lunedì 31 marzo 2014

Napoli-Juventus 2-0: le pagelle

Reina 6: un paio di parate semplici semplici. forse non se lo aspettava nemmeno lui.

Henrique 6,5: a destra ancora una volta, quel ruolo gli riesce bene. Asamoah bloccato quasi sempre.

Fernandez 6,5: pochi pericoli, ma anche grande senso della posizione e precisione.

Albiol 6,5: Llorente non fa nulla, anche perché lui lo bolla e lo rende innocuo.

Ghoulam 7: pericoloso in avanti, pulito in difesa. Alcune chiusure spettacolari, prezioso davvero.

Inler 6,5: finalmente la partita giusta, quella per fare i contrasti da vincere, e per rendere Pirlo un giocatore normale.

Jorginho 6:il suo sacrificio sacrifica anche la fase offensiva.

Insigne 6,5: tanto sacrificio e un assist. Peccato per la solita prevedibilità e per un egoismo da debellare.

Hamsik 6,5: in crescita, gli manca solo il gol. Bravo a proporsi in fase offensiva, più veloce nei tagli, prezioso in copertura.

dal 79' Mertens 6.5: ritrovato dopo l'infortunio, segna il gol della sicurezza. Bravissimo ad entrare subito in partita, eccome.

Callejon 7: un gran gol è ancora una partita ad altissimi livelli. Ormai non è più una sorpresa.

dal 89' Dzemaili s.v.

Higuain 5,5: poco servito, poco pericoloso.

dal 73' Pandev 6: subito in partita, assist per il raddoppio di Mertens

All: Benitez 7: partita perfetta.

domenica 30 marzo 2014

Napoli-Juventus 2-0

foto: www.corrieredellosport.it



Napoli (4-2-3-1): Reina; Henrique, Fernández, Albiol, Ghoulam; Inler, Jorginho; Insigne, Hamšík (79′ Mertens), Callejón (89′ Dzemaili); Higuaín (73′ Pandev). A disp.: Doblas, Colombo, Mesto, Réveillère, Britos, Behrami, Džemaili, Radošević, Bariti, Zapata. All.: Benítez.
Juventus (3-5-2): Buffon; Cáceres, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Pogba (61′ Marchisio), Asamoah (53′ Isla); Llorente, Osvaldo (69′ Vucinic).  A disp.: Storari, Rubinho, Penna, Padoin, Mattiello, Giovinco. All.: Conte.
Arbitro: Orsato di Schio.
Marcatori: 39′ Callejon, 81′ Mertens.
Note: Ammoniti Inler, Henrique (N), Lichtsteiner, Bonucci, Vidal (J).

Ci voleva la partita perfetta, è c'è stata.

Il Napoli batte la Juve per due reti a zero, e dà ai potenziali campioni d'Italia una lezione di calcio, oltre che una prova di forza a se stessa. 

Se ci fosse stata la mentalità giusta nel corso del campionato, ora forse staremmo a parlare di un Napoli con un'altra classifica. Ma con i se e con i ma, si sa...

 Gli azzurri sono stati pressoché impeccabili in tutti i reparti, capaci di contrastare gli avversari forti in tutti i reparti. Il possesso di palla degli azzurri ha percentuali bulgare, e la Juve sta a guardare. Manca il gol, la formazione di Benitez lo sfiora, ma poi lo trova, con Callejon, che sfrutta una bella verticalizzazione di Insigne.

La Juve ci prova timidamente, ma a centrocampo Inler è un gigante, e in difesa tutti fanno buona guardia. Sugli esterni, poi, non si passa: sia Henrique che Goulham sono insormontabili.

nella ripresa la Juve ha più possesso palla, ma cambia poco: il Napoli chiude l'incontro con un gran gol del nuovo entrato Mertens, servito ottimamente dall'altro nuovo entrato Pandev.

Il finale è il Napoli ce fa il giro di campo per ringraziare i tifosi. 

L'unico rammarico? Che questa gara non è stata una sfida scudetto.

mercoledì 26 marzo 2014

Catania-Napoli: migliore in campo José Callejon

Quello di Catania, come abbiamo detto, non è stato un buon Napoli, nonostante la vittoria mai in discussione. Nel marasma generale di una squadra condizionata dal turn over e che gioca solo a sprazzi, si è distinto Callejon come migliore in campo.

Lo spagnolo ha fatto passare dai suoi piedi tutti i quattro gol che il Napoli ha segnato al Catania. 

In occasione del primo, messo a segno da Zapata, ha fornito un bel cross al centro sul quale il colombiano si è fatto trovare pronto ribadendo in rete.

E' proprio Callejon a segnare la rete del raddoppio sfruttando un errore difensivo del Catania. Ci mette di suo sul terzo, dando a Henrique la palla per il suo bel gol, e infine passando palla a Zapata per la quarta rete.

Callejon ha stupito per la facilità con cui è riuscito a liberarsi, e con la quale si è presentato molteplici volte in area di rigore. Si vede che il Catania lo esalta, considerando il gran gol che mise a segno anche all'andata.

Catania-Napoli: le pagelle


Reina 6: la cosa più significativa della sua partita è l'infuriarsi continuo nei confronti dei compagni quando concedono troppo al Catania.

Henrique 6,5: ancora una prova di spessore del brasiliano, che presidia a dovere la corsia destra, e trova il tempo per segnare una rete incredibile, da posizione impossibile che rappresenta la perla di una anonima serata catanese.

dal 14' s.t. Albiol 5,5: era meglio farlo riposare, questa partita gli ha abbassato la media.

Fernandez 6: nessuna sbavatura, in crescita costante.

Britos 5: lento, impacciato, Keko è il suo incubo. quando poi si sposta a sinistra i brividi sono anche per gli spettatori.

Reveillere 5,5: a sinistra nel primo tempo è un disastro: fuori posizione, si perde gli uomini di turno. Leggermente meglio nella ripresa a destra.

Jorginho 6: sufficienza stentata, poco gioco in verticale, troppo in orizzontale.

Dzemaili 5: mai in partita.

Insigne 5,5: soliti problemi: innamorato del pallone, poco suggeritore. Tiri a giro in tribuna.

Hamsik 5,5: ancora fuori dagli schemi non riesce ad incidere in fase offensiva.

dal 21' s.t. Radosevic 6: se la cava bene quando c'è da contrastare gli ultimi assalti dei padroni di casa.

Callejon 7,5: modi spicci ed efficaci: un gol e tre assist. Altro?

Zapata 7: si sblocca con due gol di opportunismo, può crescere e dare il suo apporto nel finale infuocato di stagione.

dal 34' s.t. Higuain s.v.

