lunedì 28 settembre 2009

De Laurentiis licenzia Marino

Napoli-Siena 2-1

Napoli: De Sanctis, Cannavaro, Contini, Aronica (1' st Rinaudo), Maggio, Gargano, Cigarini (23' st Pazienza), Hamsik, Datolo, Lavezzi (45' st Hoffer), Quagliarella. A disp. Iezzo, Zuniga, Bogliacino, Denis. All. Donadoni

Siena: Curci, Rosi, Terzi, Brandao, Del Grosso, Vergassola, Codrea, Fini (40' st Paolucci), Ghezzal (30' st Reginaldo), Jajalo (18' st Caiaò), Maccarone. A disp. Pegolo, Rossi, Jarolim, Ekdal. All. Giampaolo

Arbitro: Valeri di Roma
Marcatore: 4' st Hamsik (N), 11' st Maccarone (S), 19' st Hamsik (N)
Note: ammoniti Vergassola, Aronica, Codrea, Ghezzal, Datolo



Quando le cose in un’azienda vanno male qualcuno deve pagare. Ed è giusto che paghi il direttore generale. Pierpaolo Marino lascia il Napoli dopo cinque ani, tanti meriti, ma anche tante responsabilità. Lui, che ha svolto il ruolo di raccordo tra società e squadra, con l’obiettivo di snellire uno staff che lo vedeva plenipotenziario e totale fiduciario del presidente De Laurentiis.

Marino va via, de Laurentiis lo licenzia, ma perché adesso, ad inizio campionato, e non la scorsa stagione, quando pure erano venuti fuori gli errori fatti in sede di calcio mercato? E perché tramite i giornalisti? Il presidente mostra ancora una volta i suoi gravissimi limiti caratteriali, nonché di gestione delle risorse, anche umane. Prima dà totale fiducia al suo direttore, poi lo critica e dice che al suo posto non avrebbe fatto quelle scelte, tra l’altro davanti alla stampa, che ormai collega al presidente azzurro un mezzo per vendere molte copie il giorno successivo. Che risenta del ritmo e del pathos cinematografico è chiaro, ma il presidente così facendo rischia di rovinare il Napoli.

Nessuno può negare quanto stia facendo per la squadra in termini economici, ma il metodo è da contestare e da biasimare. Oggi ha liquidato il direttore prima in tv, poi di persona, e a breve potrebbe fare con il tecnico Donadoni. Il tecnico non sta dando il massimo perché il massimo non è, anche se quello che sta facendo non è tutto da buttare. Se non altro, come l’anno scorso, ha contribuito a valorizzare certi giocatori che sembravano ex. Dopo la sofferta vittoria sul Siena per due a uno, grazie ad una doppietta del solito Hamsik, il Napoli si prepara ad affrontare la Roma, altra squadra per la quale è sempre più vietato sbagliare. Occorre una netta inversione di tendenza, anche se la squadra, stando almeno alle dichiarazioni, sembra essere con il tecnico.

Marino ha sbagliato tanto, e la squadra incompleta e a tratti monca, pur con ottimi elementi, ne è la testimonianza concreta. Il tecnico si ostina con questo modulo, ma qualcosa di può fare per riprendersi, sotto ogni punto di vista.

Ora che il presidente sceglierà il sostituto, o magari i sostituti di Marino (de Laurentiis vorrebbe, infatti, sia un direttore generale che un direttore sportivo), si dovrà remare tutti nella stessa direzione. Il patrion deve parlare meno e agire di più: scegliere la persona giusta e non intromettersi nel suo lavoro, e non abbandonarsi alla logorrea davanti ai microfoni. La rovina del Napoli, dopo tanto di buono, potrebbe rischiare di essere anche lui.

giovedì 24 settembre 2009

Le pagelle di Inter-Napoli

De sanctis 5: sta dando poco: basta vedere come interviene sulla palla in occasione del terzo gol. Da punire

Santacroce 5,5: Milito gli sfugge nel momento decisivo, anche se è in fuorigioco. Per il resto se la le cattive.
15’ s.t. Aronica 6: ci mette il mestiere quando non serve più.

Cannavaro 6: qualche rinvio corto, per lui all’ordine del giorno, ma per il resto se la cava.

Contini 6: concreto e preciso

Maggio 6: tanta volontà e cross precisi nel primo tempo, ma non lo seguono

23’ s.t. Denis s.v.: non incide

Gargano 5: irrita quanto riesca ad essere al tempo stesso generoso di correre verso la palla per rubarla e impreciso da perderla due secondi dopo.

