sabato 3 aprile 2010

Edy Reja: un signore della panchina

Ci mancava la sua testa canuta, le sopracciglia nere un po’ inarcate verso il basso, il suo masticare nervoso. Edy Reja oggi ha giocato per la prima volta da avversario del Napoli dopo cinque anni di gioie e dolori, ma comunque indimenticabili. Un avversario atipico per il Napoli, considerando quello che ha dato alla causa azzurra.

Nella sua storia, prima e dopo il fallimento, il Napoli ha avuto una marea di allenatori, e soprattutto negli ultimi anni la panchina azzurra sembrava il percorso infuocato di Giucas Casella, tanto scottava e vedeva un valzer di alternanze. Edy Reja, però, è stato capace di lasciare il segno. Come allenatore e come uomo.

Come allenatore è difficile dimenticare quanto ha fatto per portare il Napoli dalla C alla A. Con il suo carattere è riuscito a costruire un gruppo, che oggi ancora lo adora: basti pensare al simpatico siparietto che ha avuto con Lavezzi oggi pomeriggio, nell’intervallo della gara con la Lazio.

Come uomo, ha stupito il suo carattere mediterraneo, che ha saputo diventare parte integrante di una Napoli che l’ha stimato da subito, apprezzando un uomo che ha stile, cuore e grande impegno per la causa azzurra.

A vederlo oggi sulla panchina della Lazio, con la sciarpa laziale, ha fatto un certo effetto. Nonostante c’è grande stima verso Mazzarri, ci è venuta la nostalgia di Reja, che quasi quasi rivorremmo qui. Il suo stile, la sua grinta e la sua esperienza, ci auguriamo tornino prima o poi nuovamente utili alla causa azzurra. Se non sulla panchina, anche in un altro ruolo.

Grazie di tutto Reja, oggi si è pareggiato, e sotto sotto siamo contenti che sia finita così, senza che nessuno si sia fatto troppo male. Un omaggio ti era doveroso, perché un grande come te non si dimentica facilmente.

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