L’ultima, non di certo la prima, l’ha fatta Zalayeta, che non si è presentato all’allenamenti del mercoledì: assente ingiustificato agli allenamenti, quarto episodio di scarsa disciplina dopo aver dormito con la moglie sfuggendo il ritiro, dopo aver disertato la convocazione per ben due volte dopo che aveva appreso di non partire titolare. L’uruguaiano è esperto, a volte decisivo, ma non dà il buon esempio a livello caratteriale. Lui che ha fatto il bomber di scorta alla Juve a Napoli è venuto a dettare legge: sicuramente avrebbe dovuto fare un bagno di altrettanta umiltà, consapevole che veniva in una squadra dove chi è bianconero gode di un odio sportivo senza precedenti. Dovrebbe fare come ha fatto Blasi, invece il “Panterone” dopo i proclami e le dediche ipocrite ai tifosi, è ormai ad un passo dal divorzio con gli azzurri: un gesto come quello di non presentarsi agli allenamenti e non avvertire non è nemmeno da professionista. Sul sito della squadra, ovviamente, non c’è segno della vicenda, e ci saranno poi tante smentite e giustificazioni, ma stando ai comportamenti di Zalayeta saranno sempre tesi poco credibili.
E’ probabile che Zalayeta non abbia mandato giù sia la sostituzione, tra l’altro meritata, di domenica contro il Siena, in cui è risultato il peggiore in campo. A ciò può darsi si sia aggiunta la lunga invettiva del tecnico alla squadra alla ripresa, martedì. Una tirata d’orecchie più che meritata, considerando la figuraccia di Siena, che andava accolta come un pungolo per ritrovare un orgoglio che il Napoli ha smarrito da un bel pezzo.
Adesso, dopo la trasferta di Lecce, senza tifosi, gli azzurri potrebbero trovarsi in occasione della gara interna contro il Torino, al cospetto di una tifoseria incavolata più che mai, o, forse peggio, di fronte ad uno stadio deserto. Potrebbe dissuaderli da una protesta solo una prova convincente a Lecce, una partita d’orgoglio visto che ormai il risultato è relativo.
I giocatori, dopo un esaltante girone d’andata, si stanno rivelando dei mercenari. Distratti da sirene di mercato, i pezzi migliori del Napoli hanno tirato da tempo i remi in barca, risparmiando le energie in vista di tempi ed ingaggi miglior. Ferlaino via radio, in queste ore ha parlato chiaro, (non le manda mai a dire) ha affermato che i calciatori pensano soltanto ai soldi. Avrà mille difetti, avrà pure sbagliato tanto nella sua vita calcistica e non, ma Ferlaino è sempre l’unico ad averci fatto vincere gli scudetti e ad aver portato a Napoli Maradona. Al di là di stimarlo o odiarlo, quando parla vale sempre la pena di ascoltarlo.
Continuando così, la società farebbe bene a non confermare proprio nessuno, ed il Napoli rischia così di diventare una vera e propria barca che sta per affondare. Lo abbiamo già detto e lo diremo sempre: la piazza di Napoli non è da tutti. Ben venga, quindi, il rifiuto di Floccari, che ha preferito il Genoa: a noi serve solo gente motivata. Accogliamo al contempo con perplessità il probabile acquisto di Daniele Conti, figlio d’arte. Il centrocampista del Cagliari, che quest’anno ci ha anche dato un dispiacere proprio all’ultimo minuto, è un buon elemento. Ma gli obiettivi del Napoli erano altri. Acquafresca, ad esempio. Se da un lato, quindi, il Napoli non è da tutti, dall’altro la società deve fare di tutto per non farsi soffiare i pezzi migliori da un mercato già scarso. I colpi migliori si fanno nel finale del campionato precedente, su questo la società azzurra farebbe bene a mettersi presto al passo coi tempi
2 commenti:
Il caso Zalayeta, caro Antonio, è solo l'ultima goccia che farà traboccare il vaso e che farà pentire amaramente Donadoni di aver accettato l'incarico. permettimi una considerazione da vecchio fan bianconero: tutto si può dire di Luciano Moggi, ma non si possono negare le sue doti di talent scout e di grande manager. io non ho mai sentito ( o quantomeno non sono mai trapelate) di casi del genere in quel di Torino. non ricordo un Ibrahimovic bizzoso, non rammento uno Zalayeta che disertava gli allenamenti, nè mi pare di ricordare che Mutu bussasse alla porta della società un giorno si e l'altro pure per ottenere un ritocco dell'ingaggio.
forse il Napoli deve cominciare a ragionare da grande club e poco da società emergente che si affaccia nel calcio che conta. forse solo in questo modo si eviterebbero fastidiosissimi episodi come quello di Zalayeta che diserta una seduta d'allenamento, di Santacroce che se ne va in giro fino alle tre di notte, di Russotto che frequenta troppe discoteche o di Lavezzi e Navarro che partono per le trasferte con un volo diverso da quello della squadra. per gestire un gruppo di giocatori, specie quelli giovani, ci vuole il pugno di ferro.
