domenica 28 agosto 2011

Serie A: lo sciopero delle contraddizioni

Sciopero: e la prima di A è saltata. Gioca, invece la B, qualcuno, come Napoli e Palermo, fanno un’amichevole, ma in massima serie niente calcio che conta.

Sciopero: sono proprio una delle categorie privilegiata a incrociare le braccia, anzi le gambe, quelli che hanno di più, e di conseguenza più potere contrattuale.

Scioperano nell’epoca degli scioperi bianchi, dei sindacati divisi, per una serie di motivi tra cui quelli di non voler pagare troppe tasse, nell’epoca in cui si martellano i lavoratori dipendenti da mille euro al mese e i pensionati che vivono per pagare le loro stesse spese mediche che li tengono in vita.

Il calcio sciopera, contraddizione nell’epoca delle contraddizioni, e noi, come tanti drogati dipendenti da questo pallone malato, andiamo in crisi d’astinenza. Stiamo aspettando da tanto di vedere le prodezze dei nostri idoli, dei nuovi arrivati, e di chi invece è restato. Il calcio ci piace, e tanto, ma il comportamento dei suoi attori migliori a volte lascia un po’ a desiderare. Bisognerebbe boicottarli, o almeno tagliare loro un po’ i viveri. Ad esempio, se ieri si gioca Napoli-Palermo e in pay per view si paga nonostante l’ingresso gratuito, e nonostante la beneficienza del ricavata, la partita non andava comprata. Assolutamente no.

Gente apriamo gli occhi, perché questi comportamenti sono la morte del calcio che amiamo. Continuando di questo passo saremo costretti a vedere il calcio amatoriale (nemmeno quello dilettantistico) e rischiamo di perdere l’amore per la nostra maglia azzurra.

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