglio, vista la presenza di un Jorginho alla sua seconda uscita già illuminante con verticalizzazioni precise e pericolose.

In attacco si è fatto molto movimento, ma è mancata la precisione. Proprio da un tiro impreciso di Callejon, tra i migliori, è nato il rimpallo vincente di Higuain.

In semifinale ci sarà la Roma. Il Napoli di stasera fa ben sperare. Peccato per i fischi a Insigne, non certo concentratissimo, che subisce la prima bordata di disapprovazione del suo pubblico. Fischi che lo faranno crescere, come stanno facendo crescere il Napoli, e speriamo che cresca anche il pubblico.

lunedì 27 gennaio 2014

Krol, in totale... libero!

foto: wikipedia.org

Tra passato e presente, Ruud Krol incarna insieme il calcio che fu e quello attuale.

Una mini bandiera arancione color Olanda vicecampione del mondo, che ha vestito la maglia del Napoli dall'80 all'84, rappresenta forse il miglior libero che abbia mai giocato con la maglia azzurra.

Il passato: il libero, appunto, è un ruolo che nel calcio non esiste quasi più. Si trattata, in pratica, di un difensore che si staccava e, stando più dietro rispetto allo stopper e ai due terzini, era pronto a fare un raddoppio di marcatura per l'attaccante che riusciva ad avere la meglio sul rispettivo avversario che lo marcava a uomo.

Il presente: il calcio totale, o quello che ne consegue. Era il modo di giocare della sua Olanda, che fece il giro del mondo, e che prevedeva di attaccare e difendere in undici. Questo ha permesso a Krol non tanto di segnare gol, ma di imparare a fare tutti i ruoli difensivi, evolvendosi da quello di semplice libero, ormai quasi del tutto scomparso. Il gioco di Benitez, guarda caso, è la naturale evoluzione di quel calcio.

Ce ne vorrebbero difensori come Krol, adesso, e in generale, anche nel Napoli
. Uomini carismatici oltre che grandi atleti, capaci di portare avanti un reparto, e, in un certo senso, una squadra.

sabato 25 gennaio 2014

Napoli-Chievo: le pagelle

Rafael s.v.: inoperoso

Maggio 5: disastroso o quasi.

dal 33' s.t. Insigne 6: coglie una traversa, poi nel finalissimo la manda altissima.

Albiol 6: salva i suoi da una figuraccia anche peggiore con il gol, che poteva essere anche una doppietta.

Britos 5: gioca al presepe insieme a Inler in occasione del gol.

Reveillere 5: non indovina nemmeno un passaggio.

Inler 5: gioca al presepe con Britos in occasione del gol. Per il resto smista la palla quasi sempre in orizzontale, quasi mai in verticale.

Dzemaili 5,5: ce la mette tutta, ma il centrocampo non ha funzionato.

dal 11' s.t. Jorginho 6: esordio sicuramente positivo per volontà, vivacità, visione di gioco. Può solo migliorare.

Callejon 6: ha svariato su entrambe le fasce alla ricerca del suo solito colpo, ma stavolta niente.

Hamsik 6: rientro all'altezza della situazione, anche se dovrebbe cercare di più la conclusione a rete dalla distanza, colpo che non gli manca

Mertens 6,5: si è dato da fare tanto, ma due pali clamorosi lo hanno bloccato.

Higuain 4,5: mai in partita. Sbaglia un gol difficilissimo da sbagliare.

Benitez 5,5: il gioco è prevedibile, troppi cross al centro per la testa di nessuno. Quando gli avversari si chiudono, la palla gira sì, ma lentamente. Il centrocampo continua a soffrire nella fase difensiva, e non ne beneficia certo la difesa. Deve cambiare qualcosa anche nel gioco, almeno in corso d'opera.

Napoli-Chievo 1-1

Marcatori: 17’ pt Sardo, 41’ st Albiol
Napoli (4-2-3-1): Rafael, Maggio (33’ st Insigne), Albiol, Britos, Reveillere; Inler, Dzemaili (11’ st Jorginho); Callejon, Hamsik, Mertens, Higuain.
A disposizione: Reina, Colombo, Uvini, Cannavaro, Bariti, Radosevic, Pandev, Zapata.
Allenatore: Rafael Benitez.
ChievoVerona (3-5-2): Puggioni, Frey, Dainelli, Cesar; Sardo, Bentivoglio (26’ st Radovanovic), Rigoni, Hetemaj, Dramè; Théréau, Paloschi (33’ st Estigarribia).
A disposizione: Silvestri, Squizzi, Bernardini, Papp, Claiton, Lazarevic, Sestu, Acosty, Mbaye, Pellissier.
Allenatore: Eugenio Corini.
Arbitro: Massimiliano Irrati di Pistoia.
Ammoniti: 13’ st Maggio

Ancora un pari per il Napoli. Rattrista, perchè è inutile, perchè viene dopo tanta sfortuna (due pali e una traversa), ma rende anche consapevoli dei nostri limiti. In campo si è vista tanta imprecisione: nei passaggi, sotto porta, nei disimpegni difensivi.