Bogliacino 4: disastro totale nel ruolo di regista stavolta. Gli sfugge di mano il centrocampo, sia in difesa che in attacco.

40’ s.t. Pazienza s.v.

Hamsik 5: è giornata no, quindi si nasconde

Zuniga 4: Maicon lo mortifica a sinistra, e fa praticamente quello che vuole. Si sposta a destra ma non si accorge quasi del cambiamento: la musica non cambia.

Lavezzi 6: segna e si impegna, ma fin quando continuerà a partire da troppo lontano sarà sempre un mezzo giocatore, o almeno inciderà la metà di quanto può fare.



Donadoni 4: si sta avviando verso l’esonero. Continua con il suo atteggiamento dimesso, e la squadra lo segue, almeno in questo. Non si scuote e non scuote il gruppo, continuando così ha le ore contate.

Inter-Napoli 3-1

Inter: Julio Cesar, Maicon, Lucio (44' st Cordoba), Samuel, Chivu, Stankovic, Cambiasso, Zanetti, Sneijder (1' st Muntari), Milito, Eto'o (45' st Mancini). A disp. Toldo, Vieira, Santon, Balotelli. All. Mourinho
Napoli: De Sanctis, Santacroce (15' st Aronica), Cannavaro, Contini, Maggio (23' st Denis), Gargano, Bogliacino (40' st Pazienza), Hamsik, Zuniga, Lavezzi, Quagliarella. A disp. Iezzo, Grava, Cigarini, Hoffer. All. Donadoni
Arbitro: Trefoloni di Siena
Marcatore: 3' pt Eto'o (I), 5' pt Milito (I), 33' pt Lucio (I), 37' pt Lavezzi (N)
Note: ammoniti Stankovic, Contini, Bogliacino, Maicon


Testicolo: ciascuna della due ghiandole di riproduzione maschile (dizionario Garzanti). Dedicato al Napoli che ha “giocato” e perso contro l’Inter. L’artefice della riproduzione maschile è parte in causa sia per assenza, sia per eccessiva presenza. In campo di testicoli se ne sono visti almeno undici, quattoridici se si includono i tre ingressi in corso, ed a ciascuno dei quattordici in campo sono mancati i propri. Di testicoli, s’intende.

Da questa situazione di eccesso / deficienza testicolare non poteva che venir fuori una non partita come quella del Napoli. Stesso discorso vale per l’allenatore, che ormai è arrivato alla frutta: probabilmente alle ciliegie, che sempre ai testicoli fanno pensare.

Tramortiti dopo solo due minuti da una raffica di tiri, uno dei quali finito in rete davanti ad una marea di organi riproduttori imbambolati, e occupati a chiedere un fuorigioco che non esisteva. Come dei testicoli, o forse come l’omologa di genere femminile, si facevano penetrare in occasione del secondo gol, per tornare testicoli per la terza rete.

Solo il solito Lavezzi metteva a segno la rete dell’orgoglio, perché è l’unico che, seppur inconcludente, ha provato un po’ a rompere la monotonia ed il giramento di chi guardava. Giramento di cosa? Ma di testicoli, naturalmente. L’Inter vince e si riposa grazie ad uno spumeggiante primo tempo e nulla più. Il Napoli dopo sole cinque gare già si interroga se è in grado di ottenere una salvezza tranquilla. La media punti e gol subiti è da retrocessione. Considerati i nomi in campo sembra impensabile, anche perché il campionato è lungo, ma continuando così la serie A non aspetta, e le cose inizieranno a mettersi male. Domenica si torna a giocare e occorre cambiare. Non dico cosa, ma qualcosa, se non tutto. E non è proprio il caso di sentir parlare di errori arbitrali. Per vincere bisogna tirar fuori le palle, e voi non lo avete ancora fatto, coglioni!

lunedì 21 settembre 2009

Donadoni, passa alla difesa a 4!

Ora è il momento di cambiare. Dopo tanti tentennamenti, silenzi, scarsa voglia di reagire, di caricare la squadra, perché non lo ha tra le proprie corde, Donadoni potrebbe dare una svolta alla stagione del Napoli, ed alla propria (viste le prime avvisaglie di ira funesta di de Laurentiis). Per questo Donadoni deve iniziare a pensare ad un cambio di sistema di gioco e dare finalmente spazio alla difesa a 4.

