giovedì 30 aprile 2009

E invece gioca Pià!

Dalla partitella del giovedì, è emerso un dato sorprendente, ma nemmeno tanto: con ogni probabilità sarà Pià a sostituire Lavezzi per la gara contro il Siena. Il Pocho salterà delle cinque partite rimaste da giocare, e al suo posto scenderà in campo il brasiliano, già schierato accanto a Zalayeta nella gara con la Sampdoria pareggiata per due reti a due.

Ancora una volta il duo uruguagio – brasiliano per il Napoli versione trasferta, dove in questa stagione ha vinto solo due volte, contro Lazio e Bologna. Donadoni si affida alla ritrovata verve di Zalayeta, autore domenica di un gol da tre punti, ed alla rapidità di Pià, che, però, nelle sue fugaci uscite ha mostrato, nonostante la grande generosità, di non avere il passo giusto, a causa anche dell’inattività, e di peccare spesso di imprecisione e inconcludenza.

Ancora una volta in panchina Andrea Russotto, che subisce l’indifferenza anche di Donadoni, dopo quella di Reja, che gli lasciava le briciole di gare ormai già decise. Il talento romano, che è da tempo nel giro dell’under 21 non riesce a riscuotere popolarità nell’ambiente azzurro, e si rischia seriamente di lasciarlo partire e magari esplodere in un altro club più lungimirante, che intenda investire su di lui. E’ probabile che Russotto subisca molto il paragone con Lavezzi, le cui prodezze incantano e difficilmente trovano un emule capace di fare altrettanto. Russotto ha caratteristiche simili a quelle di Lavezzi, ma non è Lavezzi. Appare sicuramente più diligente tatticamente, e tende ad arrivare a fondo campo come invece raramente fa il Pocho. Un elemento che può dare freschezza e imprevedibilità, ma che non riscuote dei giusti consensi da parte delle guide tecniche. Lo vedono troppo giovane e acerbo, ma, lo ripetiamo ancora una volta, ha appena un anno in meno ad hamsik, e andrebbe impiegato dal primo minuto.

Chissà se Russotto riuscirà ad approfittare dell’infortunio di Lavezzi per trovare finalmente spazio, o chissà se questa defaillance del Pocho spiani la strada ad una nuova esplosione di Pià dopo quella di inizio stagione in Intertoto. Se così dovesse succedere Donadoni ci avrebbe visto giusto rispetto a noi, e con l’umiltà finora dimostrata, saremmo i primi a riconoscere i suoi meriti.

mercoledì 29 aprile 2009

Si ferma Lavezzi. Che giochi Russotto!

foto: www.museodelcalcio.com



Il Pocho si ferma di nuovo. La distrazione al bicipite femorale rimediata per uno scatto di troppo nella gara contro l’Inter, lo costringerà probabilmente a due turni (si spera non oltre) di stop dal calcio giocato.

Lavezzi anche quando non è al massimo risulta decisivo, come lo è stato domenica, quando un suo assist ha spianato la strada al gol – perla di Zalayeta, che ha trafitto l’Inter e che ha portato a Napoli ter punti dopo ben quattordici partite in cui il bottino pieno mancava agli azzurri.


E’ per questo che sostituire uno come l’argentino diventa un problema per Donadoni. Noi candidiamo ancora una volta Andrea Russotto come vice Pocho. Il perché ve lo spieghiamo in quattro punti:

1. il giovane talento romano è dotato di una tecnica che può solo migliorare, e ha una buona velocità che gli consente di svariare sul fronte offensivo, scambiando palla con la punta centrale (che dovrebbe essere Zalayeta, bravo a guadagnarsi il posto da titolare con il gran gol segnato a Julio Cesar) oppure andando a fondo campo cercando il cross per i colpitori di testa. Insomma, una punta imprevedibile, esattamente come spesso risulta il Pocho per le difese avversarie.

2. Le caratteristiche di Russotto di addicono molto a quelle di Zalayeta, più delle altre due punte a disposizione, vale a dire Denis e Pià (ultimo sostituto di Lavezzi, nella gara con la Sampdoria, pareggiata per due reti a due). L’attaccante uruguaiano tende ad accentrarsi ed a tenere palla per far salire la squadra e sfruttare gli inserimenti delle ali: un gioco questo che può esaltare le doti di Russotto.

3. Russotto è finora l’unico degli attaccanti azzurri a non aver ancora giocato nemmeno una gara da titolare. Donadoni, che sta provando un po’ tutti, gli ha dedicato un minutaggio veramente esiguo, forse anche meno di quanto gli concedeva Reja, nel cui caso stiamo parlando di massimo dieci minuti a partita. Questo sta facendo crescere la rabbia agonistica nell’ex gioiellino del Bellinzona, che scendendo in campo contro il Siena potrebbe mettere a pieno le proprie doti e finalmente sfruttarle.

4. La difesa del Siena non ha nessun fulmine di guerra tra le proprie fila. Un come Russotto può approfittare della lentezza, in particolare quella dei centrali, per creare seri grattacapi, e creare superiorità numerica. Il tutto con la speranza che Zalayeta sia ancra quello di domenica sera, e i centrocampisti, Hamsik su tutti, riprendano con i loro inserimenti come facevano nei tempi migliori.

lunedì 27 aprile 2009

Come dare un senso all'euforia post Inter

Tre punti dopo un digiuno durato centosei giorni, quattordici giornate di campionato, sembrano un’indigestione. Ma non lo sono. E’ per questo che il Napoli,a cinque gare dal termine, è chiamato a scordarsi subito della bella prova offerta al San Paolo contro il Campioni d’Italia.

In barba allo zero a zero pronosticato da Mourinho, il Napoli è stato bravo a sfruttare una delle poche occasioni che ha creato, e soprattutto è stato bravo a contenere, a non andare in sofferenza, aiutato anche da un’Inter non irresistibile.

Da questa gara al di là del successo, si porta a casa una ritrovata euforia e armonia di spogliatoio e società, e consapevolezza nei propri mezzi, sottolineata dalla rabbia agonistica di Donadoni, che vorrebbe i suoi giocare sempre così., e non solo contro le grandi, nelle gare più attese da pubblico e ambiente. E’ vero, il tecnico ha ragione, soprattutto perché il Napoli può e deve riuscirci.

Mancano solo cinque giornate: Siena, Lecce, Torino, Chievo, Catania. Cinque gare alla portata, ma anche cinque squadre quasi tutte assetate di punti, e probabilmente resteranno tali fino agli ultimi aneliti di questa stagione.

E’ proprio per questo che il Napoli ora non può più permettersi passi falsi. Deve dimostrare ai tifosi, alla società, ed a se stesso (se proprio vogliamo personificare la nostra squadra del cuore) che il periodaccio è passato, e che è tornata la squadra che nel girne d’andata faceva faville. La matematica non condanna ancora il Napoli ad un campionato di centro classifica, anche se il discorso Europa diventa sempre più difficile da fare. Il Napoli è a ben dieci lunghezze dal sesto posto, ultimo utile per la European Cup dell’anno prossima (ora che il settimo posto è reso nullo dalla finale di coppa tra Lazio e Sampdoria, che darà un altro pass per l’Europa). Con quindici punti in palio è davvero difficile per il Napoli rientrare nella corsa e piazzarsi là, ma sarebbe un bel messaggio, magari, fare un bel bottino pieno.

Mi si scusi, ma sono un inguaribile ottimista, che vedrebbe il Napoli vincere le cinque partite di qui alla fine. Domenica al san Paolo abbiamo visto una squadra piuttosto quadrata a centrocampo e attenta in difesa. Il centrocampo ha visto le fasce girare abbastanza bene, ed ha consegnato un Amodio che studia da regista e che se avesse avuto più spazio ora avrebbe imparato qualcosina in più di un lancio in verticale, ma che pare sulla buona strada. La difesa, indipendentemente dagli elementi schierati, sta trovando un buon assetto, a chiara dimostrazione che andavano corrette le sbavature e le distrazioni dovute a disattenzioni dei singoli, che creano il panico in una difesa come la zona, in cui si ragiona in ottica di gruppo. Bisogna insistere su elementi come Montervino e Amodio che rappresentano la voce del Napoli umile e silenzioso, che al momento opportuno si fatrovare pronto, e che per questo va preiato. Donadoni dve premire la loro voglia, che sta beneficiando alla causa azzurra, esattamente come domenica sera. Anche Navarro, dopo lo stop forzato per infortunio, ha dato sicurezza, ed ha capito che dovrà continuare così per ottenere la riconferma anche l’anno prossimo. L’attacco sta trovando le geometrie, ma è chiaro che occorrono soluzioni nuove, che non può dare sempre il solito Lavezzi.

