Una squadra dalle gradi potenzialità, ma che, considerata una serie di situazioni, dovrà faticare fino alla fine per poter rispettare i pronostici. Un presidente dall’animo grande, dalle idee brillanti e innovative, ma le cui dichiarazioni spesso, anziché motivare tutti ed evitare adagiamenti,finisce per creare attriti, o almeno gettarne le basi. E’ un Napoli da equilibrio instabile, insomma, quello che domenica darà il via alla sua stagione ufficiale con la gara di coppa Italia contro gli odiati (calcisticamente parlando) cugini della Salernitana.
I due contrappesi alla stagione azzurra saranno il direttore generale Marino e il tecnico Donadoni. Ora vi spieghiamo perché.
Il Napoli per questa nuova annata si è molto rinforzato, e si è candidato seriamente, sulla carta, ad un posto in Europa. Il merito va al direttore Marino, che ha fatto bene il suo dovere, guadagnando nuovamente la stima del patron De Laurentiis. A Napoli sono arrivati giocatori sì giovani, ma sicuramente già affermati. Non più calciatori sconosciuti, latori di speranza di esplosione (come avvenne per Lavezzi) se si fa eccezione per Hoffer, attaccante austriaco sì nel giro della propria nazionale, ma poco conosciuto nel calcio europeo. Gli investimenti della società sono aumentati, sono aumentati gli ingaggi e le richieste dei calciatori, e potrebbero aumentare i dissapori nello spogliatoio che lo scorso anno già minarono una stagione iniziata con i favori del pronostico e conclusa in maniera indecorosa dalla squadra, tanto da costare l’esonero di Reja, che aveva sì le sue responsabilità, ma non quanto ne ha avute la squadra con il suo comportamento ai limiti del professionismo.
Dall’altro, come accennato, il presidente De Laurentiis spesso si lascia andare a dichiarazioni dure, critiche, a volte caustiche nei confronti di squadra e allenatore. Per adesso Donadoni, uomo serio e navigato, glissa, ma col tempo tutte le critiche di un uomo che è sì il capo, ma non uomo di calcio, potrebbero indispettire un po’ tutto l’ambiente.
Questa situazione di equilibrio instabile rende la stagione del Napoli da i contorni sempre rosei, ma l’attenzione non può mai calare da nessuna parte. In particolare il tecnico Donadoni chiamato a lavorare con la serietà che giù lo contraddistingue, e ad isolare la squadra da voci, critiche, e soprattutto polemiche. Il direttore Marino, oltre a cercare di puntellare l’organico, sia con partenze e con qualche nuovo arrivo, deve isolare squadra e staff tecnico da quanto di cattivo trapelerà durante la stagione. Soprattutto, Marino deve cercare di far capire a De Laurentiis che deve necessariamente modellare il suo stile oratorio ad un tono più diplomatico e meno cinematografico. Quanto di buono sta facendo può essere facilmente rovinato: l’equilibrio è instabile, la pianta Napoli, per poter diventare un albero, h bisogno di cura e dell’impegno di tutti. Ognuno nel rispetto del proprio ruolo è chiamato a dare nient’altro che il massimo.
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