Se in porta De Sanctis ha da migliorare nelle uscite, e deve farlo presto, perché alle suye spalle ha Iezzo che è un portiere di tutto rispetto, in difesa vanno cambiate un po’ di cose. Anzitutto Cannavaro va messo in discussione, e non considerato titolare inamovibile. Su questa tendenza Donadoni sembra già essersi mosso, dopo aver dato spazio a Rinaudo dal primo minuto, costretto poi ad uscire per infortunio nella gara contro l’Udinese. Vista la buona prova di Santacroce di sabato, il ragazzo va promosso titolare, cercando di tollerare i suoi eccessi, o provando a sedarli con un po’ di psicologia, sulla quale il silenzioso Donadoni sembra abbastanza ferrato.

Contini se la sta cavando e deve restare dove sta, esattamente come Campanaro, che assicura, oltre alla solidità in difesa, anche una certa esperienza nel gioco offensivo, dove non si tira indietro, e assicura a Maggio una certa copertura per le proprie sfuriate offensive. Accanto a questi tre va promosso Aronica. Le sue caratteristiche di esterno sinistro possono garantire la stessa cosa che Campagnaro garantisce a destra. A centrocampo il ruolo cardine che deve cambiare sarà quello di Datolo. L’argentino ce la sta mettendo davvero tutta in un ruolo non suo, ed in questo nuovo modulo, potrebbe essere supportato dalla copertura di Aronica, e dedicarsi con maggiorei intensità al gioco offensivo, arrivare a fondo campo e dare palle giocabili per gli attaccanti. Accanto a lui, centrale, uno tra Gargano e Cigarini. Se l’ex atalantino fatica a trovare la condizone, potrebbe partire col fare posto all’uruguaiano, che sicuramente dà il suo apporto senza risparmio, seppur spesso rischia di strafare facendo danni. Accanto a quest’ultimo Maggio, che può dare il suo apporto alla fase offensiva, o Zuniga, abituato invece al gioco più difensivo. Hamsik, a questo punto, sarebbe promosso trequartista, alle spalle di Quagliarella e Lavezzi, con quest’ultimo che sarebbe finalmente, e letteralmente,. Costretto a giocare sotto porta dove è realmente pericoloso, e non a partire da lontano come è abituato a fare.

Una squadra troppo offensiva e poco equilibrata? Per niente. La compattezza difensiva con un uomo in più, la bravura di Gargano nel contrastare il gioco avversario, e il sacrificio di almeno uno degli attaccanti potrebbe ovviare a questo problema. Senza contare le misure che il tecnico può varare in corso d’opera. Certo, uno come Blasi in questo schema avrebbe fatto comodo, esattamente come Mannini, che da quando ha cambiato gioco sta segnando gol a grappoli.

Mercoledì sera c’è l’Inter, una gara verità non sulla stagione, sarebbe troppo, ma sull’opportunità di cambiare sì, e Donadoni non può far finta di nulla.

domenica 20 settembre 2009

Le pagelle di Napoli-Udinese

De Sanctis 6,5: due parate importanti riscattano la partitaccia di domenica scorsa

Santacroce 6,5: preciso e pulito, ottimo rientro, ora se mette la testa a posto lotterà per la maglia da titolare

Rinaudo 6: fa il compitino dopo tante lacrime per le esclusioni, esce per infortunio

Dal 5’ s.t. Cannavaro 6: la panchina gli fa bene, non sbaglia.

Contini 6: concreto e deciso come sempre

Zuniga 5,5: sta bloccato sulla linea difensiva, troppo poco per lui.

Gargano 6: ce la mette tutta ma sbaglia ancora troppo.

Cigarini 5: lontano parente da quello che entusiasmava all’Atalanta e esaltava l’under 21

Hamsik 5,5: si nasconde come nelle sue gare peggiori, e stavolta sotto porta non è freddo.

Datolo 6,5: sta facendo di tutto per imparare a giocare da esterno sinistro. Gli effetti sono buoni, poi il tecnico lo sostituisce a sorpresa.
Dal 28’ s.t. Grava s.v.


Lavezzi 6,5: ripresa fiammante, nel suo stile, ma troppa sfortuna e solitudine offensiva.

Quagliarella 5,5: sbaglia nel momento decisivo, poco servito.

All. Donadoni 5: deve motivare di più i suoi calciatori. Dopo quattro giornate rischia già l’esonero. Forse riflettere su un cambio di modulo potrebbe essere una scelta decisiva per invertire la tendenza.