A proposito, proprio Lavezzi si fermerà per infortunio, almeno per due gare. Uno scatto di troppo gli ha provocato una distrazione al bicipite femorale. Speriamo torni entro la fine del campionato, anche lui è chiamato a terminare la stagione nel migliore dei modi, magari migliorando il suo record di gol, lui che è anche quest’anno, nonostante le indiscusse doti tecniche, è stato troppo spesso lontano dalla porta.

E speriamo che un buon finale di stagione porti anche ad uno strepitoso inizio, ed un’altrettanta strepitosa fine, di stagione prossima. La società dice di stare lavorando già da ora sul mercato per portare il Napoli, con validi acquisti, a lottare con il calcio che conta. Speriamo che la ritrovata armonia tra De Laurentiis, Marino e Donadoni riesca a portare elementi degni di una piazza che contro l’Inter ha dimostrato di essere tra le numero uno al mondo. Le sessantamila anime accorse a Furigrotta sono state brave anche a contestare civilmente squadra e società, come avevamo chiesto attraverso queste pagine. Allo stadio solo striscioni, ma significativi, per manifestare il proprio dissenso, ma anche pronti a gioire, ricordandosi che di fronte al tifo per il Napoli ci si deve far trovare sempre pronti.
Si fanno i nomi di Floccari e D’Agostino, sempre più insistenti. Prima di comprare, la “triade” azzurra (lungi da me ogni riferimento a quella juventina) si ricordi che la maglia azzurra non è per tutti.

Le pagelle di Napoli-Inter

Navarro 6,5: due parate, una nel primo tempo su Samuel, poi su una conclusione dalla distanza di Ibrahimovic. Mette sicurezza, non rischia mai.

Santacroce 6,5: impeccabile su Balotelli, lo argina a dovere e lo tiene sempre lontano dalla rete. Dubio un suo intervento in area su Vieira. Ha recuperato davvero bene dall’infortunio alla caviglia rimediato in settimana in allenamento.

Contini 6: da centrale puro se la cava piuttosto bene.

Aronica 6: schierato in campo per la prima volta nella gestione Donadoni fa il suo con il solito mestiere.

Montervino 7: ottima prova del capitano in fase di corsa, di copertura, e grande generosità. Non ha mollato fino alla sostituzione, si è fatto in quattro per bloccare le sortite avversarie, e per far ripartire la squadra. Ogni volta che è chiamato in causa di fa trovare pronto. Anche per questo è un giocatore prezioso.

Blasi 6: tiene bene in equilibrio il centrocampo, e si dà da fare con la solita grinta.

Amodio 6,5: seconda presenza per lui, seconda prova convincente in fase di interdizione. Lucido e preciso, non butta mai via la palla.

Dal 44’ s.t. Bogliacino s.v.

Hamsik 5: partecipa poco al gioco, e si propone poco, mentre la squadra, considerando il gioco offerto dall’Inter, avrebbe potuto offendere di più sfruttando proprio le sue giocate.

Mannini 6: qualche buona iniziativa a sinistra, ma poca concretezza. La sua spinta contiene gli avversari, ma se avesse giocato Maicon probabilmente per lui sarebbero stati dolori.

Denis 5: non trova il tempo, e trova difficilmente il pallone.

Dal 18’ s.t. Zalayeta 7: entra e la gara del Napoli cambia. Trova un gol di straordinaria bellezza, con esterno destro di prima a sorprendere Julio Cesar. La sua gara è di grinta, vivacità, voglia di essere decisivo, come poi è stato, esattamente come l’anno scorso, contro la capolista. Un gol che vale tre punti, anche questo come l’anno scorso. E speriamo lo sia ancora di qui a fine stagione.

Lavezzi 6: parte forte, pi rallenta, e l’infortunio lo costringe ad uscire. Suo l’assist per la rete di Zalayeta.

Dal 38’ s.t. Datolo s.v.

All: Donadoni 6,5: ha messo in campo una squadra compatta a centrocampo, e se l’è cavata nonostante l’emergenza in difesa. Premiata la sua sostituzione di Denis per Zalayeta, divenuto in breve tempo match winner

domenica 26 aprile 2009

Napoli-Inter 1-0

Napoli: Navarro, Santacroce, Contini, Aronica, Montervino, Blasi, Amodio (44' st Bogliacino), Hamsik, Mannini, Denis (18' st Zalayeta), Lavezzi (38' st Datolo). A disp. Bucci, Grava, Pazienza, Bogliacino, Russotto. All. Donadoni

Inter: Julio Cesar, Zanetti, Samuel, Cordoba, Chivu (36' st Maxwell), Figo (25' st Mancini), Cambiasso, Vieira (30' st Cruz), Stankovic, Ibrahimovic, Balotelli. A disp. Toldo, Santon, Materazzi, Burdisso. All. Mourinho

Arbitro: Rosetti di Torino

Marcatori: 29' st Zalayeta

Note: ammoniti Vieira, Amodio, Cruz, Balotelli

Si ferma il digiuno azzurro dalla vittoria, dopo ben quattordici partite. Proprio contro la capolista, nella gara che pochi si aspettavano di vincere, nell’ambiente napoletano. Il Napoli batte l’Inter ancora grazie ad una perla di Zalayeta, esattamente come accadde l’anno scorso. Il pubblico di Napoli finalmente può tornare a gioire, ed a prendersi una bella soddisfazione contro la formazione prima in classifica.

La partita vista in un san Paolo gremito non è stata bella, ma il Napoli di Donadoni ha avuto il merito di presidiare bene il centrocampo, in particolare sugli esterni, dove Mannini e l’ottimo Montervino hanno sedato a dovere le sortite di un Inter che ha mostrato un gioco poco fluido, e piuttosto rinunciatario. In difesa bravo Santacroce ad arginare un Balotelli nervoso, e beccato un po’ da tutti, ma senza offendere come gli è successo a Torino.

Una partita poco vivace, che ha visto poche conclusioni a rete, una per l’Inter nel primo tempo, e quella di Zalayeta, che ha regalato un esterno destro di prima intenzione cha ha prodotto una conclusione di rara bellezza, confermandosi il castiga Inter.

Una partita ben giocata da un Napoli che ha mostrato maturità, se non spettacolo, e fa rabbia che la squadra non abbiamo fatto altrettanto per buona parte del girone di ritorno, in cui il Napoli ha raccolto veramente poco.

Adesso, a cinque gare dalla fine, il Napoli, con quindici punti in palio, è tenuto a fare di tutto per cercare di acciuffare una zona Uefa sempre più lontana. Vanno evitati i cali di tensione, bisogna giocare sempre con l’applicazione mostrata stasera, come se fosse la partita della vita, cercando di ridurre gli errori al minimo. Il Napoli ha dimostrato di poterci riuscire, ora deve semplicemente riuscirci.



sabato 25 aprile 2009

Napoli, è sempre più emergenza

Grava, Santacroce, Cannavaro e Rinaudo. La difesa titolare di domenica contro l’Inter? Macché… e’ la lista dei difensori che molto probabilmente darà forfait nella gara contro i primi della classe. In ordine abbiamo: influenza, forte contusione alla caviglia, squalifica e lombalgia. Di peggio non poteva sperare Donadoni, alle prese con una vera e propria emergenza. Alla totale mancanza di difensori si aggiunge il forfait di Vitale, che, stavolta, sarà assente giustificato a causa di un problema muscolare che si è riacutizzato.

Il Napoli è in ritiro da venerdì a Castelvolturno, per cercare di ritrovarsi. Dalla sua avrà lo stadio pieno, che forse potrebbe far ritornare ai giocatori la voglia di giocare, e regalare se non la vittoria, almeno una prova degna del pubblico più caloroso d’Italia, e forse del mondo. Battere l’Inter non è facile, considerando il periodo di forma, e tenendo presente anche la rabbia che i nerazzurri hanno in corpo dopo l’eliminazione dalla coppa Italia rimediata in settimana a beneficio della Sampdoria.

Se sul mercato il Napoli si ringalluzzisce con la trattativa Floccari veramente a buon punto (alcuni siti parlano di accordo già chiuso con l’Atalanta), dall’altro si parla anche di un addio di Marino, avvistato a Udine, forse per tornare alla corte di Pozzo, o forse per trattare uno tra Quagliarella e Di Natale (oltre al richiestissimo "regista" D'Agostino).

