Benitez non è uno stupido, e non
scende in campo per perdere, ma per vincere. Lo sapevamo, ma ieri sera, nella
gara contro la Lazio, ne abbiamo avuto conferma.
Vincere prima di tutto, la
mentalità viene gradualmente. Ce ne siamo accorti da una mossa tattica che
all'apparenza è insignificante, ma che invece rappresenta molto per la svolta
mentale che si sta dando il Napoli.
La squadra continua a subire
reti, e in difesa è ancora carente, con Armero che sta dimostrando sempre più
quanto nel ruolo di terzino è adattato. Ma a centrocampo abbiamo visto
finalmente le ali ripiegare nella fase difensiva, allinearsi ai centrocampisti,
aiutarli, fare pressing, creando una superiorità numerica che ha fatto la
differenza. Abbiamo visto Insigne e Callejon, oltre che il solito Pandev, bravi
a aiutare Behrami e Inler, e pronti a ripartire con l'azione offensiva.
I frutti si sono visti: sue quattro
reti messe a segno dal Napoli, tre sono nate da azioni in verticale, seno che,
se non è diventata una squadra da contropiede, almeno è più votata al pressing
e allo sfruttare l'errore dell'avversario, invece che andare dritta per la
propria strada.
E' solo un primo di tanti accorgimenti
che il tecnico deve dare all'assetto della squadra, ma è sicuramente un ottimo
inizio, perché denota un'importante modifica nella mentalità azzurra.
Lo stesso Benitez ieri sembrava
particolarmente agguerrito, e pronto ad incoraggiare i suoi ragazzi per evitare
di abbassare la concentrazione. Il patto è tra lui e la squadra è chiaro: io
difendo voi davanti ai microfoni quando perdiamo, voi date il massimo in campo
per me e per i tifosi, e applicate alla lettera tutto quello che vi dico, fase
difensiva compresa. Sul gol di Keita Balde, quello del tre a due, qualcuno
pensava già all'ennesima beffa, ma poi il quarto gol di Callejon, proprio nel
finale, ha ridato certezze a gruppo e tifosi.
Il gol all'ultimo, appunto:
nemmeno questo è un caso.
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