lunedì 14 settembre 2009

Disastro Napoli

Genoa: Amelia, Biava, Moretti, Papastathoupoulos, Rossi, Zapater, Milanetto (32' st Kharja), Criscito, Mesto, Floccari (13' st Crespo), Sculli (1' st Palacio). A disp. Scarpi, Fatic, Esposito, Tomovic. All. Gasparini
Napoli: De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Contini, Maggio, Pazienza, Cigarini (13' st Gargano), Hamsik, Aronica, Quagliarella, Pià (13' st Lavezzi). A disp. Iezzo, Grava, Rinaudo, Bogliacino, Hoffer. All. Donadoni
Arbitro: Tagliavento di Terni
Marcatore: 42' pt Hamsik (N), 50' pt Floccari rig. (G), 10' st Mesto (G), 30' st Crespo (G), 44' st Kharja rig (G)
Note: espulsi al 28' pt Criscito (G) per proteste, al 50' pt Campagnaro per doppia ammonizione, al 43' st Aronica per fallo da ultimo uomo. Ammoniti Contini, Cannavaro, Sculli, Maggio

Il Genoa ci ha purgati ancora, alla faccia del gemellaggio che domenica sera si è visto veramente poco, in campo più che sugli spalti. Il Napoli è tornato quello dello scorso anno, senza orgoglio, senza carattere, senza capacità di reazione, capace di durare solo un tempo, ed offrendo spettacolo solo a sprazzi, quasi i suoi gioielli volessero fare le star capricciose restando a mezzo servizio.
Il posticipo della terza giornata di campionato ha offerto sì una nuova prova negativa della classe arbitrale, con Tagliavento capace di concedere un rigore che lo stesso responsabile degli arbitri, Collina, ha definito come inesistente. Ciononostante, però, si è visto un Napoli troppo deludente. In vantaggio, si è fatto recuperare e battere con una lezione sonora, esagerata, immeritata, ma pur legittimata da un Genoa cinico e voglioso di non farla vinta all’avversario, come proprio il Napoli dovrebbe fare.

Il Napoli invece non ha carattere, ha poca grinta, ed il suo tecnico, considerato il carattere, non sa né saprà mai trasmetterla al gruppo. Considerati gli errori commessi, la squadra è scollacciata nei reparti, con difesa e centrocampo che fanno fatica a restare uniti, isolando, a loro volta, l’attacco, dove Pià ha offerto una buona prova di sacrificio, Quagliarella è costretto a fare la prima punta che non è e Lavezzi, forse affaticato più che punito, è entrato a partita in corso incidendo veramente poco.

Questo quadretto disperato si aggiunge il portiere De sSanctis, che, esattamente come a Palermo, ha offerto ancora una prova disastrosa, sia nelle uscite che tra i pali. Nel primo caso ha forti responsabilità sul rigore provocato da Campagnaro, mentre per quel che riguarda il secondo aspetto, ha seguito solo con gli occhi la traiettoria di mesto, che ha messo a segno il secondo gol genoano. Che il Napoli sia privo di carattere e di leader è dimostrato anche dal fatto che, a fronte di tre rigori contro in tre partite giocate, nessuno degli azzurri ha accennato la minima protesta. Giusto essere corretti, ma almeno far sentire le proprie ragioni non guasta. Lo hanno fatto i genoani, Sculli su tutti, finendo per intimidire l’arbitro.
E’ servita a poco la terza perla in tre partite di Hamsik, vanificata da una squadra veramente disastrosa.

Sabato contro l’Udinese il Napoli è chiamato, dopo solo quattro giornate, alla prima prova della verità. La panchina del tecnico Donadoni inizia già a vacillare. In attesa delle sfuriate del presidente de Laurentiis, che faranno vendere qualche giornale in più, la squadra deve ritrovare la propria compattezza interna. Chi piange perché gioca ora, con la difesa da reinventare, può giocarsi le sue carte e dimostrare quanto vale.

La serie A non perdona, ed il Napoli non ha tempo, deve tornare al più presto vincente.

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