Quello che conta adesso è concludere dignitosamente questo campionato in corso. La società ha capito che per vincere bisogna comprare giocatori all’altezza, e si spera che si muova con anticipo per sbaragliare la concorrenza, dimostrando di aver capito la lezione di questa stagione, la quale, tra l’altro, non è ancora terminata.

giovedì 23 aprile 2009

Nonostante il Napoli incolore…cresce la febbre azzurra: tutto esaurito contro l’Inter

Alla mezzanotte di giovedì i tifosi per Napoli – Inter sono stati già venduti 27000 biglietti. Il sito ufficiale del Napoli parla chiaro: i tifosi azzurri sono encomiabili, i migliori, e non si fanno condizionare dalle prestazioni incolori che sta offrendo la squadra.

Domenica, per la gara notturna contro la capolista di Mourinho, campione d’Italia in carica e virtualmente sculettata di nuovo, i tifosi si augurano che la formazione azzurra ritrovi la strada giusta come è solito fare con le grandi. I nerazzurri sono però veramente troppo lanciati, e metterli paura sarà veramente difficile per Lavezzi e compagni. Il Napoli ultimamente sta andando veramente male, e non riescono nemmeno le cose più semplici, come correre senza palla, proporsi per uno scambio, una semplice geometria, o andare a fondo campo per mettere la palla al centro. I giocatori azzurri si consolano così dagli insuccessi stagionali godendosi il pubblico tra i migliori d’Italia, che sostengono la squadra nonostante tutto, e mostrano competenza per i grandi match, da sempre sentiti a Fuorigrotta, fin dai tempi dell’irripetibile Diego. Si consola anche la società, nonostante, dai primi segnali del mercato che verrà, pare non si stia facendo il massimo per portare in azzurro i primi della lista. Voci dell’ultim’ora parlano di Floccari, prima scelta come attaccante, vicinissimo al Genoa.

Che dire? Il Napoli sta continuando a prepararsi nel chiuso di Castelvolturno per cercare di farsi notare in positivo in una gara, forse la meno indicata, quella con l’Inter. Anche una prestazione convincente, magari uscendo imbattuti, sarebbe la ricompensa minima per il pubblico che continua a crescere, e che sicuramente regalerà l’ennesimo tutto esaurito in quel di Fuorigrotta.

Al solo pensiero di questo pubblico speciale, encomiabile, i giocatori dovrebbero scoppiare in lacrime, arrabbiarsi con se stessi, e incanalare quella rabbia in una prestazione finalmente maiuscola.

Come ho già avuto modo di scrivere, sarebbe opportuno far sentire il proprio dissapore in qualche modo, purché civile. I tifosi hanno tutto il diritto di sostenere la squadra, ma al contempo far capire ai giocatori che come sta andando da gennaio a questa parte non va proprio bene, e che meritano molto, molto di più.
Staremo a vedere…

lunedì 20 aprile 2009

Al San Paolo per protestare civilmente

La sconfitta di Cagliari ha messo in luce tutti i mali irreversibili del Napoli di questa stagione, che a questo punto a sei gare dal termine, non può fare altro che limitare i danni, e cercare di capire chi dei calciatori può meritare la riconferma anche per l’anno prossimo. Dopo cinque partite l’ “effetto novità” legato all’arrivo di Donadoni al posto di Reja, si è ben presto esaurito, ed il tecnico, fino a sabato “mister X” si è visto togliere l’etichetta da una sconfitta, il peggio che gli potesse capitare.

Il tecnico bergamasco non ha ancora vinto. Pur essendo un buon tecnico, intelligente e attento alle esigenze di tutto il gruppo, non è un buon motivatore, e non sa usare “bastone e carota” con chi poco si impegna e si sente già titolare. Alcuni elementi della rosa azzurra meriterebbero una lezione di vita più che di calcio, ed il tecnico ha ancora sei giornate per iniziare a dispensarne verso chi di loro mostra di averne bisogno. Basti pensare che il Cagliari, seppur in piena emergenza, ha avuto più voglia di vincere del Napoli. Segnare a freddo, amministrare senza troppa fatica il vantaggio per poi chiudere l’incontro nel finale, è atteggiamento di squadra che sa quello che vuole. E’ il Cagliari, non il Napoli. Gli azzurri corrono poco non perché sono stanchi, ma perché non hanno voglia di lottare e di vincere. Un po’ perché distratti dalle sirene di mercato, un po’ per protestare contro il tetto di ingaggi della società, un po’ perché i tanti stranieri hanno creato disomogeneità nello spogliatoio.

Comunque il tifo napoletano non può accontentarsi di un secondo tempo in cui il Napoli, seppur ha costruito di più del Cagliari (ed è anche normale, visto che doveva provare a recuperare) ha tirato pochissime volte in porta, trovando, tra l’altro un Marchetti in forma strepitosa. Non può bastare questo al tifo azzurro, che dà tanto senza ricevere nemmeno la metà in cambio.

I tifosi azzurri, nonostante il Napoli pessimo di questi ultimi tempi, continuano a far sentire il proprio sostegno. Per la gara prossima, contro l’Inter, in programma domenica sera, sono stati già venduti diciottomila biglietti. Nella peggiore delle ipotesi, quindi, vedremo al campo di Fuorigrotta circa cinquantamila persone. In occasione di quella gara occorre mettere in atto una protesta civile. I tifosi devono far sentire la loro indignazione per quello che sta facendo (o meglio non sta facendo) la squadra. In occasione di una gara così sentita probabilmente i calciatori potrebbero rendersi conto di quanto ci stanno deludendo, e magari proveranno ad onorare una maglia azzurra che, lo ripetiamo, non è per tutti, ma solo per chi veramente merita. Perdere ci può stare, ma quando si gioca ad armi pari…

domenica 19 aprile 2009

Le pagelle di Cagliari-Napoli

Bucci 6: in leggero ritardo in occasione del primo gol cagliaritano, si riscatta nel corso della gara con due belle parate. Dà sicurezza.

Santacroce 5,5: soffre Matri, che gli ruba il tempo un po’ troppo spesso.

Cannavaro 6: preciso e deciso in alcuni interventi di raddoppio.
Dal 39’ s.t. Denis s.v.

Contini 5,5: nel primo tempo si perde spesso Fini. Con l’uscita del cagliaritano recupera un po’ la posizione, ed è meno in affanno.

Mannini 5,5: impreciso in copertura, inconcludente in attacco.

Blasi 5: non è un regista ed è inutile anche provarci. Oggi però non dà l’apporto giusto nemmeno in copertura, dove subisce spesso Cossu.

Pazienza 5: sbaglia tutto quello che ‘è da sbagliare. In affanno, esce meritatamente.

Dal 15’ s.t. Datolo 5,5: ci mette la grinta, prova a dare vivacità, ma gli manca ancora la concretezza.

Hamsik 5,5: lento, troppo, seppur interessanti risultano alcune sue aperture per gli attaccanti, purtroppo non sfruttate a dovere. Può e deve fare di più, ma è ormai tanto, troppo, che ha dimenticato di essere un talento tra i più cristallini del campionato italiano.

Vitale 5,5: pensa principalmente alla fase difensiva, ma prprio dalle sue parti passa il primo gol cagliaritano.

Dal 29’ s.t. Russotto s.v.

Zalayeta 5,5: servito poco, forse mai, ma ce la mette tutta per procurarsi palle giocabili.

Lavezzi 6: non ha il passo dei giorni migliori, ma la sua vivacità si sente. Proprio nel finale Marchetti gli nega il gol del pareggio con una parata incredibile.

All.: Donadoni 5,5: prima sconfitta che gli toglie l’etichetta di mister X (ma difficilmente ne sarà contento). Il suo Napoli sta diventando quello di Reja, e lui ci può fare poco. Potrebbe, almeno, provare a fare il motivatore, ma andrebbe contro la sua natura.

