giovedì 30 settembre 2010

Cuore Napoli, che belle rimonte

Quella con lo Steaua è stata l’ennesima grande bella rimonta del Napoli. Da zero a tre a te a tre, una gara assurda, da far infatuare i più deboli di cuore, da far mangiare le mani per come è maturata, per come poteva essere, per chi ama logorarsi con i sé e con i ma. Questo è il Napoli, o si odia o si ama. I tifosi, ovviamente, lo amano, e fa comunque divertire, anche se a volte spreca troppo e raccoglie molto meno di e di quello che semina.

Spesso questo Napoli targato Mazzarri dimostra di svegliarsi ed entrare in partita solo quando subisce. E’ allora che si ricompatta, inizia a giocare e il motore gira a pieno regime, sospinto dai cavalli di razza, Hamsik, Lavezzi, Cavani e gli altri.

La stagione sin qui disputata ha visto già tre rimonte, che hanno portato due vittorie e un pareggio. La prima quella con la Samp, dove al gol su rigore di Cassano ha risposto prima Hamsik, poi Cavani. Risultato: Sampdoria 1 – Napoli 2.

Col Cesena, poi, un altro capolavoro. Il Napoli subisce il gol incredibile di Parolo, che è quasi un segnale per far “scatenare l’infermo”. Prima il pari con Lavezzi, poi il rigore di Hamsik, poi le due perle di Cavani che fissano il risultato sul quattro a uno.

Ultima, poi, quella con lo Steaua, che ha fatto tremare le vene e i polsi dei tifosi fino all’ultimo, facendo scaturire il pari solo all’ottavo minuto di recupero.
Di tutt’altra pasta, invece, le gare azzurre che hanno visto il Napoli passare in vantaggio per primo. Solo un pari a Firenze, dopo che Cavani aveva aperto le danze, raggiunto da D’Agostino.

Ancora peggio è andata col Chievo dove, tra le mura amiche, dopo il gol di Cannavaro del vantaggio ha subito il ritorno dei veronesi, che hanno vinto tre a uno.

Come ovviare a questo problema? Ovviare è veramente difficile, perché questo atteggiamento fa parte del dna del Napoli, squadra giovane, valida tecnicamente, che pecca ancora di inesperienza. Col tempo questo fattore può migliorare ma non sparire del tutto. Nel frattempo il Napoli continua a stupire, far gioire, emozionare, e si gode e coccola un grande Matador, sperando che non si fermi mai.

Le pagelle di Steaua-Napoli

De Sanctis 4: imperdonabile errore di valutazione su una innocua punizione romena che causa il secondo gol. Gravi responsabilità anche sul terzo gol, dove sbaglia l’uscita. In bambola su altri interventi, speriamo si riprenda presto, visto hce domenica c’è il campionato.

Santacroce 5: nervoso, si perde l’avversario in occasione del terzo gol.

Dal 1’ s.t. Lavezzi 6: si batte come un ossesso, ma non è preciso nelle conclusioni né nei servizi ai compagni.

Cribari 5,5: peccato per l’autorete che dopo un minuto mette già il Napoli sotto. Per il resto se la cava abbastanza bene.

Grava 6: si difende come può, ma in realtà lo Steaua è poca cosa, sono i demeriti del Napoli a creare pericoli.

Maggio 5,5: il primo tempo è inguardabile, come mai si era visto, poi alla distanza si riprende.

Gargano 5,5: un po’ stretto dalla presenza di Yebda.

Yebda 6: in crescita sul piano atletico e fisico, mostra qualche buon numero e una certa capacità di interdizione.

Dal 41’ s.t. Dumitru s.v.

Vitale 6: a parte il gol paga la lunga lontananza dal calcio giocato, che risale alla scorsa stagione. Può migliorare, deve farlo in fretta se vuole spazio in squadra.

Zuniga 5,5: si perde in inutili ricami e spesso perde concretezza in maniera imperdonabile.

13’ s.t. Hamsik 7: quando è lui è incontenibile per chiunque. Segna un gol che è una perla, dà vivacità al gioco e contribuisce alla strabiliante rimonta azzurra.
Sosa 6,5: in notevole crescita, ce la mette tutta. Cogli un palo e fornisce a Cavani l’assist per il pareggio definitivo.

Cavani 7: sempre più matador, e speriamo continui all’infinito.

Mazzarri 5: troppo turn over in una gara così importante. Caro Mazzarri, stiamo parlando di Europa League. Non puoi sostituire sei undicesimi, mandando in campo Vitale che era all’esordio stagionale. I nuovi stanno crescendo, e la squadra ha il solito cuore, ma il tecnico a livello internazionale ha ancora molto da imparare.

Steaua-Napoli 3-3

Steaua: Tatarusanu, Bonfim, Gardos, Geraldo, Latovevlici, Nicolita, Ricardo Gomes, Apostol (34' st Angelov), Tanase (30' st Radut), Stancu (48' st Surdu), Kapetanos. A disp. Lungu, Abrudan, Martinovic, Bicfalvi. All. Lacatus
Napoli: De Sanctis, Santacroce (1' st Lavezzi), Cribari, Grava, Maggio, Gargano, Yebda (41' st Dumitru), Vitale, Zuniga (13' st Hamsik), Sosa, Cavani. A disp. Iezzo, Aronica, Campagnaro, Maiello. All. Mazzarri
Arbitro: Borski (Polonia)
Marcatore: 3' pt Cribari aut. (S), 11' pt Tanase (S), 16' pt Kapetanos (S), 44' pt Vitale (N), 28' st Hamsik (N), 52' st Cavani (N)
Note: al 31' pt espulso Kapetanos (S) per gioco violento. Ammoniti Lavezzi, Tatarusanu, Gargano.

Povere coronarie, e poveri tifosi del Napoli, che vedono la propria squadra complicarsi la vita in Europa League, e raddrizzare l’incontro solo nel finale, in over – over time. E’ ancora lui, il Matador Cavani, che strappa un punticino, e raddrizza per quanto possibile una gara che è stata stregata sin dall’inizio, ma solo per colpa del Napoli.

In un quarto d’ora il Napoli compromette un incontro che doveva vincere facendolo suo con autorità. La sfortuna di Cribari, le incertezze di De Sanctis, le distrazioni di Santacroce ci hanno gettato alle ortiche la partita. Ma la squadra ha avuto il grande merito di riprendersi dopo lo sbandamento iniziale, ed imporre il proprio gioco. A piccoli passi, seppur giocando a sprazzi lentamente, il Napoli ha costruito la sua rimonta. Prima con Vitale, alla seconda marcatura in coppa, poi con la perla di Hamsik, che quando decide di giocare è il migliore in campo, e con il solito Matador, che ha avuto una freddezza da campione.

