lunedì 16 luglio 2012

Behrami e Gamberini: parte il mercato del Napoli


I rumors del weekend sono diventati ben presto realtà dopo l'annuncio di De Laurentiis in persona: Gamberini e Behrami, entrambi ex Fiorentina, sono stati acquistati a titolo definitivo dal Napoli.

Sono ora tre gli svizzeri, con Behrami che si aggiunge a Inler e Dzemaili, con la speranza che il centrocampo di svizzero non abbia anche i buchi come il formaggio tipico transalpino.

Due acquisti che conoscono il campionato italiano e che non hanno bisogno di ambientamento, e che sperano in un rilancio dopo una stagione non proprio esaltante a Firenze, se non a livello individuale, di sicuro sotto il profilo del gruppo.

Niente Jovetic, quindi, invece del giocatore di nome arrivano due portatori d'acqua, due alternative a centrocampo e in difesa dove di certo l'aiuto non basta mai.

Ma il Napoli non può fermarsi qui: occorre continuare a puntellare la squadra anche in attacco, dove un certo Pazzini potrebbe far comodo, essendo in rotta con l'Inter. Se gli azzurri cementano un gruppo già formato in quel di Dimaro,  giusto che la società compri ancora per rinforzare l'organico e creare nuovi stimoli, per evitare che la squadra quest'anno si appiattisca. Questo deve essere l'anno delle grandi ambizioni, in cui il Napoli deve continuare a vincere, e non solo la Supercoppa.

sabato 7 luglio 2012

Bruscolotti, il grande "palo e fierro"


Vederlo in giro per le strade di Napoli, in tv da commentatore, o alla cassa del suo ristorante dedicato al primo scudetto azzurro, ti dà la chiara impressione di essere a diretto contatto con un pezzo della storia del Napoli. La storia forse più importante e significativa, impersonata da Giuseppe Bruscolotti. Palo e fierro si è ritirato nel 1988, ma ancora il record assoluto di presenze con la maglia del Napoli. Trecentottantasette in serie A, cinquecentoundici tra campionato e coppe: un azzurro vestito addosso una vita, tanto da essere ormai una seconda maglia.

Bruscolotti è una delle ultime bandiere del calcio come lo si intendeva una volta, quello tutto stadio e radioline, e gol in tv solo la sera, a novantesimo minuto. Il suo attaccamento ai colori azzurri lo hanno portato all’ombra del Vesuvio tutta la vita, con una breve parentesi nel Sorrento, pur essendo egli originario della provincia di Salerno.

Indimenticabile l’immagine di un combattuto Napoli-Juve in cui mise letteralmente la testa tra la line di porta e il pallone, beccando anche qualche colpo, pur di non far segnare gli odiati juventini.

Bruscolotti era ed è palo e fierro, un colosso, la base e la storia del Napoli, prima anonima e schiacciata dallo strapotere del nord, poi bella e vincente, con lo scudetto, la coppa Italia, e la fascia di capitano ceduta a Maradona con un gesto di amicizia e di umiltà che solo i grandi sanno fare.

E lui è un grande, e meritava di vincere anche di più. Per chi ama il Napoli Bruscolotti è il grande pal e fierr!


lunedì 2 luglio 2012

Arrivederci, Pocho


Qualcuno ancora stenta a crederci, e qualcun altro invece sperava in un colpo di scena nel finale, che capovolgesse clamorosamente le voci sempre più insistenti, che facevano presagire ad una ufficialità ormai scontata: Lavezzi non è più un giocatore del Napoli. Il Pochi passa al Paris Saint Germain dalla città che lo ha fatto calciatore e anche un po' uomo. Ha scelto il numero undici, la metà del ventidue, il numero che indossava nel Napoli da quando è arrivato Cavani.

Difficile, infatti, dimenticare la sua presentazione, nel 2007, quando si presentò insieme ad Hamsik con quella giacca un po' lunga, i capelli sugli occhi e un po' di pancetta nascosta a malapena. Un oggetto misterioso, qualcuno pensava all'ennesimo argentino che per seguire la scia di Diego si perdesse nei menndri di una piazza bella e difficile come Napoli. Invece no. Il Pocho ha saputo cavalcare l'onda dell'entusiasmo dei propri tifosi e farne energia pura per crescere e regalare tante soddisfazioni, qualche gol e tante belle giocate, come il pubblico merita. Pensare a quel giovane ragazzo ruspante e vedere poi il campione che incanta l'Italia e l'Europa.

Un pubblico, quello napoletano, che acclama fino quasi a soffocare e questo non è per tutti, tanto da diventare uno dei motivi per cambiare aria, insieme a tanti soldi. Insieme, non nascondiamolo, ad un carattere un tantino ribelle che a De Laurentiis è andato piacendo sempre meno, tanto da metterlo praticamente sul mercato giàù un anno fa, ma non se ne fece niente.

Il Pocho ora è parigino, e approda in una piazza dove i campioni, i soldi e i tecnici preparati non mancano, ma non è detto che questo basti per vincere. Le pressioni sono inferiori, così come il calore, e Lavezzi se ne accorgerà, nel bene e nel male.

il suo addio non ci andrà giu facilmente, e le critiche che qualcuno sta facendo, come i fischi di fine campionato, sono dettati dalla nostalgia. La nostra speranza è che il Napoli riesca a trovare presto un degno sostituto.

Se è pur vero che la maglia è quello che conta, non possiamo non dare atto a Lavezzi di averci fatto divertire tanto.

E' nostro dovere, senza rancore, ringraziarlo e dargli l'arrivederci.

Grazie di tutto Pocho, arrivederci