Cagliari-Napoli 2-0

Cagliari: Marchetti, Matheu, Astori, Bianco, Pisano, Fini (29' st Biondini), Parola, Lazzari, Cossu, Jeda, Matri (36' st Acquafresca). A disp. Lupatelli, Di Laura, Ragatzu, Mancosu, Sivakov. All. Allegri

Napoli: Bucci, Santacroce, Cannavaro (39' st Denis), Contini, Mannini, Blasi, Pazienza (15' st Datolo), Hamsik, Vitale (29' st Russotto), Zalayeta, Lavezzi. A disp. Gianello, Grava, Bogliacino, Pià. All. Donadoni

Arbitro: Celi di Campobasso
Marcatore: 4' pt Jeda, 47' st Lazzari
Note: ammoniti Parola, Cossu, Cannavaro


E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine. E< questo Napoli ne è la dimostrazione. Si va alla ricerca della vittoria, a parole, ogni settimana si parla come di quella propizia, sempre a parole. Pi si va in campo e non si ha la forza di contrastare gli avversari. Perdere come ha perso il Napoli sul campo del Cagliari, è chiaro segnale che la squadra non c’è più: nella testa, nel fisico, nell’orgoglio.

Le dichiarazioni della società azzurra, e del presidente de Laurentiis in primis, stanno facendo il resto con dichiarazioni rinunciatarie, volte a guardare già da ora alla prossima stagione, definita quella di un nuovo ciclo e di una ricostruzione definitiva.

Una miscela esplosiva, che ci restituisce un Napoli lontano quasi definitivamente dalla zona Uefa, e a rischio di rimanere coinvolto in una lotta per la retrocessione dal quale non è esente ancora a detta della matematica.

Che il Napoli non sia sceso in campo con la voglia di vincere lo dimostra il gol subito da Jeda dopo soli cinque minuti di gioco. Difesa completamente ferma su un cross la centro, l’esile calciatore cagliaritano che forza un po’ Vitale, lo sbilancia, e segna di testa, pur non essendo un corazziere.

Il resto della gara del Napoli è tutto un provarci senza nemmeno troppa voglia. Nel primo tempo la difesa scavalca sistematicamente il centrocampo, gli attaccanti talvolta arretrano a cercare palla, e non si tira mai in porta. La solita storia, i soliti segnali di quando la squadra non c’è.

Leggermente più brillante il secondo tempo, con qualche geometria in più, qualche guizzo più veloce grazie al solito Lavezzi, ma una grave preoccupante, quasi incredibile sterilità offensiva. Il Napoli non tira in porta quasi mai, se si esclude una conclusione nel finale di Lavezzi, parata alla grande dal portiere cagliaritano Marchetti, sulla cui conseguente azione il Cagliari ha poi messo al sicuro il risultato, siglando il raddoppio.

In vista della gara dell’Inter, al quale il pubblico del Napoli ha già risposto in massa, è normale che ci debbano tremare “le vene e i polsi”.

venerdì 17 aprile 2009

Ce la faremo stavolta?

Ora basta. Davvero. I tifosi sono stufi di sperare, aspettare invano, veder ripagato solo in parte il proprio sostegno alla squadra. Il Napoli ora deve tornare a vincere. Perché la classifica ha un baricentro basso, perché la squadra ha un potenziale da Europa, perché bisogna provare fino alla fine ad entrare nella competizione continentale, fino a quando non sarà la matematica a sbatterci fuori.

Di fronte il Napoli avrà un Cagliari decimato, da infortuni, acciacchi e squalifiche, ben quattro, che potrebbero limitarne le potenzialità, dopo un campionato partito male, ma disputato per buona parte da rivelazione assoluta, come il suo tecnico Massimiliano Allegri.


Mentre Marino, in parte riabilitato dal suo presidente de Laurentiis, sta lavorando già da ora per costruire finalmente un Napoli competitivo, e vuole portare al Napoli l’udinese D’Agostino (che conferma i contatti) sfruttando le sue vecchie amicizie friulane, il Napoli deve tornare al successo. Se la febbre per la gara con l’Inter (non esattamente una partitissima ormai, ma sempre gara di grido) è già cresciuto con una settimana d’anticipo, in caso di vittoria col Cagliari la febbre potrebbe crescere ulteriormente, e anche la classifica, di conseguenza, può vedersi cambiata. Non c’è dubbio: con i tre punti, basta un piccolo filotto, e la graduatoria si scala facilmente. Ma invece di una serie di pareggi, c’è bisogno di una serie di vittorie.

Alla ricerca del filotto perduto quindi, il Napoli, che si ritrova al cospetto del Cagliari nuovamente con il pro lema portiere. Anche Navarro, per tutta la settimana k.o. è in forse, e potrebbe fare spazio a Luca Bucci, con il “nonnetto” ex Parma, futuro preparatore dei portieri azzurri, che si troverebbe all’esordio con la maglia del Napoli. Se Navarro non recupera, e gioca Bucci, si tratterebbe del quinto portiere schierato in stagione, dopo Iezzo, Gianello, Navarro, e il giovanissimo Sepe.


Probabile, in occasione di domenica, la conferma di Zalayeta e Lavezzi, in attacco, con uno tra Denis, Russotto e Pià che dovrà accontentarsi addirittura della tribuna del sant’Elia di Cagliari.
La sorpresa di domenica, di cui si è parlato in settimana, potrebbe essere, ma stavolta sul serio, l’esordio di Datolo dal primo minuto. Donadoni ha provato l’argentino insieme ad Hamsik, che proprio domenica si è trovata a sostituire, ma con esiti scarsi. Potrebbe trattarsi dell’ultima possibilità per l’oggetto misterioso azzurro, visto che in società stanno vagliando un suo più che probabile addio anticipato. Che sia la volta buona anche per lui?

Come si può notare, siamo molto ottimisti nel parlare del nostro Napoli, la squadra che amiamo. Ma adesso i ragazzi devono metterci del loro: fare bottino pieno non è facile, ma adesso è l’ora di riuscirci, senza nemmeno preoccuparsi più di tanto come. Vincere potrebbe voler dire sbloccarsi e tentare l’ultima decisiva volata.

mercoledì 15 aprile 2009

Napoli in Europa? Ragioniamoci insieme

Cagliari domenica, poi partitissima con l’Inter, a seguire Siena, Lecce, Torino, Catania e Chievo. Questo il calendario del Napoli di qui a fine campionato. Un passo accidentato per tentare l’ultimo, difficile assalto all’Europa, cercando di raddrizzare un campionato che, partito alla grande, ha vissuto una fase centrale a dir poco sconcertante. Che continua, seppur in parte, con il digiuno dal successo che manca da tempo immemore, ed un 2009 che ha regalato un solo sorriso pieno. L’avvento di Donadoni lo vede ancora imbattuto, ma anche mai vincente. Quattro pareggi che gli hanno affibbiato l’etichetta di mister X, e che muovono poco la classifica. Considerando il destino toccato a Mihajlovic a Bologna, anche lui affetto da “pareggite” e ora sostituito da Papadopulo, accanto agli scongiuri c’è da invertire la tendenza in maniera definitiva.

Ventuno i punti in palio, con la quota di sessanta punti che, in caso di punteggio pieno (difficile ma non impossibile) darebbe agli azzurri un lasciapassare sicuro per l’Europa. Tornare al successo non è facile, ma è doveroso. Le avversarie sono tutte agguerrite, tutte ancora in corsa per qualcosa di importante, ancora nessuna pienamente impiegata nel limbo, come, paradossalmente, naviga attualmente il Napoli: fuori dall’Europa, fuori dalla lotta per la retrocessione.

Il Napoli potrebbe cominciare da domenica, contro il Cagliari, approfittando che la squadra sarda avrà almeno quattro assenti, a causa della pensante mano del giudice sportivo abbattutasi sulla formazione di Allegri, tra l’altro ex azzurro del disastroso Napoli di Galeone, anno 1999. Vincere non sarà facile, considerando la piccola involuzione nel gioco cui è andato incontro il Napoli domenica contro l’Atalanta, e considerando che la formazione cagliaritana, dopo un inizi condizionato d a sole sconfitte, ha preso confidenza con la vittoria e con il bel gioco, inserendosi tra le candidate ad un piazzamento Uefa, proprio come il Napoli. Un vero e proprio scontro diretto, che il Napoli è chiamato a far suo, inseguendo così il primo successo esterno dell’anno, e del girone di ritorno, oltre che il secondo in assoluto fuori casa.

Mentre De Laurentiis prima boccia, poi assolve l’operato di Marino, e le voci di mercato iniziano a farsi strada, c’è il rischio che in casa Napoli nessuno più pensi alla stagione in corso, considerandola già da buttare. Sarebbe questo l’errore più grave, considerato che è proprio questo il periodo decisivo per addii e riconferme. Tutti sotto esame, o, almeno, chiamati ad una prova d’orgoglio per dimostrare di valere la maglia azzurra, e meritare di vestirla ancora anche l’anno prossimo.

