domenica 22 dicembre 2013

Cagliari-Napoli 1-1

CAGLIARI (4-3-1-2): Avramov, Pisano, Del Fabro, Astori, Avelar (1' st Ekdal), Nainggolan, Conti, Dessena, Cossu (39' st Ibraimi), Sau, Nenè (13' Pinilla). A disposizione: Adan, Oikonomou, Murru, Perico, Eriksson, Cabrera. All. Lopez
NAPOLI (4-2-3-1): Reina (47' pt Rafael); Maggio, Fernandez, Albiol, Reveillere; Dzemaili, Behrami; Callejón, Pandev (36' st Zapata), Insigne (26' st Mertens); Higuain. A disposizione: Colombo, Uvini, Britos, Armero, Radosevic, Bariti, Inler. All. Benitez
Arbitro: Valeri
Ammoniti: Nenè, Callejon, Behrami, Pisano
Reti: 9' Nenè, 19' Higuain su rig.


Il Napoli saluta il 2013 con un mediocre pareggio in quel di Cagliari, al termine di una gara brutta e condizionata da una serie di errori da entrambe le parti.

Gli azzurri si sono fatti segnare dopo una serie di errori assurdi in difesa, tutti in un'azione (Maggio, Reveillere, Fernandez) ed hanno poi pareggiato con un rigore sacrosanto trasformato da Higuain.
Poi il nulla: squadra poco precisa a centrocampo in entrambe le fasi, con le fasce che hanno spinto poco sia da parte delle ali che dei due terzini. Poi Callejon i vede annullare un gran bel gol per una serie di compagni in fuorigioco.

Archiviato il 2013 calcistico, l'unica speranza è che il Napoli, per puntare al top, faccia valere il motto anno nuovo vita nuova, con particolare riferimento alla difesa. Poi vedremo il mercato di gennaio cosa porterà.

lunedì 16 dicembre 2013

Sarà Napoli-Swansea

foto: corrieredellosport.it


L'urna dell'Europa League ha proposto lo Swansea per il Napoli. Doppia sfida con gli inglesi allenati dall'ex juventino Michael Laudrup, e in caso di passaggio sarà sfida con la vincente tra Eintracht francoforte e Porto.

Un sorteggio alla portata del Napoli, anche se, come ci hanno insegnato le partecipazioni passate all'Europa League, bisogna prendere tutti con le molle.

Il tempo per ricaricare le batterie, e magari rinforzarsi, c'è tutto. Il Napoli può passare tranquillamente il turno ma, come detto, deve giocare come sa in attacco, e meglio di come sa in difesa. Se così fosse, non c'è avversario che tenga.

Napoli-Inter: le pagelle

Rafael 5,5: ancora indecisioni, quella sul secondo gol interista è decisiva.

Maggio 5: soffre Nagatomo, corre oltremodo e diventa impreciso.

Fernandez 5,5: lento, si fa portare spesso fuori posizione, e non riesce a ripiegare a dovere.

Albiol 6: anche lui non nella migliore partita, ma alla fine se la cava con la classe indiscussa.

Reveillere 6: a suo secondo gettone in campionato se la cava abbastanza bene. Resta là dietro, soffre un po', ma alla fine non fa arrivare quasi mai gli avversari a fondo campo.

dal 91' Pandev 5: tre minuti di gioco, il tempo di procurarsi un rigore e sbagliarlo.

Inler 6: in ripresa. Geometrie e pressing. Finalmente.

Dzemaili: 6,5: chiude bene gli spazi, e trova il terzo gol in campionato, fotocopia di quello segnato contro l'Udinese. In crescita, a ridosso dei titolari.

Insigne 6,5: palo clamoroso e rigore non tirato. Il gol non arriva, ma tanta quantità e qualità, tra cui assist per il gol di Callejon. arriverà, tranquillo. Nel frattempo, gioca, come stai facendo, per la squadra.

Callejon 7: partita di grande sacrificio, spesso sulla linea dei  centrocampisti, poi esce Higuain, va a giocare in attacco e segna il quarto gol azzurro, quello della tranquillità.

Mertens 7: dribbling, suggerimenti imprevedibili, tanta corsa e il gol, un bel gol, di destro. Prezioso, con ulteriori margini di miglioramento.

dal 88' Armero s.v.

Higuain 6,5: un tiro un gol: che media. E che gol!

dal 77' Behrami s.v.

Benitez 6,5: giusta la scelta dei quattro attaccanti, per avere superiorità numerica in attacco contro la difesa a tre dell'Inter. Ottimo pressing dei centrocampisti che limitano gli attacchi avversari. Nel secondo tempo, in vantaggio per tre reti a due, toglie Higuain e mette Behrami, poi toglie Mertens e mette Armero. Il Napoli segna tre reti in contropiede. Lui continua a dire di no, ma la sua mentalità sta cambiando. Si sta italianizzando, pur conservando intatto lo spirito offensivo e il modulo. Meglio così, Benitez non è uno stupido. Unico neo, la solita difesa: deve migliorare, sia tecnicamente che sotto il profilo tattico.

domenica 15 dicembre 2013

Napoli-Inter 4-2

foto: corrieredellosport.it



Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Reveillere (91' Pandev); Inler, Dzemaili; Insigne, Callejón, Mertens (85' Armero); Higuain (77' Behrami). All.: Benitez
Inter (3-5-1-1): Handanovic; Campagnaro (83' Icardi), Ranocchia, Rolando; Jonathan, Taider (61' Kovacic), Cambiasso, Alvarez, Nagatomo; Guarin; Palacio. All. Mazzarri
Arbitro:
Marcatori: 9' Higuain, 38' Mertens, 41' Dzemaili, 81' Callejon (N), 35' Cambiasso 45' (+2), Nagatomo (I)
Ammoniti: Alvarez, Ranocchia (I), Insigne, Inler (N)
Espulsi: Alvarez (I),

Il solito Napoli: micidiale in attacco e debole in difesa. Ma contro l'Inter sono tre punti, e va bene così.

Accoglienza mista per Mazzarri da parte del pubblico napoletano al suo ritorno da avversario, Benitez gli schiera contro ben quattro attaccanti, per poter sfruttare al meglio le falle della difesa a tre, e coglierla in inferiorità numerica. Alla fine proprio la gara terminerà in inferiorità numerica per l'Inter, a causa dell'espulsione di Alvarez.

Tempo nove minuti e Higuain già buca per la prima volta la difesa avversaria, con una magnifico sinistro al volo. Sarà il uso unico tiro in porta fino all'uscita per un lieve infortunio.

Ma la difesa dorme, si fa cogliere in stile presepe, e Cambiasso pareggia. La gioia nerazzurra dura solo tre minuti, poi ci pensa un grande Mertens a portare a termine una bella azione corale, propiziata dal duo Higuain - Dzemaili. Proprio quest'ultimo si fa restituire il favore da Mertens dopo soli tre minuti, ribattendo in rete una respinta corta del portiere.

Sembra fatta già nel primo tempo, ma con il Napoli non i sa mai: Nagatomo nel finale di primo tempo accorcia nuovamente le distanze: in difesa è ancora presepe.

Ci penserà poi Calleon, ancora lui, ancora con un gol a porta vuota sul secondo palo, a mettere al sicuro il risultato in maniera definitiva, legittimando così la superiorità sul piano del gioco espressa dagli azzurri, e vanificata solo in parte da una difesa che non accenna a migliorare sul piano tattico, e che mostra i soliti limiti sotto il profilo tecnico.

Tre punti che consentono al Napoli di continuare la sua corsa e tenere il passo della Juve, e dando sfogo al suo attacco a dir poco stellare. Nel finale c'è addirittura il tempo, per il nuovo entrato Pandev, di sbagliare un rigore da lui procurato e la cui esecuzione era stata contesa con Insigne.

Abbiamo vinto, ma quanto si subisce là dietro. veramente troppo....

sabato 14 dicembre 2013

Non fischiate Mazzarri!

Domenica sera il Napoli ha al san Paolo un appuntamento con il suo passato. Ritorna da avversario Walter Mazzarri.

Il tecnico toscano che per quattro anni ha allenato il Napoli ora siede sulla panchina dell'Inter, e domenica sera proverà a creare qualche dispiacere alla formazione azzurra. A giugno è andato via spezzando il cuore dei tifosi, e segnando la fine di un ciclo che ha visto la vittoria di una coppa Italia, la conquista di due qualificazioni in Eurpa League e altrettante in Champions League. Il tecnico è riuscito a tirar fuori il meglio da una squadra che, al di là di Lavezzi, Cavani, Hamsik e qualche altro, non h mai potuto vantare chissà quali talenti. Ci ha permesso di fare un primo salto di qualità che adesso stiamo cercando di continuare con l'avvento di Rafa Benitez.

Il suo modulo con la difesa a tre ha suscitato spesso critiche, ma ha anche regalato un grande spettacolo ed è sicuro che Mazzarri a Napoli ha fatto del suo meglio.

Negli ultimi mesi, vuoi per l'avvento di Benitez, che ha una filosofia ed un modo di lavorare completamente diverso dal suo, vuoi qualche piccola polemica innestata dal presidente, molti hanno regalato al tecnico toscano parole non proprio gentili.

Io voglio ricordare a tutti solo quella mano messa sul cuore con un fare sofferente, quella giacca tolta nel finale che ci accompagnava alla vittoria, quella pressione che salva sempre nel finale di partita, quando la vittoria era in bilico.

Questo e molto altro è stato Mazzarri per noi: quindi, non fischiatelo!

mercoledì 11 dicembre 2013

Napoli-Arsenal: le pagelle

Rafael  6: stavolta la sua porta rimane inviolata: una sola parata, all'altezza della situazione.

