domenica 13 dicembre 2009

Lavezzi-Allegri: storia di un galantuomo e di un “terrone”.

Galantuomo è una parola ormai superata per definire una persona perbene. E terrone è solo per alcuni un’offesa, per altri può essere anche un complimento, se si fa riferimento a determinati valori come l’amore per la terra, che se coltivata bene può dare solo buoni frutti, i frutti dell’amore e del grande impegno.

Partendo da questo presupposto, ossia che tutto è relativo, vorremmo commentare l’episodio di un sabato sera incredibile, quello di Cagliari-Napoli, assurdo sul campo, per come è maturato quel tre a tre, e fuori dal campo, dove una persona che mostra invidiabile aplomb, anche quando giocava con noi, come Allegri, ha fatto perdere le staffe ad uno dei calciatori più corretti, il Pocho Lavezzi, che ha poi macchiato la sua prestazione fino a quel momento da incorniciare.

Al di là delle scuse reciproche che sono piovute poi nel dopo partita, come è giusto che sia, quando i nervi di una gara agonistica quanto assurda si placano, è triste assistere a episodi di incredibile falsità.

Allegri dice di essere un gentiluomo davanti ai microfoni, mentre da vivo dà del terrone a Lavezzi, Lavezzi che dice che non voleva colpire Allegri, ma invece ci riesce bene, perché con i piedi è chiaro che ci sa fare, e lo abbiamo visto con il gran gol che ha realizzato. Qualche maligno insinua che, come accadde l’anno scorso, il Pocho volesse farsi sbattere fuori per essere squalificato e prolungare la sua permanenza in Argentina in vista del Natale, senza tener presente che quest’anno De Laurentiis ha per i suoi comportamenti un monitoraggio stile lente di ingrandimento.

Smettiamola, quindi, di essere falsi: diamo sfogo alle nostre adrenalina sul campo, sugli spalti o davanti alla televisione, ma sempre nei limiti dell’agonismo e della sportività, e, soprattutto, assumiamoci le responsabilità dei nostri gesti. Esattamente come il presidente cagliaritano Cellino.

Proprio a Cellino vogliamo dedicare le ultime righe, perché dedicargli qualcosa in più voleva dire dargli troppa importanza. Va e viene dagli stati Uniti, dove forse voleva imparare l’educazione e le buone maniere, ma i suoi tentativi risultano vani. E’ uno a cui piace ripetersi, e come l’anno scorso ha dato un saggio di quanto sa essere terra terra, incivile, fuori luogo e antisportivo… insomma tutto quello che un presidente non dovrebbe avere. La squadra cagliaritana non è male, ma con un presidente così rischia di non andare troppo lontano. Che andasse magari ad Oxford Cellino, e la smettesse di farsi vedere dalle telecamere quando riesce a produrre gesti e parole che fanno così schifo.

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