Napoli-Udinese 0-0

Napoli: De Sanctis, Santacroce (27' st Hoffer), Rinaudo (5' st Cannavaro), Contini, Zuniga, Gargano, Cigarini, Hamsik, Datolo (38' st Grava), Lavezzi, Quagliarella. A disp. Iezzo, Maggio, Bogliacino, Denis. All. Donadoni
Udinese: Handanovic, Zapata (20' st Lodi), Coda, Domizzi, Lukovic, Isla, D'Agostino, Inler, Pepe (27' st Sanchez), Floro Flores (34' st Corradi), Di Natale. A disp. Belardi, Felipe, Sammarco, Zimling. All. Marino
Arbitro: Saccani di Mantova
Note: ammoniti Floro Flores, Handanovic

Un Napoli brutto, tristemente brutto, quello visto sabato nell’anticipo del San Paolo contro l’Udinese finito a reti inviolate. Calo nel gioco, nelle idee, nella grinta, e gara che si trascina lenta ad un pareggio quasi inutile. Solo nel finale, grazie a sortite del solito Lavezzi, la gara ha preso vivacità, ma gli errori sotto porta hanno fatto da padroni, e, a conti fatti, visto anche il gol annullato a Di Natale c’è anche da stare contenti.

Cosa è mancato? Sono mancati la voglia di fare, il collegamento tra i reparti, normale conseguenza di un’azione offensiva accompagnata da tutto il gruppo, e che porta ad azioni corali, e quindi spettacolari. Nel primo tempo timide sortite di Hamsik, volenterose ma imprecise cariche di Gargano, generose le galoppate di un Datolo encomiabile, ma poco o niente sotto porta. Nella ripresa, invece, La vezzi finalmente si sveglia e prende per mano la squadra, ma una volta in possesso di palla i compagni sembrano rifiutarsi di seguirlo, e il suo partire da lontano, risaputamene controproducente, ha prodotto ancora meno: un tiro di Hamsik a colpo sicuro mandato alle stesse, una conclusione sbilenca di Quagliarella a portiere battuto.

Donadoni? Il solito. Resta seduto per quasi tutta la gara e quando fa i cambi manda in panchina Datolo, proprio uno dei migliori in campo, schiera Hoffer al posto di un difensore, creando un tridente che nel Napoli, per come gioca, non può esistere.
A proposito di modulo, il tecnico dovrebbe iniziare a pensare ad un cambio, che potrebbe essere l’ancora di salvezza per la sua panchina già bollente. Il neo consigliere di Lega de Laurentiis potrebbe prendere qualche provvedimento nei suoi confronti.

Se riesce a dare nuovo entusiasmo alla squadra, questo zoppicante inizio di stagione può essere capovolto facilmente da Donadoni.

lunedì 14 settembre 2009

Disastro Napoli

Genoa: Amelia, Biava, Moretti, Papastathoupoulos, Rossi, Zapater, Milanetto (32' st Kharja), Criscito, Mesto, Floccari (13' st Crespo), Sculli (1' st Palacio). A disp. Scarpi, Fatic, Esposito, Tomovic. All. Gasparini
Napoli: De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Contini, Maggio, Pazienza, Cigarini (13' st Gargano), Hamsik, Aronica, Quagliarella, Pià (13' st Lavezzi). A disp. Iezzo, Grava, Rinaudo, Bogliacino, Hoffer. All. Donadoni
Arbitro: Tagliavento di Terni
Marcatore: 42' pt Hamsik (N), 50' pt Floccari rig. (G), 10' st Mesto (G), 30' st Crespo (G), 44' st Kharja rig (G)
Note: espulsi al 28' pt Criscito (G) per proteste, al 50' pt Campagnaro per doppia ammonizione, al 43' st Aronica per fallo da ultimo uomo. Ammoniti Contini, Cannavaro, Sculli, Maggio

Il Genoa ci ha purgati ancora, alla faccia del gemellaggio che domenica sera si è visto veramente poco, in campo più che sugli spalti. Il Napoli è tornato quello dello scorso anno, senza orgoglio, senza carattere, senza capacità di reazione, capace di durare solo un tempo, ed offrendo spettacolo solo a sprazzi, quasi i suoi gioielli volessero fare le star capricciose restando a mezzo servizio.
Il posticipo della terza giornata di campionato ha offerto sì una nuova prova negativa della classe arbitrale, con Tagliavento capace di concedere un rigore che lo stesso responsabile degli arbitri, Collina, ha definito come inesistente. Ciononostante, però, si è visto un Napoli troppo deludente. In vantaggio, si è fatto recuperare e battere con una lezione sonora, esagerata, immeritata, ma pur legittimata da un Genoa cinico e voglioso di non farla vinta all’avversario, come proprio il Napoli dovrebbe fare.