Partita che pare proibitiva già da subito è quella con l’Inter. I campioni d’Italia in carica sono sempre più lanciati alla conquista di un altro scudetto, considerato l’enorme distacco che hanno sulla Juve, prima inseguitrice. Ma mai dire mai. L’anno scorso una perla di Zalayeta regalò al Napoli una gran bella soddisfazione proprio sui nerazzurri.

La gara che sulla carta sembra la più agevole è quella con il Siena. I toscani manca poco per raggiungere la salvezza, ed è auspicabile che riescano nell’intento con il supporto della matematica. Questo potrebbe far adagiare la formazione di Giampaolo, spianando la strada ad un successo degli azzurri, sicuramente più motivati. Ma, anche in questo caso, non è possibile prevedere con sicurezza cosa possa succedere. Inutile parlare delle gare con Lecce, Catania, Torino e Chievo. Sol i pugliesi sembrano quasi del tutto condannati alla serie cadetta, mentre piemontesi e siciliani lotteranno fino alla fine per salvarsi, e contro il Napoli venderanno cara la pelle. I veneti in particolare si stanno rivelando una vera e propria sorpresa, e considerando anche l’inattesa batosta subita dagli azzurri all’andata, c’è davvero da stare attenti.

Cosa fare per riuscire in questo intento sulla carta quasi impossibile? Pensare ad inizio campionato, ed alla gara con il Milan, dove al Napoli è mancato solo il successo( ma sappiamo perché). Dopo tutto il grigio di metà stagione, non è difficile ipotizzare un gran finale. Noi siamo qui, pronti a fare i dodicesimi, allo stadio, davanti alla tv o solo col pensiero…

sabato 11 aprile 2009

De Laurentiis contro Marino

Sta scendendo in campo insieme alla squadra per capire. Vuole capire come amministrano i suoi beni, il suo capitale Napoli, nel quale ha investito molto, e non sta avendo il tornaconto sperato. Aurelio De Laurentiis ama vedere tutto in prima persona, partecipare, rilasciare dichiarazioni forti, a volte sui massimi sistemi. Insomma, il presidente è uno a cui piace parlare, ma anche fare molti fatti. Dell’immediato dopo gara di Napoli - Atalanta le sue dichiarazioni forti, che lasciano il segno.

Non è mai banale, anzi fa parlare a lungo di sé, come oggi. In un sol colpo boccia Marino, assolve Donadoni, e parla di mercato. Adesso ci vuole un regista, se ne è accorto anche lui. Il su tono caustico, nonostante le smentite, è rivolto contro Pierpaolo Marino. Le dichiarazioni del presidente parlano della necessità di un regista per la squadra, non acquistato nonostante egli stesso lo avesse fatto notare. Ed è risaputo che gli acquisti li cura Pierpaolo Marino. De Laurentiis parla poi della decisione sbagliata di fare l’Intertoto, nonostante egli stesso avesse detto che non andava fatto. Un presidente a tutto tondo, insomma, che inizi s parlare di argomenti che non lo vedono protagonista in prima persona, ma ai quali può opporsi, essendo egli il capo, e colui che investe in tali progetti. In quanto tale, egli può permettersi di criticare i suoi collaboratori, ma forse sarebbe meglio intervenire nel momento giusto, quando sono ancora possibili ripensamenti.

Dichiarazioni su cui riflettere. Il presidente inizia a lavarsi le mani di tutto ciò che è avvenuto di negativo in questa stagione addossando le colpe, ovviamente non in maniera diretta, ma velata, a Pierpaolo Marino. D’altro canto, de Laurentiis si sta autonominando plenipotenziario, quasi a voler accantonare Marino, o almeno limitarne i poteri e l’influenza. Se Marino è confermato a parole, non si sa se con i fatti questo accadrà, ed a fine stagione, a seconda del piazzamento finale della squadra, potrebbe accadere qualcosa di non programmato.

Fa riflettere, però, che il presidente si lavi le mani in maniera così sbrigativa su decisioni che valgono l’esito di una stagione, e che proprio lui, in prima persona, mettendo la propria faccia, pubblicizzava. Difficile dimenticare che il presidente, nel finale della stagione passata, aveva deciso di precettare, per l’Intertoto, i calciatori che sarebbero tornati dai prestiti. Insomma non può, proprio adesso, far finta di nulla, ed a poco servono le smentite sul sito ufficiale: de Laurentiis vuol fare fuori Marino, e lo farà se il Napoli non arriva in Europa.

Le pagelle di Napoli-Atalanta

Navarro 6: inoperoso, se si esclude una conclusione di Padoin nel primo tempo, neutralizzata con una certa facilità.

Santacroce 7: impeccabile, presidia la sua zona con autorità ed efficacia. Non sbaglia un intervento.

Rinaudo 6: se la cava nel gioco aereo, limita notevolmente un altro corazziere come Plasmati.

Dal 39’s.t. Montervino s.v.

Cannavaro 6: nell’inedita posizione di centro – sinistra per sostituire lo squalificato Contini se la cava piuttosto bene. Spesso gioca bene in quel ruolo, meglio che da centrale. Come mai Reja e Donadoni fanno finta di niente?

Grava 6,5: sta vivendo un gran bel periodo. Tolto dalla naftalina da Donadoni, sta ricambiando la fiducia del tecnico. Il suo ruolo di difensore aggiunto ai tre centrali è una soluzione tattica di incredibile efficacia. Non sbaglia praticamente nulla, peccato che non crede molto nelle sue doti di spinta.

Pazienza 6: altra partita molto giudiziosa tatticamente. E’ l’unico a provare a verticalizzare, ma con scarsi risultati.

Blasi 6,5: un mastino indomabile sui portatori di palla avversari, spesso la sua foga sfiora i limiti del regolamento. Ma ci piace così, perché mostra voglia di vincere e attaccamento alla maglia.

Hamsik 5: dopo la bella prova di Genova, è tornato nel suo periodo involutivo. Donadoni lo sostituisce giustamente. Da lui ci si aspetta una grande mole di gioco offensivo, e se viene meno lui, la squadra gioca male. Come oggi.

Dal 10’ s.t. Datolo 5: Donadoni gli regala la prima presenza della sua gestione, ma l’argentino delude ancora una volta. E’ fuori dagli schemi perché il gioco azzurro non è adatto alle sue caratteristiche.

Mannini 5,5: non in condizione, e si vede. Parte bene, spesso forzando la conclusione a rete, poi cala alla distanza, rischiando di subire le offensive avversarie e costringendo i compagni a ripiegare.

Zalayeta 5,5: bravo a far girare palla, ma troppo lontano dalla porta, dove può far male.

Dal 33’ s.t. Denis s.v.

Lavezzi 6,5: ha ritrovato la sua rapidità, l’estro e la fantasia che i tifosi amano. Al di là di una dubbia situazione da rigore, non entra quasi mai in area, e i suoi cross al centro non sono sfruttati a dovere.

Donadoni 5,5: la squadra ha fatto un passo indietro sul piano del gioco rispetto alla gara con la Sampdoria, ma i problemi emersi oggi sono quelli di sempre. Sta lavorando bene sull’applicazione tattica, ma deve fare qualcosa per portare questa squadra al success, e scrollarsi ben presto di dosso l’etichetta di mister X. Incomprensibile la sostituzione di Rinaudo con Montervino.

Napoli-Atalanta 0-0

Napoli: Navarro, Santacroce, Rinaudo (39' st Montervino), Cannavaro, Grava, Pazienza, Blasi, Hamsik (10' st Datolo), Mannini, Zalayeta (33' st Denis), Lavezzi. A disp. Bucci, Amodio, Bogliacino, Pià. All. Donadoni
Atalanta: Consigli, Garics, Talamonti, Manfredini, Bellini, Valdes (20' st Defendi), Cigarini, Guarente, Padoin, Plasmati (20' st Doni), Floccari. A disp. Colombi, Pellegrino, Capelli, Parravicini, Zaza. All. Del Neri
Arbitro: Tommasi di Bassano del Grappa
Note: prima dell'inizio del match osservato un minuto di raccoglimento per le vittime della tragedia in Abruzzo. Ammoniti Grava, Talamonti e Doni.


