giovedì 5 dicembre 2013

Higuain e Cavani: mettiamoli a confronto

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foto: repubblica.it










Il ritorno al gol del Pipita con una bella doppietta, dopo tante critiche, ha riacceso un dibattito - confronto tra sportivi e tifosi del Napoli, su chi sia meglio come attaccante tra Cavani e Higuain.

Cominciamo dai dati anagrafici: ventisei anni già compiuti per l'uruguaiano, ventisei anni da compiere tra qualche giorno per l'argentino.

Passando al ruolo, è inutile dire che sono entrambi attaccanti. Pur avendo la stessa altezza, Cavani è più propenso a colpire di testa sfruttando la sua agilità ed il fisico da atleta perfetto, quasi maniacale. Predilige il piede destro, anche se si contano molti gol realizzati da matador con il piede sinistro. Anche per Higuain prevalenza di piede destro.

Per quanto riguarda  i movimenti in campo, Cavani lo si è visto spesso tornare in difesa e sventare qualche minaccia anche sugli sviluppi dei calci d'angolo. Il matador sfrutta la sua potenza atletica per giocare a tutto campo e essere nei minuti finali più lucido degli avversari per far gol quando tutti non ne hanno più, come spesso è successo. Se in difesa aiuta, in area di rigore è il leader indiscusso, e la palla là non si passa: la cede solo se sulla trequarti. Con Mazzarri non è stato quasi mai sostituito, e ha giocato spesso per interno anche tre gare a settimana. Sugli sviluppi di calci d'angolo e punizioni, quando non le tira lui, cerca quasi sempre il primo palo, per un tocco ad anticipare avversario e portiere, e spesso gli riesce, altrimenti  sul secondo quando gli arriva qualche cross in contropiede e il difensore avversario  piazzato.

Higuain da quando è a Napoli non ha dato dimostrazione di essere un atleta provetto. Ha anche sofferto di un vecchio infortunio muscolare che si porta appresso da Madrid. Quando bisogna fare la fase difensiva non nasconde che non gli piaccia più di tanto, e spesso esce dal campo a partita in corso: finora ne ha portate a termine veramente poche. Se non lo si vede in difesa, è presente ad accompagnare l'azione offensiva. E' capace di tornare indietro, andare a prendere il pallone, far salire la squadra e magari fornire anche un passaggio smarcante che in più d'una occasione si è tradotto in gol. Il tocco è spesso delizioso, ma diventa potenza pura quando è in area di rigore. ha una certa abilità a giocare sul fuorigioco, e nei passaggi in verticale sfrutta il notevole scatto breve e la capacità di difendere il pallone.

Infine i gol: oltre centocinquanta in carriera per il Matador, poco più di centotrenta per il Pipita.

Abbiamo provato a riassumere al massimo quello che sono due attaccanti, uno del passato, indimenticato, uno del presente, che sta cercando di non farlo rimpiangere.

Sono due attaccanti diversi, e scegliere tra uno dei due è veramente arduo. L'ideale sarebbe averli in squadra tutti e due...


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