Un Sardo, difensore, che ti fa un uno-due a centrocampo lasciando gli avversari di sasso e sparando in rete di punta, probabilmente riesce a farlo solo quando gioca a calcio sui campetti insieme agli amici, non professionisti come invece è lui.

Un Napoli che reagisce a testa bassa e non le becca mai, che si affida troppo alle individualità e che sotto porta quando non gira Higuain diventa preda di un avversario che si difende in dieci.

Deve pensarci un difensore, Albiol, dopo aver sbagliato clamorosamente, a ribadire lemme lemme in porta un tiro mezzo sbucciato. E ce la siamo anche cavata, ala grande.

Uniche note positive: il buon esordio di Jorginho e finalmente un gol nei minuti finali.

Il resto è tanta riflessione, guardare in faccia alla realtà, e soprattutto guardare chi dietro di noi può crearci problemi.

lunedì 20 gennaio 2014

Possibile cessione per Inler?

In queste ultime gare non sempre sta dando il massimo. Corre poco, fa fatica ad inseguire gli avversari , e tra i suoi colpi migliori è rimasto solo il passaggio in verticale. 

Gokhan Inler è di nuovo in crisi. Non è la prima volta da quando è a Napoli. e' durato poco l'idillio con il gioco di Benitez, che sembrava dover valorizzare appieno le caratteristiche del calciatore svizzero. 

A vederlo giocare con la nazionale svizzera, di cui è capitano, sembra un fenomeno. Recupera palloni, imposta, dribbla, gioca in verticale, tenta la conclusione dalla distanza. Nel Napoli, invece, vuoi perchè chiuso da altri giocatori, vuoi perché forse non totalmente a proprio agio, Inler mostra solo una parte del suo repertorio. 

E allora? Il pensiero cessione si sta concretizzando, e si fa più reale con l'arrivo di Jorginho. 

Gli estimatori di Inler non mancano. Alcuni, sono anche illustri, vedi Liverpool e Borussia Dortmund. In un mercato che da adesso a fine mese proporrà tutto il contrario di tutto, non è possibile escludere l'addio a sorpresa del centrocampista azzurro numero 88.


E se tornasse Gargano?

Se nel calciomercato tutto è possibile, anche che possano saltare colpi già praticamente fatti, ed il Napoli ne sa qualcosa, è possibile anche che si concretizzino ritorni, inattesi, apparentemente impossibili.

Walter Gargano potrebbe tornare a vestire la maglia del Napoli. Il centrocampista, ora al Parma, sta disputando una stagione altalenante.

Agli ordini di Donadoni non è titolare fisso, ed è ancora un giocatore del Napoli, che lo ha ceduto in prestito al Parma.

L'assenza di Behrami per almeno altri due mesi, e l'arrivo di Jorginho che non è proprio un interditore, pone di fronte alla questione: perché non riprendere Gargano?

Lo abbiamo avuto cinque anni con noi e conosciamo i suoi limiti: è incredibilmente impreciso nel servire palla. Gargano ha forse un record negativo quanto a palle perse, ma ha anche una dote incredibile: corre per due  e morde le caviglie degli avversari, senza fare troppi falli.

Se il valore di Behrami in quel ruolo è indiscusso e senza paragoni, è pur vero che l'avvento di un calciatore come Gargano, che conosce l'ambiente e molti compagni, potrebbe risolverci qualche problema in quello che sarà un momento cruciale della stagione.


Staremo a vedere se avverrà il ritorno impossibile.

domenica 19 gennaio 2014

Bologna-Napoli: le pagelle

Rafael s.v.: nessuna parata

Maggio 5,5: primo tempo vivace, ripresa in sordina.

Fernandez 5: pesa il grave errore sul secondo gol. Non mette sicurezza, comunque, in retroguardia.

Albiol 5: grave errore sul primo gol ma non solo. Ha bisogno di riposare, è sfiancato.

Reveillere 6: sta prendendo le misure, sia in difesa che in impostazione.

Dzemaili 6: sta crescendo, ma Behrami ci manca comunque.

Inler 6: partita a due volti. Inguardabile il primo, autorevole il secondo.

Callejon 6,5: un cecchino, ma non è bastato.

