Napoli: Navarro, Santacroce, Rinaudo (39' st Montervino), Cannavaro, Grava, Pazienza, Blasi, Hamsik (10' st Datolo), Mannini, Zalayeta (33' st Denis), Lavezzi. A disp. Bucci, Amodio, Bogliacino, Pià. All. Donadoni
Atalanta: Consigli, Garics, Talamonti, Manfredini, Bellini, Valdes (20' st Defendi), Cigarini, Guarente, Padoin, Plasmati (20' st Doni), Floccari. A disp. Colombi, Pellegrino, Capelli, Parravicini, Zaza. All. Del Neri
Arbitro: Tommasi di Bassano del Grappa
Note: prima dell'inizio del match osservato un minuto di raccoglimento per le vittime della tragedia in Abruzzo. Ammoniti Grava, Talamonti e Doni.
Ancora un pari. Il quarto consecutivo, il secondo a reti inviolate, e peraltro nel campo amico, il san Paolo, che ad inizio stagione era diventato un tempio del calcio spettacolo. Un Napoli brutto, ma di certo non rinunciatario pareggia a reti inviolate con l’Atalanta. Lo spettacolo è poco, ma i muscoli e la tattica nn mancano. Il Napoli di Donadoni non ha tirato in porta praticamente mai, ma ha mostrato di iniziare a ritrovare quella compattezza che nei giorni migliori n0n gli era mancata. Manca, adesso, quella brillantezza sotto porta che deve rendere spietati i ragazzi, esattamente come lo erano nel girne d’andata. L’Atalanta, seppur ha messo in campo qualche giocata interessante con i suoi talenti Guarente, Floccari, Padoin (in a caso tutti seguiti dal Napoli per il calciomercato della prossima stagione) ma il Napoli ha tenuto bene il campo, con Blasi pronto ad aggredire i portatori di palla, e gli esterni Grava e Mannini poco propositivi ma di sicuro inviolabili. Scarsa, però, la spinta, una volta che le fasce non spingono, Il Napoli non sa giocare per corsie centrali, né in verticali né in orizzontale, e questo era risaputo.
Alla fine il pubblico azzurro ha fischiato i ragazzi, per un motivo molto semplice: il pubblico azzurro ha il palato fine, non sta bene vedere la propria squadra che non tira mai in porta, e non attaccare a folate grazie all’estro di un ritrovato Lavezzi. Certo il Napoli ha rimandato nuovamente l’appuntamento con la vittoria, e adesso che le partite scorrono, e ne mancano sette, la zona utile per l’Europa diventa sempre più lontana.
Queste gare, in compenso, servono ad allenatore, presidente ed eventualmente direttore (seppur De Laurentiis smentisce, si v0cifera di un addio anticipato di Marino) per capire quali elementi confermare anche per la prossima stagione, e quali invece lasciar partire per altri lidi. La squadra non è da buttare, ma occorrono rinforzi in tutti i reparti, se si vuole puntare all’Europa con maggiore decisione per la prossima stagione. Ad esempio, un elemento da riportare alla base potrebbe essere Garics. L’austro ungarico, visto oggi al san Paolo da avversario, ha messo in luce un notevole miglioramento sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo tattico. Una comproprietà da riscattare senza alcun dubbio. Complimenti anche a Calaiò, che a Siena sta finalmente riprendendo confidenza con il gol.
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