Maggio 6: meno disastroso del solito. Quando difende lo fa bene, quando attacca non pesta i piedi a nessuno.

Fernandez 6: non rischia nulla.

Albiol 6: pochi pericoli anche per lui.

Armero 6: sbanda meno del solito, ma sul suo sinistro c'era un gol fatto, passato al portiere avversario.

Dzemaili 6: equilibrio e copertura.

Behrami 6,5: solito verbo: mordere.

Callejon 7: difende per tutta la partita, poi esce nella ripresa e segna un gran bel gol purtroppo inutile.

Pandev 5,5: brilla solo nei primi minuti, poi cala alla distanza.

dal 56' Insigne 6: dà vivacità all'attacco, ma non punge.

Mertens 6,5: vivace, tenace, prezioso.

Higuain 7: grande grinta e un gran bel gol. Poi le lacrime finali. Peccato, anche per quel suo errore di destro sparato alle stelle.

All.: Benitez 6: la squadra ha giocato bene: grintosa, attenta, forse solo non veloce abbastanza sin dall'inizio. esce dalla Champions a testa alta, con la consapevolezza di aver messo sotto le grandi d'europa, ma di dover ancora crescere.

Napoli-Arsenal 2-0


NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Armero; Dzemaili, Behrami; Callejón, Pandev (56' Insigne), Mertens; Higuain. A disp: Colombo, Britos, Cannavaro, Inler, Radosevic, Zapata. All. Benitez.
ARSENAL (4-2-3-1): Szczesny; Jenkinson, Mertesacker, Koscielny, Gibbs; Flamini, Arteta; Cazorla (67' Ramsey), Ozil, Rosicky (74' Monreal); Giroud. A disp: Fabianski, Vermaelen, Walcott, Wilshere, Bendtner. All. Wenger
Arbitro: Kassai
Ammoniti: Mertens, Dzemaili, Arteta, Giroud, Ramsey, Fernandez
Espulso: Arteta per somma di gialli.
Reti: 72' Higuain; 91' Callejon

Un peccato uscire così, a testa alta. Si, è paradossale ma fa male veramente tanto.

Da un lato c'è la concezione che in trasferta doveva venir fuori almeno un punto nelle due trasferte con Arsenal e Borussia, dall'altro c'è la consapevolezza e la soddisfazione di aver battute entrambe.

Il Napoli saluta la Champions per quest'anno con gli stessi punti delle due che passano, e a nulla serve il due a zero all'Arsenal.

Gli inglesi sono scesi in campo messi come al solito bene, ed hanno saputo valorizzare la dote di possesso palla per annullare il Napoli e addormentare il gioco.

Il Napoli ha mostrato una grande grinta, ma non è bastato: gli azzurri hanno iniziato a sfondare tardi, e c' voluto il miglior Higuain, poi in lacrime, e un gol di Callejon arrivato troppo tardi, quasi sul fischio finale.
Ora ci sarà l'Europa League, competizione nella quale il Napoli dovrà decidere se uscire subito o provare ad arrivare fino in fondo.

Tutto si può, dipende da noi, oggi lo abbiamo capito un po' di più.


sabato 7 dicembre 2013

Napoli-Udinese: le pagelle

Rafael 4: esordio sconcertante, peccato davvero. Mette poca sicurezza alla retroguardia, e battezza male la palla che regala il secondo gol all’Udinese.

Maggio 6: se ne sta nelle retrovie e va bene così.

Fernandez 4: sfortunata autorete, ma una serie di strafalcioni sia di posizione che tecnici.

Albiol 5: si lascia trascinare nelle amnesie dei compagni, troppo facilmente in confusione a causa anche degli avversari rapidi.

Reveillere 6: esordio tutto sommato positivo, spicca ancora di più nella giornataccia della difesa.

Dal 82’ Armero s.v.: aveva cominciato come ha finito con la Lazio, e possiamo solo dire di essere stati fortunati ad averlo visto giocare solo poco più di dieci minuti.

Inler 5,5: in preoccupante involuzione. Scarico, privo di idee, ce la mette tutta in fase di pressing, ma per lui non basta, non può bastare.

Dzemaili 6,5: partita tutto sommato positiva, al di là del gol. Corre, pressa, si propone. Da riproporre.

Dal 78’ Behrami s.v.: anche se ha giocato poco ci ha fatto capire una cosa: è indispensabile alla squadra, ma in realtà lo sapevamo già.

Insigne 6: non punge molto in attacco, ma aiuta in fase difensiva il centrocampo.

Pandev 7,5: un cecchino in area di rigore, ma i compagni vanificano tutto.

Dal 74’ Mertens s.v.

Callejon 6,5: impegno su ogni fronte, ma oggi non è bastato.

Higuain 6,5: grande uomo assist, anche se tira una sola volta in porta.

All.: Benitez 5,5: il Napoli ha due volti oggi: strepitoso in attacco, disastroso in difesa. Gli errori in difesa sono sia di natura tattica, poiché nascono su calci piazzati e contropiedi, sia di natura tecnica, quindi legati ai singoli, che subiscono preoccupanti amnesie. La squadra va rinforzata là dietro, ma lui deve continuare a lavorare su dettagli che a quanto pare non sono ancora stati assimilati appieno.

Napoli-Udinese 3-3

Napoli(4-3-2-1): Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Reveillere (82' Armero); Inler, Dzemaili (78' Behrami); Insigne, Pandev (74' Mertens), Callejón; Higuain. A disposizione: Reina, Colombo, Cannavaro, Uvini, Bariti, Radosevic, Zapata. All.: Benitez
Udinese (3-5-1-1): Brkic; Heurtaux (68' Maicosuel), Danilo, Domizzi; Basta, Allan, Lazzari, Pereyra; Gabriel Silva; Bruno Fernandes (83' Naldo); Lopez (80' Zielinski). A disposizione: Kelava, Scuffet, Bubnjic, Badu, Mlinar, Douglas, Jadson, Widmer, Pinzi. All. Guidolin.
Arbitro: Gervasoni
Marcatori: 38' Pandev, 40' Pandev, 72' Dzemaili (N), 45' (+1) Fernandez (A) 70' Fernandes Borges
Ammoniti: Fernandes Borges, Domizzi (U), Pandev, Dzemaili, Albiol, Fernandez (N)

Benedetta difesa. Un tre a tre che sa di beffa quello maturato al san Paolo tra Napoli e Udinese. Il Napoli è stato capace di dilapidare per ben tre volte il vantaggio, e di farsi raggiungere altrettante volte dall’Udinese, a causa di gravi errori difensivi, legati sia ai singoli, sia ad una errata disposizione in determinate situazione: le situazioni sono contropiede e calcio piazzato. Meraviglia parecchio il fatto che non si riesca a risolvere questo errori sui quali bisogna solo lavorare, provare e riprovare, e ora siamo quasi a metà campionato. E non conta che si cambi abbastanza volte squadra: probabilmente il problema è tutto di carattere tecnico, ed occorrono rinforzi veri là dietro. A questo si è aggiunto l'esordio sfortunato di Rafael tra i pali, autore di interventi, se così si possono definire, davvero sconcertanti. si è salvato, invece, seppur in parte, l'altro esordiente, Reveillere.

Alla partitaccia della difesa fanno da contraltare l’ottima prova dell’attacco, con Pandev autore di una bella doppietta e Higuain ancora una volta uomo assist, ed il centrocampo che ha retto bene l’urto per quasi tutta la gara, con pressing e linea ordinata grazie anche alle ali basse.

Proprio per questo è ancora più un peccato dover commentare un pareggio assurdo, dopo che avevamo la vittoria in tasca. Il punticino misero muove poco la classifica, al cospetto di una Juve che rischia già la fuga. Ora bisogna vedere cosa succederà tra Roma e Fiorentina, anche se bisogna concentrarsi su una gara di Champions che, seppur ci proietta verso una qualificazione sempre più impossibile, è comunque da onorare.

venerdì 6 dicembre 2013

Vietato rilassarsi, c'è l'Udinese!

Non c'è né tempo né spazio per rilassarsi e godersi il ritorno al successo. Per il Napoli è di nuovo tour de force. 

Sabato sera c'è l'Udinese, mercoledì in coppa c'è la gara con l'Arsenal. Due gare molto importanti che possono dire qualcosa di altrettanto importante.

La partita con i bianconeri, squadra da sempre rognosa e difficile da affrontare, è da vincere per mantenere il passo delle prime due: avvicinarsi alla Roma che se la vedrà con la Fiorentina, e sperare in un passo falso, seppur difficile, della Juve impegnata con il Bologna nell'insolito anticipo del venerdì sera.

Poi la Champions, la gara del richiesto miracolo sportivo, contro la corazzata Arsenal, dove il Napoli è chiamato a vincere con tre reti di scarto per poter coronare quello che ormai è un sogno lontano: la qualificazione al turno successivo di Champions, evitando così la "retrocessione" in Europa League.

Nela gara di sabato sera Benitez potrebbe dare finalmente spazio al francese Reveillere, che esordirebbe in serie A prendendo il posto di un Armero che sta attraversando un periodo a dir poco sciagurato.

Ciunque scenderà in campo, l'importante è non rilassarsi troppo, evitare errori e non pensare che la vittoria contro la Lazio abbia già scacciato via tutti i fantasmi: la stagione è lunga, e bisogna vincere molte partite per farsi trovare pronti fino alla fine in caso di battaglia finale.

giovedì 5 dicembre 2013

Higuain e Cavani: mettiamoli a confronto

foto: campaniasuweb.it
foto: repubblica.it










Il ritorno al gol del Pipita con una bella doppietta, dopo tante critiche, ha riacceso un dibattito - confronto tra sportivi e tifosi del Napoli, su chi sia meglio come attaccante tra Cavani e Higuain.