Pandev 5: impalpabile.

da 12' s.t. Hamsik 6: rientra dopo l'infortunio anche in campionato, è sembrato ispirato.

Mertens 5,5: nel primo tempo lo imbrigliano, nella ripresa si sveglia, ma Benitez dice che il suo tempo è scaduto e lo sostituisce.

Dal 25' s.t. Insigne s.v.

Higuain 6,5: rigore e assist. E' assurdo che non sia bastato.

All.: Benitez 6: non ha colpe specifiche. La squadra ha bisogno di altri due innesti, entrambi in difesa.

Bologna-Napoli 2-2

BOLOGNA (3-5-1-1): Curci; Antonsson, Natali, Cherubin (27' st Mantovani); Garics, Kone, Perez (32' st Christodoulopoulos), Pazienza, Morleo; Diamanti, Bianchi. A disposizione: Stojanovic, Agliardi, Sorensen, Crespo, Laxalt, Khrin, Cristaldo, Moscardelli, Acquafresca. All. Ballardini.
NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Reveillere; Dzemaili, Inler; Callejon, Pandev (12' st Hamsik), Mertens; Higuain. A disposizione: Colombo, Britos, Cannavaro, Armero, Radosevic, Insigne, Zapata. All. Benitez.
ARBITRO: Damato. Assistenti: Crispo-Preti. IV: Ghiandai. Add: Doveri (1) Ciampi (2).
Ammoniti: Raul Albiol, Perez, Bianchi, Kone, Garics, Pazienza, Fernandez
Espulso: Kone
Reti: 36' Bianchi, 16' st Higuain su rig., 34' st Callejon, 44' st Bianchi



Napoli beffato all'ultimo minuto sul campo del Bologna. Un pareggio che sa di beffa e quasi di sconfitta, considerando le concomitanti vittorie di Roma e Juve. 

Un peccato davvero, perché il Napoli era riuscito a capovolgere lo svantaggio e a recuperare, ma si è fatto poi beffare nel finale. 

Pesano gli errori difensivi, sulle corsie centrali, che hanno evidenziato i limiti della squadra in un reparto dove a quanto pare non si abbia intenzione di investire. Il solito Napoli dai due volti, insomma, micidiale in attacco, debole in difesa.

Albiol è sfiancato dalle troppe partite, Fernandez è a corrente alternata, e si perdono punti per strada.

 Là davanti Roma e Juve sono imprendibili, e noi dobbiamo imparare a non perdere punti dove partiamo vincenti sulla carta, altrimenti dobbiamo iniziare a guardare non più davanti, ma indietro.







sabato 18 gennaio 2014

Clamoroso: salta Bastos, va alla Roma!

Doveva essere il doppio colpo insieme a Jorginho, per rinforzare difesa e centrocampo. Invece l'acquisto di Bastos, poco dopo l'ufficializzazione proprio di Jorginho, è clamorosamente saltato. Il difensore va alla Roma, che si rinforza ulteriormente dopo l'acquisto di Naingollan.

E' proprio una concorrente diretta per il vertice, quindi, che soffia al Napoli ancora una volta un acquisto che sembrava fatto. 

Come mai?

Certo in rete si è scatenato l'inferno contro la società azzurra ed in particolare contro Bigon, reo di lasciarsi sfuggire i pezzi migliori, e l'ingaggio di un giocatore interessante come Jorginho è sfumato in tempi brevi.
Questo curioso episodio di mercato invernale ci fa riflettere su alcune questioni.

Il Napoli tiene sempre chiaramente presente il fair play finanziario, e probabilmente molla la trattativa di un calciatore quando si accorge che su di lui si scatenano aste al rialzo, che finiscono per farne lievitare la valutazione oltre il reale valore. Deciso ciò, la coppia Bigon-De Laurentiis passa al piano B, per cercare di accaparrarsi la seconda scelta in quel ruolo. Lo è stato Jorginho nel caso di Naingollan, lo sarà qualcun altro nel caso di Bastos. 

Nell'episodio in particolare c'è da aggiungere che il tecnico della Roma, Garcia, ha già avuto suo giocatore il brasiliano, e sono questi fattori che contano per un giocatore, un tecnico e una società.

Quello che più ci sta a cuore è appurare se la società sia poco attenta al mercato, o lasci volutamente agli altri le aste al rialzo su giocatori che non interessano.

Quello che conta è allestire una squadra competitiva, sui cui risultati e sul corretto operato di tutti ci si potrà pronunciare solo, come sempre, a fine stagione.

Ufficiale: Jorginho al Napoli!

foto: corsport.it

"Benvenuto Jorginho! La tua freschezza sarà utile a Rafa e a tutta la rosa".