Il Napoli invece non ha carattere, ha poca grinta, ed il suo tecnico, considerato il carattere, non sa né saprà mai trasmetterla al gruppo. Considerati gli errori commessi, la squadra è scollacciata nei reparti, con difesa e centrocampo che fanno fatica a restare uniti, isolando, a loro volta, l’attacco, dove Pià ha offerto una buona prova di sacrificio, Quagliarella è costretto a fare la prima punta che non è e Lavezzi, forse affaticato più che punito, è entrato a partita in corso incidendo veramente poco.

Questo quadretto disperato si aggiunge il portiere De sSanctis, che, esattamente come a Palermo, ha offerto ancora una prova disastrosa, sia nelle uscite che tra i pali. Nel primo caso ha forti responsabilità sul rigore provocato da Campagnaro, mentre per quel che riguarda il secondo aspetto, ha seguito solo con gli occhi la traiettoria di mesto, che ha messo a segno il secondo gol genoano. Che il Napoli sia privo di carattere e di leader è dimostrato anche dal fatto che, a fronte di tre rigori contro in tre partite giocate, nessuno degli azzurri ha accennato la minima protesta. Giusto essere corretti, ma almeno far sentire le proprie ragioni non guasta. Lo hanno fatto i genoani, Sculli su tutti, finendo per intimidire l’arbitro.
E’ servita a poco la terza perla in tre partite di Hamsik, vanificata da una squadra veramente disastrosa.

Sabato contro l’Udinese il Napoli è chiamato, dopo solo quattro giornate, alla prima prova della verità. La panchina del tecnico Donadoni inizia già a vacillare. In attesa delle sfuriate del presidente de Laurentiis, che faranno vendere qualche giornale in più, la squadra deve ritrovare la propria compattezza interna. Chi piange perché gioca ora, con la difesa da reinventare, può giocarsi le sue carte e dimostrare quanto vale.

La serie A non perdona, ed il Napoli non ha tempo, deve tornare al più presto vincente.

domenica 6 settembre 2009

Guardate che Datolo! E sono due!

Due gol in due partite. E che gol! Jesus Datolo si riscopre goleador in nazionale. Un'altra perla, seppur ininfluente ai fini del risultato (tre a uno per il Brasile) lo tiene per adesso con una media gol di uno a partita con la maglia della seleccion di Maradona.

Con la maglia della propria nazionale Datolo mette in luce tutt'altro piglio, anche se nelle ultime uscite con il Napoli non si è comportato male. La sua brillantezza si deve al fatto che con l'Argentina gioca nel suo ruolo naturale, interno sinistro ne 4 - 4 - 2 puro, cosa che gli permette di gestire la fase offensiva con maggiore autonomia, dovendo coprire solo a centrocampo quando gli avversari attaccano. Nel Napoli un ruolo più o meno simile è ricoperto a Hamsik, mentre l'argentino viene relegato alla fascia sinistra.

In attesa che trovi lo smalto giusto, adattandosi ad un modulo che difficilmente cambierà, ci godiamo il suo gol. E non si esclude che Donadoni, impressionato dalle prive dell'argentino, non decida di cambiare modulo, permettendogli finalmente di esprimersi al meglio.


Grazie, Montervino

Prima, durante e dopo la resurrezione del Napoli c’era lui: Francesco Montervino, capitano del Napoli. Ora il capitano è della salernitana, a titolo definitivo. Il trasferimento, e la maglia che l’ex capitano è andato a vestire non fanno certo piacere ai tifosi del Napoli, ma per quello che ha dato dentro e fuori dal campo, e per come si è congedato da Napoli, non certo per sua volontà ma della società, non possiamo che dire grazie a questo ragazzo.

Complimenti gliene abbiamo fatti già l’anno scorso, quando entrava in campo per dare il suo apporto quasi sempre a partita iniziata, e, se chiamato titolare, non si tirava indietro, regalando sempre prestazioni di grande sacrificio. All’ultima di campionato, poi, il primo gol in serie A, segnato con la maglia azzurra, ed un’emozione senza eguali, benchè la rete contasse veramente poco in una stagione ormai malandata e compromessa.

Ci è piaciuto molto il modo con cui si è accomiatato, ringraziando, e attestando come non mai la stima per la città in senso lato. Qui ci sono i suoi affetti: la moglie ed i figli, che vivranno qui e qui continueranno ad andare a scuola. Tra andata e ritorno, poco più di un centinaio di chiolometri lo separeranno da casa. Si può fare, A3 permettendo. Avrà modo di divere il Napoli dall’esterno, forse da tifoso, perchà le due squadre non si affronteranno.

Siamo noi che ringraziamo te, capitano.