Concessi quattro minuti di recupero, l’arbitro la avuto la coraggiosa quanto giusta decisione di concedere altri quattro minuti perché il portiere dello Steaua si era infortunato. Proprio nell’ultima palla spunta lui, solo lui, Edinson Cavani, sempre più decisivo, che segna e pareggia i conti.
Ora il domenica la Roma, mentre la prossima in coppa sarà con il Liverpool, ma c’è da stare attenti altrimenti si rischia sempre troppo.

lunedì 27 settembre 2010

Prossimi obiettivi: Coppa e San Paolo

Coppa e San Paolo: questi i prossimi obiettivi del Napoli, che ora brilla in trasferta, con i suoi gioielli, Hamsik, Lavezzi e Cavani su tutti. La coppa, il grande vaso d’argento prima chiamato Uefa, ora Europa League, perché un successo in quella coppa che vinse Maradona manca veramente da tanto, troppo, un decennio e più. Con l’Utrecth è stato un disastro: uno scialbo zero a zero con una squadra irriconoscibile, che ha fatto veramente poco rispetto a quanto ci si aspettava, ed ha rischiato anche di subire gli avversari interessanti, ma anche modesti. Una vittoria perché ora bisogna fare sul serio, e cercare di agguantare uno dei primi due posti per poter passare il turno, come la società auspica. Se il Liverpool sembra imbattibile, almeno sulla carta, le altre due sono abbordabili. Se con l’Utrecht si è pareggiato, con lo Steaua bisogna vincere. I romeni sono in difficoltà, e bisogna approfittarne.

Il san Paolo, secondo obiettivo. In uno dei templi del calcio mondiale, sua casa, il Napoli arranca, non brilla, e talvolta delude. Un paradosso, considerando che la squadra azzurra può beneficiare del proprio pubblico, tra i più calorosi del mondo, davanti al quale quasi gli tremano le gambe. Ora basta: dopo il passo falso col Chievo, occorre riprendere la marcia anche in campo amico. La gara di domenica contro la Roma potrebbe essere la gara giusta per riprendere la corsa. I giallorossi sono squadra ostica, in ripresa, difficile da battere (non ci riusciamo da un bel po’) ma il Napoli è forte, e se non sbaglia può farcela, vincere contro chiunque.

Si riparte da Cesena, e dalla bella prova messa in atto in particolare dopo aver subito lo svantaggio. Il cuore Napoli deve continuare a battere: su ogni campo, su ogni fronte.



Un Matador chiamato Cavani

Che Cavani, ma anche “Che” Cavani. L’uruguagio è il rivoluzionario della formazione azzurra, colui che sta portando nuova linfa al progetto Napoli, che quest’anno è chiamato ad una crescita definitiva e netta grazie soprattutto all'Europa League dove lui, Il rivoluzionario matador Cavani, dovrà dare il meglio di sé. Rivoluzione scandita a suon di gol, come da tanto non succedeva. Di destro, di sinistro e di testa, che testa. In campionato sono cinque gol in cinque partite, una media che a Napoli si vedeva da poco, e se si considera anche l’Europa League, sono sette. In pratica Cavani si è fermato solo nei due pasticci azzurri contro Utrecht e Chievo, e farà il possibile per continuare questa sua cavalcata a suon di gol, che per adesso lo incoronano capocannoniere di serie a pari merito con Eto’o.

Qualcuno lo paragona a Fonseca, con il quale hanno in comune la nazionalità, ma le caratteristiche sono nettamente diverse. Se Fonseca era molto bravo con il sinistro e di testa, Cavani è sicuramente più completo, capace di giocare con sinistro, destro e colpire di testa, oltre ad aiutare molto la squadra nella manovra. Lo abbiamo visto più di una volta andare indietro a recuperar palla, oppure a servire assist al bacio, come è successo ieri in occasione del pareggio di Lavezzi, quando ha servito a Dossena la palla decisiva. A ciò si aggiungono tecnica e velocità sopraffina, da far leccare i baffi alla tifoseria azzurra, sperando che continui così e che migliori anche.

Stupisce ancor di più la sua incredibile freddezza sotto porta, che gli è valsa il soprannome di Matador. Un Matador che non ha nulla a che vedere con quei cretini che ammazzano i tori, ma un Matador che riesce a mettere in campo tutta la sua classe, senza che l’emozione vanifichi tutto.

Cavani è il valore aggiunto di questo Napoli, quello che lo scorso anno mancava. Il gioiello che il Napoli deve proteggere e salvaguardare. Non è una prima punta? Invece sì….Sulla questione rimandiamo comunque ad altre sedi, perché è probabile che il gioco di Mazzarri, per non dare riferimenti alle difese avversarie, non preveda proprio la prima punta. Più che una prima punta, ci vuole uno che fa gol con continuità, e Cavani, che ha ben iniziato, deve solo continuare. Se così fosse, i tifosi azzurri lo eleggeranno a loro nuovo idolo.

domenica 26 settembre 2010

Le pagelle di Cesena-Napoli

De Sanctis 6: inoperoso o quasi. Sul gol non ha colpe.

Campagnaro 5,5: soffre il ritardo di condizione e si vede. Per portar palla a volte perde la posizione. Nella circostanza del gol resta sulla linea di porta invece di contrastar l’avversario al tiro.

Cribari 5: Parte bene, poi si macchia di un disimpegno da dimenticare, che spiana la strada al momentaneo vantaggio del Cesena.

Dal 29’ s.t. Cannavaro s.v.

Aronica 6: della difesa è il più preciso e il più grintoso. Confeziona un’azione che per poco non lo manda in gol.

Zuniga 5,5: la voglia non gli manca, la precisione e la corsa sì. Sbaglia un gol fatto in piena solitudine nella ripresa.

Yebda 5: ancora un oggetto misterioso, giustamente sostituito. Ci vorrà tempo prima di vederlo in condizione.

Dal 15’ s.t. Gargano 6: entra e sistema un po’ l’equilibrio a centrocampo.

Pazienza 6: qualche errore nel disimpegno annullato dalla solita enorme volontà e dedizione alla causa.

Dossena 5,5: dalle sue parti spinge poco, ma confezione l’assist per il pareggio di Lavezzi.

Sosa 5,5: qualche giocata interessante, ma gli manca il passo e l’intesa coi compagni.

Dal 15’ s.t. Cavani 8: entra e illumina la partita con la sua classe. Recupera un pallone dato poi per l’assist a Lavezzi, confeziona due gol che sono due gioielli. Nel primo mette a sedere tre avversari e con il sinistro tira al veleno per la sicurezza azzurra, nel secondo è la prodezza del campione, con un destro di prima intenzione che è un capolavoro da lasciare senza fiato. Con cinque reti si sta facendo strada nella classifica dei cannonieri. Noi ci auguriamo che la vinca, e che i suoi gol servano sempre tanto al Napoli.

Hamsik 6,5: ce la mette tutta, ed in attacco si rende pericoloso anche se trova Antonioli in porta come avversario rognoso. Il portiere del Cesena però non può nulla sul suo rigore tirato con estrema precisione, che regala il vantaggio con ennesima al Napoli.

Lavezzi 6,5: il gol, il primo in campionato, tra l’altro proprio oggi che festeggia 100 presenze in A col Napoli, è il giusto premio per chi come lui ce l’ha messa tutta a scardinare il muro del Cesena.

Mazzarri 5: si fa espellere per proteste inutili. Il gol del Cesena non presentava irregolarità, solo un marchiano errore di Cribari. Con il turn over un po’ troppo avventato rischia di bruciare i nuovi, che andrebbero inseriti con maggiore gradualità.

Cesena-Napoli 1-4

Cesena: Antonioli, Ceccarelli, Pellegrino, Von Bergen, Nagatomo, Appiah (38' st Malonga), Colucci, Parolo (18' st Caserta), Schelotto, Bogdani, Giaccherini (30' st Lauro). A disp. Cavalieri, Benaoulane, Tachtsidis, Jimenez. All. Ficcadenti
Napoli: De Sanctis, Campagnaro, Cribari (29' st Cannavaro), Aronica, Zuniga, Yebda (15' st Gargano), Pazienza, Dossena, Sosa (15' st Cavani), Hamsik, Lavezzi. A disp. Iezzo, Santacroce, Maggio, Dumitru. All. Mazzarri
Arbitro: Damato di Barletta
Marcatore: 4' st Parolo (C), 27' st Lavezzi (N), 36' st Hamsik rig. (N), 44' st Cavani (N), 47' st Cavani
Note: espulso Mazzarri al 5' st per proteste. Ammoniti Schelotto e Lauro.

Questo Napoli ci fa incazzare, ma anche gioire. Nel mezzogiorno di fuoco il Napoli domina ma non tira in porta, passa in svantaggio, sbagliando ancora tanto, poi si compatta, e dilaga. Quattro a uno: quattro perle che demoliscono il Cesena. Ma si continua a sbagliare, a soffrire: questa squadra non è al top, deve lavorare in particolare in difesa e, una volta che si saranno adattati anche i nuovi, oggi bocciati, gli azzurri potranno entrare tra i grandi.

Segnano i tre gioielli azzurri: Lavezzi, Hamsik e Cavani, con quest’ultimo che, entrato a gara iniziata, ha regalato due autentici capolavori, che ora lo proiettano in testa alla classifica dei cannonieri.

In vista della sfida di giovedì con lo Steaua, Mazzarri ha dato spazio al turn over. In campo Yebda, Sosa e l’esordiente Cribari, al centro della difesa al posto dio Cannavaro. Il Napoli gioca, palleggia, ma non sfonda il muro del Cesena, composto sempre da almeno sette uomini. Le fasce sono lente, con Zuniga che ha sì volontà, ma non velocità.

La ripresa si apre come troppo spesso succede al Napoli: black out difensivo, e gol degli avversari. Questa volta sono il duo Cribari – Campagnaro a regalare il gol ai padroni di casa. Il Napoli, come quasi sempre gli succede, aspetta lo svantaggio per svegliarsi. Mazzarri, espulso per proteste ingiustificate in occasione del gol del Cesena, ristabilisce il vecchio assetto: mette fuori i nuovi e manda in campo i “titolari”. Dentro Cavani e Gargano, per Sosa e Yebda. La gara inizia a vivacizzarsi, ed è sull’asse Lavezzi – Cavani, con quest’ultimo in veste di uomo assist, che si confeziona il pareggio azzurro. Bravo il Pocho a rubare il tempo agli avversari, segnando il suo primo gol stagionale. Ci pensa Hamsik a portare in vantaggio i suoi., con un calcio di rigore concesso epr atterramento di Zuniga. Il finale, poi, è accademia. Il Cesena scompare dal campo, e brilla la stella di Cavani, aiutato anche da una certa freschezza atletica per essere entrato dalla panchina. Il matador segna una doppietta da incorniciare: prima con un gran sinistro dopo aver messo a sedere due avversari, poi con un tiro di prima di destro a girare, che non si può descrivere: bisogna guardarlo per ammirarlo in tutta la sua bellezza di autentica prodezza balistica. Tutto in cinque minuti, con il tifosi del Napoli che si leccano i baffi.

Il Napoli che vogliamo è quello di fine partita: quello da correggere è il solito brutto Napoli distratto in difesa, incapace di costruire gioco, tanto da attendere la prima mossa dell’avversario per svegliarsi. Questo atteggiamento è da correggere soprattutto perché va contro il Dna di una squadra che è costruita per attaccare.
Ora ci sarà la coppa con lo Steaua, poi ci sarà la gara interna con la Roma: due partite che diranno già la verità, in cui il Napoli è chiamato a chiarire a tutti che ora sa vincere anche in coppa e in casa, e che la rotta è definitivamente invertita.


sabato 25 settembre 2010

Napoli, mezzogiorno di fuoco

Il pranzo è servito. E speriamo anche la vittoria. Dopo una serie di notturne più o meno fortunate, il Napoli si trova a sfidare il Cesena nell’orario che fa più discutere in questo inizio stagione: le 12,30.
Nell’orario in cui di solito ci si avvia a pranzare il Napoli si gioca il proprio riscatto dopo la figuraccia interna con il Chievo. Una gara che promette molti spunti interessanti, per varie ragioni.

Innanzitutto il tecnico del Cesena Ficcadenti, tenendo presente anche il nome, vorrebbe fare un sol boccone del Napoli, approfittando anche di un orario propizio per nutrirsi. Il Napoli dal canto suo farà il possibile per risultare un boccone indigesto alla matricola terribile, facendole dimenticare questo suo strepitoso inizio di campionato, che l’ha vista anche prima in classifica a pari merito con l’Inter.

Il Napoli cerca il riscatto, e si propone di evitare certi errori come è successo mercoledì, cavalcando l’onda della buona media punti e vittorie finora collezionata in trasferta, dove gli azzurri stanno andando nettamente meglio rispetto alle gare tra le mura amiche. Il tutto tenendo d’occhio l’Europa, che giovedì proporrà la sfida con lo Steaua di Bucarest, squadra in crisi, ma non certo da trascurare. Per questo e per altri motivi, Mazzarri darà spazio al turn over, sperando che non si riveli un autogol come contro l’Utrecht. Alcuni giocatori, ed in particolare i nuovi, e Yebda su tutti, avranno la possibilità di giocarsi un’altra carta dopo l’esordio deludente, cercando di evitare di farsi bruciare dal loro stesso tecnico, che finora non li ha gestiti granché bene. Alla ricerca del riscatto, quindi, anche Mazzarri, che finora sta commettendo qualche errore di troppo nella gestione del gruppo, sotto ogni profilo.

Un mezzogiorno, o poco più tardi, che si preannuncia di fuoco per il Napoli, che si cimenterà insieme agli avversari in questo insolito orario, che a qualcuno ha dato anche un po’ problemi. Se sarà stato propizio o meno lo sapremo solo a fine gara. Intanto ci fa riflettere il fatto che il calcio si immoli a tal punto alla dea televisiva, da giocare anche in un orario dove forse i maggiori utenti del calcio, i ragazzi, si stanno ancora riprendendo dalle ore piccole della movida del sabato sera, e riescono a fatica a raggiungere stadio e tv.

giovedì 23 settembre 2010

Mazzarri contro l'arbitro... scandaloso!

foto: www.calcioline.com


“Al Chievo è andato tutto bene, errori arbitrali inclusi”. Firmato Walter Mazzarri, tecnico del Napoli, subito dopo la gara persa, meritatamente, dal Napoli contro il Chievo. Indiscutibilmente scandaloso il tecnico, con le sue dichiarazioni, considerando come ha giocato il Napoli. Male malissimo, da azzurro sbiadito, dove gli errori arbitrali, seppur netti, si confondono in un Chievo che ha saputo organizzarsi, far fronte alla partenza sprint del Napoli, vanificarne le sortite, e farsi avanti sfruttando le distrazioni della retroguardia partenopea. Il delitto perfetto, insomma, a cui il Napoli non ha saputo trovare movente né assassino, anzi, si è fatto assassinare da una squadra che è stata umile, ed ha saputo approfittare un po’ di tutto: arbitro, stanchezza degli azzurri, errori, velocità, organizzazione del gioco.

Mazzarri, che continua a parlare di serate storte quando si gioca male e non si vince, farebbe bene a fare un po’ un esame di coscienza. Se questo Napoli non gira è colpa anche sua, e motivare con scuse così banali irrita i tifosi, che visto il loro amore una spiegazione plausibile la meritano pure. In più se la prende con l’arbitro, che avrebbe condizionato l’incontro a favore del Chievo. Ma scherziamo?
Caro Mazzarri, riguardati la partita con la squadra, in modo da rendervi conto di come siete stati scandalosi, in particolare in difesa. Rendetevi conto che la colpa di questa sconfitta è vostra, non dell’arbitro. Ed in particolare tua, Mazzarri, perché, seppur la squadra è stanca, fa fatica a giocare così spesso e con la rosa risicata, spprattutto ora che il campionato è agli inizi, è pur vero che tu, che sei l’allenatore, devi fare qualcosa per evitare di perdere, rivoluzionando la squadra a partita in corso, leggendo le difficoltà della squadra per cambiarne l’assetto in maniera decisiva. Questo non sta avvenendo, e la figura di Mazzarri si sta ridimensionando. Farebbe bene, lui e la squadra, a cambiare presto rotta, per evitare di pagarne le conseguenze in prima persona.

Le pagelle di Napoli-Chievo

De Sanctis 5,5: qualche errore di troppo nella presa mette apprensione ad una difesa già in bambola.

Grava 5,5: fa fatica su Pellissier, e qualche volta se lo perde.

Cannavaro 4; segna il gol del vantaggio, poi inizia lo show degli errori. Il primo retropassaggio sbagliato gli va bene, riuscendo a recuperare, poi partecipa alla frittata del secondo gol del Chievo, e confeziona il terzo, che è tutta opera sua.

Campagnaro 4: è rimasto a Castelvolturno. Si perde Pellissier che segna un gran gol del pareggio, poi sul secondo gol si fa anticipare come un pollo.

Maggio 4,5: l’occhio nero simboleggia il suo momento no. Ci prova un po’ nel primo tempo a spingere, poi è sulla difensiva, fino a sparire completamente.

Dal 37’ s.t. Dumitru s.v.: esordio in serie A, qualcosina di buono. Da coltivare, e soprattutto da far giocare.

Pazienza 6: ce la mette tutta, forse a centrocampo è l’unico a non mollare mai.

Gargano 5: torna a sbagliare l’impossibile.

Dal 18’ s.t. Sosa 5,5: fuori posizione, ancora un corpo estraneo.

Dossena 5,5: tanta volontà, poca qualità.

Hamsik 6: una traversa e un colpo di testa sono i suoi quasi gol di oggi. Serata no anche per lui, ma ce l’ha messa tutta.

Cavani 5,5: due buone occasioni, ma la mira non è quella delle prime tre giornate, nonostante ci metta la solita generisità.

Lavezzi 5,5: uomo assist spesso poco concreto, ha poca fortuna quando subisce un fallo netto da rigore, che gli viene negato.

All: Mazzarri 5: dopo Europa League e gara domenicale, forse non doveva schierare la stessa formazione anche nel turno infrasettimanale. Le fasce girano poco, il centrocampo fa fatica, la difesa balla. Non riesce a correggere la partita in corso. Per questo ha bisogno di lavorare tanto in settimana, ma ora che si gioca tanto il tempo a disposizione sarà poco, quindi sarà suo dovere accorciare i tempi.

mercoledì 22 settembre 2010

Napoli-Chievo 1-3

Napoli: De Sanctis, Grava, Cannavaro, Campagnaro, Maggio (37' st Dumitru), Pazienza, Gargano (18' st Sosa), Dossena, Hamsik, Cavani, Lavezzi. A disp. Iezzo, Santacroce, Aronica, Vitale, Blasi. All. Mazzarri
Chievo: Sorrentino, Frey, Andreolli, Cesar, Mantovani, Rigoni, Constant (10' st Fernandes), Bentivoglio, Bogliacino (40' st Sardo), Granoche, Pellissier (32' st Thereau). A disp. Squizzi, Mandelli, Moscardelli, Thereau, Jokic. All. Pioli
Arbitro: Giannoccaro di Lecce
Marcatori: 9' pt Cannavaro (N), 23' pt Pellissier (C), 13' st Fernandes (C), 30' st Pellissier (C)
Note: ammoniti Cannavaro, Fernandes

Non hanno continuato “così”. Gli Azzurri si sono persi, ed il Chievo ha raccolto a piene mani, collezionando una bella vittoria in trasferta, la prima assoluta al San Paolo. Sul risultato finale pesano molto gli errori difensivi, gravi, gravissimi, quasi incredibili per chi gioca in serie A e punta ad andare avanti in Europa. Un Napoli che cade ancora nell’abulia della scorsa settimana, dopo i lampi di Genova. Il campionato va via veloce, si corre, si gioca tanto, e gli alti e bassi sono all’ordine del giorno come dimostra anche la classifica di questi giorni, ma vedere certi errori difensivi fanno preoccupare davvero tanto, perché denotano scarsa concentrazione, poca convinzione e un bel po’ di superficialità. In serie A non si scherza, e il Chievo l’ha dimostrato.

Il gol di Cannavaro dopo soli otto minuti ha fatto rilassare il Napoli, che stava esercitando una certa supremazia territoriale a centrocampo, e costruendo interessanti azioni offensive in velocità, con Cavani, Hamsik e Lavezzi che si scambiavano la posizione là davanti mettendo nei guai la difesa. Poi gli azzurri hanno iniziato a rallentare, e il Chievo, organizzandosi a centrocampo, ha preso coraggio, ed ha iniziato a giocare. Il pari di Pellissier è un capolavoro balistico, viziato dall’errore di Campagnaro, che si è totalmente perso l’avversario. Stesso discorso in occasione del secondo gol, con il Napoli che sta a guardare. Imbarazzante il terzo, con Cannavaro che regala il retropassaggio a Pellissier.

I fischi al Napoli del pubblico sono meritati. Con questa squadra, che in casa continua a giocare malissimo, non basta abbassare i prezzi dei biglietti.

martedì 21 settembre 2010

Napoli, ora continua così

Dalle stalle alle stelle. Dalle critiche alle esaltazioni. Il calcio, a certi livelli, è anche questo. Il Napoli di oggi e di appena una settimana fa ne è l’esempio, prima criticato aspramente per l’opaca prova con l’Utrecht, poi esaltato oltremodo per la bella rimonta con la Samp.

Per chi davvero sa leggere nelle cose, senza farsi trasportare troppo dall’amore innegabile tipico del tifoso, le cose sono piuttosto chiare, e soprattutto si vengono a smussare certi angoli della passionalità, che a volte distorcono la visione delle cose.

Il Napoli visto con l’Utrecht ha giocato male, e non ci sono scuse, nonostante Mazzarri avesse provato a cercarle, parlando di serata storta. Il Napoli che tornava in Europa dopo più di dieci anni doveva offrire ai propri tifosi una prova all’altezza della situazione, almeno sotto il profilo dell’impegno. Ma si gioca tanto, e qualche attenuante ci può anche stare.

Gli azzurri di Genova, invece, hanno preso il bandolo del gioco, al cospetto di una Samp che ha rinunciato a giocare e, nonostante i molti calci d’angolo collezionati, ha tirato poche volte in porta, ed ha dovuto attendere lo svantaggio per tirar fuori la grinta che gli ha consentito di rimontare. Bene la difesa, ma non stratosferica, considerando che Pazzini era veramente in giornata no. Bene il centrocampo, ma non infallibile, con il solo Palombo che era troppo facile da contrastare. Bene l’attacco, anche se molti scambi e tiri li ha gettati veramente alle ortiche. Bene Mazzarri, anche se continua a sbagliare nella gestione di alcuni aspetti ora sotto la sua responsabilità. Ultimo il “recupero” di Bucchi, reintegrato in rosa per l’infortunio di Lucarelli, dopo che è stato mandato più volte altrove, e di lì a poco gli si sarebbe rescisso il contratto. Bucchi è un bravo ragazzo, e chiunque giocherebbe in A, ma se dovesse far bene, come tutti ci auguriamo, non sarebbe certo merito di Mazzarri, che finora non ha mai creduto in lui e non gli ha dato nemmeno una possibilità.

Il Napoli, insomma, si sta pian piano ritrovando, e così come era esagerato prima criticarlo, ora non è il caso di esaltarlo. Lasciamo giocare questi ragazzi che se la possono cavare. La gara con il Chievo dirà sicuro qualcosa in più.

lunedì 20 settembre 2010

Le pagelle di Sampdoria-Napoli

De Sanctis 6: inoperoso, intuisce il rigore.

Grava 6,5: concede poco a Cassano, è tornato nuovamente quel gran difensore che conosciamo, dopo la brutta parentesi col Bari.

Campagnaro 6: in difesa corre pochi rischi, e si rivela bravo nel portar palla a destra, come già altre volte gli è capitato di fare.

Maggio 5,5: partita sulla difensiva, a supporto di Grava per contrastare Cassano, ma non è quello il suo ruolo.

Cannavaro 5,5: preciso e concreto, peccato per la cintura a Cassano che porta al rigore.

Pazienza 6,5: non molla un secondo, e forse è l’unico. Indispensabile per questa squadra.

Gargano 6: sbaglia come al solito tanto, ma coglie una bella traversa su punizione, e su un’altra punizione ha l’intelligente trovata di servire Hamsik in area, propiziando il gol del pareggio.

Dossena 5,5: a mezzo servizio, da lui ci si aspetta molta più spinta.

Hamsik 6,5: il solito cobra. Sparisce per riapparire nel momento giusto. Il momento giusto è alla mezz’ora della ripresa, quando taglia a centro area, riceve palla da Gargano e con un velenoso sinistro pareggia i conti dopo il gol di Cassano.

Cavani 7: sbaglia ma ha la capacità di rifarsi con una zampata da tre punti. Aiuta molto in difesa, è utile alla squadra non sono per il gol.


Lavezzi 5,5: raddrizza in parte una gara irritante con un bel finale arrembante e un assist al bacio per il gol di Cavani.

Dal 46’ s.t. Sosa s.v.

All.: Mazzarri 6: alla squadra è tornato il cuore e la voglia di vincere, ma la sua mano si è vista veramente poco.

Sampdoria-Napoli 1-2

Sampdoria: Curci, Zauri, Gastaldello, Lucchini, Zauri, Semioli (27' st Mannini), Palombo, Dessena, Guberti (35' st Koman), Cassano, Pazzini (30' st Pozzi). A disp. Da Costa, Obiang, Cacciatore, Volta. All. Di Carlo
Napoli: De Sanctis, Grava, Cannavaro, Campagnaro, Maggio, Pazienza, Gargano, Dossena, Hamsik, Cavani, Lavezzi (46' st Sosa). A disp. Iezzo, Aronica, Vitale, Cribari, Yebda, Dumitru. All. Mazzarri
Arbitro: Valeri di Roma
Marcatori: 33' st Cassano rig. (S), 38' st Hamsik (N), 41' st Cavani (N)
Note: ammoniti Lucchini, Campagnaro, Lavezzi, Grava, Gargano, Pazienza, Curci, Gastaldello, Mannini.

Il cuore c’è, almeno quello. La volontà pure. Ora aspettiamo la lucidità, mantenendo i piedi per terra, e potremo divertirci come l’anno scorso, spazzando via polemiche e voci di un Napoli che finora non è stato il vero Napoli, ma da come ha saputo rimontare con la Samp, pare proprio essere sulla strada giusta.

Il primo tempo è tutto azzurro, ma chiariamoci: la squadra ha prodotto molto, ma con scarsa lucidità, sbagliando molti passaggi, a volte anche quelli più banali. Attacca all’arma bianca, ma non tira mai in porta. La Samp sta a guardare, perché c’è poco da fare. Gli azzurri sembrano quelli che hanno giocato contro l’Utrecht, e la squadra sembra avviarsi verso un anonimo e inguardabile zero a zero.

Nella ripresa poi, gli episodi sbloccano il tutto. Gargano prende il suo primo palo sulla prima punizione ben tirata, ma a passare è la Samp, con un rigore dubbio trasformato da Cassano, atterrato da Cannavaro.

Tutti pensano alla beffa, ma stavolta non è così. Gargano, ancora lui, sorprende nuovamente per l’intelligenza, servendo suo cognato Hamsik in area, e lo slovacco finalmente si sveglia, e segna un rigore in movimento con un bel sinistro. Ancora un episodio, insomma, pareggia i conti.

Ma quello che succede pochi minuti dopo è cuore Napoli, e non si tratta di un episodio, ma è frutto della grinta e la voglia di vincere che finalmente è tornata. Lavezzi, fino a quel momento irritante per imprecisione e scarsa voglia di fare, serve un grande assist al centro per Cavani. La palla sembra imprendibile, ma l’uruguaiano si produce in una zampata da attaccante vero, il suo destro velenoso da due passi rotola lentamente in porta. E’ l’apoteosi Napoli, il Napoli che ricordiamo, che vince le partite nei minuti finali, perchpè ci crede fino alla fine, perché ha voglia di vincere e non è quella squadra arruffona che abbiamo visto giovedì.

Mercoledì si torna a giocare. Cuore Napoli, non smettere di battere, ma ricordati che sai vincere!




domenica 19 settembre 2010

Mazzarri, ora tocca a te

Il Napoli di inizio stagione non gira a dovere. In campionato due pareggi, in Europa League, quella che conta, uno scialbo pari in casa con l’Utrecht. In questi casi, le motivazioni sono da ricondurre a più componenti: la forma fisica non ottimale, i nuovi innesti che hanno bisogno di integrarsi nella nuova formazione, ma vorremmo soffermarci sul ruolo che in questo inizio di stagione sta avendo l’allenatore, ed in quello che invece è chiamato ad avere, e che un po’ ha scelto anche lui. Mazzarri quest’anno deve fare l’allenatore Manager, perché lo vuole lui e perché de Laurentiis è solito fare così con i collaboratori di cui si fida. Ma il tecnico, da come si sta comportando in campo e fuori, non sta mostrando ancora di essere all’altezza di questo nuovo ruolo.

Un po’ per sfortuna, un po’ per sua parziale incapacità, Mazzarri non sta raccogliendo ancora i frutti di quanto di buono sta facendo. Tanto per cominciare, ha fatto esplicita richiesta al presidente De Laurentiis di rifare completamente il manto erboso, che non veniva rifatto totalmente dai tempi dei mondiali ’90. Risultato: contro l’Utrecht il campo era duro, in alcune parti secco, e i giocatori avevano difficoltà a stoppare la palla, come lo stesso Mazzarri ha riconosciuto.
Ad inizio stagione Mazzarri aveva chiesto al presidente di ingaggiare Lucarelli, definito l’elemento giusto per fare da rincalzo agli attaccanti nei minuto finali, quando quello che conta è cercare il gol della vittoria quando la gara non si sblocca. Risultato: Lucarelli, dopo pochi minuti di gioco com,plessivi con la maglia del Napoli, entr in campo contro l’Utrecht ed al primo stacco di testa cade male e si frattura il legamento crociato, cosa che lo terrà fermo per almeno cinque mesi.
Il gioco di Mazzarri sappiamo che non prevede il regista, ma il gioco sulle fasce. Viene, quindi, mandato altrove Luca cigarini. Con la maglia del Siviglia, l’ex azzurro vola e guadagna la nazionale. Stessa cosa per Quagliarella, che probabilmente nel Napoli non è mai stato decisivo anche per il gioco dell’allenatore.
Giovedì sera, dopo l’assurdo pareggio di Europa League, gara attesa da sedici anni, Mazzarri non ha saputo dire altro che si è trattato di una serata storta. Non ha fatto, insomma, il mea culpa per aver completamente toppato la gestione del turn over, mandando in campo in una gara così importante e sentita i nuovi acquisti, che mai avevano giocato, ottenendo come risultato che erano tutti completamente spaesati, pestando i piedi di altri compagni, e rischiando di bruciarsi già dal primo atto con la nuova maglia. Il suo Napoli arranca, ed è strano considerando che è stato tra i primi a cominciare. Il tecnico è nervoso, e lo si vede dalle interviste che sta rilasciando in questi giorni.

E’ vero, i tifosi del Napoli sono tra i più attenti e critici, e vogliono tutto e subito, ed è probabile che il Napoli pian piano ritrovi la sua strada, magari a partire proprio da stasera, ma è pur vero che Mazzarri da come ha iniziato a comportarsi, è veramente lontano parente da quello che è subentrato a Donadoni, lo ha portato in Europa, facendogli collezionare anche una lunga serie di risultati utili consecutivi.

Riprendiamo da stasera, sperando che Mazzarri stesso ritrovi il suo carattere ed inizi ad assumersi le sue responsabilità.

giovedì 16 settembre 2010

Le pagelle di Napoli-Utrecht

De Sanctis 5,5: cerca di registrare una difesa che balla, e ci riesce solo in parte. Anche lui fa i suoi errori, anche molto banali.

Santacroce 6: innervosisce gli avversari, e riesce a fermare le sortite dalla sua zona. Un rientro convincente, nel suo stile.

Cannavaro 6: pochi pericoli, e ancora un gol sfiorato.

Aronica 5: troppi errori e leggerezze rischiano di compromettere la gara azzurra.

Zuniga 5,5: la voglia non gli manca dall’inizio alla fine, ma la sua quantità porta anche pochissima qualità.

Yebda 4,5: il suo esordio in maglia azzurra è disastroso: commette errori nei passaggi più semplici, risulta fuori posizione, forse infastidito dalla presenza del suo omologo Gargano. La condizione atletica nemmeno lo supporta. Da rivedere, sperando che migliori.

Dal 30’ s.t. Lucarelli s.v. In una ventina di minuti non tocca palla, ma si infortuna lo stesso.

Gargano 5: balla paurosamente, non trova la posizione, sbaglia l’impossibile.

Dossena 5,5: sembra partire bene, ma si spegne e diventa impreciso.

Dal 23’ s.t. Maggio 5,5: ce la mette tutta a spingere, ma non abbastanza.

Sosa 5,5: all’inizio pressa alto e fa ben sperare, poi scompare e quando si vede è per qualche errore.

Dal 55’ Hamsik 6: qualche giocata interessante per dare vivacità ad una manovra imbalsamata, ma da solo non basta.

Lavezzi 5,5: qualche guizzo dei suoi solo nel finale. Il resto è noia.
Cavani 5,5: poco servito, poco vivace, vede poco la porta.

All.: Mazzarri 5: il turno over era necessario, ma per come l’ha impostato è stato un azzardo. Far giocare i nuovi nel primo palcoscenico europeo non poteva che essere un suicidio. E menomale che non si è perso, altrimenti si rischiava di bruciare questi ragazzi. La squadra comunque arranca, ha problemi in difesa ed a centrocampo i ruoli non sono chiari, come sulle fasce. Deve lavorare per ridare identità a questa squadra, che ha cambiato tanto, ma che deve cercare di non rovinare quanto fin qui di buono fatto, anzi, puntare ad un miglioramento.

Napoli-Utrecht 0-0

NAPOLI (3-4-2-1): 26 De Sanctis; 13 Santacroce, 28 Cannavaro, 6 Aronica; 18 Zuniga, 21 Yebda (Lucarelli 6, dal 30° s.t.), , 23 Gargano, 8 Dossena (Maggio 6, dal 23° s.t.); ; 77 Sosa (55’ Hamsik), 22 Lavezzi; 7 Cavani. All. Mazzarri.
UTRECHT (4-4-2): 1 Vorm; 2 Cornelisse, 17 Schut, 29 Wuytens, 3 Nesu; 12 Demouge, 8 Silberbauer, 7 Duplan, 20 Lensky; 11 Mertens; 9 Van Wolfswinkel. All. Ton du Chatinier
ARBITRO: Vad (Ungheria) - Guardalinee: Ring-Szpisjak (Ungheria). Quarto uomo: Bognar (Ungheria). Arbitri di porta: Veizer-Farkas (Ungheria).

Che brutto Napoli quello d’Europa, che si fa fermare dall’Utrecht a reti inviolate. La formazione di MAzzarri gioca una gara brutta in ogni reparto, piena di errori, con poca corsa, e rischia anche di farsi superare dai modesti, ma non certo scarsi avversari olandesi. Un po’ il turn – over, un po’ la condizione fisica non ancora ottimale, fanno di quella del san Paolo una partita quasi inguardabile. Un solo punticino, quindi, per gli azzurri nella prima gara del girone. Nulla è ancora compromesso, ma per le prossime gare bisogna veramente dare il massimo, ed evitare partite come questa.

Ci si aspettava un maggior numero di tifosi per l’esordio azzurro in Europa dopo sedici anni, ma la tessera del tifoso, unita all’attesa sfida con il Liverpool, non riempiono il san Paolo come ci si aspettava.

Primo tempo veramente brutto, con il Napoli che esce tra i fischi dei propri tifosi. I nuovi innesti fanno fatica, in particolare Yebda, che sembra un doppione di Gargano e finisce col pestare i piedi all’uruguaiano, mentre in difesa si balla, portiere compreso, e per poco l’Utrecht non ne approfitta. Il solo Zuniga prova a dare velocità alla manovra azzurra, ma non c’è alcuna azione degna di nota. Sulla stessa falsa riga la difesa, con il centrocampo assente, e l’attacco che poco servito ha scarse idee. Solo con l’ingresso di Hamsik la partita si vivacizza, e nel finale c’è qualche occasione per gli azzurri, ma nulla di che. Il pareggio, alla fine, per quello che si è visto, è il risultato più giusto.

martedì 14 settembre 2010

Napoli, c'è l'Utrecht: vietato sbagliare!

Domenica col Bari è stata una beffa. Quel pari di Castillo all’ultimo secondo, dopo solo trenta instanti dalla rete liberatoria di Cannavaro, ha gelato lo stadio, e congelato la prima vittoria in campionato del Napoli. LA squadra è parsa imbambolata, si è fatta infilare in maniera clamorosa, seppur schierata, insieme al centrocampo, andato a vuoto su tutti gli interventi. Una situazione nel finale che ci è costata due punti, un calo di concentrazione tipico dell’inizio della stagione, ma che è preferibile non ripetere. Soprattutto quando si gioca in Europa.