Come ormai è consuetudine, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha ufficializzato tramite Twitter il nuovo acquisto del Napoli, il primo e probabilmente non l'unico del mercato di gennaio per la formazione azzurra. Jorge Luis Frello, detto Jorginho, è un giocatore del Napoli.

Brasiliano naturalizzato italiano, classe, 1991, già azzurro under 21, Jorginho arriva dal Verona in comproprietà, e vestirà la maglia numero 8, lasciata libera da Dossena.

Si tratta di un calciatore prevalentemente di piede destro, ma dalle ottime doti tecniche oltre che dalla apprezzabile visione di gioco: preferisce partire davanti ala difesa, ma spaziare portando palla avanti.

Vedremo la sua collocazione nel gioco di Benitez, che prevede le ali e che spesso concentra il gioco sulle corsie laterali. Lo abbiamo visto all'opera proprio domenica scorsa contro di noi, e a stupito in positivo per la sua autorevolezza mostrata in mezzo al campo, al cospetto del ben più esperto Inler, che contro di lui ha perso nettamente il duello ai punti. Proprio Inler sembra il maggiore indiziato che per cedere il posto al giovane centrocampista, anche se si tratterà di un processo graduale, e nonostante l'acquisto sia stato richiesto dall'infortunio di Behrami.

Con Jorginho arriva anche un rigorista, considerato che l'ex Verona ha già segnato in questo campionato tre reti e tutte dal dischetto.

Probabilmente, abbiamo detto, non sarà questo l'unico colpo di mercato degli azzurri, che inseguono altri calciatori. E' chiaro il messaggio della società di voler credere in una stagione che, nonostante l'eliminazione in Champions e la lotta scudetto sempre più difficile può ancora dire qualcosa per la formazione di Benitez. Inoltre, affidarsi ad un ragazzo del '91 vuol dire gettare le basi per un Napoli che in proiezione può essere sempre più forte.

La parola passa ora al campo. Senza il nuovo acquisto, domenica pomeriggio bisogna battere il Bologna.

mercoledì 15 gennaio 2014

Napoli-Atalanta 3-1

NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Britos, Reveillere; Inler, Radosevic; Insigne, Pandev (15' st Hamsik ), Callejón; Zapata. (26' st Higuain). (Reina, Colombo, Uvini, Fernandez, Dzemaili, Armero, Mertens). All. Benitez.
ATALANTA (4-5-1): Polito; Nica, Yepes, Benalouane, Del Grosso; Giorgi (39' st Cigarini), Baselli (31' st Stendardo), Cazzola, Kone; De Luca (17' st Marilungo), Livaja. (Frezzolini, Brivio, Lucchini, Migliaccio, Bonaventura, Moralez, Brienza). All. Colantuono.
ARBITRO: De Marco.
NOTE: spettatori 40.000 circa. Ammoniti Benalouane, Cazzola, Albiol, Livaja. Espulso Yepes al 31'st per somma di ammonizioni. Angoli 3-2 per il Napoli. Recupero: 2' pt, 2' st.

Non è stato certo il miglior Napoli della stagione quello che ha battuto in casa l’Atalanta, guadagnandosi così l’accesso ai quarti di finale di coppa Italia, in cui affronterà la Lazio.

In formazione rimaneggiata, il Napoli ha messo in luce le solite imprecisioni difensive, cui ha saputo sopperire, come di consueto, con una prestazione offensiva di altissimo livello.

Va sotto il Napoli ad inizio gara, subendo un clamoroso contropiede finalizzato da De Luca. Ma si riscatta un minuto dopo con la terza prodezza di Callejon: dopo quella con la Fiorentina e quella con il Catania, possiamo ormai affermare con certezza che questo giocatore ha dei numeri tecnici assurdi, e che i suoi gol non si possono definire fortunosi.

L’Atalanta è sembrata dura a morire, ma ci ha pensato poi il secondo gol di Insigne a tramortirla. La seconda rete consecutiva del gioiello napoletano è nata dopo una decisione arbitrale considerata giusta, ma non certo semplice da prendere, riguardo l’interpretazione di un fuorigioco di Higuain, considerato poi ininfluente.

Ci ha pensato poi ancora una volta Callejon, con la sua prima doppietta italiana, a mettere al sicuro risultato e qualificazione.

A fine mese ce la vedremo con la Lazio, nel frattempo ci si rituffa nel campionato.

martedì 14 gennaio 2014

Il primo scudetto del Napoli: regia di Ciccio Romano

foto: www.itasportpress.it


Non stiamo parlando di un film, ma di un sogno diventato realtà. 10 maggio 1987, data ormai storica per i colori azzurri: il Napoli conquista il primo scudetto della sua storia.

