venerdì 9 aprile 2010

Lavezzi prima punta, ne vale proprio la pena?

Nell’ultimo mese la principale novità tattica del Napoli di Mazzarri è la nuova posizione del Pocho Lavezzi, schierato in campo da prima punta. L’argentino è ultimo terminale offensivo del Napoli, supportato da Quagliarella e Hamsik, che agiscono da esterni, e accompagnano l’azione offensiva.

Con questa soluzione tattica, nata insieme alla nuova posizione di Campagnaro da esterno, mister Mazzarri ha risolto in un sol colpo le emergenze a sinistra del Napoli, ed al contempo è riuscito finalmente a dare profondità, e forse anche maggiore pericolosità, al gioco di Lavezzi, che da sempre, come già Reja e Donadoni lamentavano, stava troppo lontano dalla porta.

Il pocho ora è la prima punta, e la nuova posizione ha portato due gol in quattro partite: una buona media, considerando anche che prima di agire in questo nuovo ruolo aveva segnato solo due gol, mentre ora è a quattro. Sembra una coincidenza, ma in realtà non lo è, sono tornati al gol sia Quagliarella che Hamsi, quest’ultimo è addirittura capocannoniere del Napoli, ed è riuscito a battere il proprio record assoluto di reti in serie A a stagione.

Tutti sappiamo, però, quanto Lavezzi, con il suo dribbling e la sua velocità, dia valore aggiunto alla manovra offensiva azzurra, e questo sta venendo a mancare perché il Pocho non partecipa più all’azione come prima, anzi deve preoccuparsi della conclusione, e magari, tutt’al più, di qualche scambio in velocità con Quagliarella o Hamsik. Lo si è visto principalmente nella gara contro la Lazio: Lavezzi è stato spesso isolato dal gioco, privo di rifornimenti offensivi, ha avuto pochi palloni giocabili, ed ha tirato poche volte in porta.

Un giocatore come Lavezzi, insomma, non si cambia di posizione molto facilmente, soprattutto quando agisce in un ruolo fin troppo strategico per il gioco offensivo della propria formazione.

Mazzarri non è uno sprovveduto, ma pare, soprattutto nelle ultime gare, di non voler rischiare più di tanto. Un po’ ha perso la verve di spregiudicatezza che lo faceva rischiare spesso il tutto per tutto in alcune situazioni della gara che spesso si risolvevano in suo favore. E’ probabilmente per questo che non sperimenta alcune soluzioni tattiche come, ad esempio, rivedere a partita in corso le posizioni in campo degli attaccanti.

Lavezzi, ad esempio, non è detto che adesso debba necessariamente fare la prima punta. Non dimentichiamo le sue caratteristiche, è tutt’altro che prima punta.. Senza contare che Mazzarri ha una prima punta, unica e vera, che è German Denis, che nelle ultime gare sta collezionando spezzoni di partita, e che ha dimostrato quanto può essere decisivo a partita in corso. Sacrificare, a partita in corso, Quagliarella, facendo posto a Denis e arretrando Lavezzi sulla trequarti non è una bestemmia, né si rischierebbe poi tanto. Ci pensi Mazzarri, invece di pensare a difendere un pareggio come ha fatto con la Lazio, quando ha inserito Rinaudo per un acciaccato Maggio, operato al menisco, che rientrerà, appunto, a maggio.

Il Napoli è una squadra che ha cuore, che lotta fino alla fine e che fino alla fine crede nel successo. Questo ritrovato spirito, che tanto piace ai suoi tifosi, lo deve molto al temperamento del suo tecnico, oltre che alle doti di alcuni suoi calciatori. E’ improponibile, proprio per questo, snaturare questa indole e andarvi contro, ma sarebbe giusto, invece, assecondarla come si è fatto per buona parte del girone di andata. Magari a cominciare proprio dalla gara contro il Parma…

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