All.: Benitez 6: la squadra, complice anche il folto turn over, non ha giocato d'insieme. Fase difensiva poco collettiva, fase offensiva a spizzichi e bocconi. hanno fatto la partita gli episodi e la pochezza di un Catania allo sbando. Contro la Juve servirà la partita perfetta, altrimenti saranno guai.

Catania-Napoli 2-4

MARCATORI: Zapata (N) al 16', Callejon (N) al 25', Henrique (N) al 40', Zapata (N) al 43' p.t.; Monzon (C) al 7', Gyomber (C) al 30' s.t.
CATANIA (3-5-2):Andujar, Bellusci, Gyomber, Legrottaglie (dal 1' s.t. Petkovic); Peruzzi (dal 38' s.t. Fedato), Izco, Lodi, Rinaudo (dal 1' s.t. Plasil), Monzon; Barrientos, Keko. A disposizione: Ficara, Alvarez, Capuano, Biraghi, Boateng, Leto. All. Maran.
NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Henrique (dal 14' s.t. Albiol), Fernandez, Britos, Reveillere; Jorginho, Dzemaili; Insigne, Hamsik (dal 21' s.t. Radosevic), Callejòn; Zapata (dal 34' s.t. Higuain). A disposizione: Doblas, Colombo, Uvini, Albiol, Inler, Bariti, Pandev. All. Benitez
ARBITRO: Massa di Imperia
NOTE: ammonito Keko (C) 


Non è un bel Napoli quello del Massimino, anche se segna quattro reti e supera un Catania ormai allo sbando.

In Sicilia si registra lo show di Zapata, schierato titolare, uscito per crampi ma soprattutto autore di una bella doppietta, che un po' mette a tacere le critiche di chi lo ha chiamato bidone, senza mai avere la possibilità di vederlo giocare per più di tre partite consecutive. Il colombiano segna tre reti in due partite, e si candida a dare il suo apporto per il finale di stagione.

Il Napoli ha espresso un gioco spezzettato, con poca spinta a centrocampo, troppi passaggi in orizzontale e poco, pochissimo filtro là in mezzo. L'inedita coppia composta da Jorginho e Dzemaili ha pensato solo ad attaccare, e male ha supportato un Hamsik ancora fuori dagli schemi, e un Insigne che, come sempre quando suggerisce va bene, ma quando si incaponisce nel tiro va male, anzi malissimo.

Zapata è bravo a tramutare in rete un passaggio di Callejon, facendosi trovare pronto sul secondo palo un po' come in occasione del gol al Porto. 

Proprio Callejon ha segnato la seconda rete, approfittando di uno scontro tra i catanesi Andujar e Legrottaglie.

Il terzo gol è stato invece una vera e propria perla di Henrique. Il brasiliano ha segnato alla brasiliana con le tre dita del piede destro, da una posizione che faceva pensare quasi ad un calcio d'angolo. Tocca poi a Zapata segnare la quarta rete, ancora su suggerimento di Callejon.

La ripresa è tutta del Catania, che segna due reti e mette paura a un Napoli che nel frattempo aveva tirato completamente e forse colpevolmente i remi in barca.

Catania condannato, Napoli che vince e ora si prepara ad affrontare la Juve per una gara che ha più il significato dell'orgoglio che della classifica. 

lunedì 24 marzo 2014

Napoli, guarda avanti: ci sono dieci finali!

Quando si perde bisogna rialzarsi in fretta. Quando capitano al Napoli una partita già vinta che non è chiusa in tempo, e una stregata che viene persa nel finale, bisogna convincersi ancor di più che rialzarsi si può.
Mercoledì si affronta il fanalino di coda Catania, e bisogna da subito dimostrare che Porto e Fiorentina sono alle spalle.

L'Europa League è andata con rammarico, ma pazienza. La Fiorentina vincendo ha detto quasi addio al secondo posto, ma non la matematica. La stagione azzurra è ancora ad alti livelli, ed è esagerato parlar di stagione fallimentare. Quello che più conta è, come sempre in questi casi, risorgere dai propri errori per non ripeterli, lavorarci tanto fin quando non saranno definitivamente spariti.

Una finale sarà vera e propria, quella di coppa Italia, altre nove lo saranno come atteggiamento da mettere in campo.

Il Napoli deve giocarsele tutte alla morte, anche se di fronte ci saranno avversarie di tutto rispetto, una tra tutte la Juve capolista e ormai lanciata verso lo scudetto.

Proprio in questo momento bisogna guardare avanti, e dare tutto quello che  è rimasto nelle forze.

Come si dice in questi casi: guarda avanti, Napoli... ti aspettano dieci finali!

domenica 23 marzo 2014

Napoli-Fiorentina 0-1

Napoli (4-2-3-1): Reina; Reveillere, Henrique, Albiol, Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon, Hamsik, Insigne (75' Mertens)(85' Pandev); Higuain (80' Behrami). A disp.: Doblas, Colombo, Mesto, Fernandez, Britos, Dzemaili, Radosevic, Bariti, Pandev, Zapata. All.: Benitez
Fiorentina (4-3-3): Neto; Roncaglia (72' Vargas), Gonzalo Rodriguez, Savic, Pasqual; Bakic (46' Ilicic), Aquilani, Borja Valero; Cuadrado, Gomez (72' Matri), Joaquin. A disp.: Rosati, Lupatelli, Tomovic, Diakitè, Compper, Wolski, Mati Fernandez, Matos, Ambrosini. All.: Montella
Arbitro: Tagliavento
Marcatori: 88' Joaquin (F)
Espulso: Ghoulam (N)
Ammoniti: Gonzalo (F), Higuain (N)


Partita stregata quella del san Paolo nell'insolito orario del tardo pomeriggio contro la Fiorentina. 

I viola ci beffano proprio nel finale, dopo che siamo rimasti in dieci per l'espulsione di Goulham per fallo da ultimo uomo.

Prima dell'espulsione il Napoli si era ben comportato, difendendosi bene e attaccando altrettanto bene, pur mostrando la solita imprecisione sotto porta soprattutto con Higuain, uscito poi a fine gara contrariato lasciando il posto a Pandev.

La sconfitta ci toglie tre punti, distanzia la Roma e il secondo posto, e complica le cose per cercare la Champions diretta, anche se mancano ancora nove partite.

Mercoledì si torna già in campo contro il fanalino di coda Catania, senza Ghoulam e probabilmente Mertens, uscito malconcio dopo pochi minuti di gioco, e c'è già l'interrogativo: riusciremo ad essere finalmente grandi con le piccole? 

sabato 22 marzo 2014

Ecco la nostra intervista a Bet4win

Ciao Antonio in primo luogo dicci qualcosa di te.


R: ho 32 anni, un passato da giornalista sportivo. Attualmente lavoro in una multinazionale, e ho una grande passione per lo sport, in particolare il calcio. Tifo Napoli, si era capito? :)


Come nasce l'idea del tuo blog www.napolilamiapassione.blogspot.it ?