Cominciamo dai dati anagrafici: ventisei anni già compiuti per l'uruguaiano, ventisei anni da compiere tra qualche giorno per l'argentino.

Passando al ruolo, è inutile dire che sono entrambi attaccanti. Pur avendo la stessa altezza, Cavani è più propenso a colpire di testa sfruttando la sua agilità ed il fisico da atleta perfetto, quasi maniacale. Predilige il piede destro, anche se si contano molti gol realizzati da matador con il piede sinistro. Anche per Higuain prevalenza di piede destro.

Per quanto riguarda  i movimenti in campo, Cavani lo si è visto spesso tornare in difesa e sventare qualche minaccia anche sugli sviluppi dei calci d'angolo. Il matador sfrutta la sua potenza atletica per giocare a tutto campo e essere nei minuti finali più lucido degli avversari per far gol quando tutti non ne hanno più, come spesso è successo. Se in difesa aiuta, in area di rigore è il leader indiscusso, e la palla là non si passa: la cede solo se sulla trequarti. Con Mazzarri non è stato quasi mai sostituito, e ha giocato spesso per interno anche tre gare a settimana. Sugli sviluppi di calci d'angolo e punizioni, quando non le tira lui, cerca quasi sempre il primo palo, per un tocco ad anticipare avversario e portiere, e spesso gli riesce, altrimenti  sul secondo quando gli arriva qualche cross in contropiede e il difensore avversario  piazzato.

Higuain da quando è a Napoli non ha dato dimostrazione di essere un atleta provetto. Ha anche sofferto di un vecchio infortunio muscolare che si porta appresso da Madrid. Quando bisogna fare la fase difensiva non nasconde che non gli piaccia più di tanto, e spesso esce dal campo a partita in corso: finora ne ha portate a termine veramente poche. Se non lo si vede in difesa, è presente ad accompagnare l'azione offensiva. E' capace di tornare indietro, andare a prendere il pallone, far salire la squadra e magari fornire anche un passaggio smarcante che in più d'una occasione si è tradotto in gol. Il tocco è spesso delizioso, ma diventa potenza pura quando è in area di rigore. ha una certa abilità a giocare sul fuorigioco, e nei passaggi in verticale sfrutta il notevole scatto breve e la capacità di difendere il pallone.

Infine i gol: oltre centocinquanta in carriera per il Matador, poco più di centotrenta per il Pipita.

Abbiamo provato a riassumere al massimo quello che sono due attaccanti, uno del passato, indimenticato, uno del presente, che sta cercando di non farlo rimpiangere.

Sono due attaccanti diversi, e scegliere tra uno dei due è veramente arduo. L'ideale sarebbe averli in squadra tutti e due...


martedì 3 dicembre 2013

Pandev, il "tenore operaio"

                                            foto: napolinetwork.it

Ai tempi di Cavani e Lavezzi era considerato il quarto tenore, tenendo presente, ovviamente, anche il miglior Marek Hamsik.

Goran Pandev quest'anno è partito in sordina: gli acquisti di Mertens, Higuain e Callejon, la maggiore valorizzazione di Insigne da parte di Benitez, ha messo in secondo piano il macedone. Ciononostante, Pandev ha da sempre dimostrato la volontà di rispondere presente alle chiamate del tecnico, indipendentemente dalla posizione in campo.

Contro il Genoa ha giocato da punta centrale, ed ha messo a segno una doppietta. Poi ha giocato contro il Livorno, ed ha segnato ancora.

Oltre ai tre gol una serie di assist decisivi per le reti di Higuain, Callejon o Inler. Considerando il minutaggio, per Pandev si tratta di un ruolino di tutto rispetto, ma non riesce a far breccia a dovere nel cuore dei tifosi quest'anno: non essendo un atleta provetto, è spesso sostituito, più volte in debito d'ossigeno, e gli capita spesso di sbagliare l'ultimo passaggio. 

Ai più attenti, però, non sfugge che Pandev, soprattutto quando è schierato in una posizione centrale d'attacco, alle spalle di Higuain (chiamiamolo trequartista), si sacrifica a difendere e pressare, arretrando spesso sulla linea dei centrocampisti. Lo si è visto fare lo stesso anche contro la Lazio, insieme a Callejon, Insigne, e lo stesso Higuain. Nonostante il grande impegno e il dispendio di energie, Pandev, contro la sua ex squadra e in occasione della sua trecentesima partita in serie A, ha trovato il tempo per realizzare un bel gol, il secondo per il Napoli, e di mandare in rete per la seconda volta Higuain, con un bel passaggio in verticale che ha permesso all'argentino di liberare il suo destro.

Pandev da quarto tenore è diventato un tenore operaio: un giocatore che può tornare utile in questa stagione ancora lunga, perchè se non è fortissimo dal punto di vista atletica, ha tecnica e visione di gioco da vendere.

Benitez ha capito

                                                foto: chiccecalcio.it

Benitez non è uno stupido, e non scende in campo per perdere, ma per vincere. Lo sapevamo, ma ieri sera, nella gara contro la Lazio, ne abbiamo avuto conferma.

Vincere prima di tutto, la mentalità viene gradualmente. Ce ne siamo accorti da una mossa tattica che all'apparenza è insignificante, ma che invece rappresenta molto per la svolta mentale che si sta dando il Napoli.

La squadra continua a subire reti, e in difesa è ancora carente, con Armero che sta dimostrando sempre più quanto nel ruolo di terzino è adattato. Ma a centrocampo abbiamo visto finalmente le ali ripiegare nella fase difensiva, allinearsi ai centrocampisti, aiutarli, fare pressing, creando una superiorità numerica che ha fatto la differenza. Abbiamo visto Insigne e Callejon, oltre che il solito Pandev, bravi a aiutare Behrami e Inler, e pronti a ripartire con l'azione offensiva.

I frutti si sono visti: sue quattro reti messe a segno dal Napoli, tre sono nate da azioni in verticale, seno che, se non è diventata una squadra da contropiede, almeno è più votata al pressing e allo sfruttare l'errore dell'avversario, invece che andare dritta per la propria strada.

E' solo un primo di tanti accorgimenti che il tecnico deve dare all'assetto della squadra, ma è sicuramente un ottimo inizio, perché denota un'importante modifica nella mentalità azzurra.

Lo stesso Benitez ieri sembrava particolarmente agguerrito, e pronto ad incoraggiare i suoi ragazzi per evitare di abbassare la concentrazione. Il patto è tra lui e la squadra è chiaro: io difendo voi davanti ai microfoni quando perdiamo, voi date il massimo in campo per me e per i tifosi, e applicate alla lettera tutto quello che vi dico, fase difensiva compresa. Sul gol di Keita Balde, quello del tre a due, qualcuno pensava già all'ennesima beffa, ma poi il quarto gol di Callejon, proprio nel finale, ha ridato certezze a gruppo e tifosi.


Il gol all'ultimo, appunto: nemmeno questo è un caso.

Lazio-Napoli: le pagelle

Reina 6: un paio di parate non difficili, due reti subite senza colpe.

Maggio 6: se ne sta finalmente bloccato a destra, e la squadra ne giova.

Albiol 5,5: un paio di sbavature iniziali, poi prende le misure agli avversari.

Britos 6: preciso e cattivo.

Armero 4: disastroso su Candreva. rischia di far perdere il Napoli anche da solo, perché lo puntano e alla sinistra del Napoli si passa come attraverso il butto.

Behrami 5,5: poco lucido, stanco, mette in porta, nella sua, il primo gol della Lazio.

Inler 5,5: impreciso, a volte troppo, ma stavolta lo supportano le ali.

Callejon 7: partita di grande sacrificio sia a destra che a sinistra. Poi, con il cinismo di un cobra, trova nel finale il pallone giusto per far gol, far male, spegnere la gara e realizzare la sua settima marcatura in campionato.

Pandev 7: il gol è il premio per chi si fa in quattro anche nell'ombra per il bene del Napoli. Sta sulla linea dei centrocampisti, ma quando c'è da fare il passaggio giusto lui non manca all'appuntamento, e oltre il gol manda a segnare ad Higuain la sua doppietta personale.

dal 74' Dzemaili 6: si lancia nella mischia nel finale, per difendere il risultato e il centrocampo.

Insigne 6,5: gioca in ripiegamento difensivo, ma regala anche la consueta vivacità all'incontro. Gli manca il gol, ma prima o poi verrà, ance in campionato.

Higuain 8: ancora una doppietta, la terza. Il primo gol è un capolavoro di forza, tecnica e potenza, che mette fuori gioco due difensori della Lazio, l'ultimo è Ciani che non è certo un fuscello. La seconda rete è una delle sue classiche: destro in diagonale su suggerimento in verticale di Pandev. Dopo tante critiche, forse anche ingiustificate, trascina la squadra con i suoi gol e la sua pericolosità offensiva. Togliamoci dalla desta Cavani: i due sono diversi, ora abbiamo Hguain, godiamocelo e soprattutto lasciamolo in pace e se si allena a dovere giocherà bene.

dal 85' Mertens 6: trova il tempo per l'assist al bacio per il gol di Callejon.