Tra tutti gli artefici di quella storica impresa, che ha in Maradona il massimo artefice, bisogna ricordare anche chi il suo apporto in quell'anno lo diede per soli cinque mesi, ma in maniera decisiva: Ciccio Romano.

Francesco Ciccio Romano fu acquistato dal Napoli nel mercato di riparazione, che a quei tempi si svolgeva a novembre, nel campionato 1986-87. Fu riportato all'ombra del Vesuvio (perché napoletano di nascita) da un certo Pierpaolo Marino. Al Napoli mancava un numero otto, uno, cioè che facesse da regista, disegnasse le geometrie, i lanci lunghi, i passaggi smarcanti, gli assist decisivi, prendesse la squadra per mano, per consentire così anche a Maradona di concentrarsi ulteriormente sulla fase offensiva.

L'identikit corrispondeva perfettamente a quello di Ciccio Romano prelevato dalla Triestina. Romano ha avuto la bravura di dare alla squadra intelligenza tattica, dettare i tempi, fare ordine in una formazione che poco prima i basava esclusivamente sull'estro dei vari Maradona, Careca, Giordano. Oltre a rompere il gioco degli avversari, ed a questo ci pensavano De Napoli e Bagni, ci voleva chi pensasse in mezzo al campo, ed a questo badò proprio Ciccio Romano.

Il risultato? Uno scudetto, come detto, e nello stesso anno anche la coppa Italia: per la conquista del trofeo nazionale per il Napoli c'è in più la soddisfazione di vincerla collezionando solo ed esclusivamente vittorie. Lascia poi prima della conquista della coppa Uefa, nella stagione 1988-89, per approdare al Torino.

Romano è stato un leader silenzioso in un Napoli finalmente vincente. Oggi fa il procuratore di alcuni calciatori professionisti.

La conquista del primo scudetto, è anche merito suo.



domenica 12 gennaio 2014

Verona-Napoli: le pagelle

Rafael 6: una sola parata, ma da campione su Toni. Sta crescendo e trovando sicurezza nei propri mezzi.

Maggio 7: la sua miglior partita di questa stagione. Ottimo in difesa, prezioso in attacco. Due situazioni da segnalare: splendida diagonale su contropiede del Verona, assist dalla destra per il gol di Insigne. Se rimane su questi livelli, ci sarà da divertirsi.

Fernandez 6,5: se l'è cavata bene su Toni, con mezzi più o meno leciti. Uno svarione iniziale risolto per fortuna senza conseguenze.

Albiol 6,5: preciso, puntuale, affidabile. Insomma: il giocatore che conosciamo. Quando Benitez gli chiede di stare più alto dà ance una mano al centrocampo.

Armero 5,5: Iturbe è troppo veloce, imprendibile per lui. rimedia in parte nel primo tempo con qualche interessante azione offensiva, ma è troppo poco in una gara ancora una volta pasticciona in difesa.

Inler 5,5: rinuncia al passaggio smarcante, spesso non ha il passo degli avversari in interdizione.
dal 83' Radosevic s.v.

Dzemaili 6,5: sicuramente più in palla rispetto a Inler, trova anche il tempo per segnare seguendo un magistrale contropiede.

Mertens 7: il suo gol è una magia. Destro a giro che passa tra due avversari, rubando il tempo a loro due e al portiere. In attacco è micidiale, ma in fase difensiva sta diventando indispensabile: copre ampi spazi di campo e argina come può gli avversari.

Pandev 5: sbaglia due gol clamorosi. Mai in partita, mai al centro del gioco.

dal 67' Insigne 6,5: per un napoletano trovare il primo gol in campionato dopo un intero girone proprio a Verona deve essere una grande soddisfazione. Lo è, sia per lui che per i tifosi. Ora deve trovare la continuità giusta per ritrovare i suoi livelli migliori.

Callejon 6: partita di maggiore contenimento oggi per lui. Vede poco la porta, sarà per la prossima volta.

Higuain 6: un paio di conclusioni parate, ma ancora una volta lavoro per la squadra.

dal 80' Britos s.v.

All.: Benitez 6,5: la squadra non ha subito reti. Se il centrocampo soffre l'assenza di uno come Behrami, ha apportato accorgimenti tattici utili a neutralizzare un buon Verona: Albiol più alto, difesa a fisarmonica, mediani a supporto delle fasce. Si è, inoltre, visto pressing alto anche nel secondo  tempo. Avanti così.

