Doveva approdare al Siviglia per giocare, mettere in mostra le proprie doti indiscusse e guadagnarsi la nazionale Luca Cigrini, ex azzurro voluto da Donadoni, ma capace di farsi intristire dallo stesso, e non necessario al gioco di Mazzarri, che del regista puro ritiene di poter fare a meno, prediligendo il gioco sulle fasce. Ma Cigarini è un ottimo vice – Pirlo: ha piedi buoni, tira ottime punizioni (lo abbiamo visto) insomma una tecnica di tutto rispetto. Alla prima apparizione col Siviglia si era subito messo in mostra, conquistando ambiente e stampa locale. A Napoli è piaciuto per la sua serietà, ma ha avuto davvero poco spazio, e quando giocava era puntualmente fuori dalla posizione a lui più congeniale.
Complice l’infortunio di Marchisio, l’ex azzurro si è guadagnato la fiducia di Prandelli, ed ora potrebbe esordire a breve con la maglia azzurra della nazionale. Anche se non veste la maglia del Napoli ora (ma il suo cartellino ha ancora una proprietà azzurra) ci sentiamo di fare i complimenti a questo ragazzo serio, ennesima testimonianza che il lavoro, se fatto nel modo giusto, paga eccome.
Un grosso in bocca al lupo e complimenti, Luca Cigarini.
lunedì 30 agosto 2010
domenica 29 agosto 2010
Le pagelle di Fiorentina - Napoli
De Sanctis 6: mette sicurezza alla retroguardia, la richiama all’ordine, mentre sul gol non può nulla.
Campagnaro 5,5: soffre Vargas, anche se lo costringe all’espulsione subendo un duro colpo.
Cannavaro 6: ferma bene Gilardino, costringendolo ad andare fuori posizione, anche se subisce l’abile gioco di sponda del viola.
Aronica 6: partita attenta, anche se gli capitano pochi impegni.
Maggio 5,5: non aiuta Campagnaro a fermare Vargas, e quando questi esce non spinge abbastanza per mettere in difficoltà gli avversari.
Blasi 5: comincia con un’espulsione, un’abitudine da correggere, per evitare echi di due anni fa che ne facevano croce e delizia del centrocampo azzurro.
Gargano 6: se la cava nel suo solito ruolo, sia in quello di centrale, quando il Napoli in dieci deve cambiare assetto.
Dossena 6,5: giocatore trasformato rispetto a quello visto lo scorso anno. Sua la pennellata che manda in gol Cavani. A sinistra è un pericolo, ma i compagni avrebbero dovuto servirlo di più.
Dal 42’ s.t. Grava s.v.
Hamsik 6: buon primo tempo, nella ripresa cala, ma quando c’è da sudare si fa trovare pronto.
Lavezzi 6: qualche bella serpentina, ma poca concretezza.
Dal 44’ s.t. Lucarelli s.v.
Cavani 6,5: ancora un gol, anche se dubbio, ma non cambia l’impegno che ci sta mettendo per entrare nel cuore dei tifosi azzurri e l’ottima percentuale realizzativa.
Dal 36’ s.t. Zuniga s.v.
All.: Mazzarri 6: il Napoli c’è, mostra giudizio e geometrie, gli manca ancora il fiato, ma è normale.
Campagnaro 5,5: soffre Vargas, anche se lo costringe all’espulsione subendo un duro colpo.
Cannavaro 6: ferma bene Gilardino, costringendolo ad andare fuori posizione, anche se subisce l’abile gioco di sponda del viola.
Aronica 6: partita attenta, anche se gli capitano pochi impegni.
Maggio 5,5: non aiuta Campagnaro a fermare Vargas, e quando questi esce non spinge abbastanza per mettere in difficoltà gli avversari.
Blasi 5: comincia con un’espulsione, un’abitudine da correggere, per evitare echi di due anni fa che ne facevano croce e delizia del centrocampo azzurro.
Gargano 6: se la cava nel suo solito ruolo, sia in quello di centrale, quando il Napoli in dieci deve cambiare assetto.