All.: Benitez 6,5: le sconfitte fanno riflettere. E crescere. La squadra deve ancora crescere, ma abbiamo visto una squadra che sta imparando a ripiegare, le ali che aiutano il centrocampo e il Napoli che, seppur continua a ballare in difesa, riesce ad ovviare alla poca lucidità dei suoi centrocampisti di ruolo. In attacco conosciamo già il valore di questa squadra e i quattro gol non ci meravigliano più di tanto. Per giocare al meglio delle proprie possibilità, il Napoli deve seguire il detto di inizio stagione. Umiltà e rispetto, ma paura di nessuno, solo così possiamo giocare e vincere contro chiunque e con qualsiasi risultato.

lunedì 2 dicembre 2013

Lazio-Napoli 2-4

                                            foto: melty.it

Lazio (4-1-4-1): Marchetti; Konko, Ciani, Cana, Radu; Biglia (82' Onazi); Candreva, Gonzalez (62' Floccari), Hernanes, Lulic (70' Keita); Perea. Allenatore: Petkovic. A disposizione: Berisha, Strakosha, Dias, Novaretti, Pereirinha, Cavanda, Ederson, Ledesma, Anderson.
Napoli(4-2-3-1): Reina; Maggio, Albiol, Britos, Armero; Behrami, Inler; Callejon, Pandev (74' Dzemaili), Insigne; Higuain (85' Mertens). Allenatore: Benitez. A disposizione: Rafael, Colombo, Reveillere, Bariti, Cannavaro, Fernandez, Uvini, Radosevic, Duvan.
Arbitro: Bergonzi
Marcatori: 23', 71, Higuain, 25' aut. Behrami, 50' Pandev, 90' (+1) Callejon (N), 88' Keita(L)
Ammonizioni: Ciani, Radu (L), Britos, Armero (N)


Finalmente, Napoli!

Finalmente un ritorno al successo dopo due stop consecutivi, tre se si include quello di Champions.
Un Napoli non bellissimo che soffre e fa ancora soffrire, ma che sembra aver recepito cosa deve fare per non farsi prendere in giro dagli avversari, e capitalizzare gli sforzi offensivi.

Le due ali nella fase difensiva si appiattiscono, calano sulla linea dei centrocampisti, insieme al trequartista, nella circostanza Pandev, rendendo il centrocampo finalmente folto, e dando la possibilità ad un non lucidissimo Behrami di non fare da torello in balia degli avversari.

La difesa laziale è alta, ed è facile bucarla con i passaggi in verticale che, nonostante il possesso palla, sono comunque nel dna della formazione di Benitez.

Nel primo tempo è Inler a servire Higuain, che segna un gran gol bevendosi due difensori avversari. Nella ripresa è Pandev invece, a mandare in gol il Pipita. Poi è la volta di Callejon: ancora passaggio in verticale a tagliare la difesa da parte di Mertens, e lo spagnolo tutto solo a segnare il suo settimo gol in campionato. Fa da intermezzo il gol di Padev, che è stato segnato in un'insolita azione aerea, con palla scodellata da Maggio di testa a centro area, e sinistro del macedone per il più classico gol dell'ex e coda polemica di fischi.

Non stupisce il Napoli d'attacco, lo conosciamo già. A stupire è il Napoli di difesa. C'è ancora da lavorare, perchè abbiamo comunque subito due gol, uno dei quali ce lo siamo fatti da soli. Stupisce l'atteggiamento accorto quando la palla è degli avversari, e stupisce come Benitez inciti i suoi a tornare.

Prima non succedeva, ma Benitez non è uno stupido. Va bene la mentalità, ma contano soprattutto i punti. E se l'atteggiamento rimarrà questo, di punti ne faremo ancora tanti. Contro chinque.

domenica 1 dicembre 2013

La grinta non basta

                                             foto: sscnapoli.it

Come ogni bravo allenatore deve far, Rafa Benitez ha sempre difeso il gruppo nelle tre sconfitte in cui il Napoli è incappato nelle altrettante ultime uscite.

Il tecnico ha messo in luce maggiormente le parti positive, in luogo di quelle negative. Uno degli elementi da salvare del Napoli di queste ultime partite è stata senza dubbio la grinta. Anche se la formazione azzurra non ha mai avuto la forza di recuperare, è parso comunque in palla, in particolare a Dortmund, e desideroso di non arrendersi subito, alla prima difficoltà. Purtroppo questo non è bastato.

Per tornare a vincere una squadra come il Napoli ha bisogno di riprendere a giocare bene. Ci sono state, finora, partite in cui il Napoli ha vinto senza meritare, come ad esempio a Firenze. Ma in quella circostanza hanno pesato in buona parte anche le decisioni arbitrali favorevoli, inutile nasconderlo.

In un momento invece, in cui gli arbitri italiani e non sembrano avere intenzione di favorire gli azzurri, anzi, bisogna ritrovare il gioco, e di conseguenza fiducia nei propri mezzi, e inevitabilmente vittoria.

Nel pian piano sempre più consueto lunedì di campionato a Roma, il Napoli è chiamato ad un successo in una partita che non sarà certo facile ma che è alla portata del Napoli, nonostante le assenze di Hamsik e Zuniga.

Probabile, invece, l'esordio di Reveillere.

sabato 30 novembre 2013

Sveglia Napoli!

Ora che gli schiaffi li abbiamo presi, e sonori, ben assestati, in pieno viso, abbiamo avuto quello che ci serve per risvegliarci da questo torpore.

Se sappiamo che anche per ricevere le mazzate esiste un limite, e che poche fanno anche bene, ma troppe ci possono danneggiare seriamente,  giunto il momento di riprendere la nostra corsa.

Dopo tre sconfitta consecutive, due in campionato e una in Champions League, per il Napoli è giunto il momento di tornare a vincere. La vittima sacrificale deve essere la Lazio.

Riprendere il cammino in campionato, se non avvicinerebbe da subito il Napoli alla vette, darebbe alla squadra consapevolezza che nulla è compromesso del tutto, seppur in Champions servirà un vero e proprio miracolo sportivo.

Il Napoli può puntare all'indubbio valore del suo collettivo, e sperare che, durante il cammino di questo difficile e lungo campionato la Juve, che molto probabilmente sarà ancora impegnata in Champions, incappi in qualche passo falso per cercare di recuperare terreno.

L'inizio è stato buono per il Napoli, ora si registra qualche appannamento, ma le contromosse si possono apportare per poter raddrizzare la situazione. Benitez, seppur dotato di una filosofia ben precisa, deve necessariamente rendersi conto ce nella squadra ci sono delle contromosse da apportare, almeno quando si gioca in Italia: in primis centrocampo più folto, o almeno meglio supportato in fase difensiva. Bisogna isolare il gruppo dal branco di detrattori che come era auspicabile ora sono piombati sul Napoli tutto dalla squadra alla dirigenza, passando per il presidente.

Tornare a vincere e a far gol è la sola cura per vedere il buon Napoli di inizio stagione. Poi quello che succede succede, sia in campionato ce in Champions.

Se forse non siamo ancora maturi per arrivare al bersaglio finale, abbiamo il dovere di rendere la posta incerta fino alla fine.

Sveglia Napoli!

martedì 26 novembre 2013

Borussia-Napoli: le pagelle

Reina 7: ne ha presi tre, ma ne ha evitati quattro. Portierone solo contro tutti, nonostante tutto.

Maggio 5: disastro sulla fascia, sia in difesa che nell'ostinato attacco ad una fascia che non è più sua, ma di Callejon.

Fernandez 5: è tornato quello dei giorni peggiori. Trattenuta generosa causa rigore generoso, disimpegni errati, pasticci vari. Male, molto male.

Albiol 5,5: lento, si lascia portare fuori posizione da Lewandowski e danneggia l'assetto della difesa.

Armero 5,5: sembrava la sua partita perfetta, poi un passaggio disgraziato ha spianato la strada al terzo gol del Borussia.

Behrami 6,5: non molla mai, ma ha bisogno di un compagno in più che gli dia una mano, perché così non dura a lungo.

Dzemaili 6: lo sponsorizziamo titolare insieme agli altri due svizzeri, perchè in questo Napoli serve, eccome, invece Benitez per ora non la pensa così.

dal 62' Inler 5,5: una conclusione dalla distanza, e tanta pausa di prendere palla e provare a impostare il gioco.

Callejon 5,5: primo tempo positivo, con un palo. Ripresa anonima. e' giunto anche per lui il momento di riposare.

dal 66' Insigne 6,5: bel gol e tanto impegno, ma da solo non può bastare, deve capirlo: esiste la squadra!

Pandev 6: ancora una partita di sacrificio. Sta lontano dalla porta e gli manca l'ultimo passaggio. Meglio sacrificarlo per un centrocampista di ruolo.

dal 76' Duvan s.v.

Mertens 5: oggi ci ha provato, ma non ci è mai riuscito. Mai.

Higuain 5,5: bello l'assist per il gol di Insigne, ma brutto il gol praticamente mangiato, da solo contro il portiere, complice una sfortuna abissale.


All.: Benitez 4: la squadra continuaa commettere gli stessi errori. La terza sconfitta consecutiva pesa come un macigno su questi ragazzi e sui tifosi. La squadra è quasi fuori in Champions e sta perdendo terreno in campionato. Occorre apportare in tempi brevissimo delle contromosse per evitare che le squadre prevedano le nostre mosse, ci infilino con facilità e ci riducano ad una squadra materasso. I numerosi passaggi sbagliati di oggi fanno capire che si è scarichi di idee ma che si insista anche sempre sulle stesse. Il centrocampo va inevitabilmente rinforzato perchè si continua a subire il contropiede. I difensori non possono permettersi di essere presi in velocità, ma necessitano di supporto da un centrocampo che deve essere numericamente adeguate. Le ali cominciano a diventare un lusso, soprattutto quando in attacco non si è brillanti e lucidi come nei periodi migliori. Il mister è un grande, ma deve dimostrarlo prima che sia troppo tardi. Buon lavoro, mister Rafa.