L’Europa prossima ventura si chiama Utrecht, squadra olandese di scena giovedì sera al san Paolo. L’esordio del Napoli nel girone di Europa league vedrà uno stadio nuovamenter stracolmo dopo la poco felice parentesi di Bari, che ha visto uno stadio pieno a metà, vista la parziale fronda nei confronti della tessera del tifoso. In Europa si fa veramente sul serio, e chi ha poca esperienza se non dà il massimo si brucia facilmente. Errori come quelli di domenica in difesa (senza contare i soliti sotto porta) costeranno sicuramente cari. Occorre molta cattiveria agonistica, e tenere duro fino alla fine, con la speranza di festeggiare sì, ma solo a fine partita.

Di buono dalla gara di Bari il Napoli si porta un gruppo che sta crescendo, con un Cavani già in forma, ma vanno registrato i meccanismi in difesa e sulle fasce, mentre Lavezzi e Hamsik devono mettersi maggiormente al servizio di Cavani. E’ proprio su questi tre che il Napoli deve fare affidamento, e che dovranno trascinare la squadra. Ma una volta in campo è necessario che nessuno dimentichi una cosa: in Europa è vietato sbagliare!

domenica 12 settembre 2010

Le pagelle di Napoli-Bari

De Sanctis 7: parate importanti, come domenica scorsa (per la quale meritava mezzo punto in più, che gli diamo ora). In grande crescita, forse l’unico del gruppo ad essere già pronto per affrontare la stagione.

Grava 5: nervoso, lento, impacciato, marca male Barreto in occasione del gol. Cade troppo nella rissa.

Dal 25’ s.t. Aronica 6: tiene botta e posizione.

Cannavaro 6: un bel gol, ma anche qualche errore di troppo che porta ai due gol.
Campagnaro 5,5: impreciso, ancora fuori condizione, si perde spesso l’avversario di turno.

Maggio 4,5: dopo pochi minuti si perde da solo sotto porta. E’ l’emblema della sua partita, forse la peggiore da quando veste la maglia del Napoli. Sulla destra è inconsistente, e rischia un po’ troppo anche in fase difensiva. Non c’è dubbio che da lui ci si aspetta qualcosa di più.

Pazienza 6: porta a termine il suo compito, ma è poco assistito da Gargano.

30’s.t. Sosa: esordio con la maglia azzurra, troppo poco per poterlo valutare.

Gargano 5,5: troppo spesso fuori posizione, fa scoprire il centrocampo che viene infilato dagli avversari.

Dossena 6,5: in buona condizione, veloce e pericoloso a sinistra, sicuramente è l’arma in più di questo Napoli. Gli serve solo un po’ di precisione per essere devastante.

20’ s.t. Zuniga 6: qualche bella giocata, ma deve diventare necessariamente più concreto se vuole far male.

Hamsik 5,5: ancora una volta gioca un solo tempo. Parte bene poi si sveglia. Un po’ nervoso, anche se col piglio autoritario non dispiace.

Cavani 6,5: un cecchino. Oltre al gol gioca una gara molto generoso. Torna, aiuta, serve i compagni. Deve continuare così.

Lavezzi 5,5: troppo poco altruista e pericoloso. Non ha né il tiro né lo scatto dei tempi migliori. Da rivedere.

All.: Mazzarri 5,5: deve registrare qualcosa in difesa, mentre per centrocampo e fasce ha veramente tanto da lavorare, visto che la squadra non fa quello che è sempre abituata a fare da quando c’è lui.

Napoli-Bari 2 - 2

Napoli: De Sanctis, Grava (25' st Aronica), Cannavaro, Campagnaro, Maggio, Pazienza (30' st Sosa), Gargano, Dossena (20' st Zuniga), Hamsik, Cavani, Lavezzi. A disp. Iezzo, Santacroce, Yebda, Lucarelli. All. Mazzarri
Bari: Gillet, Raggi (23' st Belmonte), A.Masiello, Parisi, S.Masiello (14' pt Rossi), Alvarez, Almiron, Donati, Ghezzal, Kutuzov, Barreto (1' st Castillo). A disp. Padelli, Gazzi, Pulzetti, D'Alessandro. All. Ventura
Arbitro: De Marco di Chiavari
Marcatori: 12' pt Barreto (B), 30' pt Cavani (N), 42' st Cannavaro (N), 43' st Castillo (B)
Note: ammoniti Hamsik, Alvarez, Donati, Almiron, Parisi

Peccato. Il Napoli pregusta la vittoria dopo aver recuperato lo svantaggio, ma Castillo gli strozza l’urlo in gola proprio nel finale. La squadra di Mazzarri ha messo in luce ancora serie lacune atletiche, dovute al periodo iniziale della stagione, in cui sarebbe strano stare troppo in forma. Qualche problema anche sotto il profilo tattico, dove il centrocampo è troppo scollacciato, e le fasce girano ancora a mezzo servizio. Se Lavezzi e Hamsik non si intendono ancora alla perfezione la piacevole conferma è Cavani, ancora una volta in gol. Sul banco degli imputati la difesa, che ha fatto più di uno svarione, su due dei quali sono nate le reti del Bari. Cannavaro, dopo che aveva segnato il bel gol del due a uno, è riuscito, appena trenta secondi dopo, a spianare a Castillo la strada per il pareggio.Il Bari tutto sommato ha meritato il pari, dopo che nel primo tempo è stato anti – calcio, e nel secondo tempo ha saputo colpire con intelligenza in contropiede.

In vista della gara di giovedì con l’Utrecht si spera che il Napoli riesca a riprendersi ed a giocare come sa e come ci ha fatto vedere lo scorso anno. La gara è importante e il Napoli ha speso quel poco che ha. Speriamo riesca a recuperare ed a dare una nuova gioia di coppa ai propri tifosi.

mercoledì 8 settembre 2010

Ora basta attacchi a De Laurentiis

L’ultimo atto è un volantino, non firmato, che spara a zero sul presidente del Napoli De Laurentiis, affisso per alcune strade di Napoli.

Il presidente è accusato di scarso amore nei confronti della società, di utilizzare la squadra a scopo di lucro, e di vendere i pezzi migliori della squadra. La squadra, a detta di queste persone, non è un cinepanettone come, secondo loro, il presidente vorrebbe fare.

Per provare a commentare dobbiamo cominciare, come sempre, dalla radice. E la radice, in questo caso, è Gela-Napoli di sei anni fa, giocata nell’allora C1 e in un campo che a stento conteneva il tifo azzurro. Il presidente era Aurelio De Laurentiis, la squadra era stata allestita in fretta e furia, perché quel presidente aveva rilevato il titolo della squadra ormai fallita. Quel Napoli è rimasto in C1, ma poi, un passo alla volta, ha ripreso il vecchio nome, e il suo naturale posto, in serie A. Ora il Napoli, a sei anni di distanza, è in Europa, e farà il girone completo di Europa League, quindi vi accede, in un certo senso, dalla porta principale. Sull’argomento il presidente si è pronunciato, e non ha definito “coppetta” l’Europa League come i detrattori del manifestino invece dicono. De Laurentiis si era invece pronunciato contrario al ripescaggio in Europa League di chi non supera i preliminari di Champions, per dare maggiore vigore ad una competizione che merita la sua importanza.

Bene, tenuto presente tutto questo, non possiamo dire che il presidente in questi sei anni non abbia speso soldi. E per spendere i soldi bisogna che li guadagni. E per guadagnarli è giusto che “lucri” anche sul Napoli, o almeno che sfrutti appieno il potenziale di una squadra, una maglia ed un mito che ha tifosi in tutto il mondo. I suoi soldi, del resto, stanno andando anche nel Napoli, come testimoniano gli acquisti, alcuni di valore, altri un po’ meno, ma tutti pagati profumatamente, in particolare quelli dello scorso anno.

