Tre punti dopo un digiuno durato centosei giorni, quattordici giornate di campionato, sembrano un’indigestione. Ma non lo sono. E’ per questo che il Napoli,a cinque gare dal termine, è chiamato a scordarsi subito della bella prova offerta al San Paolo contro il Campioni d’Italia.
In barba allo zero a zero pronosticato da Mourinho, il Napoli è stato bravo a sfruttare una delle poche occasioni che ha creato, e soprattutto è stato bravo a contenere, a non andare in sofferenza, aiutato anche da un’Inter non irresistibile.
Da questa gara al di là del successo, si porta a casa una ritrovata euforia e armonia di spogliatoio e società, e consapevolezza nei propri mezzi, sottolineata dalla rabbia agonistica di Donadoni, che vorrebbe i suoi giocare sempre così., e non solo contro le grandi, nelle gare più attese da pubblico e ambiente. E’ vero, il tecnico ha ragione, soprattutto perché il Napoli può e deve riuscirci.
Mancano solo cinque giornate: Siena, Lecce, Torino, Chievo, Catania. Cinque gare alla portata, ma anche cinque squadre quasi tutte assetate di punti, e probabilmente resteranno tali fino agli ultimi aneliti di questa stagione.
E’ proprio per questo che il Napoli ora non può più permettersi passi falsi. Deve dimostrare ai tifosi, alla società, ed a se stesso (se proprio vogliamo personificare la nostra squadra del cuore) che il periodaccio è passato, e che è tornata la squadra che nel girne d’andata faceva faville. La matematica non condanna ancora il Napoli ad un campionato di centro classifica, anche se il discorso Europa diventa sempre più difficile da fare. Il Napoli è a ben dieci lunghezze dal sesto posto, ultimo utile per la European Cup dell’anno prossima (ora che il settimo posto è reso nullo dalla finale di coppa tra Lazio e Sampdoria, che darà un altro pass per l’Europa). Con quindici punti in palio è davvero difficile per il Napoli rientrare nella corsa e piazzarsi là, ma sarebbe un bel messaggio, magari, fare un bel bottino pieno.
Mi si scusi, ma sono un inguaribile ottimista, che vedrebbe il Napoli vincere le cinque partite di qui alla fine. Domenica al san Paolo abbiamo visto una squadra piuttosto quadrata a centrocampo e attenta in difesa. Il centrocampo ha visto le fasce girare abbastanza bene, ed ha consegnato un Amodio che studia da regista e che se avesse avuto più spazio ora avrebbe imparato qualcosina in più di un lancio in verticale, ma che pare sulla buona strada. La difesa, indipendentemente dagli elementi schierati, sta trovando un buon assetto, a chiara dimostrazione che andavano corrette le sbavature e le distrazioni dovute a disattenzioni dei singoli, che creano il panico in una difesa come la zona, in cui si ragiona in ottica di gruppo. Bisogna insistere su elementi come Montervino e Amodio che rappresentano la voce del Napoli umile e silenzioso, che al momento opportuno si fatrovare pronto, e che per questo va preiato. Donadoni dve premire la loro voglia, che sta beneficiando alla causa azzurra, esattamente come domenica sera. Anche Navarro, dopo lo stop forzato per infortunio, ha dato sicurezza, ed ha capito che dovrà continuare così per ottenere la riconferma anche l’anno prossimo. L’attacco sta trovando le geometrie, ma è chiaro che occorrono soluzioni nuove, che non può dare sempre il solito Lavezzi.
A proposito, proprio Lavezzi si fermerà per infortunio, almeno per due gare. Uno scatto di troppo gli ha provocato una distrazione al bicipite femorale. Speriamo torni entro la fine del campionato, anche lui è chiamato a terminare la stagione nel migliore dei modi, magari migliorando il suo record di gol, lui che è anche quest’anno, nonostante le indiscusse doti tecniche, è stato troppo spesso lontano dalla porta.
E speriamo che un buon finale di stagione porti anche ad uno strepitoso inizio, ed un’altrettanta strepitosa fine, di stagione prossima. La società dice di stare lavorando già da ora sul mercato per portare il Napoli, con validi acquisti, a lottare con il calcio che conta. Speriamo che la ritrovata armonia tra De Laurentiis, Marino e Donadoni riesca a portare elementi degni di una piazza che contro l’Inter ha dimostrato di essere tra le numero uno al mondo. Le sessantamila anime accorse a Furigrotta sono state brave anche a contestare civilmente squadra e società, come avevamo chiesto attraverso queste pagine. Allo stadio solo striscioni, ma significativi, per manifestare il proprio dissenso, ma anche pronti a gioire, ricordandosi che di fronte al tifo per il Napoli ci si deve far trovare sempre pronti.
Si fanno i nomi di Floccari e D’Agostino, sempre più insistenti. Prima di comprare, la “triade” azzurra (lungi da me ogni riferimento a quella juventina) si ricordi che la maglia azzurra non è per tutti.
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