Borussia Dortmund-Napoli 3-1

Borussia Dortmund (4-2-3-1): Weidenfeller; Grosskreutz, Sokratis, Bender, Durm; Kehl, Sahin; Blaszczykowki (68′ Aubameyang), Mkhitaryan, Reus (81′ Piszczek); Lewandowki (89′ Schieber). All.: Klopp
Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Fernandez, Albiol, Armero; Behrami, Dzemaili (62′ Inler); Callejon 5 (66′ Insigne), Pandev (76′ Duvan), Mertens; Higuain.
Note: Ammoniti: Kehl (B); Fernandez, Albiol, Pandev (N)
Arbitro: Carballo (Spa)
Marcatori: 10′ Reus (rig.), 60′ Blaszczykowki, 78′ Aubameyang (B); 71′ Insigne (N)

Disfatta. e ora serve solo un miracolo sportivo. Disfatta a Dortmund, auspicabile, certo, ma tutti, dopo due sconfitte consecutive in campionato, si aspettavano un Napoli più attento, che non avrebbe ripetuto certi errori. Invece il tempo è poco,  e la squadra, seppur ha messo più orgoglio in campo, non è riuscita a evitare quelle stesse pecche che stanno condizionando le ultime uscite. 

Al di là del rigore a freddo veramente regalato al Borussia, la squadra è stata capace di farsi infilare ripetutamente in contropiede da un avversario che ha dimostrato di essere rapido e veloce. Dove Reina non ha potuto, il Borussia è passato, capitalizzando al massimo gli errori di passaggio di un Napoli che a centrocampo sta diventando veramente disastroso, sia in fase offensiva che difensiva. 

In mezzo al campo serve un uomo in più, ormai non se ne può più fare a meno, serve un centrocampista di ruolo, e non gli adattati Pandev e Hamsik di turno.

Se si riesce ad ovviare a questo problema, la mole di gioco che il Napoli comunque ha mostrato, può portare a qualcosa di buono, sempre però che gli attaccanti siano in giornata, come oggi non è accaduto, in particolare, ad Higuain.

E' tornato al gol Insigne, che fa il bello e il cattivo tempo da un po', e che è sempre convinto che da solo contro tutti può riuscire a vincere, cosa improbabile a questi livelli.

L'ultima partita, quella con l'Arsenal, può regalare solo la qualificazione se si vince con tre reti di scarto, visto che probabilmente l'Olimpique Marsiglia perderà ancora contro il Borussia. Con gli inglesi non ancora qualificati, e con un Napoli così impreciso e pasticcione, sembra uno scenario irreale. 

Staremo a vedere, ma indipendentemente servono con urgenza accorgimenti tattici da parte dell'allenatore, altrimenti sarà molto facile diventare una squadra materasso.

lunedì 25 novembre 2013

Ora dipende tutto da Benitez




La seconda sconfitta consecutiva in pochi se l'aspettavano. E invece il Napoli si è fatto beffare in casa dal Parma a dieci minuti dalla fine. Assurdo, eppure è così.

In molti si aspettavano un nuovo Napoli dopo la sosta e soprattutto dopo gli errori di Torino contro la Juve. Tutti i aspettavano che Benitez mettesse a posto le falle tattiche che questa squadra ha messo in mostra nelle ultime sue uscite. Invece niente, è ancora quel Napoli che continua a sbagliare, nonostante sia lassù, insieme alle grandi.

Abbiamo eviscerato i problemi di questa squadra a livello tattico, abbiamo dato dei suggerimenti da mettere in pratica in alcune gare contro formazioni che cambiano assetto in base all'avversario. Adesso molto sul futuro del Napoli dipenderà dal tecnico Benitez.

La stagione azzurra, sembra assurdo, è già ad un bivio. Dopo due passi falsi consecutivi in campionato, e alla vigilia di una gara delicata come quella contro il Borussia Dortmund, ci consegnano un Napoli vulnerabile, che prima era sembrato invincibile e una macchina da gol ai più.

La fuoriserie è diventata utilitaria, ma, seppur la formazione necessita di innesti, questi giocatori non sono certo dei brocchi.

E' per questo che adesso, in un momento così difficile e delicato, come egli stesso aveva già preannunciato, che la palla delle responsabilità passa a Rafa Benitez.

Il tecnico è chiamato a fare una serie di interventi di vario tipo sulla squadra pur non avendo moltissimo tempo a sua disposizione.

Innanzitutto deve risollevare il morale della squadra, che sembra a pezzi.

Deve, inoltre, capire quali e quanti accorgimenti tattici apportare ad una formazione che spesso è in inferiorità numerica a centrocampo, e si fa infilare da ben più deboli avversarie in contropiede.

Come se non bastasse, deve azzittire la moltitudine di detrattori che si porta appresso, e che stanno proliferando anche in Italia.

Infine, deve capire la provenienza dei numerosi infortuni di varia natura che stanno capitando, e che spesso mettono gli elementi più in forma fuori dai giochi. L'ultimo è Hamsik, non convocato per la sfida di Champions di domani sera.

Domani sera, appunto, si torna in campo, nel momento forse meno favorevole per la formazione azzurra.
Guai, però, diventare subito agnelli sacrificali. Bisogna, invece, fare di tutto per limitare i danni. Benitez, fai in modo che i ragazzi chiudano gli occhi senza pensare a nulla e diano il meglio possibile in campo.

sabato 23 novembre 2013

Napoli-Parma: le pagelle

Reina 6: prende un gol per un assurdo rimpallo del terreno. fa anche due belle parate, che purtroppo servono a poco stasera, a vedere com' è finita la partita.

Maggio 5: continua a pestarsi i piedi con Callejon. Chissà se è Benitez che non glielo dice o lui che non lo sente...

Albiol 6: ha provato a dare man forte anche in attacco, ma non è bastato.

Britos 5,5: si perde anche lui in occasione del gol, in difficoltà in alcune chiusure.

Armero 6: più dinamico è preciso, tranne che per i cross.

Inler 5: oggi non gliene andava bene nessuna. Chiuso bene il suo raggio d'azione da quelli del Parma, si è trovato spesso asfissiato per i suoi passaggi, ed in affanno in copertura.

dal 41' s.t. Zapata s.v.

Behrami 6,5: commuove per l'impegno che ci mette.

Callejon 5: lui e Maggio stanno diventando una coppia comica. Resta da capire se è colpa loro o di Benitez.
Pandev 5,5: troppo lontano dalla porta, come spesso gli succede.

dal 22' s.t. Hamsik s.v.: la sua partita dura pochi minuti. Un tiro, un colpo subito, e di nuovo out come alla vigilia. Sarà un miracolo recuperarlo per martedì.

dal 31' s.t. Mertens 6: ce la mette tutta, e coglie anche una traversa su punizione.

Insigne 5: si impegna, ma si incaponisce spesso nel dribbling. E proprio su un suo errore nasce l'azione che porta al gol di Cassano.

Higuain 5,5: due conclusioni, ma anche qualche fuorigioco di troppo.


All.: Benitez 5: la squadra sta diventando prevedibile, e spesso è scarica e si applica in uno sterile possesso palla. Deve dare una scossa sotto il profilo morale in vista della gara di martedì, e decidersi a risolvere i palesi problemi tattici: Callejon e Maggio non devono pestarsi i piedi, in fase difensiva bisogna giocare con almeno un altro centrocampista di contenimento, il possesso palla non deve essere fine a se stesso. Iniziano le prime grande per il mister, che ora deve cercare di tirar fuori il meglio di sé e della squadra.

Napoli-Parma 0-1

NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Maggio, Albiol, Britos, Armero; Inler (41' st Zapata), Behrami; Callejon, Pandev (22' st Hamsik; 31' st Mertens), Insigne; Higuain. A disposizione: Rafael, Colombo, Fernandez, Cannavaro, Reveillere, Uvini, Dzemaili, Bariti, Radosevic. All. Benitez
PARMA (3-5-2): Mirante; Cassani (22' st Benalouane), Felipe, Lucarelli; Biabiany, Gargano, Marchionni (29' st Acquah), Parolo, Gobbi; Cassano, Sansone.  A disposizione: Bajza, Coric, Paletta, Mendes, Mesbah, Bajza, Munari, Valdes, Amauri, Palladino. All. Donadoni
ARBITRO: Mazzoleni. Assistenti: Paganessi, Schenone. IV: Nicoletti. Add: Irrati e Pairetto.
Ammoniti: Higuain, Gargano, Benalouane, Britos


Incredibile, ma vero. Purtroppo. Il Napoli si fa superare in casa dal Parma, ed ora è nei guai. La classifica inizia a farsi pericolosa e, alla luce di due sconfitte consecutive, e alla vigilia di una gara delicata come quella di Champions League con il Borussia Dortmund, la stagione azzurra sembra già incredibilmente ad un bivio.
La palla passa ora a Benitez, che è chiamato a rivedere questa squadra dal punto di vista tattico, ed a risollevarle il morale. In più bisogna capire come mai gli infortuni continuano a susseguirsi: l'ultimo quello di Hamsik, che era già in forse, e la cui è partita è durata soltanto tre minuti.

In campo il Napoli ha dominato con il possesso palla, ma ha tirato poco in porta, e Higuain ha trovato di fronte a sé un grande Mirante.

Il Parma è stato bravo a giocare di rimessa ed a sfruttare gli spazi lasciati dal Napoli soprattutto a centrocampo, dove ormai è fin troppo chiaro che non può più permettersi di giocare con soli due uomini. Proprio in un'azione di rimessa, con palla persa da Insigne, il Parma ha trovato il gol con Cassano, ed ha fatto sua l'intera posta in palio in maniera veramente assurda.