R: l'idea nasce dalla passione per la maglia azzurra (questo è anche lo slogan del blog) e dalla volontà di parlare della mia squadra del cuore con una certa lucidità. Inoltre sentivo l'esigenza di continuare a scrivere di sport e di calcio, cosa che continua a piacermi tantissimo anche se non faccio più il giornalista per testate ufficiali. Da questa idea ha preso le mosse un blog che è in continua evoluzione, e che si è posto, per il breve periodo, l'obiettivo di diventare un punto di aggregazione e coinvolgimento per i tifosi del Napoli e gli sportivi in generale, cosa che già sta avvenendo attraverso i social network.


Perché un blog e non un portale sul Napoli?


R: in verità non ho molto tempo per inseguire la notizia, quindi un blog mi dà la possibilità di fermarmi a riflettere su quello che succede intorno alla squadra, parlarne e discuterne insieme agli altri, oltre a scrivere veramente quello che penso senza condizionamenti, cosa che il blog ti dà, il portale/testata no (opinione personale). E poi di portali sul Napoli ce ne sono veramente tanti, anche se purtroppo devo dire che la qualità risiede in pochi. Di blog ce ne saranno anche tanti, ma è più bella l'idea di sedersi intorno a un tavolo e parlare della squadra del cuore anche con chi non si è mai visto.


La più grande gioia che ti ha dato il Napoli.


R: metterei sullo stesso piano i due scudetti e la Coppa Uefa. Il primo l'ho vissuto da piccolissimo, e ricordo solo una Napoli tutta azzurra, le bandiere fuori dalle macchine, tutti bloccati in tangenziale. Il secondo l'ho vissuto con maggiore lucidità e consapevolezza, e mi sono gooduto appieno la forza di quella squadra. La coppa Uefa ha rappresentato per me qualcosa di incredibile. Non pensavo che il Napoli riuscisse a vincerla. A quei tempi era forse il trofeo più difficile e impegnativo, e lo Stoccarda era veramente fortissimo. Ti dico solo che non seguii l'inizio della partita per la troppa tensione! Poi al gol di Klinsmann per lo Stoccarda mi dissi: "il Napoli ha bisogno di me". Andai davanti alla televisione e ribaltammo tutto. Ma credo sia stato un caso... :)


Italia-Argentina, mondiale del 90. Per chi hai fatto il tifo?


R: ho fatto il tifo per l'Italia, ma Diego è sempre Diego, e ovviamente mi soffermavo anche sulle sue giocate, che alla fine hanno fatto la differenza per lui e hanno significato l'eliminazione per noi.


Meglio Mazzarri o Benitez?


R: per gli allenatori non esiste meglio o peggio, ma un'idea di gioco che spesso si trasforma in modulo, e l'importante è applicarla nel modo giusto, e con gli "attori" giusti, che poi sono i calciatori. Mazzarri è l'evoluzione offensiva del calcio all'italiana. Benitez è l'evoluzione del calcio europeo. Diciamo che mi sono dispiaciuto quando Mazzarri è andato via perchè ha dato tanto al Napoli, ma al tempo stesso ritengo che Benitez sia la scelta giusta per la sua sostituzione.


Meglio Ferlaino o De Laurentiis?


R: sono l'espressione di due epoche calcistiche che definirei opposte. In mezzo a loro due sono passate la "legge 91" e la sentenza Bosman, che hanno portato le squadre a diventare società di capitali. In base ai contesti in cui i due hanno operato, si sono mossi nel modo giusto. Entrambi sono stati (e sono) criticati, ma entrambi possono considerarsi presidenti capaci. Per poter giudicare bisogna sempre vedere i risultati alla fine dei mandati, quindi su De Laurentiis non mi posso pronunciare pienamente, anche se lo ritengo capace. Su di lui la tifosera è divisa, e spesso lo accusano di pensare al Napoli come un'azienda. Io spesso dico agli amici tifosi che la pensano così: oggi il calcio è anche questo, non è solo passione. E non pensate cheFerlaino stesso sia stato un presidente solo per la vocazione dettata dalla sua passione...


Meglio Cavani o Higuain?


R: sui social ho fatto questa domanda a chi mi legge, e ho creato addirittura un sondaggio. Inutile dirti che i partecipanti si sono divisi, ma propendono per Higuain, forse perchè non hanno ancora digerito l'addio delMatador. Personamente ti dico che Cavani è un fenomeno dal punto di vista fisico, un atleta moderno, completo tecnicamente. Personalmente non ho mai visto qualcosa di simile a Napoli. Forse Careca, ma era diverso da lui come caratteristiche, o Fonseca, uruguagio come lui, ma era un "tutto sinistro". Hguain, di contro, ha una grande tecnica, forse superiore a quella del Matador, ma lo vedo più uomo squadra, capace di fare anche l'assist vincente oltre al gol. Poi vedo in lui grande personalità, può diventare il leader della squadra. Inoltre al momento l'esperienza internazionale del Pipita è superiore a quella di Cavani.Posso comunque affermare tranquillamente che i due possono giocare insieme, quindi se al Matador venisse in mente di tornare...


Taglialatela o Garella?


R: sono due espressioni di un modo di parare completamente diverso anche se in entrambi i casi efficace.Garella aveva una tecnica tutta sua, che spesso lo portava ad usare i piedi. Taglialatela era la gioia dei fotografi per le sue parate spettacolari. Anche se con Garella abbiamo vinto uno scudetto, preferisco Pino. Parava i rigori con una facilità incredibile, ha avuto la sfortuna di giocare titolare in un Napoli spesso debole in difesa, e ha salvato spesso il risultato con le sue splendide parate. Un'ingiustizia non farlo giocare innazionale, l'avrebbe meritata eccome. Se avesse giocato in un Napoli più forte sarebbe stato tra i migliori portieri al mondo. Ma alla fine anche lui ha vinto uno scudetto, il secondo ma era terzo portiere...


Secondo te come finirà questa stagione? Alzerete una coppa?


R. Da buon napoletano sono scaramantico su queste cose. Chi mi legge non mi vede, ma vorrei mi immaginassero mentre faccio, senza volgarità, qualche piccolo gesto scaramantico :)


Grazie mille della disponibilità, Antonio, alla prossima






tratto da http://www.bet4win.it/notizie/il-blog-della-passione-per-la-maglia-azzurra

giovedì 20 marzo 2014

Napoli-Porto 2-2: migliore in campo Henrique

Ha giocato nell'inedito ruolo di terzino, ma ha stupito in positivo, mostrando una grande crescita su cui pochi avrebbero scommesso al suo arrivo. 

Sin dai primi minuti di questa sfortunata gara, Buss Henrique ha fatto sentire muscoli e tacchetti agli avversari. si sono imbattuti in lui Quaresma e Varela, e se la sono vista brutta. 

