Napoli: De Sanctis, Campagnaro, Aronica, Britos (17' st
Zuniga), Maggio, Gargano, Inler (1' st Hamsik), Dossena (26' st Vargas),
Dzemaili, Pandev, Cavani. A disp. Rosati, Fernandez, Grava, Donadel. All.
Mazzarri
Cesena: Antonioli, Moras (16' st Rossi), Von Bergen,
Rodriguez, Comotto, Colucci, Parolo, Martinho (11' st Guana), Pudil, Rennella,
Malonga (33' st Martinez). A disp. Ravaglia, Ceccarelli, Arrigoni, Guana,
Lolli. All. Arrigoni
Arbitro: Banti di Livorno
Note: ammoniti Inler, Hamsik, Gargano, Britos, Von Bergen,
Pudil, Dzemaili. Espulso al 30' st il tecnico del Cesena Arrigoni
Più che prendersela con l’arbitro
bisogna prendersela con se stessi. Partite come quelle contro il Cesena vanno
vinte dalle grandi squadre, anche se gli avversari si difendono in dieci, anche
se fa freddo e non si può giocare bene, anche se mancano le idee, la voglia, la
lucidità.
Ma il Napoli non è ancora una
grande squadra, è una buona, buonissima squadra che deve ancora crescere, non
solo sul piano tecnico, ma su quello mentale. E quindi bisogna aspettare, non
sfasciare tutto, e non dare addosso a questi ragazzi che sono sempre e comunque
una squadra che, quando sta bene, entusiasma, esalta.
Manca Lavezzi, ma Vargas non è
dispiaciuto: Pandev e Cavani sembrano ispirati, ma non è bastato. Ancora un
pari, senza reti, e si scende giù in classifica.
Ma non spariamo sulla squadra,
non spariamo sull’allenatore e soprattutto non spariamo sul presidente:
ricordiamo quanto di buono fatto, e quanto possiamo ancora fare.
Proprio adesso, è il caso di
dirlo, non bisogna mollare.
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