Alla vigilia della gara di Champions preoccupa l'approccio leggero con cui la squadra sta affrontando le partite, l'assetto tattico che comincia a mostrare le sue falle, e la condizione fisica che non sembra impeccabile. Sarà un miracolo riuscire a recuperare Hamsik in tempo per martedì.

Napoli, basta depressioni

Perdere contro la Juve è per Napoli e il suo ambiente uno dei traumi più difficili da superare, delle delusioni più difficili da smaltire, delle situazioni la cui rabbia spesso la si porta avanti fino alla prossima sfida da affrontare contro i bianconeri.

Un ambiente depresso, però, non fa bene a nessuno, e in un campionato che sta comunque dando al Napoli belle soddisfazioni, ed in cui la squadra azzurra sulla carta può giocarsi ancora tutti gli obiettivi, è doveroso essere ottimisti.

Ma adesso è veramente vietato sbagliare, ed è per questo che lo stesso Benitez ha ordinato di non fare troppi calcoli, non pensare alla gara di martedì di Champions, e concentrarsi interamente sul Parma, da affrontare stasera al san Paolo. Formazione titolare, niente turn over, e tre punti da agguantare a tutti i costi, cercando di non sbagliare più e magari sperare che a sbagliare siano le altre due: Roma e Juve.

lunedì 18 novembre 2013

L'imperativo, riprendere a vincere


                                      foto: sport.sky.it

La batosta di Torino contro la Juventus ha lasciato strascichi sul morale dei tifosi azzurri. Perdere tre a ero contro gli odiati bianconeri non sarà digerito facilmente, ci vorrà tempo, probabilmente se ne parlerà a ritorno.

Intanto la pausa per la nazionale ha messo i giocatori di fronte alla possibilità di smaltire la delusione di ripartire. Dopo la gara di Torino c'è stato un lungo confronto tra Benitez e la squadra, prima che molti si incamminassero per gli impegni con le nazionali e si perdessero una paternale dovuta, ma trasformatasi in apologia davanti ai microfoni da parte del mister.

L'obiettivo è quello di ripartire subito con una vittoria, anche perché c'è la Champions che incombe nuovamente, e non ci si può permettere di lasciarsi deprimere da n passo falso, seppur in una gara importante come quella di Torino.

Se da un lato la sconfitta con la Juve ha messo in luce ulteriormente i limiti della rosa azzurra, e le falle del gioco seppur spumeggiante di Benitez, con la necessità di adattarlo ancora di più al contesto italiano, sul fronte opposto non possiamo negare di essere di fronte ad un grande Napoli, che se magari non è ancora pronto per lo scudetto, può comunque darci grandi soddisfazioni.

E allora riprendiamo a vincere, e continuiamo la nostra corsa. I conti li faremo alla fine!

martedì 12 novembre 2013

Benitez: 4-3-1-2

Non solo cuore, ma anche cervello. E' questo il calcio moderno. Tanta lavagnetta, oltre che grinta da mettere in campo, per dare il massimo indipendentemente dall'avversario.

il colmo dei colmi è che un amante della tattica e del pallone già dai primi giorni di ritiro come Rafa Benitez, domenica sera a Torino si è fatto imbrigliare da un italiano che tanto italiano non è: Antonio Conte. 

Con il suo 3-5-2, Conte ha saputo rivoluzionare la squadra, che nella gara precedente era schierata con una difesa a 4, per avere la meglio sul Napoli e bloccargli principalmente centrocampo e trequarti.

Gente come Pirlo, Pogba, Asamoah, Vidal e Isla ha letteralmente rubato il centrocampo a Inler e Behrami, che da soli non sono riusciti a fare il filtro necessario. Lo stesso Hamsik, costretto sulla loro linea, non si è soffermato a dovere sulla copertura, puntando principalmente alla fase offensiva.

Sono queste riflessioni che possono indurre Benitez a non considerare sempre e comunque il suo gioco come sacro e inviolabile, ed a considerare un piccolo cambio tattico in funzione di qualche squadra non come un compromesso, ma come un utile accorgimento tattico.

I nodi principali da sciogliere sono due: la posizione di Maggio e Callejon e quella di Hamsik.

Se i due a sinistra (Armero con Insigne o Mertens) si scambiano spesso e volentieri il pallone per l'azione offensiva, il dialogo è più difficoltoso a destra, dove Maggio e Callejon spesso, quasi sempre, si pestano i piedi. 

Per quanto riguarda invece Hamsik, si trova stretto nel triangolo che ha in Higuain la punta, e spesso è costretto sulla linea dei centrocampisti, dove oltre a non far male è più facile da bloccare, e spesso viene relegato alla fase difensiva.

Per ovviare a questi problemi, Benitez potrebbe pensare, in alcune gare, in particolare quelle in trasferta o contro squadre con un centrocampo più folto, ad un modulo diverso da quello attuale, ad esempio il 4-3-1-2.

Si tratta pur sempre di un modulo offensivo, che non snaturerebbe l'indole d'attacco della formazione napoletana, ma garantirebbe un maggiore equilibrio a centrocampo, ed un certo raccordo tra i reparti, e magari anche più organizzazione difensiva.

Sì, perchè lasciata intatta la difesa, con i due terzini/esterni che rimarrebbero bloccati a turno, a centrocampo, con un uomo in più (che potrebbe essere Dzemaili da affiancare a Inler e Behrami) ci sarebbe maggiore filtro in fase difensiva, e una maggiore varietà di soluzioni in quella offensiva, senza gravare solo ed esclusivamente sulle fasce, soprattutto se gli avversari, che ci hanno già studiato, prenderebbero subito le contromosse.

Sulla trequarti Hamsik potrebbe muoversi liberamente, sia in attacco che in difesa, giocando come a lui piace e come gioca con la Slovacchia, dove segna molto gol, mentre in attacco uno tra Callejon, Insigne o Mertens andrebbe a fare da spalla ad Higuain favorendo una maggiore imprevedibilità, oltre a liberare le fasce.
Ripeto, sarebbe una soluzione alternativa da adottare in alcune circostanze, alla quale Benitez potrebbe pensare anche in ottica di turn over.

Proprio perché noi italiani siamo un popolo di allenatori, come si può anche leggere qui, Benitez potrebbe provare a darci ascolto, per il bene del nostro Napoli.

lunedì 11 novembre 2013

Napoli, e ora?

                                 foto: focuscalcio.it

E ora, Napoli. La sconfitta con la Juve per come è maturata e per il passivo, è una di quelle che ci mette tempo per essere smaltita completamente, e la pausa ora ci sta proprio bene.

Se i giocatori fanno fatica a smaltire la sconfitta, figuriamoci i tifosi, anche se parlare di tifosi adesso è il momento meno indicato, considerando che entrambe le fazioni non hanno dato del loro meglio in questa gara, anzi.

Adesso però c'è da rimboccarsi le maniche, e cercare di fare del proprio meglio per crescere. La Juve ha dimostrato di essere una squadra ancora superiore, se non più forte degli altri anni, ha comunque le spalle larghe per affrontare determinate partite con una certa facilità. Tutto questo non succede al Napoli, che ha una rosa di tutto rispetto, un grande potenziale offensivo, ma che spesso si complica la vita non riuscendo a gestire il risultato, e in partite come queste viene meno, quasi andando in ansia da prestazione, vedi Roma, Arsenal, e, appunto, Juve.

Come si fa a correggere questi errori? Giocando, giocando insieme e giocando partite importanti. e soprattutto seguire un tecnico esperto come Rafa Benitez, con il quale il Napoli può solo crescere.
Non è detto che il Napoli vinca qualcosa quest'anno, ma, iniziato un percorso bisogna portarlo avanti. e, nonostante tutto, il percorso sembra comunque essere quello giusto.

Juve-Napoli: le pagelle

Reina 5,5: due belle parate, ma sul gol di Pirlo sbaglia a mettere tre uomini soltanto in barriera. ripeto, contro Pirlo.

Maggio 6: se la vede bene, in difesa, mentre in attacco pesta i piedi a Callejon.

Fernandez 6: solo uno svarione che poteva costare caro, il resto è normalità.

Albiol 5,5: un paio di volte anticipato da Tevez.

Armero 6: tanta buona volontà su quella  fascia.

Inler 5,5: non trova le geometrie giuste, spesso spalle all'attacco.

dal 79' Zapata s.v.

Behrami 6: lotta come un leone, ma a centrocampo la Juve è troppo superiore.

Callejon 5: la disposizione id difesa e centrocampo della Juve lo blocca. Poi maggio in più gli pesta i piedi. Fatica a trovare una posizione in cui possa essere pericoloso.

dal 71' s.t. Mertens s.v.

Hamsik 6: ci mette molta buona volontà, ma gli manca la lucidità. Continuiamo a pensare che sia troppo indietro come posizione in campo.

Higuain 5,5: un paio di belle giocate, poi il buio.

Insigne 6,5: le ha provate tutte, ma il gol non è arrivato. Prova positiva, il gol prima o poi arriverà.