Verona-Napoli 0-3

foto: corrieredellosport.it

Hellas Verona (4-3-3): Rafael 6; Cacciatore 6, Maietta 5,5, Moras 5,5, Agostini 6; Hallfreðsson 5,5 (67′ Martinho sv), Jorginho 6,5, Rômulo 6; Iturbe 6,5 (81′ Donadel sv), Toni6, Juanito Gomez 5 (78′ Cacia sv). A disp.: Nicolas, Borra, Albertazzi, Laner, Donati, Cacia, Janković, Cirigliano, González, Marques. All.: Andrea Mandorlini.
Napoli (4-2-3-1): Rafael ; Maggio, Fernández, Albiol, Armero; Inler (83′ Radošević ), Džemaili; Mertens , Pandev  (67′ Insigne), Callejón; Higuaín (80′ Britos). A disp.: Contini, Colombo, Réveillère, Uvini, Bariti, Hamšík, Zapata. All.: Rafael Benítez.
Arbitro: Doveri di Roma
Marcatori: 27′ Mertens (N), 72′ Insigne (N), 76′ Džemaili (N).
Ammoniti: 84′ Džemaili (N), 85′ Cacciatore (HV).

Giulietta è... battuta!

Il Napoli rifila tre reti al Verona in casa propria e fa valere il superiore tasso tecnico il cinismo della grande squadra, al cospetto di un Verona ben organizzato e con interessanti individualità.

E' stato proprio il Verona a fare la partita nei primi venti minuti, ma il Napoli ha poi fatto capire come stavano veramente le cose, passando in vantaggio a ridosso della mezz'ora con una vera e propria perla di Mertens. Gran colpo a giro e palla sul secondo palo: magnifica.

Dopo il gol il Napoli ha ripreso la sua strada, portando avanti il gioco in maniera più fluida e sfruttando le fasce, soprattutto la sinistra.

Il Verona ha provato a ripetere lo stesso canovaccio anche ad inizio ripresa, ma anche in questo caso è stata punita molto presto. 

Punita da chi mai avrebbero voluto essere puniti: da un napoletano, Insigne, al suo primo gol in campionato. Insigne lo realizza proprio qui, a Verona, ribadendo in gol un cross dalla destra di Maggio, alla sua migliore gara in stagione.

Oltre al gol si vede un Napoli che, se a centrocampo soffre un po' in difesa se la cava bene: difesa alta nonostante Luca Toni, precisione, attenzione nonostante qualche piccolo sbandamento sulla fascia sinistra. L'assenza di Behrami si vede eccome, ma i ragazzi se la sono cavata bene. E proprio Dzemaili, sostituto di Behrami, ha trovato anche il tempo per confezionare il tre a zero della tranquillità.

Il Napoli vince, ma anche Juve e Roma volano con goleade: sono queste le tre squadre più forti del campionato: il Napoli è chiamato a fare del suo meglio, poi i conti si faranno alla fine.

giovedì 9 gennaio 2014

Napoli, parte la sfida a... Giulietta!

L'ultima volta che si sono incontrate era il 2007 e giocavano entrambe in serie B. Il Napoli si impose in trasferta per tre reti a una e ipotecò la promozione in serie A, raggiunta matematicamente la domenica successiva. Napoli e Verona da sempre, indipendentemente dalla categoria, offrono gare che lasciano il segno. Le due società possono vantare sfide scudetto, sfide promozione, ma anche gare utili per evitare la retrocessione. 

Nel mezzo, a fare da condimento, e che condimento, una rivalità tra le due tifoserie che è atavica, e spesso va oltre i limiti. Purtroppo, infatti, non ci si limita agli sfottò sul Vesuvio o sulle doti vere o presunte di Giulietta, quella insomma che nella tragedia di Shakespeare ama Romeo. 

La sfida con il Verona per i tifosi del Napoli non ha nulla a che vedere con quella contro il Chievo, la cui squadra sta emergendo solo nell'ultimo decennio, e non può ancora vantare storia e blasone dei più famosi cugini scaligeri. Con i gialloblù c'è una rivalità che supera addirittura quella con la Juve, e che si è sedimentata negli anni in cui si lottava entrambe per lo scudetto, e che di fronte alla quale nulla hanno potuto nemmeno gli scambi tra le società di alcuni giocatori, come ad esempio Garella, Giuliani, o Baroni, tanto per citarne alcuni.
In questa sfida tutta nuova targata 2014 il Napoli chiuderà il suo girone d'andata sfidando una squadra che è notevolmente in salute, e che ha disputato un girone d'andata ad alti livelli, scrollandosi subito di dosso l'etichetta di neopromossa, per vestire quella di formazione tra le rivelazioni di questa prima parte di stagione. Tra le sue file la formazione di Mandorlini ha giocatori di nome e dalla carriera brillante, che hanno ancora da dire al calcio, come Luca Toni, e giovanotti emergenti, come Iturbe e Jorginho.