La duttilità tattica di Henrique può tornare utile veramente tanto, poichè riesce a scalare al centro della difesa, sull'esterno o a centrocampo. Nella gara contro il Porto lo abbiamo visto andare due volte alla conclusione, una volta sfiorando il palo, un'altra ciccando malamente il pallone. Su questo aspetto, la conclusione a rete, magari il brasiliano può lavorare per migliorare. 

Abbiamo perso l'Europa League, ma abbiamo acquisito la consapevolezza di avere un giocatore come Henrique che al momento opportuno, può diventare veramente prezioso e tornare utile a tutto tondo per gli schemi di Benitez. 

Napoli-Porto 2-2: le pagelle

Reina 6: un paio di parate, due gol imprendibili.

Ghoulam 6: contrasta bene sia Quaresma sia Varela, poi sul gol del primo ha qualche piccola responsabilità.

Albiol 6: cerca spesso l'anticipo e lo trova.

Fernandez 6: preciso e quando serve cattivo su Martinez.

Henrique 6,5: prova molto convincente nell'inedita posizione di terzino, da riproporre assolutamente.

Behrami 6: ce la mette tutta come al solito, ma non sempre becca il pallone...

Inler 5,5: corre, corre, ma spesso a vuoto, come a vuoto spesso sono i suoi passaggi.

Insigne 6: ha provato a dare il suo apporto, ma è stato spesso prevedibile. Sta crescendo nella fase di copertura.

Pandev 6,5: segna un gran bel gol, e ce la mette tutta.

dal 68' Hamsik s.v.: meglio non infierire su di lui.

Mertens 6: nel primo tempo regala sortite di grande velocità, ma non concretizza.

dal 83' Callejon 6: assist vincente per il gol inutile di Zapata.

Higuain 5,5: grande passaggio per il gol di Pandev, ma anche grande errore nella ripresa sotto porta.

dal 78' Zapata 6: segna il secondo gol con la maglia del Napoli, quando è ormai troppo tardi.

All.: Benitez 6: il Napoli ha giocato un primo tempo quasi perfetto, ma ha pagato gli errori sotto porta, al cospetto di un Porto che ha avuto il 100% di realizzazione. Una eliminazione che pesa come un macigno, e speriamo che il tecnico sappia risvegliare la squadra da subito.

Napoli-Porto 2-2

NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Ghoulam, Albiol, Fernandez, Henrique; Behrami, Inler; Insigne, Pandev (68’ Hamsik), Mertens (83’ Callejon); Higuain (78’ Zapata). A disposizione: Colombo, Britos, Reveillere, Dzemaili.Allenatore: Rafael Benitez.
PORTO (4-3-3): Fabiano; Danilo, Reyes, Mangala, Ricardo; Defour, Fernando, Carlos Eduardo (63’ Josué); Varela (66’ Ghilas), Martinez, Quaresma (80’ Lica). A disposizione: Kadu, Mikel, Herrera, Quintero. Allenatore: Luis Castro.
ARBITRO: Atkinson. ASSISTENTI: Child-England. IV: Burt. ADDIZIONALI: Taylor-Pawson.
Ammoniti: Henrique, Behrami, Fernando.
Marcatori: 21’ Pandev, 69’ Ghilas, 76’ Quaresma, 91' Zapata.

Grande rammarico quello di svegliarsi eliminati, dopo una gran bella gara, in cui si è sbagliato tanto sotto porta, e ci si trova eliminati da un Porto che ha segnato i suoi due tiri in porta.

Al San Paolo abbiamo visto un Napoli propositivo, a tratti spettacolare, che ha contrastato bene sugli esterni la formazione portoghese. Buona anche la prova a centrocampo, ma in attacco si è sbagliato tanto, esattamente come il Porto ha sbagliato tantissimo in difesa, ma non ha subito danni.

Lo stesso Higuain, nella ripresa, si è trovato sul sinistro la palla del match, ma l'ha sprecata. Ha giocato sicuramente meglio da uomo assist, fornendo a Pandev un passaggio vincente per il momentaneo e illusorio vantaggio azzurro.

Il Napoli a centrocampo e in difesa ha avuto solo due cali di concentrazione, gli sono valsi due gol subiti, rispetto ai quali a poco è servito il gol nel finale di Duvan Zapata.

Ora resta da inseguire il secondo posto e provare a vincere la coppa Italia.

resta il rammarico perchè questa Europa League era veramente alla nostra portata, ma l'abbiamo gettata via.

mercoledì 19 marzo 2014

De Napoli, un operaio per lo scudetto

foto: www.napolitoday.it


Un operaio, un maratoneta, un recordman. Questo era Nando De Napoli da Chiusano san Domenico, provincia di Avellino.

Un operaio, perchè mette al servizio della squadra la sua generosità nel rompere il gioco avversario, e proporre subito l'azione offensiva per i vari gioielli azzurri, Maradona, Giordano, Carnevale, Careca, nelle varie stagioni che si sono avvicendati con la maglia del Napoli, e in concomitanza con la conquista dei principali trofei azzurri.

Un maratoneta, perchè, insieme a un altro lottatore come salvatore Bagni, Nando macinava chilometri a non finire in campo, e correva anche per due, spesso per tre, consentendo così ai campioni dell'attacco di conservare le forze per esploderle tutte al momento del gol.

Un tipo schivo De Napoli, concentrato solo sul gioco duro, sporco, che però ieri, ma anche oggi, è prezioso per i successi di una squadra.

Il suo grande impegno gli regala la nazionale, conquistata già ai tempi dell'Avellino, e continuata con la maglia del Napoli. 

Proprio con la nazionale De Napoli diventa un recordman. E', infatti, ancora oggi il calciatore ad aver vestito più volte la maglia della nazionale e in contemporanea quella del Napoli. 

De Napoli ci ha fatto gioire, ma a volte anche soffrire, come in occasione della finalissima con lo Stoccarda quando, oltre ad una autorete, effettuò un disastroso retropassaggio che consentì ai tedeschi di portarsi su un seppur inutile 3-3.

Dopo l'abbuffata di vittorie dell'era Maradona, De Napoli, in rotta con la società per un infortunio curato male, fu acquistato dal Milan, dove fece in due anni solo nove presenze, e moti malignarono che i rossoneri lo presero solo per toglierlo alla concorrenza di allora, il Napoli ovviamente.

Chiuse la carriera con la Reggiana, ed oggi è praticamente fuori dal mondo del calcio. 

Napoli, la mia passione è su Bet4win!

Ebbene, è ora di parlare un po' di noi. Abbiamo avuto il piacere e l'onore di rilasciare un'intervista al sito www.bet4win.it, sito dedicato alle scommesse sportive. 

Ringraziamo il sito e il responsabile Fabrizio per lo spazio e l'opportunità che ci hanno concesso. 


Buona lettura e, mi raccomando, giocate responsabilmente!

lunedì 17 marzo 2014

Torino-Napoli, migliore in campo Gonzalo Higuain

Ha segnato un gol che è un misto di furbizia, mestiere e fortuna, oltre che di un senso del gol che aveva già dimostrato di avere. Higuain è a quota quattordici in campionato, ventuno in totale, e viaggia spedito verso il titolo di capocannoniere. 

I suoi gol sono sempre più pesanti, e stanno aiutando il NApoli a tenere il passo delle grandi, per cercare di riuscire in quell'impresa che si chiama secondo posto e che non sarà semplicissima da raggiungere.

In campo contro il Torino, Higuain ha trascinato la squadra in più d'una occasione. Lo si è visto più volte chiamare il pressing, e correre a pressare egli stesso, nonostante la corsa e il fondo non siano tra le sue doti più spiccate.

Higuain con quello dell'Olimpico è arrivato a quota tre reti messe a segno solo al Torino in due partite: considerando che si tratta del Toro, possiamo dire, per fare una battuta, che il Pipita ha giocato a fare un po' "il Matador"...

Torino-Napoli 0-1: le pagelle

Reina 6: la sua porta rimane ancora inviolata, anche se deve fare un paio di parate delle sue, e i due pali colti dal Toro, gli fanno tremare le vene e i polsi.

Reveillere 6: gli avversari attaccano poco dalle sue parti, e non sbaglia particolarmente.

dal 74' Henrique 6,5: gioca il finale di partita, ma se la cava egregiamente sia da terzino destro, sia a centrocampo, dove aiuta alla spinta del forcing finale.

Fernandez 6,5: Meggiorini prima, Immobile poi, gli sbattono contro. Sta diventando sorprendentemente insormontabile.

Albiol 6: Meggiorini è una spina che per poco non lo punge nella ripresa. A ciò si contrappongono un paio di anticipi dei suoi che strozzano altrettanti contropiede al Toro.

Ghoulam 6: si attacca principalmente dalle sue parti, e lui c'è, con le buone o con le cattive.

Inler 5: El Kaddouri lo prende (e non solo lui) da tutte le posizioni, costringendolo alle maniere forti, e al cartellino.

dal 64' Behrami 5,5: il suo primo errore di questo campionato, per poco non manda in porta Immobile.

Jorginho 5,5: un paio di illuminazioni in verticale si spengono nella scarsa lucidità di chi è stato febbricitante e non ha ancora giocato nemmeno dieci gare con il nuovo gruppo.

Callejon 5,5: un po' di disordine tattico, inedito per lui, ne mina la voglia di fare, che spesso va a scontrarsi con la corsa di Darmian, che lo controlla egregiamente.

Hamsik 6: ancora lento e prevedibile, ma quella traiettoria disegnata nell'aria, per trenta metri, fino a trovare Higuain e il suo destro vincente, sono il ruggito del campione che vuole risorgere e risorgerà.

Mertens 6: il pepe ce lo mette lui, soprattutto nella ripresa, ma probabilmente è una spezia che dalle parti di Torino sanno come controllare. Nel finale due conclusioni a giro scaldano i guantoni di Padelli, tutto qui.

Higuain 6,5: solo una conclusione, facilmente parata da Padelli. Poi trova un gol con un piccolo aiuto, sbilanciando Glik, per colpire di destro e battere Padelli, anche con un po' di fortuna. Il gesto non è eccelso quanto a sportività ed eleganza, ma è un messaggio al resto della squadra: "il leader sono io, perchè ho la cattiveria giusta, e solo con la cattiveria si vince". 

Benitez 6: la squadra sta giocando un calcio lento e prevedibile, e si affida al talento dei suoi singoli. Si spera che sia solo un momento, perchè così non si dura in eterno.

Torino-Napoli 0-1

foto: www.corrieredellosport.it


Marcatori: 90′ Higuain (N)
Torino (3-5-2): Padelli; Bovo, Glik, Moretti; Maksimovic, Tachtsidis, El Kaddouri, Kurtic (78′ Basha), Darmian; Barreto, Meggiorini (70′ Cerci). All.: Ventura
Napoli (4-2-3-1): Reina; Revelliere (74′ Henrique), Fernandez, Albiol, Ghoulam; Inler (64′ Behrami), Jorginho; Callejon, Hamsik, Mertens; Higuain. All.: Benitez
Note: Ammoniti: Bovo, Glik (T); Jorginho, Inler (N)
Arbitro: Doveri

Il cinismo di Higuain, che "mata" il Toro per la seconda volta, segnandogli tre reti in due partite, è e deve essere il simbolo di questo Napoli.

Vincere allo scadere dell'incontro, con un gol ai limiti della regolarità, dopo una gara bella solo a tratti, è da campioni. Un po' lo si era visto anche con la Roma, ma adesso è venuta fuori quella grinta assoluta, pura, che spinge una squadra oltre i propri limiti, oltre la lucidità che inizia a mancare, come l'ossigeno, e quando l'acido lattico si fa largo tra i muscoli.

Mantenere i nervi saldi, controllare le proprie azioni e quelle degli avversari, non perdere la testa, tanto da portare Hamsik, ancora una volta non all'altezza, a disegnare un passaggio di trenta metri, cercare e trovare Higuain negli spazi, fargli segnare una rete non tra le sue più belle, ma forse una delle più importanti. 
Un simbolo quel destro del Pipita, un simbolo del Napoli che c'è.

Un plauso al Torino, autore di una prova maiuscola sia in fase offensiva, dove ha colto due pali, sia in fase difensiva, dove è riuscito a imbrigliare per buona parte della gara, le trame del Napoli, fatte spesso di passaggi lenti e prevedibili. A velocizzare un po' l'azione ci si è messo il solito Mertens, seppur le sue conclusioni a giro di destro dopo essersi accentrato sono un orai un marchio di fabbrica e spesso di prevedibilità.

Nota positiva, nel finale, anche Henrique, che ha dimostrato una grande duttilità tattica, riuscendo a ricoprire il ruolo di terzino a destra, oltre ad aver preso egregiamente le redini del centrocampo in mano, con l'uscita di Inler e la perdita di lucidità da parte di Jorginho.

Avanti un altro, ora c'è la delicatissima sfida di ritorno con il Porto, ma questo Napoli, proprio ora che non gioca male, e che non merita, ma vince, è una grande squadra.

domenica 16 marzo 2014

Massimiliano Esposito, cuore e muscoli per la sua Napoli

www.tuttonapoli.net


Quando si vive lontano dalla propria terra d'origine, ha sempre e comunque il pensiero di riuscire un giorno a tornare.