Benitez 5: la squadra ha perso il secondo scontro diretto. Alcuni giocatori non hanno una posizione chiara in campo. Hamsik balla tra i centrocampo e l'attacco,  mentre dovrebbe stare sulla trequarti. Callejon e Maggio si pestano i piedi, mentre l'azzurro dovrebbe giocare bloccato dietro per far partire lo spagnolo. La squadra ha messo in luce limiti caratteriali che potrebbero costare cari nei momenti decisivi della stagione, in cui gli azzurri si giocherebbero qualcosa di importante.

domenica 10 novembre 2013

Juventus-Napoli 3-0

                                  foto: azzurrissimo.it


Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Ogbonna; Isla, Vidal (86' Marchisio), Pirlo, Pogba, Asamoah; Tevez (84' Peluso); Llorente (88' Quagliarella). A disp.: Storari, Rubinho, De Ceglie, Motta, Padoin, Giovinco. All.: Conte
Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Fernandez, Albiol, Armero; Inler (79' Zapata), Behrami; Callejon (71' Mertens), Hamsik, Insigne; Higuain. A disposizione: Rafael, Colombo, Cannavaro, Britos, Uvini, Bariti, Dzemaili, Radosevic, Pandev. All. Benitez
Arbitro: Rocchi
Marcatori:2' Llorente, 74' Pirlo, 80' Pogba (J)
Ammoniti:Bonucci, Ogbonna, Vidal (J), Hamsik (N)
Espulsi:Ogbonna (J)

Ammutolito, umiliato, probabilmente anche ridimensionato. Questo è il Napoli  che esce dallo stadio della Juve, battuto per tre reti a zero dalla formazione padrona di casa.

Nel giorno in cui la Roma rallenta per la seconda giornata consecutiva, gli azzurri si fanno mettere al tappeto da una Juve che non fa chissà cosa, e passeggia su un Napoli che si scioglie praticamente subito e che pecca di poca personalità e cattiveria agonistica.

Una sconfitta che abbatte il morale e che va presto dimenticata adesso che ci sarà la pausa, perchè perdere uno scontro diretto del genere può far male.

Commuove il piglio di Lorenzo Insigne, che ha provato in tutti i modi a far gol, ma ha trovato di fronte a sé un grande Buffon.

Il campionato è lungo, va bene, ma se si continuano a perdere queste partite, come accadeva lo scorso anno, fa molto riflettere.

Guai ad avvilirsi comunque: quello che bisogna fare è fare tesoro di queste sconfitte. sotto porta bisogna segnare come hanno fatto i nostri avversari, appena si ha l'occasione giusta. Le partite vanno addormentate e controllate quando si è in vantaggio, e non bisogna, invece, rischiare di subire il ritorno degli avversari. 
Se poi si subiscono dure reti come quelle di Pirlo e Pogba, certo, vuol dire che si è di fronte a campioni, ma l'atteggiamento giusto può far vincere qualsiasi partita. 

E' proprio sull'atteggiamento che il Napoli deve lavorare, più di quanto si potesse pensare prima di questa sonora sconfitta.

Juve-Napoli: a voi due!

L'hanno definita la madre di tutte le partite. In realtà Juve-Napoli è la figlia di tutti i match, perché dall'esito dello scontro di stasera si saprà meglio che stagione le due squadre potranno percorrere, e soprattutto con quali modalità potranno darsi battaglia per il resto del lungo campionato di serie A.

Le due squadre sono a pari punti e quest'anno sembrano equivalersi di più rispetto al passato. La Juve non è più imbattibile, mentre il Napoli, al di là di qualche errore difensivo, ha imparato a vincere e sta diventando grande.

Higuain contro Tevez, Inler contro Pirlo, Hamsik contro Vidal, Albiol contro Barzagli, Reina contro Buffon, sono solo alcuni degli attori di questo match che le squadre hanno cominciato a sentire già da inizio settimana, nonostante per entrambe ci fosse stato il delicato turno infrasettimanale di Champions League.
Le due squadre si daranno battaglia, mentre sugli spalti, in uno stadio che di solito è una bolgia per i padroni di casa, ci saranno circa duemilacinquecento, o forse più, tifosi del Napoli, provenienti da ogni dove, pronti a far sentire il loro apporto per una gara veramente troppo importante.

Importante, sì: perchè se gli attori del match di stasera si stanno impegnando a ribadire che a stagione è ancora lunga (ed è vero), bisogna tener presente che vincere questa gara per il Napoli sarebbe importante per il proprio morale in vista delle prossime partite. Battere la Juve vorrebbe dire considerarla alla pari o forse anche meno rispetto al proprio valore, e acquisire consapevolezza nei propri mezzi, per riuscire a fare quanto è nei programmi della formazione azzurra.

Per quanto riguarda la formazione, l'unico dilemma per Benitez sarà se schierare Mertens o Insigne: probabile che il tecnico spagnolo punti sulla voglia del napoletano di ritrovare il gol, magari contro una squadra che per chi tifa Napoli accende sempre una forza interna maggiore rispetto al normale.
Non sarà ancora della gara, ovviamente, l'ultimo acquisto azzurro, Anthony Reveillere, prelevato dagli svincolati per andare a coprire all'occorrenza sugli esterni di destra o sinistra, dove il Napoli ha carenza sia di gioco che di uomini.

Nel pomeriggio la Roma ha di nuovo rallentato, fermata in casa all'ultimo secondo da un Sassuolo ancora una volta fastidioso per le grandi: il Napoli può mettersi ad un punto da quella che è ancora la capolista.
Un'occasione da non perdere e che a maggior ragione deve spingere i ragazzi a fare risultato pieno.

Dai, Napoli: vinci!

giovedì 7 novembre 2013

Juve-Napoli: che squadra vedremo?

Probabilmente la migliore, forse in termini di uomini, forse in termini di forma. Sicuro in termini di morale.
Contro la Juve a Torino domenica sera, in una super sfida delicata quanto importante, il Napoli di Benitez, seppur stanco per le fatiche di Champions League, come del resto la Juve, scenderà in campo con il morale alto. Il Napoli ha vinto contro il Marsiglia, la Juve invece ha pareggiato contro il Real Madrid. Il coefficiente Uefa ha portato gli azzurri al trentaduesimo posto, lasciando alle spalle proprio la Signora e il Milan.

Il morale, appunto, in un momento in cui le energie cominciano a scarseggiare, e in cui qualche infortunio di troppo sta riducendo gli uomini a disposizione di Benitez in reparti strategici del suo gioco: gli esterni di difesa.

In una situazione come questa il morale di una vittoria può fare tanto, così come la voglia sfrenata di affrontare una squadra come la Juve, e provare a batterla sul proprio campo.

Lo Juventus Stadium è un fortino quasi inespugnabile, ma gli azzurri avranno dalla loro un folto pubblico che cercherà, e probabilmente riuscirà, a limitare l'apporto del pubblico di casa.

Benitez si affiderà probabilmente a chi sarà più in forma, ma sicuramente a chi avrà il morale più alto. E' per questo che è auspicabile l'impiego di uno come Insigne che sta cercando il gol con molta insistenza e non lo trova, e darebbe tutto per trovarlo proprio contro la Juve. Potrebbe affidarsi ad Hamsik che, seppur spesso nelle partite importanti delude, è in ripresa, e contro la Juve in passato ci ha abituati ad imprese incredibili, rimonte, doppiette, assist vincenti e tutto il meglio che il repertorio di un calciatore possa offrire.

Lo diciamo tra i denti, a bassa voce, per il timore di essere smentiti, ma la partita contro la Juve tira da sempre fuori il meglio anche da Paolo Cannavaro...

Napoli-Marsiglia: le pagelle


                                             foto: spazionapoli.it

Reina s.v.: nessuna parata, solo due gol subiti incolpevolmente

Maggio 6,5: al di là dell'errore nello stacco di testa in occasione del primo gol, partita eccellente sia in copertura che in attacco. Ritrovato, finalmente.

Fernandez 7: non ha sbagliato nulla. Preciso nelle chiusure e nelle diagonali, abile a suggerire dalla retroguardia, seppur con lanci lunghi. Da un suo suggerimento nasce il terzo gol del Napoli. Sta crescendo a vista d'occhio, e periamo continui così.

Albiol 6: partita di parziale riposo per lui, vista la grande prova di Fernandez. Ci mette esperienza e regia difensiva nell'ombra, ma visibile nei piedi e nella testa del compagno di reparto argentino.

Armero 5,5: partita dai due volti. Finalmente preciso in attacco, disastroso in difesa, tanto da provocare il secondo gol fotocopia di quello subito dal Catania.

Dzemaili 6: nel primo tempo stenta a prendere le misure del match come spesso gli succede. Si riscatta alla distanza facendo davvero il vice Behrami.

Inler 8: segna un gol dei suoi con un gran sinistro dalla distanza. Gioca una gara incredibile per precisione, geometrie, numero di palloni scodellati ovunque, palle recuperate. Un gigante.

Callejon 6: anche e non vede la porta, nella prima parte della gara agisce da seconda punta. Poi riprende il suo posto sull'ala destra, e crea problemi agli avversari.

Pandev 6: partita di grande sacrificio, giocata praticamente sulla linea dei centrocampisti. Trova il tempo per fornire ad Higuain l'assist per il suo primo gol.

dal 66' Hamsik 6: entra e, non è un caso, il Napoli si riporta definitivamente in vantaggio.

Mertens 6,5: pesa sulla sua gara l'incredibile gol sbagliato ad inizio gara. Si riscatta con un bell'assist per il terzo gol azzurro di Higuain e con una prova tutta velocità, tecnica e pericolosità.

dal 83' Insigne 6: cerca disperatamente il gol. Oggi il palo ha frenato un suo meraviglioso destro a giro. Deve star calmo, il gol arriverà.

Higuain 7,5: ancora una doppietta e questa volta su azione. Il primo è un destro al volo tutto tecnica e potenza, ben servito da Pandev. Il secondo è un tocco in rete su assist di Mertens. Segue il gioco e lavora anche per la squadra. Decisivo.

