giovedì 5 febbraio 2009

Coppa Italia: Juve-Napoli 5-4 d.c.r.

Juventus: Manninger, Grygera, Legrottaglie, Mellberg, De Ceglie (23' pt Molinaro), Marchionni, Sissoko, Poulsen, Giovinco (24' st Nedved), Iaquinta (14' st Trezeguet), Del Piero. A disp. Chimenti, Ariaudo, Camoranesi, Amauri. All. Ranieri

Napoli: Navarro, Santacroce, Cannavaro, Contini, Montervino (30' st Bogliacino), Pazienza, Gargano, Hamsik, Aronica (1' pts Vitale), Lavezzi, Zalayeta (10' pts Denis). A disp. Sepe, Maggio, Russotto, Pià. All. Reja

Arbitro: Ayroldi di Molfetta
Note: Ammoniti Contini, Molinaro, Montervino, Mellberg, Santacroce, Bogliacino, Sissoko, Pazienza, Legrottaglie, Nedved. La sequenza dei rigori: Del Piero gol, Hamsik gol, Trezeguet gol, Bogliacino gol, Nedved parato, Denis gol, Marchionni gol, Lavezzi parato, Sissoko traversa, Contini alto, Legrottaglie gol, Gargano alto.



Il Napoli si ferma ad undici metri dalla semifinale, e cvede ai rigori ad una Juventus molto al di sotto delle aspettative. In campo a Torino si è visto un Napoli inaspettatamente quadrato, con gli esterni bloccati, il centrocampo a maglie strette e gli attaccanti un po’ isolati, ma quando ben supportati, pericolosi in più occasioni.

Il sistema di gioco schierato da Reja aveva tutte le sembianze del 4 – 4 – 2. Sugli esterni due difensivi come Aronica e Montervino, autori di prove molto convincenti, e Hamsik che doveva fare lo stantuffo offensivo, ma ci è riuscito solo in parte.

Lo schema Uno schema che ha favorito maggiormente l’estro di Lavezzi, autore di alcune azioni davvero da incorniciare, peccato per l’imprecisione sotto porta, che ancora una volta il Napoli ha pagato. La formazione azzurra, diversamente da quanto possa pensare, ha retto dal punto di vista fisico per tutti i tempi supplementari, facendo pensare, quindi, ad un fattore mentale che caratterizza le prove opache offerte nelle ultime settimane.

Brucia perdere dal dischetto, soprattutto perché tra i pali gli azzurri hanno scoperto un Navarro all’altezza della situazione. Oltre a neutralizzare il rigore di Nedved, ha intuito e sfiorato altri due calci di rigore, quelli di Trezeguet e Marchionni. Ora occorre provare un bel po’ i rigori, perché in partita possono capitarne, arbitri permettendo, e non bisogna sbagliare, ma capitalizzare ogni occasione. Lavorare sulla concretezza di una squadra cui l’entusiasmo non manca, ma ha bisogno un po’ di quel “fattore K” che la Juve ha mostrato di avere, segnando all’ultimo secondo con Trezeguet e vedendosi annullare, ingiustamente, un gol dall’arbitro Ayroldi.

P.s. per chi desidera sapere cosa intendo per “fattore K” mi contatti pure in privato….

3 commenti:

assenzio_1982 ha detto...

Il Napoli ha sfoderato un'ottima prestazione all'Olimpico di Torino. sinceramente non saprei dire se ha stupito di più la grinta dell'undici di Reja, o se la scarsa inventiva dei padroni di casa. il famoso fattore "K", caro Antonio, non è quello che intendi tu. le grandi squadre ed i grandi giocatori hanno bisogno di una palla per cambiare il volto alla partita, ed è proprio quello che hanno fatto Del Piero e Trezeguet in occasione del goal annullato ingiustamente da Ayroldi. aldilà dell'errore arbitrale, è stata la svolta della gara da un punto di vista psicologico. è come se la Juve si fosse accorta che, anche con una sola palla, poteva risolvere la questione col Napoli. Lavezzi e compagni si sono sbattuti per 90° senza concludere alcunchè...dal punto di vista della mole di gioco, di certo il Napoli avrebbe strameritato la qualificazione, ma, ancora unca volta, la differenza l'hanno fatta l'esperienza ed il carattere. esattamente quelle peculiarità che mancano agli azzurri e che solo l'arrivo di un paio d'uomini di spessore potrebbe sopperire. è da molto tempo che predico nel deserto la necessità di comprare un centrocampista metodista stile Pizarro ed un attaccante con le caratteristiche di Iaquinta. mi perdoni Zalayeta...ma ieri è stato un fantasma!

Anonimo ha detto...

il fattore K che intendo io è esattamente quello che intendi tu...cattiveria agonistica, capacità di sbloccare il risultato con una sola occasione, il tutto sintitezzato in una parola napoletaa che prefrisco non ripetere in questa sede...

assenzio_1982 ha detto...

lo vedi che il discorso finisce sempre sullo stesso punto? spesso leggiamo su importanti quotidiani sportivi " Napoli bello ma sprecone", " Reja: è mancata la cattiveria giusta" o ancora " Napoli, che peccato"...
molte volte, guardando qualche trasmissione locale del lunedì sera, mi sembra di assistere al funerale (sportivo) di una squadra che, sino ad oggi, ha disputato un campionato straordinario. fare di più significa essere allo stesso livello di Inter, Juventus e Milan, cosa che, oggettivamente parlando, è impossibile allo stato attuale. sebbene la gara di coppa Italia abbia evidenziato molte qualità di questa squadra, bisogna tener presente che giocare alla pari con una grande una gara di coppa o una di campionato, non significa automaticamente possedere un'eguale forza. per raggiungere certi livelli, quindi, è necessario fare acquisti di spessore, comprare giocatori forti e di esperienza internazionale, accantonare l'idea di una squadra stile under 21. la stessa Juventus non ha puntato sui giovani per politica, bensì per necessità dovute all'era post-calciopoli. arricchire un centrocampo, oggi come oggi, significa acquistare Fabregas, Ebouè o Yayà Traourè...e non, con tutto il rispetto dovuto, Datolo.i giovani sono croce e delizia di ogni squadra, e magari, quando sono diventati "grandi", vanno via per giocarsi sul serio grandi obiettivi. io spero vivamente che già da questa estate il Napoli si dia da fare sul mercato e che Marino, finalmente, riesca a portare all'ombra del Vesuvio qualche grande giocatore che risponda all'identikit appena fatto. in qualche commento precedente ho "caldeggiato" i nomi di Iaquinta e Pizarro, ma mi piacerebbe sapere anche la tua in merito...