Dossena 6,5: giocatore trasformato rispetto a quello visto lo scorso anno. Sua la pennellata che manda in gol Cavani. A sinistra è un pericolo, ma i compagni avrebbero dovuto servirlo di più.
Dal 42’ s.t. Grava s.v.
Hamsik 6: buon primo tempo, nella ripresa cala, ma quando c’è da sudare si fa trovare pronto.
Lavezzi 6: qualche bella serpentina, ma poca concretezza.
Dal 44’ s.t. Lucarelli s.v.
Cavani 6,5: ancora un gol, anche se dubbio, ma non cambia l’impegno che ci sta mettendo per entrare nel cuore dei tifosi azzurri e l’ottima percentuale realizzativa.
Dal 36’ s.t. Zuniga s.v.
All.: Mazzarri 6: il Napoli c’è, mostra giudizio e geometrie, gli manca ancora il fiato, ma è normale.
Fiorentina-Napoli 1-1
FIORENTINA (4-2-3-1): 1 Frey; 29 De Silvestri, 14 Natali, 2 Kroldrup, 23 Pasqual; 18 Montolivo, 15 Zanetti, 32 Marchionni, 21 D'Agostino (24 Cerci, dal 25° s.t.), 6 Vargas; 11 Gilardino (9 Babacar, dal 39° s.t.).
NAPOLI (3-4-2-1): 26 De Sanctis; 14 Campagnaro, 28 Cannavaro, 6 Aronica; 11 Maggio, 80 Blasi, 23 Gargano, 8 Dossena (2 Grava, dal 42° s.t.); 17 Hamsik, 22 Lavezzi (99 C.Lucarelli, dal 44° s.t.); 7 Cavani (16 Zuniga, dal 36° s.t.).
Bene così. Un pareggio ad esordio campionato per il Napoli di Mazzarri, che pareggia uno a uno a Firenze, dopo una gara molto intensa. Non vince Mihajlovic, nonostante era stata questa la sua promessa ai suoi tifosi quando furono annunciati i calendari di serie A.
Il Napoli ha sbloccato il risultato dopo soli cinque minuti. Azione perfetta: Hamsik apre a sinistra per Dossena, che pennella al centro e becca la testa di Cavani. Il colpo vincente dell’uruguaiano si stampa sulla traversa e nel cadere rimbalza a ridosso della linea di porta. Gol o non gol? Non sembra, ma l’arbitro convalida senza che la Fiorentina protesti più di tanto. Sta di fatto che Cavani già dalle prime battute sta dimostrando di essere sempre più un matador.
Dopo il gol il Napoli si chiude un po’ e lascia spazio alle azioni della Fiorentina, ma i viola non si rendono mai pericolosi. E’ invece il Napoli a gettare al vento due palle gol per il raddoppio, con Lavezzi e Hamsik.
La ripresa comincia subito male, con il Napoli che subisce il gran gol di d’Agostino, nell’unico vero errore del centrocampo composto da Gargano e Blasi. La partita si mette su un certo equilibrio, anche sul piano numerico, con le squadre che registrano due espulsioni: Vargas per i viola e il solito Blasi, che è tornato a Napoli riprendendo le vecchie abitudini.
Dopo il ripristino della parità numerica il Napoli ha mollato un po’, anche perché ha iniziato a farsi sentire l’impegno di giovedì in Europa League. Lo testimonia il buon primo tempo e la ripresa un po’ meno lucida. Ma va bene così: l’importante era iniziare facendo punti e adesso occorre migliorare gradualmente per far sognare i tifosi.
NAPOLI (3-4-2-1): 26 De Sanctis; 14 Campagnaro, 28 Cannavaro, 6 Aronica; 11 Maggio, 80 Blasi, 23 Gargano, 8 Dossena (2 Grava, dal 42° s.t.); 17 Hamsik, 22 Lavezzi (99 C.Lucarelli, dal 44° s.t.); 7 Cavani (16 Zuniga, dal 36° s.t.).