Il dato preoccupante di tutta la faccenda, tuttavia, è un altro. non guardo all'episodio in sè, ma penso più che altro al fatto che il Napoli, dopo 2 anni di serie A, ha già perso appeal nei confronti dei calciatori. ci sono giocatori come Floccari che rifiutano di trasferirsi al Napoli, ed altri come Hamsik e Lavezzi che non vedono l'ora di andare via. io sono perfettamente d'accordo con il presidente quando dice che a Napoli deve venire solo gente motivata, ma in qualche modo la si dovrà pur motivare...non credi? è probabile che i vari Floccari, D'agostino e Quagliarella vogliano andare dove sono garantiti ingaggi più consistenti e dove si gioca in Europa ( quella che conta, aggiungerei!), ma non ti sembra assurdo che non ci siano giocatori con la volontà di sposare il progetto-Napoli? non ti sembra anomalo che il presidente trascorra le ore al telefono nel tentativo di convincere chichessia a vestire la maglia azzurra? una volta Floccari o Quagliarella sarebbero venuti a piedi pur di giocare alle falde del Vesuvio...
il che pone grossi interrogativi su quello che sarà il futuro di questa squadra. è chiaro che Donadoni sta cercando di infondere il proprio carattere alla squadra e che sta ponderando le scelte e le richieste per l'anno venturo, ma che squadra dobbiamo aspettarci a settembre? cerco di fare il punto della situazione...innanzitutto deve esser fatta chiarezza sui ruoli in società. Marino ha deluso e sono certo che a fine aria tornerà in quel di Udine, ma anche se restasse non può di certo ricoprire la veste di tuttologo tuttofare. il presidente non può sostituirsi al direttore sportivo nella scelta degli uomini da comprare. c'è troppa confusione e la squadra ne risente.
per quanto riguarda la rosa, si prospettano due soluzioni: o il Napoli cede qualche suo gioiello ( Lavezzi, Hamsik e Santacroce) fa cassa e compra gente motivata ed in grado di far fare il salto di qualità, oppure questi giocatori restano e la rosa è rinforzata con elementi di esperienza che fungano da punti di riferimento nello spogliatoio. non l'avrei mai detto, ma nello spogliatoio pesa l'assenza del Pampa Sosa.
concludo con un'ultima considerazione su Donadoni. non è possibile, secondo me, giudicare il suo operato. è costretto a giocare con un modulo che non gli è congeniale, e con giocatori che magari non avrebbe mai voluto allenare. io credo che il suo lavoro vada giudicato da giugno in poi, ossia quando contribuirà ( speriamo) alla costruzione di una squadra vincente in termini di Europa!
"Torno appena posso"...
Sembra la scritta posta su di un cartoncino da un commerciante che si allontana dal proprio esercizio per faccende e bisogni personali, come quella che ricorreva spesso nel film "Tre uomini ed una gamba" di Aldo, Giovanni e Giacomo. in realtà, a quanto pare, è quanto detto da Zalayeta dopo due giorni da desaparecido. c'è chi lo ha avvistato in quel di Genova in compagnia del connazionale Olivera, e chi, invece, sostiene di averlo incrociato a Torino. sta di fatto che il calciatore, non certamente nuovo ad episodi di questo genere, è stato deferito alla Disciplinare ( probabile una sospensione dello stipendio) e che, probabilmente, finirà la stagione fuori rosa in attesa di accasarsi altrove. pare che alla base della sparizione ci siano problemi di natura personale, forse problemi con l'ex-moglie, ma ciò non toglie che un atteggiamento del genere vada totalmente censurato.
mentre tutta la città di Napoli, società compresa, intonava la celebre canzone "Ma dove sta Zazà", l'attaccante uruguagio si rendeva praticamente irragungibile al cellulare. siamo di fronte ad un caso simile a quello di Adriano, sebbene meno dispendioso per De Laurentis, che non può essere toillerato da una società seria. il fatto che Zalayeta non si trovasse nelle favelas a folleggiare in compagnia di trans e delinquenti locali non sminuisce la gravità del suo comportamento. se davvero si trovava in difficoltà personali, era suo preciso dovere avvisare il presidente, l'allenatore o il direttore sportivo. mi fa piacere che De Laurentis non abbia voluto seguire l'esempio del collega Moratti, anche perchè lo spogliatoio dell'Inter è da sempre una rinomata polveriera in attesa di una scintilla per esplodere completamente. solo le vittorie degli ultimi campionati ( un titolo e mezzo a tavolin, più due titoli vinti contro squadre mediocri) hanno rasserenato gli animi. il mio personale auspicio è che non si verifichino altri atteggiamenti del genere. se qualcuno a fine anno vuol cambiare aria, lo dica apertamente senza far perdere tempo, soldi e pazienza.
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