E siamo alla terza sconfitta consecutiva, all’addio alla zona Champions, ed all’ancoraggio quasi disperato all’ultimo posto Uefa. E’ vero che siamo all’inizio del girone di ritorno, e che con i tre punti per ogni vittorio tutto è possibile, anche stravolgere una classifica, ma un morale così basso in casa Napoli non capitava dai tempi della C. Un po’ la fisiologica flessione fisica e mentale, un po’ le decisioni arbitrali a netto sfavore, stanno rendendo il gennaio del Napoli veramente nero.
Con l’Udinese sarà l’ultimo atto di un mese che tutti si augurano si concluda bene. Gli azzurri sono in ritardo su ogni pallone, e solo in parte riescono a reagire dopo aver subito lo svantaggio. La difesa pare spesso in bambola, gli riesce difficile rinviare via un pallone, e questo non dipèende dagli uomini schierati. Manca la mentalità e se Reja è uomo navigato, che dice ai suoi di avere fiducia e di non abbattersi, dovrebbe al tempo stesso cercare di fare le scelte giuste sia su chi schierare in campo, sia dei cambi in corsa.
Esempio: se a fine partita bisogna almeno pareggiare, e si fa entrare Montervino, un centrocampista di contenimento, che, lanciato a rete oltre a sbagliare si fa espellere per fallo di mano, e un po’ colpa anche dell’allenatore. In avanti lo stesso Lavezzi, nonostante i numeri e la classe indiscussa, spesso è isolato ed è facile per una difesa minimamente organizzata imbrigliarlo e renderlo innocuo. L’anticipo con l’Udinese dovrà far invertire la tendenza, ma giocare a così breve distanza finisce per complicare le cose.
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