Bene così. Un pareggio ad esordio campionato per il Napoli di Mazzarri, che pareggia uno a uno a Firenze, dopo una gara molto intensa. Non vince Mihajlovic, nonostante era stata questa la sua promessa ai suoi tifosi quando furono annunciati i calendari di serie A.
Il Napoli ha sbloccato il risultato dopo soli cinque minuti. Azione perfetta: Hamsik apre a sinistra per Dossena, che pennella al centro e becca la testa di Cavani. Il colpo vincente dell’uruguaiano si stampa sulla traversa e nel cadere rimbalza a ridosso della linea di porta. Gol o non gol? Non sembra, ma l’arbitro convalida senza che la Fiorentina protesti più di tanto. Sta di fatto che Cavani già dalle prime battute sta dimostrando di essere sempre più un matador.
Dopo il gol il Napoli si chiude un po’ e lascia spazio alle azioni della Fiorentina, ma i viola non si rendono mai pericolosi. E’ invece il Napoli a gettare al vento due palle gol per il raddoppio, con Lavezzi e Hamsik.
La ripresa comincia subito male, con il Napoli che subisce il gran gol di d’Agostino, nell’unico vero errore del centrocampo composto da Gargano e Blasi. La partita si mette su un certo equilibrio, anche sul piano numerico, con le squadre che registrano due espulsioni: Vargas per i viola e il solito Blasi, che è tornato a Napoli riprendendo le vecchie abitudini.
Dopo il ripristino della parità numerica il Napoli ha mollato un po’, anche perché ha iniziato a farsi sentire l’impegno di giovedì in Europa League. Lo testimonia il buon primo tempo e la ripresa un po’ meno lucida. Ma va bene così: l’importante era iniziare facendo punti e adesso occorre migliorare gradualmente per far sognare i tifosi.
sabato 28 agosto 2010
Yebda e Sosa al Napoli: ma l'attaccante?
Nel repentino addio di Quagliarella, che torna a vestire una maglia a strisce bianconere, ma quella più odiata della Juve, sono passati quasi inosservati i due ultimi rinforzi azzurri: i centro campisti Sosa e Yebda. Centrocampisti, appunto, il cui acquisto mette invece in grande luce la mancanza che era dello scorso anno e che quest’anno rischia di farsi più grande: quella di un attaccante di peso, quello da 20 gol che lo stesso allenatore Mazzarri aveva richiesto come prima cosa per la nuova annata.
Niente da fare: con il mercato che si chiude il 31, tra pochi giorni, pare difficile per la società azzurra riuscire ad accaparrarsi il meglio che c’è sulla piazza, tenendo però sempre presenti i vari tetti di ingaggio che la società ha ancora imposto, ma che prima o poi dovrà accantonare.
I due innesti a centrocampo rischiano di creare una concorrenza eccessiva in un reparto che lo scorso anno aveva dimostrato di trovare un buona quadratura ed un certo equilibrio, che garantivano una certa copertura alla difesa. I nuovi arrivi, se di sicuro hanno valore indiscusso, propongono a Mazzarri la necessità di trovare un nuovo assetto ed un nuovo amalgama con le varie “pedine” a sua disposizione. Ma il Napoli sarà impegnato su tre fronti, e ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti.
Proprio per questo stesso motivo, c’è bisogno di un attaccante in più, uno che faccia gol, e ne faccia anche tanti, e che non vanifichi le numerose azioni da gol che il Napoli crea, come abbiamo visto succedere anche nelle prime due uscite ufficiali di questa nuova stagione. LA cessione di Quagliarella alla Juve complica le cose anche in questo senso, se non altro a livello numerico, e se Cavani è partito con il piede giusto, non è detto che debbano ricadere necessariamente su di lui tutte le responsabilità del gol, lui che oltre a fare la prima punta ha ricoperto anche altri ruoli offensivi. C’è bisogno, insomma, di un altro attaccante del suo stesso livello. Domenica in notturna contro la Fiorentina il Napoli è chiamato alla prima prova anche sotto questo punto di vista.
Niente da fare: con il mercato che si chiude il 31, tra pochi giorni, pare difficile per la società azzurra riuscire ad accaparrarsi il meglio che c’è sulla piazza, tenendo però sempre presenti i vari tetti di ingaggio che la società ha ancora imposto, ma che prima o poi dovrà accantonare.
