lunedì 2 febbraio 2009

Mal di 3-5-2?

Le gare di questo inizio di 2009 hanno visto il Napoli scricchiolare, sul piano del gioco, della condizione e della lucidità mentale. Contro l’Udinese è venuta fuori una squadra che dà segni di reazione, ma ha sempre problemi che fanno pensare ad una crisi dello schema con il quale il Napoli gioca da ormai cinque anni: il 3-5-2.

La difesa a tre appare spesso in affanno, con i tre centrali, chiunque essi siano, non riescono a prendere la consegne degli attaccanti avversari. Gli esterni li supportano male, perché troppo concentrati nella fase offensiva, tanto da lasciare spesso le fasce scoperte, e costringendo la difesa ad allargare le proprie maglie. Il poco senso di posizione degli esterni induce i centrocampisti centrali a fare gli straordinari in fase di interdizione, ed a rinunciare quasi del tutto ad impostare il gioco. Solo Gargano, seppur in modo poco metodico, riesce a trasformare l’azione difensiva in offensiva. 

 Di qui l’attacco, che si affida alle sortite di Lavezzi, che oltre al dribbling cerca sempre la sponda, ma non sempre riesce a integrarsi con il compagno di reparto, che sia esso Denis o Zalayeta. Il primo è abituato a movimenti all’interno dell’area di rigore, e dà il meglio di sé quando dalle fasce gli vengono cross per la testa. Di contro l’attaccante uruguaiano, più bravo tecnicamente, risulta ancora poco brillante sotto porta.

L’acquisto di Datolo, esterno di centrocampo, pone un problema, che Reja, seppur affezionato al suo schema, potrebbe cogliere per il bene del Napoli: passare al 4 – 4 – 2. Il modulo più famoso del mondo garantirebbe maggiore solidità difensiva, con due centrali bloccati e due terzini che devono dedicarsi principalmente alla fase difensiva. Vitale e Aronica hanno queste caratteristiche. A centrocampo gli esterni possono dedicarsi principalmente alla fase offensiva, supportando a dovere le punte. In attacco, con questo modulo, Lavezzi può sfruttare più facilmente la propria fantasia e la spalla che gli capita all’occorrenza, vuoi che si tratti di Denis o di Zalayeta. A ciò può aggiungersi la variante di Hamsik per Datolo, con lo slovacco che può giocare addirittura alle spalle delle due punte, visto che ha nelle sue corde il gioco di sponda, il dribbling, ed il tiro al limite dell’area. Tra l’altro Datolo, stando a quanto visto di lui finora in tv o su web, è un giocatore che ama accentrarsi e questo può rappresentare un problema se si gioca con lo schema 3-5-2.

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