A Massimiliano Esposito è riuscito di tornare, ma, forse, considerando il suo valore,  è riuscito in un momento in cui questo valore non ha potuto dimostrarlo tutto.

E' approdato al Napoli dopo essersi messo in luce in due ottime stagioni: una in B con il Piacenza e quella successiva in A con la Lazio di Zeman. Esterno destro di velocità, ma anche di muscoli, Esposito approda alla corte di Gigi Simoni. Il Napoli parte molto bene, ed alla fine del girone d'andata chiude al terzo posto in classifica. Un po' le voci di mercato sul tecnico, un po' i dissidi societari, fanno scivolare il Napoli in una classifica sempre più anonima: la finale di coppa Italia, conquistata con tanta fatica, viene persa contro il Vicenza, con in panchina Enzo Montefusco, nel frattempo subentrato a Simoni esonerato.  

Lo stesso Esposito, prima spesso nell'undici titolare, scivola in un anonimato che l'anno dopo lo porta a lasciare il Napoli a metà campionato, per andare in prestito al Verona.

Tornerà nella stagione successiva, in cui il Napoli, nel frattempo retrocesso in serie B, vi resta al termine di un campionato incolore.

Esposito in campo ce la metteva sempre tutta, e non averlo visto trionfare insieme al Napoli è stata davvero un'ingiustizia.

Molti di noi ricordano quel gesto atletico meraviglioso di cui fu autore in una gara amichevole estiva, contro la formazione greca dell'Olimpiakos Pireo.

Esposito segnò una rete magnifica in rovesciata, dopo aver controllato il pallone con un bello stop di testa. Per il pubblico fu delirio, il giusto tributo ad un figlio di Napoli che forse avrebbe meritato di più, e che di sicuro, se avesse militato in una squadra di maggior valore, avrebbe potuto dimostrare appieno tutto il suo potenziale.


Napoli, chi giocherà a destra?

L'indomani della trasferta di Europa League contro il Porto ci ha sottratti un altro giocatore: Christian Maggio. Il calciatore azzurro è stato addirittura ricoverato per un pneumotorace, e tornerà in campo non prima di un mese. 

Per Benitez si ripropone il problema del difensore destro. Con Mesto che è finalmente tra i convocati, ma non ancora arruolabile, Zuniga che è ormai una sorta di malato immaginario e Reveillere che non dà garanzie in termini atletici, per la gara con il Torino, e probabilmente anche per il ritorno con il Porto, si sta facendo sempre più viva l'ipotesi di vedere in quel ruolo Valon Behrami.

Il calciatore svizzero ha già giocato in que ruolo in Inghilterra e con la maglia della Lazio oltre ad una breve parentesi con la Fiorentina. Ha corsa e morde le caviglie e per queste due partite potrebbe tornare utile per tamponare una posizione dove gli azzurri potrebbero correre seri rischi.

La speranza è di recuperare presto Maggio, avere Mesto al 100% e riavere finalmente Zuniga, in modo da avere problemi di abbondanza.

sabato 15 marzo 2014

Gianfranco Zola, l'ombra di Diego


foto: www.twb22.blogspot.com

E' il caso di definirlo l'ombra di Diego, o Diego allo specchio, considerando che amava calciare con il piede destro, invece del sinistro come el pibe de oro.

Gianfranco Zola era predestinato ad avere legami con Maradona. quando giocava ancora nella sua Sardegna, con l'Oliena, gli avevano già affibbiato il soprannome di Maradona della C. Forse fu per questo che Luciano Moggi, allora direttore sportivo del Napoli, lo notò, per portarlo all'ombra del Vesuvio, per crescere all'ombra di Diego e sostituirlo in caso di necessità. Con il Napoli Zola conquista uno scudetto, il secondo della storia azzurra, e una supercoppa Italiana.

A Soccavo, allenandosi con il più forte di tutti i tempi, Zola impara molto, migliora, e con il tempo, e con l'addio al Napoli da parte di Maradona, diventa un giocatore indispensabile per la formazione azzurra. Negli anni senza Diego, di inesorabile declino per la squadra azzurra, Zola è il faro che illumina le partite, disegna punizioni magnifiche, incanta con giocate da campione. 

Il primo anno senza Maradona e con Zola titolare va tutto sommato bene: il Napoli è guidato da un giovane Claudio Ranieri, e si classifica quarto. L'anno dopo, però, è un disastro: la formazione azzurra evita la retrocessione d'un soffio dopo l'esonero di Ranieri e l'arrivo in panca del redivivo Ottavio Bianchi. 

E' l'inizio della fine del periodo aureo del Napoli: l'anno dopo Zola viene ceduto al Parma proprio per fare cassa ed ovviare ai debiti contratti negli anni precedenti. 

Con il Parma Zona ha la possibilità di mettersi in mostra in più ampi palcoscenici, e consolida la sua presenza in nazionale. I mondiali del 1994, però, lo vedono come una vera e propria meteora. Il suo mondiale dura, infatti, pochissimi secondi, fin quando non esce per una espulsione davvero discutibile. in Italia Zona vive una sorta di dualismo con Roberto Baggio.

Successivamente incanterà poi l'Inghilterra, il Chelsea per la precisione, e quella lunga militanza, con il numero, 25, gli varrà anche una importante onorificenza da parte della regina.

il passato recente vede il suo ritorno in terra natia, vestendo la maglia del Cagliari, e poi la carriera di allenatore, che finora gli ha regalato poche soddisfazioni.

Il ricordo di Zola calciatore resta vivo nelle menti dei napoletani, da sempre attenti a riconoscere chi sa giocare a calcio, e fa della fantasia e l'estro la sua

giovedì 13 marzo 2014

Porto-Napoli 1-0

PORTO (4-3-3): Helton , Danilo , Maicon , Mangala , A. Sandro ; Fernando , Defour  (86' Herrera), Eduardo (67' Quintero: ); Quaresma , Varela (71' Ghilas: sv), Jackson Martinez . A disp: Fabiano, Reyes, Ricardo, Licá. All. Castro
NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Reveillere, Albiol, Britos, Ghoulam; Behrami, Henrique; Insigne, Hamsik (74' Mertens), Callejon (78' Pandev); Higuain (82' Zapata). A disp: Colombo, Fernandez, Inler, Dzemaili. All. Benitez
Arbitro: Kralovec
Ammoniti: Reveillere, Behrami
Reti: 56' Jackson Martinez



 Male la prima, quella d'andata per il Napoli, agli ottavi di Europa League.

Gli azzurri si arrendono ai padroni  di casa del Porto, che passano grazie a un gol di quel Martinez, che avrebbe dovuto vestire la maglia azzurra invece di Higuain. Il Porto è stato bravo a legittimare un successo, con una partita condotta con intensità soprattutto nelle prime battute, al cospetto di un Napoli che, negli uomini e nell'atteggiamento, non ha assecondato la propria indole, pensando soprattutto a non prenderle.

Nel momento di maggiore vivacità del Napoli, che ha fallito clamorosamente tre occasioni in pochi minuti, il Porto è riuscito a segnare. Gli azzurri ci hanno provato ancora, a pareggiare, senza riuscirci.

Ora servirà un san Paolo pieno come nelle migliori occasioni, un Napoli forte e conico come nelle sue migliori partite, e tanta fortuna.

Non sarà facile, ma il turno si può ancora passare.

Ciro Ferrara, quanti rimpianti

foto: www.wikipedia.uk


A volte ci si mette il destino a dividere due strade che sembrano fatte apposta per correre insieme, intrecciate, simbiotiche. Basta poco perché queste stesse strade diventino parallele. Ci si mettono le scelte, personali e professionali, le situazioni economiche, il cuore, la testa, e tutto il resto.

E' successa la stessa cosa tra Ciro Ferrara ed il Napoli. Proprio il giocatore che ha raccolto l'eredità di Maradona, diventando capitano, e poteva essere la bandiera della formazione azzurra, è andato a vestire la maglia dell'odiata Juventus, divenendone uno dei simboli. Come è possibile che accada ciò? Purtroppo accade, in un mondo come il calcio dove il professionismo quasi sempre ha la meglio sulle ragioni del cuore, e fare profitto, salvando così le sorti di una società, porta a sacrificare i sentimenti più veri, come quelli di un ragazzo nato e cresciuto a due passi dallo stadio, costretto a emigrare.

Ferrara cresce nel Napoli, lo scopre Varriale, un conoscitore di calcio, e attuale frequentatore di trasmissioni sportive locali sul calcio minore. Viene lanciato in prima squadra come erede di Bruscolotti, in concomitanza con i primi anni di Maradona al Napoli. e' un difensore vecchia scuola, quelli abituati a marcare a uomo cercando l'anticipo, molto fisico, forte di testa, e prevalentemente di piede destro. Parte dalla panchina, ma sarà Ottavio Bianchi a lanciarlo con maggiore frequenza in prima squadra proprio al posto di Bruscolotti a fine carriera, schierandolo da terzino. A quei tempi il terzino era quasi esclusivamente bloccato, pronto a contrastare l'ala destra avversaria, che di solito indossava la maglia numero sette. Ferrara invece aveva il due, quel numero due che porterà con sé per tutto il corso della sua lunga carriera.

Con l'esordio  nel calcio che conta direttamente in serie A, Ferrara scoprirà ben presto anche l'azzurro della nazionale, prima l'under 21, poi quasi subito la maggiore, partecipando anche ai mondiali del 1990. Ma prima ancora il contatto con i suoi primi grandi successi: vince due scudetti con il Napoli di Maradona, due coppe Italia, una supercoppa italiana, ma soprattutto la coppa Uefa, nella quale segna anche un gran gol nella finalissima contro lo Stoccarda, terminando quella gara tedesca alzando la coppa e sciogliendosi in lacrime tra le braccia di Diego.

il 1994 è l'anno dell'addio di Ciro al Napoli. L'allenatore è Lippi, che regala la qualificazione Uefa (e Ferrara segnerà un gol nell'ultima gara al san Paolo, contro il Parma), ma al tempo stesso inizia la crisi inesorabile del Napoli, che costringe la società a cedere i giocatori migliori, e tra questi anche Ciro. Il calciatore napoletano vestirà la maglia bianconera della Juventus fino a fine carriera, tanto da collezionare con la formazione di Torino il maggior numero di presenze in carriera, e superando quelle collezionate con il Napoli. 

Se molti tifosi hanno compreso, altri non hanno nè capito nè accettato quel trasferimento, e mai hanno accolto bene Ferrara quando veniva a Napoli, sia con la Juve, sia con la nazionale. questo gli è successo sia da calciatore, sia da allenatore, carriera nella quale non è riuscito ancora a decollare.

Eppure Ciro ha dimostrato di essere comunque legato alla sua città, formando con Cannavaro una fondazione benefica, pur conservando le sue attività imprenditoriali quasi esclusivamente  Torino.
Scelte, appunto, condivisibili o no. Ma al di là delle scelte, resta il rimpianto di non essersi goduti appieno un giocatore che aveva tutte le carte in regola per diventare una bandiera.

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lunedì 10 marzo 2014

Napoli-Roma: le pagelle

Reina 7,5: tre parate incredibili, da grande portiere, che salvano il risultato. Prima su Gervinho, poi su Bastos, infine su Maicon. Tutte difficili, tutte diverse, tutte da grande portiere.

Maggio 6: Gervinho è il solito brutto cliente, come del resto Florenzi quando capita dalle sue parti. Resta quasi sempre basso.

Fernandez 6,5: un paio di interventi spettacolari, difficili ed efficaci. Non sbaglia quasi mai.

Albiol 6,5: precisione, anticipo, modi spicci. Sono gli ingredienti che sono mancati alla difesa azzurra domenica scorsa, quando era assente per squalifica.

Ghoulam 6: Bastos lo costringe sulla difensiva, ma trova il tempo per disegnare il cross che porta al gol di Callejon.

dal 85' Pandev s.v.

Inler 5: Naingollan lo manda in tilt. Non tiene la posizione, non copre la zona, corre a vuoto, spesso arranca.

Dzemaili 5,5: parte bene e cerca di condurre il gioco in prima persona, poi inizia a perdere il filo.

dal 61' Henrique 6: copre la sua zona a centrocampo meglio di chi è partito titolare.

Callejon 6,5: si fa perdonare un errore clamoroso commesso sotto porta ad inizio ripresa, con un gol fotocopia a quello segnato sempre alla Roma in coppa Italia.

Hamsik 5: impalpabile, fuori dal gioco, mai pericoloso, pericolosamente impreciso. Per uno come lui conviene aspettare, ma speriamo si svegli presto.

dal 73' Insigne 6: gara di copertura, dimostra una maturità tattica crescente.

Mertens 6,5: vivace, ma non nelle dosi massicce cui siamo abituati. Prova positiva, che gli permette di prendere parte anche all'azione del gol.

Higuain 5,5: servito poco, corre anche poco. Ha una sola azione limpida, ma spedisce la palla in curva.