I due innesti a centrocampo rischiano di creare una concorrenza eccessiva in un reparto che lo scorso anno aveva dimostrato di trovare un buona quadratura ed un certo equilibrio, che garantivano una certa copertura alla difesa. I nuovi arrivi, se di sicuro hanno valore indiscusso, propongono a Mazzarri la necessità di trovare un nuovo assetto ed un nuovo amalgama con le varie “pedine” a sua disposizione. Ma il Napoli sarà impegnato su tre fronti, e ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti.
Proprio per questo stesso motivo, c’è bisogno di un attaccante in più, uno che faccia gol, e ne faccia anche tanti, e che non vanifichi le numerose azioni da gol che il Napoli crea, come abbiamo visto succedere anche nelle prime due uscite ufficiali di questa nuova stagione. LA cessione di Quagliarella alla Juve complica le cose anche in questo senso, se non altro a livello numerico, e se Cavani è partito con il piede giusto, non è detto che debbano ricadere necessariamente su di lui tutte le responsabilità del gol, lui che oltre a fare la prima punta ha ricoperto anche altri ruoli offensivi. C’è bisogno, insomma, di un altro attaccante del suo stesso livello. Domenica in notturna contro la Fiorentina il Napoli è chiamato alla prima prova anche sotto questo punto di vista.
venerdì 27 agosto 2010
Europa League: ora per il Napoli si fa sul serio
Liverpool: una parola che già a pronunciarla fa paura, se si vede il blasone di una squadra che è in europa League solo per una brutta crisi economica che sta attanagliando la società, ma che fino a poco fa metteva paura all’intera Europa, basti pensare che è riuscito a strappare al Milan una champions League in un tempo, rimontando tre gol.
L’attaccamento dei suoi tifosi, che hanno creato l’inno “We can never walk alone” è quasi pari a quello del Napoli, e spesso finisce per fare la differenza. Ebbene, proprio il Liverpool sarà una delle avversarie del Napoli nel girone eliminatorio di Europa League, che il Napoli è riuscito a conquistare superando l’Elfsborg nel doppio turno di qualificazione. Assieme ai Reds anche Utrecth e Steaua di Bucarest.
Si fa sul serio ora per il Napoli, che si candida ad andare oltre il girone eliminatorio, ma che si rende conto ora di quanto possa essere difficile il suo cammino di qui a ottobre, in sei gare in cui dare il tutto per tutto.
Le sfide del Napoli, in particolare quelle con il Liverpool, ci riempiono di emozione, perché rappresentano il ritorno del Napoli al calcio che conta, alle grandi sfide, dopo tanto tempo, un’eternità. Dall’altro, però, impongono agli azzurri di crescere in fretta, di ridurre al minimo gli errori, perché in Europa è troppo facile bruciarsi.
Con l’addio di Quagliarella, da poche ore ufficializzato, e con l’imminente arrivo di Sosa dal Bayern, sta nascendo un nuovo Napoli chiamato a lottare su tre fronti, cercando di portare a casa qualcosa, e di non uscire subito alla prima difficoltà. I tifosi, che ora stanno contestando la società per la cessione di Quagliarella, vogliono vedere un Napoli più maturo, e soprattutto più cattivo sotto porta. La speranza è che gli azzurri li accontentino su tutti e tre i fronti.
L’attaccamento dei suoi tifosi, che hanno creato l’inno “We can never walk alone” è quasi pari a quello del Napoli, e spesso finisce per fare la differenza. Ebbene, proprio il Liverpool sarà una delle avversarie del Napoli nel girone eliminatorio di Europa League, che il Napoli è riuscito a conquistare superando l’Elfsborg nel doppio turno di qualificazione. Assieme ai Reds anche Utrecth e Steaua di Bucarest.
Si fa sul serio ora per il Napoli, che si candida ad andare oltre il girone eliminatorio, ma che si rende conto ora di quanto possa essere difficile il suo cammino di qui a ottobre, in sei gare in cui dare il tutto per tutto.
