sabato 7 novembre 2009

Catania-Napoli 0-0

Catania: Andujar, Potenza, Terlizzi, Bellusci (41' pt Augustyn), Izco, Biagianti (43' st Pesce), Carboni, Llama (21' st Plasmati), Alvarez, Mascara, Morimoto. A disp. Kosicky, Spolli, Ledesma, Ricchiuti. All. Atzori
Napoli: De Sanctis, Grava, Cannavaro, Contini, Maggio, Gargano (23' pt Pazienza), Cigarini (27' st Datolo), Aronica, Hamsik, Lavezzi, Quagliarella (40' st Denis). A disp. Iezzo, Rinaudo, Zuniga, Pià. All. Mazzarri
Arbitro: Rosetti di Torino
Note: ammoniti Bellusci, Terlizzi, Contini, Aronica, Augustyn

Si può dire che il Napoli abbia superato in parte l’esame di maturità annunciato, quello del Massimino contro il Catania. Dallo scontro di due squadre dal differente bagaglio tecnico e dai differenti obiettivi di classifica è venuta fuori una gara brutta, poco spettacolare, e che ha offerto veramente poco sul piano del gioco, molto su quello degli sbadigli e degli errori, che per poco non hanno condizionato il risultato dall’una e dall’altra parte. Il Napoli non ha avuto la brillantezza delle ultime tre gare in cui ha fatto faville, e si è dovuto accontentare di un pari, che alla fine muove la classifica e allunga la striscia positiva, consentendo di arrivare alla sosta, con la speranza di lavorare, e di non perdere troppi nazionali.

Gli azzurri dovranno lavorare soprattutto sulla difesa, dove continuano a fare troppi errori, e dove per poco non si facevano beffare da Morimoto. Dovrà migliorare l’intesa in attacco, dove Mazzarri deve decidere bene chi e come far giocare, e con quale assortimento. Si è visto un Quagliarella in crescita sotto il profilo fisico, anche se ha avuto davvero poche occasioni per tirare, tanto da liberare, alla sua uscita dal campo a sei minuti dalla fine, tutto il suo sfogo con un labiale tutto napoletano e zeppo di parolacce, a testimoniare sì il suo attaccamento alla causa, ma anche la difficoltà che ha di adattarsi a questo gioco.

I margini di miglioramento ci sono, ora occorre continuare a credere nei propri mezzi, e soprattutto a lavorare sodo.

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