lunedì 14 dicembre 2009

Un'emozione chiamata Napoli

Quattordici punti conquistati negli ultimi dieci minuti di gioco, ed oltre.ò La capacità “innata” di rimontare dopo essere pasati in svantaggio, riequilibrare partite ormai andate ed a volte vincerle con un vero e proprio trionfo, di gioco oltre che di risultato. E’ questo il Napoli di Mazzarri, vietato a chi soffre di cuore.

Da quando il tecnico toscano ha sostituito Donadoni sulla panchina azzurra, questa è la musica che si suona, con un Napoli che resta imbattuto, che dà il meglio di sé in quella che alcuni chiamano “zona Mazzarri” e che fa divertire, e mai annoiare i tifosi, anche se con qualche rischio.

Questo Napoli è il trionfo del calcio offensivo, delle fasce pericolose, dell’attacco che prima o poi la butta dentro, anche se non ha quella cattiveria agonistica che consente di chiudere le partite in maniera definitiva e inesorabile.

Di contro vi si oppone una difesa che non sempre è impeccabile, anche se, presa singolarmente, ha uomini all’altezza della situazione. Il Napoli continua a subire reti per due motivi: non riesce ancora trovare gli equilibri giusti sulle fasce, e quando riesce a trovarli cambia troppo spesso assetto in termini di uomini. Tra squalifiche e infortuni i tre centrali non ono quasi mai gli stessi, e di questo ne risente il giocare insieme, gli automatismi, e la capacità di chiudere i varchi che portano a rete gli avversari.

Il Napoli ha margini di miglioramento, ed intanto, mentre si avvia sulla strada del miglioramento, la squadra azzurra non deve smettere di emozionare i propri tifosi. Il tifo azzurro vive di emozioni ed un Napoli come quello di Mazzarri può farci solo bene. Di sicuro è meglio una squadra brutta ma vincente invece di una bella ma spesso cenerentola di punti preziosi. La perfezione non esiste, ma ci si può avvicinare: è per questo che noi tutti desidereremmo un Napoli bello e vincente. Non c’è dubbio: si può fare.

Nessun commento: