martedì 30 giugno 2009

Le perle di Fabio Quagliarella

Al ritorno dall’infausta spedizione con la nazionale in terra d’Africa, un anno prima del mondiale, Fabio Quagliarella è stato accolto come un re nella sua Castellammare di Stabia, che lo ama ancora più di prima, perché da agosto prossimo vestirà la maglia del Napoli, quella squadra che ha nel sangue, nel cuore, nella testa e nel dialetto.

Finalmente il suo sogno si è avverato, ora per lui è tempo di far avverare i sogni dei tifosi. Le premesse ci sono: ora occorre passare ai fatti.

Vi proponiamo una delle numerose compilation di Quagliarella, sperando che ne metta a segno tanti altri, spettacolari e non, con la maglia del Napoli.


lunedì 29 giugno 2009

Come giocherà il Napoli 2009-2010?

Ora che con il calciomercato il Napoli 2009 – 2010 inizia a prendere una fisionomia precisa, si fanno strada numerose le ipotesi sul gioco che Roberto Donadoni darà al suo Napoli per il prossimo anno. Il tecnico azzurro lo scorso anno è subentrato in corsa a Reja, ed ha preferito non stravolgere quanto aveva fatto il tecnico friulano, accompagnando il Napoli nella sua stagione mediocre, prima di una annunciata ricostruzione, in parte vista anche come alibi di un’annata fallimentare.

Adesso che il tecnico ha fatto richieste ben precise alla società (vedi, ad esempio, Quagliarella) e che sta decidendo anche le epurazioni di chi crea fastidi all’interno dello spogliatoio (vedi Zalayeta) può anche dare alla squadra l’impronta che preferisce, con la speranza di poter assecondare nel miglior modo le caratteristiche dei singoli, e fare in modo che tutti partecipino alla forza del gruppo.

Quando guidava la nazionale, Donadoni era un fautore del tridente, supportato da una difesa a quattro. Il tridente probabilmente sarà una caratteristica anche del Napoli del prossimo anno, anche se tiene banco il dibattito: difesa a tre difesa a quattro? Proviamo a dire la nostra.

Considerando le caratteristiche degli uomini nuovi, e di quelli che probabilmente saranno confermati, possiamo ipotizzare una difesa composta, come lo scorso anno, da tre centrali. Accanto al nuovo acquisto Campagnaro ci sarà Contini, ed uno tra Cannavaro e Santacroce. Se quest’ultimo, invece, dovesse andar via, si passerebbe ad un’inedita difesa a quattro, con uno tra Grava Vitale che si troverebbero a retrocedere sulla linea dei difensori, pronti a spingere in avanti all’occorrenza.

Le maggiori incognite sono costituite dal centrocampo dove, se ci sono più soluzioni rispetto allo scorso anno, ci saranno per Donadoni i maggiori problemi su chi lasciare in Panchina. Ammesso, ovviamente, che non sia il mercato a fare il resto. Se il nuovo acquisto Cigarini pare un punto fermo, come Hamsik e Gargano, è molto probabile che sarà Maggio a fare il quarto di centrocampo. Anche se Donadoni non lo ha mai visto all’opera da quanto è al Napoli, l’ex sampdoriano ha ottimi numeri sulla fascia e può fare quel gioco veloce e largo che piace a Donadoni. Sacrificato probabilmente, anche se confermato un po’ a sorpresa, l’argentino Datolo, costretto ancora una volta ad inseguire una maglia da titolare. Sul piede di partenza, un po’ a sorpresa, Emanuele Blasi.

Discorso a parte merita l’attacco, probabilmente con un tridente e trequartista. Se l’attacco dovesse rimanere quello attuale, senza ulteriori innesti, è prevedibile un attacco con Lavezzi alle spalle di Quagliarella e Denis. Ma se quest’ultimo dovesse partire, allora il discorso cambia radicalmente. Vediamo, infatti, Hamsik avanzare alle spalle delle punte, lasciando a datolo un posto libero a centrocampo (anche se non si esclude un centrocampo più coperto con l’eventuale conferma di Blasi). A questo punto Lavezzi, se la smette di fare i capricci e si aggrega regolarmente al gruppo azzurro, andrà a fare coppia con Quagliarella, per un duo di tutto rispetto, che può mettere paura a qualsiasi squadra.

Questo lo scenario attuale, che potrebbe cambiare di qui a poco, in caso di ulteriri rinforzi che tutti ci auguriamo, purchè siano rinforzi reali.

Di seguito la nostra probabile formazione del Napoli allo stato attuale (3 – 4 – 1- 2)

De Santis

Santacroce (Cannavaro) Campagnaro Contini

Maggio Cigarini Gargano Datolo

Hamsik

Lavezzi Quagliarella

sabato 27 giugno 2009

Il Napoli ha calato il pokerissimo. E ora?

Quagliarella, Cigarini, Campagnaro, De Santis, Zuniga. Questi i cinque acquisti del Napoli a meno di un mese dalla fine del campionato, ed a tre settimane dall’inizio del ritiro per la nuova stagione. Il trio de Laurentiis – Marino – Donadoni ha finora mantenuto le promesse, ed ha rinforzato già il Napoli a dovere. La formazione azzurra, in questa prima e significativa parte del calciomercato, si è data da fare forse più di tutte le squadre di a, meritandosi quasi l’appellativo di Real Madrid italiana.

E ora? E ora viene il bello, verrebbe di dire… Sì, perché da un lato adesso occorre passare ai fatti, ossia concretizzare quanto di buono il Napoli promette sulla carta, con i calciatori di indiscusso livello per tutti i reparti. Dall’altro, invece, proprio in queste settimane potrebbe esserci qualche colpo a sorpresa. Marino, quando promette ai media pause di riflessione, come ha fatto in queste ore, vuole forse depistare tutti e lavorare nell’ombra dove di solito nascono i colpi migliori, sconosciuti alla moltitudine del vociare mediatico.

Ancora qualche giorno e vedremo poi cosa succederà. Aspettiamo il nuovo Napoli con altri colpi, con la nuova maglia ufficiale, e con le prime partenze. Oltre a quelle quasi sicure di Zalayeta (ha rotto con tifosi e allenatore) e Denis (nonostante l’ottima persona non ha convinto abbastanza) potrebbero esserci altri addii illustri. Ad esempio quelli del neo – diplomato Blasi e Di Santacroce, che piace tanto al neo – tecnico della Juve Ciro Ferrara. Per il bene del Napoli, riteniamo sarebbe opportuno tenerli.

giovedì 25 giugno 2009

De Laurentiis, attento alle tue dichiarazioni

Lavezzi? Fa una vita non da atleta, è probabile che frequenti donne “di malaffare”. Non è una battuta tratta dal film Totò, Peppino e la Malafemmina, ma una dichiarazione del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. E ancora…Lotito? E’ un personaggio, da spiare per qualche mio film. E’ ancora lui, il presidentissimo, che si riferisce al presidente della Lazio parlando della difficile operazione tesa a portare Pandev all’ombra del Vesuvio. Donadoni? Un tipo spigoloso… Sono solo le ultime perle che il presidente del Napoli ha deciso di regalare a microfoni e taccuini, tanto per mettere un po’ di pepe nella speranzosa estate azzurra, e tanto per infiammare qua e là qualche polemica di troppo.

Già durante la stagione De Laurentiis non le ha mai mandate a dire, come negli anni passati, ed i cronisti lo attendono con ansia registrando con minuzia le sue lunghe chiacchierate, pronti a creare il caso o i casi della settimana, per prendere spunto da qualche dichiarazione tutt’altro che diplomatica del presidente, per poi costringerlo a smentire o correggere il tiro.

Fa sicuramente piacere avere un presidente passionale, schietto, e soprattutto motivato a fare grande il Napoli, ma la sua schiettezza, o, se vogliamo, scarsa diplomazia, rischia, almeno in una fase delicata come questa del calciomercato, di creare danno al Napoli.

In questa fase in cui si lavora di fioretto, ma al tempo stesso di escavatrice, ogni mossa va misurata, come le dichiarazioni, e se si pensa alle ultime del presidente azzurro, si vede un Lavezzi sempre più imbronciato, che addirittura medita di mandare in tribunale il suo patron per i danni d’immagine. Sul fronte Lotito, invece, l’affare Pandev pare stia sfumando, tanto da indurre il Napoli a fare un piccolo sondaggio anche sul fiorentino Adrian Mutu, tanto per avere un’alternativa.

Insomma, se da un lato De Laurentiis sta cercando di fare grande il Napoli con i suoi investimenti, deve al contempo cercare di non recargli danno con le sue dichiarazioni. Se ha detto che vuole imporre delle regole al gruppo a partire dal prossimo anno, che sia il primo a dare il buon esempio, ed a misurare le parole almeno in questa fase della stagione, dandosi un codice di auto . regolamentazione di tipo semantico.

Che prenda esempio dal suo direttore generale Marino, che, dopo le critiche giustificate per il mercato dello scorso anno, si sta facendo perdonare allestendo un Napoli di qualità. La sua strategia è sempre sopraffina, e svia abilmente i media concludendo in gran segreto gli affari di cui si parla meno. L’ultimo esempio di maestria del direttore, in termini di tempo, è la smentita secca di qualche ora fa ad un affare che sembra ormai praticamente fatto: quello del portiere De Santis.

mercoledì 24 giugno 2009

Sta nascendo un buon Napoli

Quagliarella, Cigarini, Campagnaro, quasi sicuro De Ceglie, forse Pandev e i portieri Cassano e De Santis. Il Napoli 2009 – 2010, la cui maglietta sarà firmata dalla semi – sconosciuta Macron, sta prendendo corpo.

A tre settimane dalla partenza per il ritiro austriaco, la formazione azzurra, che sarà allenata da Donadoni, sta prendendo già una fisionomia ben precisa. L’obiettivo della società è quello di far dimenticare la stagione semi – fallimentare che si è appena conclusa, e mirare da subito all’Europa, cercando, questa volta, di non fallire.

Il direttore Marino sta cercando, per l’occasione, di scegliere una linea differente rispetto a quella dello scorso anno. Niente più scommesse provenienti dall’estero (vedi Lavezzi, Hamsik, Denis, Datolo, Gargano) che possono rivelarsi sorprese sia positive che negative, ma giocatori già affermati, seppur giovani, provenienti dal campionato italiano, e che conoscono quindi bene il nostro calcio. Questo fattore, da un lato garantisce al Napoli una certa sicurezza in termini di competitività, ma dall’altro può nascondere l’insidia dell’annata no di alcuni giocatori che sono esplosi nelle annate precedenti. L’importante è che il Napoli capisca le lezioni degli anni precedenti, per capire dove cambiare rotta e dove continuare, per poter crescere sempre più. E su questo il Napoli pare stia operando veramente bene.

Negli ultimi giorni che restano di mercato, il direttore Marino dovrà fare il possibile per portare all’ombra del Vesuvio gli elementi migliori. A nostro modo di vedere c’è bisogno di un esterno sinistro, un altro difensore centrale, un altr attaccante, oltre ai portieri. La rosa va sfoltita degli elementi che lo scorso anno hanno creato solo problemi sia dentro che fuori dal campo. Santacroce, sul quale la pressione si fa insistente, va tenuto, perché, nonostante il carattere difficile, il suo talento non si discute.

sabato 20 giugno 2009

Napoli, il pagellone finale 2008-2009

A ormai tre settimane dalla fine del campionato, che ha regalato ai tifosi azzurri sorti alterne ed un finale piuttosto deludente, facciamo il bilancio definitivo sulla stagione con il pagellone finale, archiviandola definitivamente e aprendo alla speranza per la stagione a venire che, dati i primi acquisti, pare faccia ben sperare.

Iezzo 6,5: la sua stagione è stata all’altezza della situazione. Con lui tra i pali si è visto il miglior Napoli dell’anno. Sarà stata una coincidenza, ma da quando ha avuto il fastidioso infortunio alla schiena, che gli ha fatto saltare tutto il girne di ritorno, il Napoli è andato il caduta libera. Da confermare sicuramente, anche se è poco ipotizzabile, per l’anno prossimo, che giochi titolare.

Gianello 6: per lui fugaci apparizioni, ma in tutte le competizioni (coppa Uefa compresa). Un ragazzo umile che ha saputo fare panchina e tribuna senza mai storcere il naso.

Navarro 5,5: stagione dal doppio volto per lui. A volte ha fatto cose straordinarie, altre volte ha sbagliato anche l’abc.

Sepe 6: esordio sfortunato a Firenze, ma ha tempo per crescere e provare a inserirsi ancra in prina squadra.

Bucci 6: un a sola presenza, ma una serietà mai in discussione che sarà premiata probabilmente con la nomina a preparatore dei portieri per la prossima stagione.

Cannavaro 4: non è in dubbio il suo attaccamento alla maglia, ma quest’anno ha dimostrato di non meritare quella da titolare. Si spera che dalla prossima stagione torni quello che era nel girone della nazionale.

Santacroce 6: ha messo in luce ancora una volta il su talento cristallino, oltre ai limiti caratteriali che vanno corretti per evitare di rovinarsi la carriera.

Grava 6: ha giocato esclusivamente nel periodo in cui c’era Donadoni, e si è fatto trovare sempre pronto. Sulla via della riconferma.

Contini 6: stagione in cui ha avuto maggiore spazio rispetto alla scorsa stagione. Quasi sempre all’altezza della situazione, anche se in alcune circostanze ha partecipato alla mediocrità generale del suo reparto.

Rinaudo 5: da lui ci si aspettava molto di più. Troppi errori e poca affidabilità.

Aronica 5,5: ha fatto valere la sua esperienza, ma questo non sempre è bastato.

Amodio 6: anche lui ha giocato esclusivamente con Donadoni e se l’è cavata bene. Questo però probabilmente non gli garantirà la riconferma.

Blasi 6,5: uno dei pochi che non ha mollato mai e che ha giocato sempre almeno sulla sufficienza. Ciononostante il Napoli lo ha inspiegabilmente messo sul mercato.

Bogliacino 5,5: stagione caratterizzata in negativo dal fastidioso infortunio. Finale, invece, in crescendo.

Datolo 5: oggetto misterioso, è stato acquistato erroneamente, poiché nelle sue fugaci apparizioni è stato stretto a giocare in uno schema che non si addice alle sue caratteristiche.
Gargano 6,5: questa stagione lo ha consacrato al ruolo di motorino e di volenteroso regista. Un infortunio dovuto alle troppe partite gli ha regalato un riposo forzato. La prossima stagione potrebbe essere il primo vero acquisto.

Hamsik 5,5: nove gol anche quest’anno, ma un campionato a due volti. Il finale da dimenticare, in cui è stato praticamente un fantasma. L’età è dalla sua parte, ma non deve farsi distrarre dalle voci di mercato.

Maggio 6: si è ben inserito nel Napoli, ed ha regalato prove convicenti. L’infortunio grave lo ha sottratto alla causa azzurra, con gravi conseguenze, vedi finale di stagione.

Mannini 6: forse il tira e molla della squalifica Wada gli ha tolto tranquillità, regalando una stagione di alti e bassi. Così forse giustifichiamo anche la cessione in comproprietà alla Sampdoria.

Montervino 6,5: capitano in tutto e per tutto. Non ha mai mollato, mai protestato, ed è stato premiato. Proprio all’ultima di campionato, il suo primo gol in serie A ha coronato la sua stagione di serietà e leadership nello spogliatoio.

Pazienza 5,5: l’impegno non è mancato, ma la personalità sì.

Vitale 5,5: ha i numeri, ma ha bisogno ancora di crescere, come dimostra la sua discontinuità messa in luce in questa stagione.

Denis 6: sufficienza dovuta a 8 reti alla sua prima stagione in Italia che non sono poche, anche se avrebbe potuto fare anche di più. Ha pagato la mancanza di vacanze, essendo passato in Italia direttamente dalla clausura argentina.

Pia’ 6: si è meritato la sufficienza grazie al finale di stagione. Rigenerato da Donadoni, ha messo a segno un filotto di gol, quattro in altrettante gare. Ora, per la prossima stagione, qualora dovesse restare, dovrà fare il possibile per segnare anche gol decisivi.

Russotto 6: ha avuto pochissimo spazio con entrambi i tecnici, ma i numeri mostrati erano all’altezza. Purtroppo tornerà alla base, ed è un vero peccato.

Lavezzi 6: anche se è un leader, il suo apporto non è stato quello sperato, ma a mezzo servizio. Le vicende delle ultime settimane che lo riguardano rischiano di compromettere il bel rapporto con i tifosi.

Zalayeta 5: classe, tecnica ed esperienza, ma anche genio e sregolatezza, oltre che presunzione.

Reja 5,5: ha lasciato un bel ricordo nella tifoseria, e sicuramente quello che ha fatto in tre anni non si dimentica. Ma i suoi limiti nella gestione dello spogliatoio sono rimasti per tutta la durata del suo mandato sulla panchina azzurra.

Donadoni 6: a differenza di Reja ha gestito bene il gruppo, al quale ha imposto subito regole precise. A partire dal prossimo anno anche lui è chiamato alla svolta decisiva.

martedì 9 giugno 2009

La stagione del Napoli: un bilancio negativo

Sicuramente un bilancio negativo quello della stagione azzurra, che è giunta al termine da poco più di una settimana. I calciatori sono in vacanza: qualcuno, come Rinaudo, ha approfittato per sposarsi, e qualcuno, come Lavezzi, fa i capricci forse ignorando che sol un argentino poteva permetterselo. Altri, come Cigarini e Quagliarella, rilasciano le prime dichiarazioni d’amore ad una maglia che sul campo, a partire da agosto, potranno dimostrare di meritare.

Il Napoli era partito bene, con l’entusiasmo nel cuore dei calciatori e dei tifosi. Partiti prima di tutti, gli azzurri avevano superato con una certa facilità lo scogli Intertoto, per approdare, dopo ben quattordici anni, in Coppa Uefa, che dal prossimo anno si chiamerà Europe League. Proprio al primo atto, però, la formazione azzurra dimostrava di non essere abbastanza matura, e si faceva eliminare dal Benfica.

In campionato la formazione azzurra è partita veramente bene, facendo sperare nella Champions, tanto da far sbilanciare un tecnico esperto come Reja, che aveva promesso addirittura una scalata del Vesuvio in caso di quarto posto. Poco male: il tecnico si è risparmiato la scalata la vulcano, ma ha pagato con un esonero quando, dall’inizio del girone di ritorno, il Napoli ha perso tutto il suo smalto, per sprofondare in una abulia incredibile. Eco i primi mugugni, la squadra allo sbando, e le sirene di mercato si facevano strada nelle menti e nelle gambe di chi fino a quel momento aveva disputato solo mezza stagione. E alla fine, a conti fatti, mezza stagione ha disputato tutto il Napoli, che ha concluso sì con una vittoria, ma ha racimolato null’altro che una salvezza ottenuta con qualche giornata d’anticipo. Il tutto molto distante dalla Champions, dall’Europa, e anche dal miglioramento dell’ottavo posto, che era stato posto come obiettivo minimo stagionale.

Un fallimento, insomma, che la società ha in parte giustificato come la chiusura di un quinquenni che doveva portare il Napoli nel calci che conta, profetizzando l’inizio di un nuovo ciclo a partire dalla prossima stagione. Speriamo che sarà così, la piazza lo merita, e i primi colpi di mercato fanno ben sperare. Adesso occorre ripartire dagli errori fatto la scorsa stagione, e soprattutto bisogna prendere posizioni chiare e definitive, fissando regole, sulla gestione dello spogliatoio, non dando adito a capricci come quello di Lavezzi. A proposito, aspettiamo il figliol prodigo, una volta che avrà deciso di smettere con queste scaramucce: una eventuale coppia composta dal Pocho e da Quagliarella, con Hamsik alle loro spalle, piace a chiunque ama il calcio. Noi tifosi del Napoli lo amiamo e vogliamo tornare a gioire, ma in maniera più continua.

mercoledì 3 giugno 2009

Lavezzi e il suo procuratore strumentalizzano il tifo azzurro.

