Dopo la fuga il ritorno del figliol prodigo. Una conferenza stampa di scuse generali e poi ritorno alla normalità. O quasi. La multa della società, il deferimento ed il probabile addio di Zalayeta restano inalterati, non cambiano. Ma i tifosi? Chi perdona Zalayeta? Il panterone (è d’obbligo il minuscolo), se dal punto di vista tecnico è di indubbio valore, a livello caratteriale, come già abbiamo accennato, ha sempre lasciato a desiderare. Non è stato mai amato dai tifosi per i suoi trascorsi juventini, ma anche perché non ha mostrato mai un grande attaccamento alla maglia azzurra, ma solo quella da titolare.
Il motivo, poi, assurdo, non certo di un professionista: arrabbiato per un appunto dell’allenatore fatto in occasione della gara con il Siena, quando il panterone è risultato tra i peggiori in campo ed è stato giustamente sostituito. Come se il tecnico fosse là sol per scaldare la panchina, invece che provare ad incoraggiare i giocatori per fare in modo che diano il meglio, se necessario anche con provocazioni. Una reazione che non si addice a uno che si fa chiamare panterone, e forse nemmeno ad un ragazzino delle giovanili. Tanto assurdo che viene da pensare se sia davvero la verità, o ci sia altro dietro. I viaggi di Zalayeta a Torino sono stati frequenti fin dall’anno scorso, ma in questo periodo sono diventati un po’ troppi.
Cosa può fare di qui alla fine Zalayeta per farsi perdonare? Dimostrare che è pentito sul campo, se giocherà in una delle quattro g are che mancano e che non hanno più alcuna storia per il Napoli. Qualora dovesse essere confermato, dovrà dimostrare di essere finalmente cambiato, altrimenti farebbe bene a non tornare proprio più a Napoli ed a prendere sin da subito un’altra strada. Napoli, lo ripetiamo e lo ripeteremo all’infinito, non è piazza per tutti.
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