lunedì 9 novembre 2009

Giù le mani da Quagliarella

I giornali di ieri e oggi stanno tutti parlando del “periodo nero” di Quagliarella, che in campo nel Napoli non brilla, sbaglia i rigori e si perde la nazionale. Fa notizia, non c’è dubbio, soprattutto alla luce di una stagione che ora vedrà la sosta e che offrirà ai giornali davvero poco da dire. Ma adesso basta. Non è giusto scagliarsi contro Quagliarella. Non lo si è fatto allo stesso modo, ad esempio, con Amauri, tenendo presente che solo ha ottobre ha rotto un digiuno che durava da febbraio.

Quagliarella emotivamente non è un calciatore come gli altri. Non ci pensa su due volte se deve provare a segnare da metà campo, sorprendendo il portiere, e molte volte ci riesce. Non ci sta con la testa, come ammette egli stesso, ma questo non sempre è un male. Come non è un male che sia tifoso per la squadra nella quale gioca, tanto da star male quando questa non ingrana, o quando a non brillare è il suo attaccante di punta: egli stesso.

Fabio sabato sera, nella gara contro il Catania, si è lasciato andare ad uno sfogo con annessa bestemmia, tutta in napoletano, ma probabilmente è dovuta Alla voglia di essere il protagonista indiscusso, il leader, il trascinatore della squadra del suo cuore, coronando così il sogno di ogni napoletano. In quest’ultimo periodo le cose non stanno andando bene, ma possono andare meglio. Il Quaglia sta lavorando, si sta dando da fare, e sicuramente tornerà a breve quello di prima. Potrebbero aiutarlo due cose: una minore pressione dei media, e qualche piccolo accorgimento tattico da parte di Mazzarri.

Su quest’ultimo punto, possiamo esaminare una situazione che è sotto gli occhi di tutti. Lavezzi e Quagliarella sono due punte di movimento, questo li porta ad una convivenza non sempre facile, se non con certi movimenti. Allo stato attuale Quagliarella sta giocando da unica punta, con alle spalle Hamsik e Lavezzi. Probabilmente, vista la gara di Catania, Mazzarri dovrebbe letteralmente costringere Lavezzi a giocare più avanzato, sulla linea di Quagliarella, dove i due possono scambiarsi la palla o le posizioni, e poter essere pericolosi allo stesso modo. Il Pocho ama portare palla, ma non è certo egoista, anche se parte da troppo lontano, e questo è uno dei difetti che né Reja né Donadoni sono riusciti a correggere. La speranza è che ci riesca Mazzarri, per il bene suo, di Quagliarella, del Napoli.

Ma nessuno s azzardi a toccare Quagliarella: il periodo nero passerà, e l’asso napoletano darà il suo prezioso contributo per far volare la formazione azzurra.

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