Dopo le polemiche della scorsa settimana Lavezzi è fuggito, suggerito, male, dal suo procuratore Mazzoni, ed ora ha creato un strappo difficilmente sanabile con la società azzurra, e probabilmente con i tifosi, che lo hanno osannato, e domenica anche difeso.

Il Pocho vuole un aumento, un altro, forse poco conscio che quest’anno, come il resto della squadra, ha disputato solo metà campionato, quindi dovrebbe avere almeno il buon gusto di non avanzare ulteriori pretese. La colpa è principalmente del suo procuratore, che sta adottando metodi ormai superati, e che, al cospetto di una società come il Napoli che continua ad investire, e di un direttore generale come Marino, che non è certo alle prime armi, fanno solo male al suo assistito. Portarlo lontano da Napoli rende tutto più difficile, e millantare contatti con Juve, Liverpool o Real Madrid, rischia di far infuriare società e tifosi. Perché allora rischiare di far diventare Lavezzi da re di Napoli a spina nel fianco? L’arrivo di Quagliarella, che sotto sotto crea gelosia nel Pocho, rende la formazione azzurra ancora più all’altezza della situazione, e adesso l’asso argentino deve fare il possibile per far rientrare la situazione, e rendere il Napoli ancora più grande. Verrà il tempo in cui potrà meritare ingaggi faraonici, dipende solo da lui. Lo stare a Napoli, piazza non per tutti, non può che fargli bene. Un consiglio: stia a sentire uno come Sosa, e rifletta sul confermare o no il mandato al prprio procuratore.

I tifosi del Napoli amano incondizionatamente chi sa conquistarli, ma non si lasciano strumentalizzare facilmente. E’ gente esigente, e chi sbaglia paga con la contestazione pacifica come è stato domenica. Il Pocho è stato difeso da solo, ne tenga conto prima di fare certe azioni senza senso.

lunedì 1 giugno 2009

Ecco Quagliarella. Ora si inizia a ragionare...

Finalmente un acquisto degno di tale nome per il Napoli. Fabio Quagliarella, napoletano d.o.c., cresciuto lontano dal Vesuvio e per questo forse poco infettato da quanto di cattivo, purtroppo ha il nostro ambiente. Il figliol prodigo di Castellammare di Stabia pronto a tornare in patria per fare il profeta, per la squadra che ama da quando era bambino, con la quale vuole diventare finalmente e definitivamente grande. A guidarlo avrà un tecnico, Donadoni, che lo stima da sempre e lo ha lanciato in nazionale, con la quale esordì con una doppietta a dir poco fantastica. Giocherà davanti al pubblico migliore del mondo, al quale in questa stagione ha regalato un dispiacere con una rete a dir poco fantastica.

L’acquisto di Quagliarella si spera sia solo il primo di una lunga serie, per una stagione che deve segnare il rilancio del Napoli, chiamato a non sbagliare più. Al società, dopo una serie di errori, ha capito che per essere vincenti non ci si può sempre affidare a nomi poco conosciuti pserando nel pescare il solito jolly.

Quagliarella è l’acquisto giusto sia perché le doti tecniche (tiro, velocità e una discreta acrobazia) non gli mancano, e possono solo miglirare. Fabio è l’acquisto giusto soprattutto perché ha voglia di vestire la maglia del Napoli. Glielo chiede il su cuore azzurro, il prestigio che questa maglia può costituire per un calciatore che pensa in grande, e la voglia di sentire un urlo che dà emozioni come nessun altro, e che, lo abbiamo visto, non è per tutti. Quagliarella ha messo l’aspetto economico in secondo piano, e già solo per questo è un esempio da seguire. Per molti che hanno rifiutato il Napoli, e per molti che meditano, attraverso le parole dei loro procuratori, di andare via. A tal proposito, la società deve fare il possibile per tenere a Napoli Lavezzi, ma la tempo stesso nn deve cedere al diktat del suo procuratore, anche per dare un segnale forte a quanti sono pronti a seguirne la scia. Il Napoli si fa grande con i grandi giocatori, ma anche con chi mette i soldi solo in secondo piano, ed è pronto a godersi un pubblico e una piazza che danno soddisfazioni senza eguali.