Napoli: De Sanctis, Grava, Cannavaro, Aronica, Maggio, Pazienza (33' st Yebda), Gargano, Dossena (39' s.t. Vitale), Hamsik, Lavezzi (28' st Dumitru), Cavani. A disp. Iezzo, Santacroce, Cribari, Zuniga. All. Mazzarri
Palermo: Sirigu, Munoz, Goia, Bovo, Cassani, Migliaccio, Nocerino, Balzaretti, Ilic (49' s.t. Pinilla), Pastore, Miccoli (20' st Maccarone). A disp. Benussi, Rigoni, Garcia, Liverani, Kasami. All. Rossi
Marcatore: 49' s.t. Maggio
Arbitro: Morganti di Ascoli
Note: ammoniti Goian, Grava, Cassani, Aronica
I minuti di recupero stavolta sono quattro. Il Napoli è scollato, sembra non farcela. La Juve ieri ha vinto, e pare impadronirsi del terzo posto in totale solitudine. Aleggia lo spettro di Quagliarella, che, autore di una doppietta, aveva sperato che la gara del lunedì finisse in pareggio. Entrambe le squadre sembrano stanche, sfinite, e pare finirà con un pari senza reti che non serve a nessuno. Ma la palla va a Gargano, poi a Hamsik che pesca Cavani solo in area. Il Matador non tira, ma decide di passare, perché vede con la coda dell’occhio Maggio che finalmente si propone. Gli serve palla e Maggio in scivolata colpisce di destro. La palla si avvia lentamente verso la porta, ma non entra, e Maggio ci mette la gamba di richiamo, già in terra, per spingere in rete quella maledetta palla. Novantaquattresimo e dieci secondi: la gioia azzurra può finalmente esplodere: il Napoli ha vinto ancora una volta all’ultimo secondo, come a Cagliari, ma stavolta di fronte c’era il Palermo, e vincere ha ancora più gusto.
E’ il solito cuore Napoli, che viene fuori e ci fa gioire, anche se durante la partita ci fa spesso disperare. Gli uomini di Mazzarri hanno legittimato il successo con una gara in cui hanno imposto la propria superiorità sul piano del gioco, creando un buon numero di occasioni da rete, seppur poche veramente limpide, e sbagliando in alcuni casi in maniera veramente clamorosa. Il Palermo ha girato poco, e la difesa azzurra questa volta si è ben comportata con Miccoli e Pastore.
Il Napoli continua la sua corsa, è ancora terzo, e ora deve continuare, provando a migliorare dove ancora difetta, nella speranza che resti a lungo tra le grandi, perché grande lo può ancora diventare.
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