All.: Benitez 6,5: la squadra nel primo tempo ha giocato praticamente con un 4-4-2-, dimostrando di non essere necessariamente legata ad uno e ad un solo modulo, ma a qualche sua naturale variante. La squadra però sbaglia ancora tropo sia in attacco che in difesa. Nelle prossime due gare di Champions, e in quella in campionato errori come quelli visti stasera se commessi saranno sicuramente fatali. In compenso la squadra se la sta giocando alla grande nel girone più tosto ed equilibrato di tutta la Champions League.

mercoledì 6 novembre 2013

Napoli-Marsiglia 3-2

Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Fernandez, Albiol, Armero; Dzemaili (dal 90' Behrami), Inler; Callejon, Pandev (dal 66' Hamsik), Mertens (dall'83' Insigne); Higuain.
Allenatore: Benitez
O. Marsiglia (4-2-3-1): Mandanda; Abdallah, Diawara, N'Kolou, Morel; Romao (dall'83' Lemina), Cheyrou; Thauvin, Valbuena (dal 57' Payet), A. Ayew; J. Ayew (dal 67' Gignac).
Allenatore: Baup
Arbitro: Sergei Karasev (Rus).
Ammonizioni: Fernandez (N), Payet, Romao

AngiNapoli! Da infarto più del solito. Gli azzurri superano il Marsiglia al termine di una partita assurda, che ha offerto tutto e il contrario di tutto.

Prima gli azzurri andavano sotto, dopo aver sbagliato un gol clamoroso con Mertens, poi un uno - due devastante di un incredibile Inler e di un ritrovato Higuain facevano ben sperare. ma il Marsiglia si riportava sotto grazie ad un errore di Armero, in fotocopia a quello commesso col Catania.  Ci pensava poi ancora una volta Higuain a rimettere le cose a posto, su suggerimento di Mertens.

Di fronte abbiamo avuto un Marsiglia tutto muscoli e determinazione, disposto a vendere cara la pelle, che ha palesato limiti tecnici dei quali il Napoli ha approittato solo in parte.

La squadra azzurra ha saputo interpretare la partita nella maniera giusta, solo che alcuni cali di tensione, forse inevitabili alla vigilia di una sfida come quella con la Juve, sarebbero potuti costare cari.
Alla fine è andata bene e la corsa in Champions continua, ma bisogna stare attenti.
Quanti errori, quanta sofferenza!

Non c'è niente da fare, il nostro è proprio un AngiNapoli!

lunedì 4 novembre 2013

E' la settimana di Juve-Napoli, ma attenzione al Marsiglia!

E' iniziata una settimana cruciale per il Napoli. Anche se tecnico e giocatori provano ad affermare il contrario, è inevitabile pensare che tra a gara di Champions con il Marsiglia in casa di mercoledì, e la super sfida ci campionato con la Juve a Torino in programma domenica sera, la formazione azzurra si gioca importanti chance per recitare su più fronti un ruolo da protagonista.

Con il parziale rallentamento della Roma, fermata da un pari a Torino contro i granata, Napoli e Juve si sono avvicinate alla vetta, e distano ora di tre lunghezze dalla capolista giallorossa. Quale occasione, quindi, per acciuffare la lupa in un big match che potrebbe al tempo stesso allontanare l'altra pretendente. Se la Roma dal canto suo si augura un pareggio, Napoli e Juventus sotto sotto puntano a questa gara come la più importante della settimana, pur essendo entrambe impegnate in Champions League.

La formazione di Conte dovrà affrontare il Real Madrid in casa, in una gara che già sa di ultima spiaggia, visto che i bianconeri hanno solo due punti all'attivo nel girone. Il Napoli, invece, che ha già battuto in trasferta il Marsiglia, cercherà il successo per consolidare le proprie chances di qualificazione, da giocarsi, comunque, ancora nelle altre due sfide in programma oltre a questa.

Una Juve quasi eliminata e un Napoli che sa di poter bttere il Marsiglia (già sconfitto) si concentreranno inevitabilmente su una gara di campionato che è molto sentita, anche troppo, da entrambe le tifoserie.
Il Napoli, però, deve evitare l'errore di sottovalutare la gara di Champions in programma mercoledì sera. E' sempre e comunque una gara di altissimo livello, e bisogna vincerla a tutti i costi per evitare rischi inutili e puntare su imprese che, seppur siamo forti, potrebbero non essere alla nostra altezza.

Massima concentrazione, quindi, anche contro il Marsiglia, cercando, se possibile, di chiudere la gara quanto prima, anche se non sarà facile, nonostante avremo di fronte probabilmente una squadra allo sbando.

La palla passa ora a Benitez, che deve riuscire a gestire il gruppo a sua disposizione, tenendo conto gli impegni, il minutaggio fin qui disputato, gli infortuni e lo stato di forma di ciascuno.

Ma lo spagnolo è un grande allenatore, e ha tutto per riuscirci nel migliore dei modi.

Benitez, un giovane merita ancora fiducia

L'infortunio di Mesto ha messo in luce un ragazzo che non gioca da una vita ad alti livelli, ma che meriterebbe sicuramente più spazio, considerato il potenziale e le doti tecnico tattiche che ha mostrato in questa prima vera uscita.

Bruno Uvini aveva giocato solo una gara in coppa Italia con la maglia del Napoli. Ceduto in prestito al Siena, si era dedicato prevalentemente alla tribuna o, forse, alla visita della bellissima città toscana. tornato a Napoli, Uvini era notato sui social network più per le foto postate in visita ai bei posti d'Italia con la fidanzata piuttosto che per gesta sportive.

Ora, però, è arrivato il suo momento. Bruno Uvini può giocarsi le sue carte se Benitez gli darà la fiducia giusta.

Mancano ancora due mesi a gennaio, e per acquistare un difensore di ruolo e di nome per ora non se ne parla. Con gli infortuni di Zuniga e Mesto, e l'impiego ancora a mezzo servizio di Maggio, non abbiamo più terzini di ruolo in rosa. Inoltre Uvini, nella gara con il Catania, ha messo in luce una buona tecnica, un discreto senso della posizione e anche una apprezzabile capacità di impostare il gioco, come piace a Benitez.
Il tecnico azzurro, che crede nei giovani, deve dargli fiducia, perché no, già in Champions.

Staremo a vedere e mercoledì sapremo se sarà già così.

In bocca al lupo Mesto!

                                     foto: napolicalciolive.com


Un infortunio che è una tegola per il giocatore e per il Napoli. Giandomenico Mesto ha riportato la rottura del legamento crociato. Fatale gli è stato il movimento anomalo del ginocchio dopo soli sette minuti di gioco nella gara di sabato con il Catania. Un infortunio che per Mesto capita proprio nel momento migliore della sua stagione, e forse anche della sua carriera.

le sue caratteristiche tecnico tattiche erano tornate in auge con la gestione Benitez, che predilige un esterno bloccato, che si occupi con cura della fase difensiva. Mesto ha quelle caratteristiche, e si è guadagnato la stima del tecnico. Stima ripagata con prove all'altezza della situazione, come quella contro la Roma, nonostante la sconfitta, quella di Marsiglia, e l'ultima contro la Fiorentina, in cui ha costretto un indemoniato come Cuadrado a cambiare corsia di competenza.

Mesto, già operato, tornerà disponibile solo tra sei mesi. A meno di recuperi prima dei tempi, la sua stagione può considerarsi pressoché finita.

Gli facciamo un grosso in bocca al lupo, sperando che torni più forte di prima per il bene suo e del Napoli!

domenica 3 novembre 2013

Napoli-Catania: le pagelle

                                          foto: noinapoli.it

Reina 6: nessuna parata degna di nota.

Mesto s.v.: si fa male quasi subito.

dal 7' Uvini 6,5: esordio in serie A di grande personalità in un ruolo che non è propriamente quello a lui congeniale. Ha mostrato corsa, tecnica e intelligenza tattica. Da riproporre.

Fernandez 6,5: pulito in tutti gli interventi, prova a giocare anche il pallone, anche se gli viene fuori il lancio lungo in modalità Mazzarri.

Albiol 7: non sbaglia praticamente nulla, esce fiero con il pallone tra i piedi, propone l'azione offensiva. E' il prototipo del difensore che attendevamo da anni, e che finalmente adesso abbiamo e che vogliamo tenerci stretto.

Armero 6: anche se sonnecchia un po' in occasione del gol del Catania, risulta più preciso, propositivo e rapido nell'azione offensiva.

Dzemaili 6: un po' difetta in equilibrio, come spesso gli accade, anche se si mette in uce in positivo per il prezioso assist che porta al gol di Callejon.

Behrami 8: partita a dir poco incommensurabile. Non sbaglia praticamente nulla, si batte come un eone su ogni pallone, anche quello apparentemente più insignificante. Il suo dettame è chiaro: l'avversario non deve passare. E ci riesce.

Callejon 7,5: il suo gol è una perla, la seconda in pochi giorni. questo ragazzo gioca, al di là del gol, una partita che è l'ennesimo capolavoro tattico. Attacco o difesa, per lui non fa differenza: è sempre all'altezza della situazione

Hamsik 7: ritrova gol, sorriso e una prova finalmente da leader. Prende per mano la squadra e la trascina al contropiede. Sfiora in più occasioni la doppietta personale, ma convince il suo spirito e l'atteggiamento finalmente battagliero.

Insigne 6,5: ce la mette tutta per segnare lui e per far segnare i compagni. Ci riesce con Hamsik. Esce stremato.

da 90' Mertens s.v.

Higuain 6: si mangia tre gol clamorosi, ma convince per senso della posizione, partecipazione alla manovra, e condizione atletica finalmente convincente.

dal 79' Zapata s.v.

All: Benitez 6,5: la squadra ha saputo dominare e soffrire. Gestione ancora una volta positiva del turn over. Il momento della stagione se non decisivo è delicato, e occorre fare del proprio meglio per restare là.