Ancora un pari. Il quarto consecutivo, il secondo a reti inviolate, e peraltro nel campo amico, il san Paolo, che ad inizio stagione era diventato un tempio del calcio spettacolo. Un Napoli brutto, ma di certo non rinunciatario pareggia a reti inviolate con l’Atalanta. Lo spettacolo è poco, ma i muscoli e la tattica nn mancano. Il Napoli di Donadoni non ha tirato in porta praticamente mai, ma ha mostrato di iniziare a ritrovare quella compattezza che nei giorni migliori n0n gli era mancata. Manca, adesso, quella brillantezza sotto porta che deve rendere spietati i ragazzi, esattamente come lo erano nel girne d’andata. L’Atalanta, seppur ha messo in campo qualche giocata interessante con i suoi talenti Guarente, Floccari, Padoin (in a caso tutti seguiti dal Napoli per il calciomercato della prossima stagione) ma il Napoli ha tenuto bene il campo, con Blasi pronto ad aggredire i portatori di palla, e gli esterni Grava e Mannini poco propositivi ma di sicuro inviolabili. Scarsa, però, la spinta, una volta che le fasce non spingono, Il Napoli non sa giocare per corsie centrali, né in verticali né in orizzontale, e questo era risaputo.

Alla fine il pubblico azzurro ha fischiato i ragazzi, per un motivo molto semplice: il pubblico azzurro ha il palato fine, non sta bene vedere la propria squadra che non tira mai in porta, e non attaccare a folate grazie all’estro di un ritrovato Lavezzi. Certo il Napoli ha rimandato nuovamente l’appuntamento con la vittoria, e adesso che le partite scorrono, e ne mancano sette, la zona utile per l’Europa diventa sempre più lontana.

Queste gare, in compenso, servono ad allenatore, presidente ed eventualmente direttore (seppur De Laurentiis smentisce, si v0cifera di un addio anticipato di Marino) per capire quali elementi confermare anche per la prossima stagione, e quali invece lasciar partire per altri lidi. La squadra non è da buttare, ma occorrono rinforzi in tutti i reparti, se si vuole puntare all’Europa con maggiore decisione per la prossima stagione. Ad esempio, un elemento da riportare alla base potrebbe essere Garics. L’austro ungarico, visto oggi al san Paolo da avversario, ha messo in luce un notevole miglioramento sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo tattico. Una comproprietà da riscattare senza alcun dubbio. Complimenti anche a Calaiò, che a Siena sta finalmente riprendendo confidenza con il gol.

venerdì 10 aprile 2009

Il Pocho gioca!!

Finalmente ce l’ha fatta. Ezequeil Lavezzi ha recuperato quasi completamente dall’infortunio muscolare rimediato durante la settimana che lo ha visto impegnato con la sua nazionale, e che aveva messo in apprensione l’intera tifoseria azzurra, che già domenica in occasione della trasferta di Genova aveva dovuto fare a meno del gioiello argentino. Con ogni probabilità, il talento argentino sarà a disposizione di Donadoni in vista della sfida con l’Atalanta di sabato pomeriggio al san Paolo.

Si assopiscono, quindi, le voci che avevano fatto temere il peggio, poiché Lavezzi, appena infortunatosi, aveva deciso di rimanere in Argentina, lasciando trapelare poco circa la sua condizione fisica. Ora che Lavezzi è nuovamente arruolabile, il pubblico spera che il Pocho risulti decisivo come lo scorso anno, quando portò il Napoli al successo per due reti a zero sull’Atalanta, coronando una prova maiuscola con un bel gol, seppur viziata da un tocco di mano. Come Dnadoni ha più volte detto, Lavezzi è uno degli elementi che può fare la differenza, e per il Pocho è il momento di tornare ad essere decisivo.

Accanto a lui, quasi sicuramente, ci sarà Zalayeta, in gol domenica grazie ad un bel colpo di testa. Si accomodano nuovamente in panchina sia Pià che Denis, con quest’ultimo pronto a subentrare, magari cercando di essere nuovamentre decisivo come è stato domenica. In crescita si è visto Hamsik, lo testimonia anche la buna prova offerta a Genova, e su di lui farà affidamento la squadra per rifornire l’attacco, come per Mannini, che sarà in dubbio fino alla fine a causa di una condizione fisica non ancora ottimale causata dal lungo stop forzato per la squalifica attualmente sospesa. Gli azzurri ritroveranno Garics, indimenticato esterno destro che lo scorso anno vestiva la magli azzurra, e che è ancora di proprietà e della società di De Laurentiis. L’austro ungarico sta facendo una buona esperienza in quel di Bergamo, e non è detto che l’anno prossimo non possa tornare alla base.

mercoledì 8 aprile 2009

Napoli, l'Uefa sarà tua!!

E’ il grido di più della metà delle persone che hanno partecipato al nostro sondaggio: “Riuscirà il Napoli a risalire la china e centrare almeno l'obiettivo Uefa?” Non sono molti i nostri lettori, ma li ringraziamo lo stesso ad uno ad uno perché ci stanno facendo crescere, e sembrano interessati a quanto scriviamo. Forse perché si stanno accorgendo che abbiamo una vera passione per il Napoli, ma che al tempo stesso cerchiamo di mettere in luce i punti di miglioramento e le cose che non vanno. E’ tempo di piccoli bilanci, ed è per questo che abbiamo deciso, per una volta, di essere un po’ autoctoni, pur senza dimenticare che il nostro obiettivo è parlare del Napoli.

Su dodici voti al sondaggio, sei hanno risposto di credere in un Napoli partecipante, l’anno prossimo a quella competizione europea che prenderà il nuovo nome di European Cup, e che circa vent’anni fa il Napoli di Maradona, Careca e Ferrara, portò a casa trionfante da Stoccarda, aggiungendo un trofeo inedito allo scaffale partenopeo.

Si inizia a credere quindi, in Donadoni, e nel suo operato, che trasmette, se non altro massima serietà, ma soprattutto si crede nuovamente in una squadra che non è mai stata di brocchi, ma che forse, per un lungo periodo, ha completamente dimenticato di saper giocare a calcio.

A vederla classifica attuale, però, l’obiettivo sembra tutt’altro che di facile raggiungimento. Nella migliore delle ipotesi, infatti, allo stato attuale, la zona utile dista di ben sette lunghezze. Se la coppa Italia (Tim Cup) non porterà gli esiti sperati, la situazione per gli azzurri si complicherà. Cosa fare? Semplice: cercare di vincere il maggior numero di partite possibili di qui alla fine. Ne mancano otto, ed un bel bottino pieno non starebbe certo male, considerata la tanta astinenza dai tre punti che ha il Napoli, addirittura dalla prima gara del 2009. Bisogna iniziare, poi l’appetito potrebbe venire mangiando.

La squadra pare in recupero fisico, e i tanti acciaccati sono sulla via di guarigione, anche se a rilento. Il primo a rispondere all’appello pare essere il Pocho Lavezzi, che molto probabilmente sarà della partita sabato contro l’Atalanta, molto probabilmente in coppia con Zalayeta, o magari partirà dalla panchina, considerato che sia il Panterone che Denis domenica sono andati in gol e chiedono un meritato spazio.

Lo stadio, nel sabato di Pasqua, si prevede piuttosto pieno, con tutto lo straordinario tifo azzurro pronto a trascinare la squadra ed a far sentire il calore da dodicesimo uomo in campo. Un pubblico che mai come questa volta è un campione anche di solidarietà, come la società azzurra, che è stata tra le prime a decidere di devolvere l’incasso in beneficienza, alle vittime del terremoto che ha colpito l’Abruzzo.

lunedì 6 aprile 2009

Donadoni e il Napoli dei piccoli passi

Un passo alla volta, piccolo, apparentemente insignificante, ma deciso, verso il rilancio definitivo. Questo il Napoli di Donadoni. Lo chiamano già mister X, ma lui tira dritto, con la consapevolezza di non aver inventato nulla, ma di aver capito già qualcosa. Sfruttare tutta la rosa per far fronte alle emergenze, creare nuovamente una sana concorrenza che non vuol dire risse a fine allenamento, ma dare il meglio, cercare di superarsi, ma alla fine remare tutti verso la stessa direzione. Non ha inventato niente, ma i giocatori lo seguono. Anche chi resta in panchina, come Datolo e Russotto (quest’ultimo era favorito su Pià domenica, poi all’ultimo momento Donadoni ha schierato il brasiliano) sembra non voler mollare, certo che prima o poi arriverà il suo momento, perché il tecnico, oltre a prometterlo, lo fa sul serio.