E se tra tanti acquisti il presidente decide di cedere, in prestito, chi non si rivela decisivo, vedi Quagliarella, lo sta facendo semplicemente per fare gli interessi del Napoli (e naturalmente anche suoi): se l’ex Udinese è andato alla Juve certo non fa piacere a nessuno, ma non dimentichiamo che stiamo parlando di professionisti, quindi spesso, anzi sempre, mercenari.

Questa gente che diffonde questi volantini, che si firma come tifosi del Napoli, ma i dubbi vengono eccome su quest’ultima affermazione (l’ambiente di Napoli è ricco di detrattori nei confronti di chi vuol fare il bene della città, in un modo o in un altro) devono stare vicino ala squadra e al presidente, se davvero amano il Napoli. Tengano presente cosa ha fatto De Laurentiis in questi sei anni. Tengano presente cosa è successo con i suoi predecessori, tengano presente che un presidente che “caccia” i soldi fa sempre bene alla squadra, prima o poi…vedi Moratti.

sabato 4 settembre 2010

Mazzarri: da allenatore a Manager

Quest’anno,vuoi per sua precisa intenzione, vuoi per dettame della società, vuoi per cambio degli scenari internazionali, il tecnico del Napoli Mazzarri sta diventando sempre più una sorta di manager in campo, che sta assumendo sotto la propria responsabilità i poteri e le decisioni che abbracciano l’ambito tecnico in senso lato. Esempi illustri in Europa ce ne sono da tempo: pioniere è stato sir Alex Ferguson al Manchester United, e in Italia abbiamo avuto uno come Mourinho che lo si ascoltava un po’ per tutto, anche su elementi che esulano dagli aspetti prettamente tecnici. Senza dimenticare Fabio Capello, che ai tempi in cui allenava la Roma chiese alla famiglia Sensi di ristrutturare totalmente l’impianto sportivo di Trigoria, dove la squadra di solito si allena.

Mazzarri ha “esordito” in questo suo nuovo ruolo già ad inizio stagione, quando ha praticamente commissionato alla società il rifacimento del manto erboso dello stadio san Paolo. Come è solito fare nei confronti dei collaboratori di cui si fida, De Laurentiis ha messo mano al portafogli dando mandato di ricostruire da capo un manto che non veniva rifatto, ma rappezzato, da ben 20 anni, quando lo stadio venne ristrutturato e dotato della copertura in ferro che fa tanto discutere.

L’autonomia decisionale del tecnico azzurro si è vista poi anche in alcune scelte di mercato, dettate direttamente da lui al direttore sportivo Bigon, come quella di Lucarelli. L’attaccante livornese è ormai verso la fine della carriera, e, a meno di miracoli sportivi, non è certo l’uomo della provvidenza. Ma Mazzarri lo ha voluto fortemente: lo conosce bene dai tempi del Livorno, si fida di lui, e ha chiesto alla società di prenderlo.

Ultima, ma non meno importante, l’ultima parola del tecnico sull’addio a Quagliarella. Seppur Mazzarri ha spiegato in conferenza stampa che Quagliarella gli è sempre piaciuto come calciatore, e che non ha spinto per trattenerlo, anche se era chiara volontà del calciatore andare a giocare altrove, perché infastidito dalla presenza del nuovo arrivato Cavani. Mazzarri, pronunciandosi sull’argomento, ha specificato chiaramente che a Napoli deve restare chi davvero ci tiene alla maglia, ma non è una “scusa” plausibile il non dare spiegazioni ai calciatori se non li si fa giocare. Metterli in competizione è la normale prassi per gli altissimi livelli, ma dare spiegazioni è fondamentale per far capire a ciascuno dove può migliorare. Per questo, nell’ottica del Mazarri manager che sta cercando di diventare, il dialogo con i singoli elementi della rosa resta fondamentale.

Queste che sta prendendo Mazzarri sono decisioni che gli allenatori stanno imparando sempre più a prendere, ma che costano responsabilità e devono portare necessariamente a risultati concreti. Per questo Mazzarri è chiamato a far bene, a condurre la squadra ad una stagione che sia al pari delle aspettative, e che renda i tifosi soddisfatti della squadra, esattamente come lo scorso anno. Solo così potrà diventare sempre più manager e rendere futuribile la sua permanenza in azzurro.

giovedì 2 settembre 2010

Finito il mercato: che Napoli sarà?

Che Napoli sarà? Se lo domandano i tifosi, a dispetto di una società che ostenta sicurezza e non potrebbe essere diversamente: Bigon dice addirittura che questo Napoli è più forte dello scorso anno. A differenza dello scorso anno, e questo è un dato di fatto, il Napoli, sarà impegnato in Europa League, oltre che in campionato, dove è chiamato a migliorare il sesto posto, ed il coppa Italia. Che la squadra dovesse essere più forte era quasi una condizione irrinunciabile. Ma questo Napoli è davvero più forte dello scorso anno? Andiamo con ordine, reparto per reparto.

La difesa è rimasta quasi esclusivamente la stessa, con l’unico cambio rappresentato dalla partenza di Rinaudo, anche lui neo juventino in extremis, rimpiazzato da Cribari, un giocatore non più giovanissimo che la società azzurra ha salvato dal dimenticatoio. Alla fine la differenza è poca, e il bisogno di un altro centrale diventa necessario, considerato che Santacroce continua con i suoi acciacchi e con la voglia di andar via, e Cannavaro potrebbe essere in lista di sbarco in caso di mancato rinnovo.

A centrocampo c’è qualche rinforzo. E’ tornato Blasi, che subito si è fatto squalificare tanto per riprendere le vecchie abitudini, mentre gli innesti di Yebda e Sosa possono essere valide alternative per i vari Pazienza, Gargano e Hamsik.

In attacco è arrivato Cavani che ha subito cominciato a segnare, ed è andato via Quagliarella, che non sempre era parte integrante degli schemi, e che non si è mai capito appieno con i compagni a livello tattico. Sul piano qualitativo forse il Napoli è anche migliorato nel reparto offensivo, anche se il giovanissimo Dumitru, prelevato dall’Empoli, non può rappresentare un elemento su cui puntare data la giovanissima età, e Lucarelli, per il motivo opposto, è solo un valido rincalzo. Occorre ora capire, e lo diranno solo le prossime gare, se Cavani sarà capace di rivestire il ruolo di punta da 20 gol che serve al Napoli. Se così non fosse, saremo nuovamente di fronte all’endemico bisogno della punta di peso, che è stata la grave pecca del pur ottimo Napoli dello scorso anno.

Nel complesso possiamo dire che il Napoli come un po’ tutte le squadre quest’anno è andato un po’ al risparmio. Solo cinque rinforzi sono pochi per un squadra che punta ad andare avanti in una competizione europea. Bigon ha avuto comunque il merito di riuscire a piazzare alcuni elementi da tempo fuori rosa, riducendo i costi e sicuramente i “doppioni” che avevano caratterizzato la gestione Marino-Donadoni dello scorso anno.

Per il resto, come detto, la verità su questo Napoli potrà dircela solo il campo, e non dobbiamo dimenticare il ruolo di Mazzarri, che quest’anno più che la scorsa stagione avrà molte più responsabilità sul gruppo perché egli stesso ha deciso di prenderle in prima persona.