lunedì 22 agosto 2011

Barcellona-Napoli: 5-0

Cinque schiaffi, come cinque dita che restano e resteranno a lungo nel cuore e nella mente di un Napoli ferito. E va bene così. Sì, perché una batosta come quella del Camp Nou, contro la squadra più forte al mondo, farà capire al Napoli che deve restare umile, che ha ancora molto da lavorare per diventare grande, che sta crescendo ma di strada da fare ne rimane ancora tanta.

Cinque sberle, un torello lungo novanta minuti ad inseguire un pallone mai toccato: anche sentirsi sparring partner fa crescere, fa capire che nessuno ti regala niente, nemmeno nelle amichevoli, e fa inevitabilmente crescere. Certe gare o bruciano o rafforzano, e probabilmente il Napoli ne uscirà rafforzato. Giusto quindi accettare questi inviti, seppur il risultato così pesante era difficile da pronosticare.

Se il Napoli ha scelto di tornare grande, deve passare anche per queste disfatte incredibili. Quando torneremo in campo per la Champions forse ne faremo tesoro, come faremo tesoro di una condizione atletica che sarà sicuramente migliore di adesso: vedere i calciatori appesantiti di questi tempi sembrerà strano, ma è una consolazione, significa che la preparazione sta funzionando a dovere. E speriamo che duri per tutta la stagione. Perdere adesso, anche se così pesantemente, conta in maniera relativa ai fini del risultato, ma devono contare sotto il profilo morale: i segni delle cinque sberle è giusto che restino e che facciano riflettere.

Resta, come nota positiva, un gran gol in rovesciata del Matador Cavani, annullato, purtroppo, ingiustamente. Il Matador ha dimostrato che segnare in rovesciata al centro dell'area di rigore della squadra più forte al mondo è per lui possibile. e noi ce lo godiamo.

Ora si pensi al Genoa, e a partire bene in campionato: questo davvero può esserci utile

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