Il gioco azzurro non è ancora brillante, soprattutto se lo si confronta con quello offerto dagli azzurri ad inizio stagione. Il centrocampo, però, sta ritrovando la propria quadratura, e domenica è apparso in netta superiorità a centrocampo rispetto a quello dei doriani, bravi sì a presidiare le fasce, un po’ meno a contrastare le folate offensive per vie centrali, in particolare quelle di Hamsik, finalmente all’altezza della situazione come tutti noi ci auguravamo.

Il cuore azzurro, però, può fare miracoli, ridare la voglia di correre, di lottare su ogni pallone, e anche quella di dare spettacolo, ma soprattutto quella di vincere. Se Reja non possiamo dimenticarlo, e la sua mano si sente e si sentirà di qui a fine stagione, non possiamo non riconoscere a Donadoni che in questo primo mese sulla panchina azzurra sta a vendo i meriti di correggere e perfezionare alcuni aspetti dell’operato del suo predecessore, che non giravano a dovere come i più riconoscevano da sempre. I piccoli passi possono servire a costruire certezze, avere basi su cui fare affidamento, in vista anche della prossima stagione, in cui il Napoli non potrà più permettersi un Inverno come quello appena trascorso.

Nonostante i cambiamenti tattici siano pochi, il Napoli di Donadoni non è quello di Reja, e lo si vede da piccoli ma sostanziali accorgimenti tattici. Il nuovo tecnico sta sacrificando la difesa a 3 pure ad una linea a 4 più pragmatica, con un esterno che all’occorrenza si mette a portare palla, e magari a cercare la linea di fondo campo. Questa domenica è toccata a Grava, che non avrà lo spunto di un Maicon, attualmente il migliore in quel ruolo, ma con la palla tra i piedi è sembrato piuttosto sicuro di sé, e sicurezza ha dato anche alla retroguardia, quando si trattava di spazzare via. Al momento opportuno, poi, quando si doveva tentare il tutto per tutto, il buon Grava, terminato il suo compito, faceva silenziosamente spazio a Denis, autore, tra l’altro, del gol del pareggio. La difesa passa a tre, gli attaccanti diventano tre. Le punte fisse sono incredibilmente due, Zalayeta e Denis, che, qualcuno dice, nel finale si pesteranno solo i piedi, invece Denis va in gol, e nel tabellino finale sono entrambi a marcare, e se nel calcio ha ragione chi fa gol, vuol dire che Donadoni ha avuto ragione nel fare quelle scelte e in quel momento.

Se è vero che non è un grande motivatore, uno che vede la partita con calma, quasi sempre in silenzio, è anche vero che sa essere psicologo al momento giusto. Esempio è quello che ha detto di Navarro in occasione dei due errori che potevano costare il risultato al Napoli (“Un portiere può sbagliare, ma Navarro già lo sa di aver sbagliato, inutile che glielo dica anche io”).
Donadoni può far bene insomma, e può far bene anche a Napoli, nonostante il suo carattere non sia proprio tipicamente partenopeo. Ma forse è meglio così, perché “Nemo profeta in patria”.

Le difficoltà e le emergenze intanto continuano in casa Napoli. Lavezzi è tornato dall’Argentina ed è ancora malconcio. A lui si aggiunge Cannavaro, che, dopo l’infortunio rimediato in partita, dovrà stare fermo per un po’. La squadra si allena a ranghi ridotti, ma chi resta deve fare la differenza lo stesso. Donadoni e il Napoli possono far bene di qui a fine campionato, ma bisogna sudare e lottare non poco. Non devono dimenticare che, almeno al san Paolo, giocheranno sempre in superiorità numerica.

domenica 5 aprile 2009

Le pagelle di Sampdoria-Napoli

Navarro 4: responsabilità grave su entrambi i gol, in cui, essendo calci piazzati, viene meno all’ ABC dei portieri, quello di prendere la giusta posizione e darla alla barriera. Fortuna che Iezzo e Gianello sono sulla via del recupero.

Santacroce 5,5: tiene con tutti i mezzi cassano quando capita dalle sue parti. Alcuni interventi sono ai limiti del regolamento, tanto da rischiare l’espulsione in due occasioni.

Cannavaro s.v.: la sua partita finisce dopo circa mezz’ora per infortunio. Aveva cominciato bene. Da valutare, ora, le sue condizioni fisiche.

Dal 36’ p.t. Rinaudo 6: se la cava nel gioco aereo, sua dote principale. Non rischia quasi nulla.

Contini 6: gara precisa, da rimproverargli solo qualche battibecco di troppo con gli avversari.


Grava 6,5: partita molto attenta in copertura, dove riesce a limitare Pieri e Palombo. Apprezzabile anche le proiezioni offensive, che spesso creano problemi alla retroguardia avversaria.


Dal 37’ s.t. Denis 6,5: un quarto d’ora di gioco gli è sufficiente per trovare il gol del pareggio, che vale un punto. Ci ha creduto, ed è stato premiato. L’argentino non è ancora finito, anche se deve lavorare ancora tanto per ritrovare la condizione fisica giusta ed il posto in squadra. Ancora una volta fortunato il campo di Genova per lui. Sul terreno del Marassi segnò anche al Genoa, ma la sua rete fu ininfluente ai fini del risultato.

Pazienza 6: partita di carattere sia in copertura, sia nell’impostazione del gioco. Interessanti alcune sue verticalizzazioni non sfruttate a dovere. Può solo migliorare.

Amodio 6: esordio in serie A, prima gara con il Napoli dopo una vita. Non fa rimpiangere Blasi, anche se alcuni suoi interventi dimostrano che ha tanto bisogno di calcio giocato.

Dal 28’ s.t. Bogliacino s.v. Nulla da segnalare per lui, se non una verticalizzazione sulla quale Pià non arriva.

Hamsik 7: finalmente lui. Prende per mano la squadra e la accompagna verso il pareggio, o meglio verso una vittoria mancata. E’ lui il cervello offensivo della squadra, con le sue giocate in verticale. Sono suoi i due assist per i gol azzurri, il primo su punizione, il secondo è un’imbeccata deliziosa. Sta tornando lui, speriamo che duri di qui a fine campionato, dopodiché De Lanrentiis dovrà fare in modo di resistere alle lusinghe ed i soldi della Juve.

Mannini 6: nel primo tempo delude, perché resta fermo sulla sua posizione bloccato a destra. Nella ripresa si riprende un po’, risultando molto più dinamico.

Zalayeta 6,5: al di là del bel gol, che lo consacra a bestia nera della Samp (gol anche all’andata e lo scorso anno nel confronto del san Paolo) ha svolto una partita molto intelligente dal punto di vista tattico. Ha fatto tesoro delle sue doti tecniche per tenere palla e far salire la squadra e favorire gli attacchi corali. Ha tirato in porta con una buona continuità, ha resistito per la gara intera in campo, denotando una crescita della condizione fisica. Nel finale di stagione c’è anche lui, il Napoli dovrà farne tesoro.

Pià 6: sbaglia un po’ troppo, ma la volontà non gli manca, e questo è già un dato apprezzabile per chi gioca poco come lui.


Donadoni 6,5: indovina il cambio di Denis, che gli regala il gol. Sta ovviando alle assenze rigenerando alcuni elementi, come Grava, Amodio e Pià, che con Reja hanno trovato pochissimo spazio. E’ giusto che un tecnico valuti tutti gli uomini a sua disposizione, per poi decidere chi confermare e chi invece lasciar partire. E non si esclude che qualcuno di loro possa esplodere nel finale di stagione.

Sampdoria-Napoli 2-2

Sampdoria: Castellazzi, Campagnaro, Lucchini, Accardi (37' st Gastaldello), Raggi (14' st Padalino), Sammarco (30' st Delvecchio), Palombo, Franceschini, Pieri, Cassano, Pazzini. A disp. Mirante, Ziegler, Dessena, Marilungo. All. Mazzarri
Napoli: Navarro, Santacroce, Cannavaro (36' pt Rinaudo), Contini, Grava (37' st Denis), Pazienza, Amodio (28' st Bogliacino), Hamsik, Mannini, Zalayeta, Pià. A disp. Bucci, Montervino, Datolo, Russotto. All. Donadoni
Arbitro: Tagliavento di Terni
Marcatori: 28' pt Palombo (S), 44' pt Zalayeta (N), 18' st Palombo (S), 47' st Denis (N)
Note: ammoniti Amodio, Santacroce, Rinaudo, Palombo, Contini, Campagnaro

E’ un Napoli tutto cuore quello che non molla, non ci sta a perdere, e agguanta un pareggio in extremis contro una Sampdoria graziata da due calci piazzati e da una giornata no di Navarro, capace di farsi superare in maniera clamorosa in due occasioni da un Palombo fresco di nazionale.
Il Napoli sta riprendendo a girare, e riesce ad ovviare alle numerose assenze con elementi che meritano solo un plauso: Pià, schierato a sorpresa da Donadoni che lo ha preferito a Russotto, Amodio e Grava, hanno giocato davvero poco, ma le loro prove non hanno fatto rimpiangere gli assenti. Da loro, e dalla loro voglia di fare, si potrà ripartire per raddrizzare una stagione che non è finita, e che ci sta regalando nuovamente il Napoli che ci piace.