All.: Benitez 6: la squadra ha sofferto a centrocampo, ma si è ben difesa sulla trequarti. Ha il merito di aver finalmente mostrato cinismo, riuscendo a fare risultato nonostante una prova non proprio brillante della squadra.

domenica 9 marzo 2014

Napoli-Roma 1-0

foto: www.corrieredellosport.it




Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Fernandez, Albiol, Ghoulam; Inler, Dzemaili (61' Hernique); Callejon (85' Pandev), Hamsik (73' Insigne), Mertens; Higuain. A disp.: Colombo, Doblas, Britos, Reveillere, Radosevic, Bariti, Zapata. All.: Benitez.
Roma (4-2-3-1): De Sanctis; Maicon, Benatia, Castan, Romagnoli (85' Destro); Nainggolan, Strootman sv (13' Taddei 6,5); Florenzi 6 (74' Ljajic 6), Pjanic 6,5, Bastos 6; Gervinho 6,5. A disp.: Skorupski, Lobont, Dodò, Torosidis, Toloi, Mazzitelli, Ricci.All.: Rudi Garcia
Marcatori: Callejon (N)
Ammoniti: Maicon (R), Callejon (N), Taddei (R).


Il Napoli non brilla, ma vince. La Roma è stesa ancora una volta da Callejon, che permette al Napoli di avvicinarsi in classifica proprio ai giallorossi. Ora il secondo posto è un tantino più possibile, anche se ci sarà tanto da giocare, e da vincere.

Il primo tempo se ne è andato tra tanti spezzettamenti, interruzioni, gioco ristagnante a centrocampo, e poche, pochissime azioni da gol da entrambe le parti.

Il primo vero guizzo lo regala Gervinho alla Roma, ma trova sulla sua strada un Reina super. Poco dopo Bastos impegna seriamente Reina con un gran sinistro. Il Napoli risponde nel finale di prima frazione con un tiro a giro di Mertens, respinto da De Sanctis.

Il Napoli soffre a centrocampo, dove Inler è mandato fuori giri da Naingollan, mentre sulle fasce Gervinho è la solita spina e Bastos costringe Goulham ad una partita di difesa. Gli azzurri, però, oltre la trequarti si difendono egregiamente, con Albiol e Fernandez autori di una gara quasi priva di sbavature.
Hamsik è ancora spaesato, mentre Mertens non riesce a dare palloni giocabili a Higuain.

Il Napoli offre due squilli a dieci minuti dall'inizio della ripresa, nel giro di soli trenta secondi. Prima è Callejon, servito da Dzemaili, che solo contro De Sanctis si lascia ipnotizzare. Poi è Higuain che manda alto un servizio di Mertens.

La Roma ci prova, ma non è convintissima, e il Napoli colpisce dove non gli capita spesso, nel finale. Mertens recupera un gran pallone sulla trequarti, serve a sinistra Goulham che mette al centro per la testa di Callejon. E' un gran bel gol, quasi una fotocopia di quello messo a segno dallo spagnolo sempre contro la Roma, ma in coppa.

Il Napoli colpisce a morte una Roma che avrebbe meritato almeno il pareggio. Una vittoria che dà morale in vista del confronto infrasettimanale con il Porto. Se riuscissimo ad avere continuità di vittoria anche con le piccole...

martedì 4 marzo 2014

Taglialatela, per i tifosi Batman

foto: notix.it


La tuta nera, ma non solo. Disegnata da lui, tra l'altro. Le movenze plastiche nel parare, la voglia di difendere la sua porta in tutti i modi. Giuseppe Taglialatela, per gli amici Pino, per i tifosi è Batman. Ancora oggi, quando lo vediamo spesso ospite di trasmissioni sul Napoli.

L'uomo pipistrello, estremo difensore azzurro pronto a volare in tutti gli angoli della porta per difenderla, per lasciarla inviolata, anche dai calci di rigore. In carriera ne ha parati ben undici, una cifra incredibile, se si considera che contro gliene hanno tirati 27.

Taglialatela cresce nel Napoli dello scudetto, quello che ha in rosa portieri del calibro di Garella, Di Fusco, e successivamente Giuliano Giuliani. Il portiere originario di Ischia assapora la prima squadra soltanto nel 1990, dove è il secondo di un altro grande, Giovanni Galli, dopo essersi formato nelle esperienze di Palermo e Avellino.

Diventa titolare inamovibile della formazione azzurra a partire dal 1993. Non sono anni esaltanti per il Napoli, in tutto la formazione azzurra colleziona soltanto una qualificazione Uefa, ma Taglialatela, vuoi per le difese non proprio impeccabili, vuoi per il suo valore, si mette in luce come uno dei migliori portieri d'Italia arrivando anche a ridosso della nazionale, ma senza mai poter vestire la maglia azzurra dell'Italia. L'Italia è allenata da Sacchi, cultore della zona, a quei tempi ancora non diffusissima, mentre Taglialatela gioca in una squadra che ha un modulo a uomo da sempre, e questo, probabilmente gli sbarra la strada. Non possiamo dimenticare alcune gare, due in particolare, entrambe contro il Milan, in cui Pino si è reso protagonista di gare incredibili, in cui la sua porta è rimasta inviolata nonostante veri e propri tiri al bersaglio.

Sono anni bui in cui Batman è l'unico baluardo, e la sua esperienza con il Napoli termina tra le polemiche con la retrocessione in B della stagione 1999-2000, dove viene messo anche fuori rosa.

Pino si riscatta in parte con la Fiorentina, con la quale esordisce in Champions League e conquista anche una coppa Italia.


Ma il suo amore resta sempre il Napoli, e per i tifosi anche lui, pur avendo appeso le scarpe al chiodo, resta un grande idolo.




domenica 2 marzo 2014

Livorno-Napoli 1-1

Livorno-Napoli (Primo tempo 1-1)
Marcatori: 32′ rig. Mertens (N); 39′ aut. Reina (L)
Livorno (5-3-2): Bardi; Mbaye, Coda, Emerson, Ceccherini, Mesbah; Benassi, Greco (83′ Duncan), Biagianti; Belfodil (77′ Emeghara), Paulinho (91′ Castellini). A disposizione: Anania, Aldegani, Rinaudo, Valentini, Gemiti, Piccini, Borja, Mosquera. Allenatore: Domenico Di Carlo
Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Fernandez, Britos, Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon, Hamsik (83′ Duvan), Mertens; Pandev (70′ Insigne). A disposizione: Colombo, Henrique, Reveillere, Bariti, Radosevic, Behrami, Dzemaili. Allenatore: Rafael Benitez
Note: Ammoniti: Benassi, Mbaye (L); Britos, Maggio (N)
Arbitro: Mazzoleni

Ancora un pari per la formazione azzurra contro una piccola.

Al di là dell'assenza di Higuain, gli assenti al Picchi di Livorno sono stati la velocità, la creatività e la capacità di costruire azioni limpide. Siamo stati bravi a farci imbrigliare dal Livorno, che anche se bravo tatticamente, è stato fortunato a beneficiare di una assurda autorete di Reina, nata da un suo scontro con Britos. A poco, è servito, quindi, il calcio di rigore procurato da Pandev e trasformato da Mertens.

Il  Napoli rallenta ancora, e la prossima sarà con la Roma. A buon intenditor poche parole