Il Napoli incerottato di questi giorni, con un centrocampo a pezzi e una difesa che non ha ancora la sua quadratura, dovrà sudare sette camicie per riuscire a vincere in quello stadio. Contro il Chievo i ragazzi di Benitez ci sono riusciti, pur subendo due reti, ma quella di domenica pomeriggio sarà molto probabilmente un'altra partita.

O forse no.

Quello che conta è dare il massimo e vincere: Juve e Roma volano, noi siamo chiamato a fare altrettanto il più possibile.

martedì 7 gennaio 2014

Schwoch, un cuore napoletano nato a Bolzano

foto: calciatoricapelloni.wordpress.com

"Schwoch, Schwoch, Schwoch, alé, alé, alé!"

Sulle note di una canzone di Ricky Martin, che inneggiava al Mondiale di Francia '98, i tifosi del Napoli acclamavano, seppur dal palcoscenico minore della serie B, il loro idolo di quel tempo: Stefan Schwoch.

Nato a Bolzano, Schwoch è un attaccante rapido, veloce, con un grande senso del gol, ha disputato una stagione e mezzo con la  maglia del Napoli. Nonostante un periodo non proprio lungo, i tifosi, seppur li storpiavano spesso il nome in Swoch, (pronuncia di Swatch, come la nota marca di orologi), lo ricordano ancora oggi, perché lo associano principalmente alla promozione in serie A della stagione 1999- 2000 agguantata sotto la guida tecnica di Walter Novellino.

Schwoch arriva nella stagione precedente nel mercato di riparazione, quando allenava ancora Ulivieri, secondo era Walter Mazzarri, ai quali subentrò poi Enzo Montefusco. Schwoch si vede poco, fa molta panchina, poichè chiuso dalla coppia Murgita-Bellucci. Solo dopo il lungo infortunio proprio di Murgita, l'attaccante altoatesino comincia a macinare gol, ma non basta: il Napoli resta in B, e i sogni di promozione sfumano quasi subito.

L'anno dopo, con l'avvento in panchina di Walter Novellino, che aveva avuto Schwoch a Venezia, le cose cambiano, ed il buongiorno si vede dal mattino.

Il Napoli perde poco, offre un gioco non entusiasmante, ma concreto, e alla fine del campionato arriva secondo, conquistando la tanto agognata promozione in serie A. I gol di Schwoch incidono parecchio: sono ben ventidue, ed è fino a quel momento record di gol in campionato per un calciatore azzurro.

Nonostante l'avvento in massima serie, Schwoch non viene confermato dalla società azzurra, con dispiacere suo e dei tifosi. Considerato da sempre un calciatore di categoria (solo 2 reti in serie A per lui) resta in B, la sua categoria ottimale, appunto, e veste la maglia del Torino, per poi passare al Vicenza, squadra di cui sarà una bandiera fino a fine carriera.

Oggi Schwoch è un dirigente, e spesso lo si vede ospite nelle trasmissioni sul Napoli nelle reti regionali. Un legame, quello con la città, spezzato troppo presto, ma ancora vivo sia per lui che per la sua famiglia.

Nel cuore di chi ha vissuto quegli eventi tribolati per il Napoli, un po' di spazio per Schwoch, quell'attaccante dal nome impronunciabile e dai lunghi capelli, ci sarà sempre.


lunedì 6 gennaio 2014

Lorenzo, mantieni la calma!

foto: goal.com
Il gol non arriva, le prestazioni non sempre sono brillanti, anzi discontinue. Il 2014 è iniziato per Lorenzo Insigne esattamente come si era concluso il 2013.

Un paio di prestazioni da incorniciare, come quelle contro Roma e Juve in campionato, due in Champions coronate da gol, entrambe contro il Borussia, ma in campionato nemmeno un gol, e la percezione di un rendimento altalenante.

Il rendimento opaco di Insigne ha capovolto le gerarchie che Benitez aveva ad inizio stagione: da titolare inamovibile, si è visto scavalcare da Mertens, che ad ogni gara disputata fin qui è risultato puntualmente tra i migliori in campo. Contro la Samp, nella gara di oggi, si è rivelato addirittura decisivo per la vittoria finale, con una bella doppietta ed una prestazione nettamente all'altezza della situazione.

Se è vero che la concorrenza sana fa bene alla squadra, Insigne deve farne un suo motto di qui a fine stagione: se lui e il procuratore davanti ai microfoni dei giornalisti non fanno altro che ribadire ciò, specificando che il ragazzo è tranquillo e che il gol prima o poi arriverà, bisogna tradurlo in azioni concrete sul campo.