Le sfide del Napoli, in particolare quelle con il Liverpool, ci riempiono di emozione, perché rappresentano il ritorno del Napoli al calcio che conta, alle grandi sfide, dopo tanto tempo, un’eternità. Dall’altro, però, impongono agli azzurri di crescere in fretta, di ridurre al minimo gli errori, perché in Europa è troppo facile bruciarsi.
Con l’addio di Quagliarella, da poche ore ufficializzato, e con l’imminente arrivo di Sosa dal Bayern, sta nascendo un nuovo Napoli chiamato a lottare su tre fronti, cercando di portare a casa qualcosa, e di non uscire subito alla prima difficoltà. I tifosi, che ora stanno contestando la società per la cessione di Quagliarella, vogliono vedere un Napoli più maturo, e soprattutto più cattivo sotto porta. La speranza è che gli azzurri li accontentino su tutti e tre i fronti.
Europa League: ora per il Napoli si fa sul serio
Liverpool: una parola che già a pronunciarla fa paura, se si vede il blasone di una squadra che è in europa League solo per una brutta crisi economica che sta attanagliando la società, ma che fino a poco fa metteva paura all’intera Europa, basti pensare che è riuscito a strappare al Milan una champions League in un tempo, rimontando tre gol.
L’attaccamento dei suoi tifosi, che hanno creato l’inno “We can never walk alone” è quasi pari a quello del Napoli, e spesso finisce per fare la differenza. Ebbene, proprio il Liverpool sarà una delle avversarie del Napoli nel girone eliminatorio di Europa League, che il Napoli è riuscito a conquistare superando l’Elfsborg nel doppio turno di qualificazione. Assieme ai Reds anche Utrecth e Steaua di Bucarest.
Si fa sul serio ora per il Napoli, che si candida ad andare oltre il girone eliminatorio, ma che si rende conto ora di quanto possa essere difficile il suo cammino di qui a ottobre, in sei gare in cui dare il tutto per tutto.
Le sfide del Napoli, in particolare quelle con il Liverpool, ci riempiono di emozione, perché rappresentano il ritorno del Napoli al calcio che conta, alle grandi sfide, dopo tanto tempo, un’eternità. Dall’altro, però, impongono agli azzurri di crescere in fretta, di ridurre al minimo gli errori, perché in Europa è troppo facile bruciarsi.
Con l’addio di Quagliarella, da poche ore ufficializzato, e con l’imminente arrivo di Sosa dal Bayern, sta nascendo un nuovo Napoli chiamato a lottare su tre fronti, cercando di portare a casa qualcosa, e di non uscire subito alla prima difficoltà. I tifosi, che ora stanno contestando la società per la cessione di Quagliarella, vogliono vedere un Napoli più maturo, e soprattutto più cattivo sotto porta. La speranza è che gli azzurri li accontentino su tutti e tre i fronti.
L’attaccamento dei suoi tifosi, che hanno creato l’inno “We can never walk alone” è quasi pari a quello del Napoli, e spesso finisce per fare la differenza. Ebbene, proprio il Liverpool sarà una delle avversarie del Napoli nel girone eliminatorio di Europa League, che il Napoli è riuscito a conquistare superando l’Elfsborg nel doppio turno di qualificazione. Assieme ai Reds anche Utrecth e Steaua di Bucarest.
Si fa sul serio ora per il Napoli, che si candida ad andare oltre il girone eliminatorio, ma che si rende conto ora di quanto possa essere difficile il suo cammino di qui a ottobre, in sei gare in cui dare il tutto per tutto.
Le sfide del Napoli, in particolare quelle con il Liverpool, ci riempiono di emozione, perché rappresentano il ritorno del Napoli al calcio che conta, alle grandi sfide, dopo tanto tempo, un’eternità. Dall’altro, però, impongono agli azzurri di crescere in fretta, di ridurre al minimo gli errori, perché in Europa è troppo facile bruciarsi.
Con l’addio di Quagliarella, da poche ore ufficializzato, e con l’imminente arrivo di Sosa dal Bayern, sta nascendo un nuovo Napoli chiamato a lottare su tre fronti, cercando di portare a casa qualcosa, e di non uscire subito alla prima difficoltà. I tifosi, che ora stanno contestando la società per la cessione di Quagliarella, vogliono vedere un Napoli più maturo, e soprattutto più cattivo sotto porta. La speranza è che gli azzurri li accontentino su tutti e tre i fronti.
Quagliarella alla Juve, Cavani gol: si infiamma l'Estate azzurra
Il Napoli accede al turno a gironi di Europa League, accesso finale e definitivo ad una Europa League, figlia della Coppa Uefa, dalla quale il Napoli mancava veramente da tanto, dal 1995. Artefice del successo al ritorno è Edinson Cavani, il nuovo acquisto, che prima della gara non doveva partire nemmeno titolare, ma che è sceso in campo proprio al posto di Quagliarella, ed è da questa scelta di Mazzarri che si è iniziato a capire che qualcosa forse stava succedendo qualcosa, e che forse l’attaccante di Castellammare stava per essere messo sul mercato. Cavani fa il suo dovere, segna, e quindi ha ragione su tutti, ma oltre alla ragione c’è anche il cuore, e la cessione di Quagliarella ha fatto indignare i tifosi del Napoli, o almeno buona parte di loro.
Certo ha fatto riflettere l’ingaggio di Lucarelli, la trattativa con Sosa, e che là avanti si creava un po’ di concorrenza. Ma per una squadra che deve lottare su tre fronti è anche normale. Invece, poi…
Quagliarella andrà alla Juve, eterna nemica del Napoli, ma ci ha tenuto a dire che non è un tradimento ai tifosi. Certo, prima di poter giudicare e di contestare bisognerebbe ascoltare anche cosa ha da dire la società, che non si è ancora pronunciata sull’argomento, ma che dirà la sua a ufficializzazione della cessione.
La cessione di Quagliarella rattrista più che altro per come è maturata, in gran silenzio, senza alcuna indiscrezione o voce, quasi a voler nascondere tutto per evitare un putiferio che a Napoli sarà inevitabile. E, in aggiunta, la cessione è a vantaggio della Juve, odiata di sempre, calcisticamente parlando, cosa che farà indispettire i tifosi ancora di più. Resta il fatto che Quagliarella, con la maglia azzurra del Napoli, ha fatto vedere veramente poco. Spesso sottotono, spesso fuori posizione, spesso con qualche limite caratteriale. Il cuore, quello non gli manca e che fosse un vero tifoso del Napoli si era visto. Resterà tifoso, e ce ne siamo accorti perché ha detto ai tofisi di restare lo stesso vicini al Napoli. Ora lo incontreremo da avversario, sperando che non ci crei qualche dispiacere.
Dall’altro canto, dobbiamo invece goderci questo Napoli vincente, che ha raggiunto un prestigioso traguardo, e che ora aspetta buone nuove dai sorteggi di Europa league, per il girone eliminatorio. Questa squadra sta crescendo, e deve continuare a farlo, e se Cavani segna una doppietta appena parte titolare, non può essere che un buon segno. LA speranza è che i nuovi innesti diano il loro apporto decisivo e che si ambientino al più presto, e che già da domenica prossima gli azzurri possano partire con il piede giusto anche il campionato
Certo ha fatto riflettere l’ingaggio di Lucarelli, la trattativa con Sosa, e che là avanti si creava un po’ di concorrenza. Ma per una squadra che deve lottare su tre fronti è anche normale. Invece, poi…
Quagliarella andrà alla Juve, eterna nemica del Napoli, ma ci ha tenuto a dire che non è un tradimento ai tifosi. Certo, prima di poter giudicare e di contestare bisognerebbe ascoltare anche cosa ha da dire la società, che non si è ancora pronunciata sull’argomento, ma che dirà la sua a ufficializzazione della cessione.
La cessione di Quagliarella rattrista più che altro per come è maturata, in gran silenzio, senza alcuna indiscrezione o voce, quasi a voler nascondere tutto per evitare un putiferio che a Napoli sarà inevitabile. E, in aggiunta, la cessione è a vantaggio della Juve, odiata di sempre, calcisticamente parlando, cosa che farà indispettire i tifosi ancora di più. Resta il fatto che Quagliarella, con la maglia azzurra del Napoli, ha fatto vedere veramente poco. Spesso sottotono, spesso fuori posizione, spesso con qualche limite caratteriale. Il cuore, quello non gli manca e che fosse un vero tifoso del Napoli si era visto. Resterà tifoso, e ce ne siamo accorti perché ha detto ai tofisi di restare lo stesso vicini al Napoli. Ora lo incontreremo da avversario, sperando che non ci crei qualche dispiacere.
Dall’altro canto, dobbiamo invece goderci questo Napoli vincente, che ha raggiunto un prestigioso traguardo, e che ora aspetta buone nuove dai sorteggi di Europa league, per il girone eliminatorio. Questa squadra sta crescendo, e deve continuare a farlo, e se Cavani segna una doppietta appena parte titolare, non può essere che un buon segno. LA speranza è che i nuovi innesti diano il loro apporto decisivo e che si ambientino al più presto, e che già da domenica prossima gli azzurri possano partire con il piede giusto anche il campionato
sabato 21 agosto 2010
Lucarelli al Napoli: sarà lui la prima punta titolare?
Un ariete al Napoli serviva, e lo abbiamo visto anche nella prima uscita ufficiale, contro l’Elfsborg. Ma l’ingaggio ufficiale di Cristiano Lucarelli, il cui nome era già rimbalzato nelle settimane precedenti, fa sicuramente riflettere, e sorgere molti dubbi su questa scelta.
Seppur ha giocato anche il Nazionale, Lucarelli non è mai stato un vero e proprio bomber, se non in squadre di provincia in cui era la forza offensiva unica e sola. A frenare la sua crescita è stato sicuramente il carattere non proprio gestibile, che era potrebbe scoppiare come una bomba ad orologeria nello spogliatoio azzurro già formato sullo scorso anno, e con i leader che stanno pian piano crescendo (Lavezzi e Hamsik su tutti). A trentaquattro anni suonati, quasi trentacinque, Lucarelli può fare poco altro che la punta da innestare nella ripresa, quando le cose vanno male, per cercare di raddrizzare le sorti del risultato, come faceva il Pampa Sosa nel primo anno in serie con Reja allenatore, ma in quel caso l’argentino era il leader dello spogliatoio, perché aveva dimostrato carattere sia dentro che fuori dal campo, accettando le scelte di società e allenatore, e fungendo da esempio soprattutto per gli argentini.
A ben vedere le caratteristiche di Lucarelli, sono molto simili a quelle di Denis, ceduto frettolosamente all’Udinese, e ci viene difficile pensare che il trasferimento sia avvenuto per fare cassa, vista la comproprietà.
In ultimo, poi, fa riflettere il cambio di opinione su Lucarelli da parte del presidente De Laurentiis, che prima si è schierato contro l’acquisto di Lucarelli, poi ha fatto dietrofront dicendo che era solo pretattica. Il tutto fa pensare che abbia fatto un regalo a Mazzarri, che aveva chiesto Lucarelli quasi come un capriccio, avendolo già avuto a Livorno qualche anno fa.
Parliamoci chiaramente: il solo Lucarelli non basta, serve un attaccante con caratteristiche simili ma di maggiore peso, oppure è il momento di cambiare gioco, ed adattarlo alle caratteristiche del fior fiore di attaccanti che ha adesso. Gettare fumo negli occhi ai tifosi con l’ingaggio di un attaccante avanti con l’età rischia di creare anche disamore, soprattutto se si continua a sbagliare così tanto sotto porta.
