Liverpool: una parola che già a pronunciarla fa paura, se si vede il blasone di una squadra che è in europa League solo per una brutta crisi economica che sta attanagliando la società, ma che fino a poco fa metteva paura all’intera Europa, basti pensare che è riuscito a strappare al Milan una champions League in un tempo, rimontando tre gol.
L’attaccamento dei suoi tifosi, che hanno creato l’inno “We can never walk alone” è quasi pari a quello del Napoli, e spesso finisce per fare la differenza. Ebbene, proprio il Liverpool sarà una delle avversarie del Napoli nel girone eliminatorio di Europa League, che il Napoli è riuscito a conquistare superando l’Elfsborg nel doppio turno di qualificazione. Assieme ai Reds anche Utrecth e Steaua di Bucarest.
Si fa sul serio ora per il Napoli, che si candida ad andare oltre il girone eliminatorio, ma che si rende conto ora di quanto possa essere difficile il suo cammino di qui a ottobre, in sei gare in cui dare il tutto per tutto.
Le sfide del Napoli, in particolare quelle con il Liverpool, ci riempiono di emozione, perché rappresentano il ritorno del Napoli al calcio che conta, alle grandi sfide, dopo tanto tempo, un’eternità. Dall’altro, però, impongono agli azzurri di crescere in fretta, di ridurre al minimo gli errori, perché in Europa è troppo facile bruciarsi.
Con l’addio di Quagliarella, da poche ore ufficializzato, e con l’imminente arrivo di Sosa dal Bayern, sta nascendo un nuovo Napoli chiamato a lottare su tre fronti, cercando di portare a casa qualcosa, e di non uscire subito alla prima difficoltà. I tifosi, che ora stanno contestando la società per la cessione di Quagliarella, vogliono vedere un Napoli più maturo, e soprattutto più cattivo sotto porta. La speranza è che gli azzurri li accontentino su tutti e tre i fronti.
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