Gli azzurri corrono, costruiscono e ci credono fino alla fine. Hamsik ha preso finalmente per mano la squadra, rendendosi autore di numerose azioni offensive e invenzioni interessanti. Zalayeta è un punto di riferimento in attacco, e ha ritrovato il gol che gli mancava proprio dalla partita d’andata. Le fasce ancora non girano con continuità, ma in difesa la squadra è attenta. Peccato per il povero Navarro, che ha sbagliato nelle uniche due occasioni in cui è stato chiamato in causa. Il portiere argentino ha bisogno di lavorare e riflettere sui suoi errori, solo così potrà tramutarli in motivi di crescita. Entrambi i gol azzurri, sia nel primo tempo che nella ripresa, sono stati messi a segno nel finale. E’ un chiaro segnale che la squadra ci crede, attacca fino alla fine, ha cuore, ha corsa e non molla, e vuole tentare il tutto per tutto per afferrare l’Europa.

La prossima gara vedrà di scena l’Atalanta: potrebbe essere l’occasione giusta per ritrovare il successo, contro una squadra che negli ultimi anni ci sta facendo da bestia nera.


sabato 4 aprile 2009

Mannini, la telenovela continua. Intanto scatta l’ora di Russotto.

Ennesima fumata bianca, ennesimo rinvio, ennesima dose di adrenalina, tensione, fiato sospeso e sfiancamento per una colpa che in realtà colpa non è. Mannini e il Tas, il ritardo di quella pipì che rischia di costargli caro, che lo vede da ormai quasi due anni alle prese con una giustizia sportiva internazionale che sfiora l’assurdo, come tutti affermano, anche se nessuno fa nulla per cambiare lo stato di cose. Se ne riparlerà dopo Pasqua, per lui e per Possanzini, intanto i due mangeranno una colomba agrodolce, con la paura in corpo di fermarsi di nuovo, per una squalifica che non meritano, in realtà non hanno fatto nulla di male. I bene informati, e gli esperti di diritto sportivo, parlano di una risoluzione in formato ammenda, ma stando ai colpi di scena che il Tas ha regalato in questi mesi, nulla è da escludere. Nemmeno il peggio, purtroppo.


Mannini dalla sua deve cercare di rimanere calmo, e di sfruttare questa tensione incanalandola nello sforzo atletico, come ha fatto l’altra domenica contro il Milan, quando è risultato il migliore in campo, in una gara in cui gli è mancato davvero solo il gol.


Intanto in squadra Donadoni mescola le carte in vista della delicata sfida con la Samp di Cassano e Pazzini, quest’ultimo col dente avvelenato dopo l’ingiusta espulsione rimediata in Nazionale. Dopo che la settimana scorsa, ad allietare l’ambiente azzurro ci ha pensato addirittura il comico Gene Gnocchi, si è ripreso a fare sul serio.

Il primo pensiero di Donadoni è quelli di pensare a come rimpiazzare Blasi e Lavezzi, due pedine difficili da sostituire. Se nel primo caso sta pensando a Nicolas Amodio, che sarebbe all’esordio in serie A, dopo una stagione passata finora in tribuna, e quella scorsa in prestito a Treviso, per sostituire il Pocho sono varie le ipotesi.

Dopo un primo vantaggio sui compagni da parte di German Denis, che sembrava il candidato numero uno per fare coppia con zalayeta, adesso si fa strada un’ipotesi inedita, e mai battuta da Edy Reja: schierare Andrea Russotto titolare.

Ebbenbe sì, Donadoni potrebbe fare questo che fino a poco fa poteva essere considerato un azzardo, mandare in campo il giovane e talentuoso attaccante classe 1988 dal primo minuto, anziché relegarlo ai minuti finali di gioco, in cui, nonostante la buona volontà che mai gli manca, riesce ad incidere quasi sempre poco e niente, per ovvie ragioni.

Russotto è seriamente favorito a sostituire Lavezzi, ed a rigor di logica, considerate le sue caratteristiche, è colui che meglio di chiunque altro può rimpiazzarlo, considerata l’abitudine al gioco in velocità ed alle doti di dribbling che non gli mancano. Il giovane attaccante romano ha finalmente l’occasione per dimostrare al calcio italiano che non è soltanto una promessa, ma che ha tutte le carte in regola per diventare finalmente decisivo. Meno accreditata pare essere, invece, la candidatura a titolare di Inacio Pià. Il brasiliano, dopo un buon inizio di stagione in cui si è messo in luce in coppa Italia e in Uefa, è scivolato nuovamente nel dimenticatoio. Per chi gioca meno non c’è dubbio che le assenze dei compagni vanno considerate opportunità (anche se non è mai bello vivere delle sventure altrui, soprattutto se di compagni di squadra).

Il nostro augurio alla squadra è che vinca nonostante tutto, ed in particolare ci auguriamo di vedere presto Lavezzi nuovamente all’opera, guarito, ed in Italia a seguire i compagni anche se non può giocare. Del Pocho si hanno poche notizie, se ne resta in Argentina, e questo ai tifosi non fa poi tanto piacere.

mercoledì 1 aprile 2009

Si ferma il Pocho Lavezzi. Denis candidato alla sua sostituzione

Proprio quando doveva suonar la definitiva riscossa azzurra, il Pocho si ferma. Per lui infortunio muscolare rimediato in un allenamento svolto con la Nazionale argentina, con la quale, pur essendo stato convocato, non ha avuto la gioia di giocare.
Il Pocho si cura in Argentina, come già fece l’anno scorso ed ha fatto quest’anno, senza rendersi conto che, così facendo, avvolge il suo infortunio in un alone di mistero, che fa pensare il peggio ai tifosi. Il sito ufficiale della società nemmeno si sbilancia sull’entità, e si limita a dire che Lavezzi non scenderà in campo in occasione di Sampdoria – Napoli. All’andata Lavezzi fu decisivo, e spianò la strada alla vittoria del Napoli per due a zero, con reti di Mannini e Zalayeta, che per adesso rimane fermo a quota due.

Per rivedere il Pocho bisognerà aspettare, quindi, nonostante Donadoni lo abbia eletto, insieme ad Hamsik, come uno dei giocaotri chiamati a fare la differenza.

Per la sostituzione del Pocho adesso se ne saprà di più dalla partitella di domani, quando Donadoni mischierà un po’ le carte e proverà la soluzione ottimale. Dal nostro sondaggio, da poco concluso, è emerso che i lettori del blog preferiscono, come spalla del Pocho, uno tra Zalayeta e Denis. Proprio quest’ultimo potrebbe ritrovare, dopo oltre un mese, una maglia da titolare. Dopo le critiche che gli sono piovute addosso per la lunga lontananza dal gol (la sua ultima marcatura risale al dicembre 2008), il Tanque ha ricevuto l’investitura del presidente De Laurentiis (che ha detto un no definitivo a Fabio Cannavaro), che si è detto fiducioso su un rilancio dell’attaccante argentino, costato un bel po’ di soldi, e giunto in Italia con una sfilza di reti messe a segno tra Apertura e Clausura. Non si esclude una coppia di corazzieri, Panterone e Tanque, per provare a scardinare la difesa blucerchiata.

Il Tanque non è uno sprovveduto, ha messo a segno sette reti ed una tripletta da quando è in Italia. Certo ha attraversato un periodo veramente difficile, in cui non ha inciso praticamente mai nel gioco degli azzurri, meritando una lunga panchina. Adesso, dopo questo stop, potrebbe avere avuto il tempo per ritrovare se stesso. Noi ce lo auguriamo, ed è per questo che non lo fischiamo. Non fischiamo nemmeno Santacroce, dopo l’episodio che lo ha visto protagonista in settimana: ritiro della patente per guida in stato d’ebbrezza. Alla sua età è facile sbagliare, ma è importante riflettere sugli errori, per assecondare quello che la natura gli ha dato: il talento per diventare grande.