Seppur ha giocato anche il Nazionale, Lucarelli non è mai stato un vero e proprio bomber, se non in squadre di provincia in cui era la forza offensiva unica e sola. A frenare la sua crescita è stato sicuramente il carattere non proprio gestibile, che era potrebbe scoppiare come una bomba ad orologeria nello spogliatoio azzurro già formato sullo scorso anno, e con i leader che stanno pian piano crescendo (Lavezzi e Hamsik su tutti). A trentaquattro anni suonati, quasi trentacinque, Lucarelli può fare poco altro che la punta da innestare nella ripresa, quando le cose vanno male, per cercare di raddrizzare le sorti del risultato, come faceva il Pampa Sosa nel primo anno in serie con Reja allenatore, ma in quel caso l’argentino era il leader dello spogliatoio, perché aveva dimostrato carattere sia dentro che fuori dal campo, accettando le scelte di società e allenatore, e fungendo da esempio soprattutto per gli argentini.
A ben vedere le caratteristiche di Lucarelli, sono molto simili a quelle di Denis, ceduto frettolosamente all’Udinese, e ci viene difficile pensare che il trasferimento sia avvenuto per fare cassa, vista la comproprietà.
In ultimo, poi, fa riflettere il cambio di opinione su Lucarelli da parte del presidente De Laurentiis, che prima si è schierato contro l’acquisto di Lucarelli, poi ha fatto dietrofront dicendo che era solo pretattica. Il tutto fa pensare che abbia fatto un regalo a Mazzarri, che aveva chiesto Lucarelli quasi come un capriccio, avendolo già avuto a Livorno qualche anno fa.
Parliamoci chiaramente: il solo Lucarelli non basta, serve un attaccante con caratteristiche simili ma di maggiore peso, oppure è il momento di cambiare gioco, ed adattarlo alle caratteristiche del fior fiore di attaccanti che ha adesso. Gettare fumo negli occhi ai tifosi con l’ingaggio di un attaccante avanti con l’età rischia di creare anche disamore, soprattutto se si continua a sbagliare così tanto sotto porta.
giovedì 19 agosto 2010
Napoli-Elfsborg 1-0
Il nuovo Napoli che esordisce in Europa contro l’Elfsborg è lo stesso che avevamo lasciato la scorsa stagione: costruisce ma raccoglie poco, offre bel gioco ma sotto porta non segna, anzi sbaglia la mira. I ragazzi di Mazzarri hanno giocato per buona parte della ripresa con il tridente, con l’esordio di Cavani, ma nulla di fatto. Solo a zero, realizzato da Lavezzi, con la gara di ritorno che si rivelerà decisiva, e non certo agevole, per guadagnare il passaggio al girone eliminatorio di Europa League. Il Napoli ha mostrato una buona forma fisica nonostante siamo ancora in precampionato, al cospetto di un Elfsborg che, stando ai pronostici e al notevole vantaggio di preparazione, ha notevolmente deluso. Il Napoli ha dominato, ma alla fine si ritrova con un solo gol di vantaggio.
La speranza è, la prossima settimana, di vedere un Napoli, oltre che in crescita di preparazione, si riveli finalmente cattivo e decisivo sotto porta. Ci si aspetta la crescita di Cavani, che ha giocato da esterno ed ha mostrato ancora una prevedibile carenza di preparazione. Stesa cosa per Quagliarella, ancora poco lucido, mentre il Pocho Lavezzi è già in gran forma e lo dimostra il gran gol messo a segno e le numerose occasioni create per i compagni, come sempre.
Le fasce già girano, e la difesa appare già organizzata, al ritorno, insomma, occorre fare gol, e senza subirne alcuno, potremo dirci qualificati.
La speranza è, la prossima settimana, di vedere un Napoli, oltre che in crescita di preparazione, si riveli finalmente cattivo e decisivo sotto porta. Ci si aspetta la crescita di Cavani, che ha giocato da esterno ed ha mostrato ancora una prevedibile carenza di preparazione. Stesa cosa per Quagliarella, ancora poco lucido, mentre il Pocho Lavezzi è già in gran forma e lo dimostra il gran gol messo a segno e le numerose occasioni create per i compagni, come sempre.
Le fasce già girano, e la difesa appare già organizzata, al ritorno, insomma, occorre fare gol, e senza subirne alcuno, potremo dirci qualificati.
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