Se il tiro a giro non riesce, meglio sacrificarlo per un passaggio smarcante ad un compagno, se sotto porta è un periodo in cui si è inefficaci, meglio prediligere la copertura.


Il gol e le belle prestazioni prima o poi arriveranno, ma nell'attesa bisogna comportarsi sempre da professionisti, e fare sempre e comunque il bene della squadra.

Napoli-Sampdoria: le pagelle

Rafael 6: poco impegnato, ma se la cava bene.

Maggio 6: stavolta non sbanda, tiene e garantisce equilibrio.

Fernandez 6: poche sbavature, preciso e armato di lancio lungo.

Albiol 6: un solo sbandamento, nel primo tempo tende a rinculare e lo fa fare anche ai compagni di reparto. Nella ripresa cerca di più l'anticipo e le cose vanno meglio.

Reveillere 6: gara principalmente di copertura, nulla da segnalare.

dal 4' s.t. Armero 5,5: soliti sbandamenti clamorosi in copertura, per fortuna senza conseguenze. In attacco è confusionario.

Inler 6,5: gara principalmente di interdizione, ma senza Behrami era quello che ci voleva. Va bene così.

Dzemaili 6: come Inler, ma leggermente più impreciso nelle chiusure.

Mertens 8: una bella doppietta, ma anche giocate da trascinatore. Copre a centrocampo, propone in attacco azioni interessanti, regala finezze di tecnica sopraffina. In giornata di grazia, ma non solo: questo ragazzo può diventare grande.

Callejon 6,5: un tantino egoista sotto porta, ma sempre pericolosissimo, anche se stavolta più impreciso del solito.

dal 38' s.t. Radosevic s.v.

Insigne 5,5: impreciso, incaponito alla ricerca di un gol che non arriva, rischia di diventare un problema per il Napoli. Lui non lo è, ma deve rimanere tranquillo. Gioca in serie A e qui ci si comporta da professionisti.

Higuain 7: non segna, ma fa segnare Mertens, sfiora il gol e mette in movimento i compagni per la rete. E' indispensabile per il bel gioco della squadra. Il pubblico del san Paolo gli dedica una meritata standing ovation.

dal 31' s.t. Zapata s.v.

all.: Benitez 6,5: il Napoli deve acquisire maggiore cattiveria agonistica. Come nel secondo tempo, giocando così mette in atto gli schemi del tecnico, vince, e subisce poco. Il lavoro del tecnico azzurro deve continuare su questo aspetto, per poter tirar fuori il massimo da questo gruppo, sia senza che con eventuali innesti.

Napoli-Sampdoria 2-0


                               immagine: Corsport.it

NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Reveillere (4' st Armero); Inler, Dzemaili; Mertens, Callejon (38' st Radosevic), Insigne; Higuain (31' st Zapata). A disp.: Colombo, Contini, Uvini, Bariti, Pandev. All: Benitez
SAMPDORIA (4-2-3-1): Da Costa; Mustafi, Gastaldello, De Silvestri, Regini (27' st Costa), Palombo, Obiang, Soriano (20' st Sansone), Krsticic (32' st Pozzi), Eder, Gabbiadini. A disp.: Fiorillo, Renan, Rodriguez, Wszolek, Bjarnason, Maresca, Eramo, Poulsen, Fornasier. All. Mihajlovic
Arbitro: Banti
Ammoniti: Obiang, Regini, Higuain, Mertens, Mustafi, Zapata
Reti: 8' st Mertens, 17' st Mertens


Mertens trascina il Napoli alla prima vittoria del 2014. Alla luce del big match tra Juve e Roma, che ha visto un netto trionfo dei bianconeri, il Napoli  ora ufficialmente a caccia della seconda piazza, a due lunghezze dai giallorossi.

Partita dai due volti quella del san Paolo contro la Sampdoria. Il Napoli ha il pallino del gioco, ma sotto porta sbaglia clamorosamente. Dopo dieci minuti Higuain si fa parare un rigore in movimento.

Nella ripresa gli azzurri si armano della grinta necessaria e, in una situazione praticamente identica a quella del primo tempo, vanno in vantaggio. Palla di Higuain al centro per Mertens, che stavolta mette a segno il rigore in movimento.

Il belga raddoppia poco dopo con una bella punizione, sfruttando la complicità del portiere della Samp, Da Costa.

Dopo il secondo gol il Napoli è venuto fuori nel modo giusto: ha controllato il gioco, ha sfiorato la terza marcatura, ma soprattutto è riuscito a controllare gli avversari in difesa, ad eccezione di qualche piccolo sbandamento.

L'inizio d'anno è buono, ora occorre continuare.

Pro-memoria per il Napoli per questo 2014: per vincere bisogna armarsi di tanto fattore K.