sabato 10 ottobre 2009

Come giocherà Mazzarri?

L’arrivo del nuovo tecnico Mazzarri pone nel Napoli la domanda sulle novità tattiche eventuali che il tecnico vorrà apporre alla squadra. Se sul campo d’allenamento, in questi primi giorni, sembra che la musica sia già cambiata,considerate le urla continue che si sentono sia come ammonizione che come carica, cosa che con Donadoni erano un lontano ricordo, qualcosa potrebbe cambiare anche sul campo di gioco.

Mazzarri ha annunciato i suoi colloqui con ogni singolo calciatore, ma ha già chiarito che vorrà solo capirne le caratteristiche, non assecondare le loro volontà: del resto sarebbe impossibile, essendo la rosa composta da venticinque persone.

In attesa di avere con sé tutti i nazionali, e approfittando della sosta per lavorare con quelli che ha, Mazzarri pare orientato a voler confermare la difesa a 3, sulla quale ha molto lavorato nelle sue prime sedute a Castelvolturno. Quello di cui il tecnico si è reso conto è che per varare questa linea difensiva il Napoli necessita di equilibri che finora non ha avuto appieno, ed è per questo che, accanto alla linea bloccata, assocerà quasi sicuramente due esterni di centrocampo, o almeno uno, dalle caratteristiche difensive.

E’ così che torna in auge la candidatura a titolare di Salvatore Aronica, che Mazzarri ha già allenato ai tempi della Reggina, e che fornisce qualche garanzia in più in fase difensiva rispetto a Datolo, che nel ruolo di esterno sinistro è pur sempre un adattato.

Per quanto riguarda i tre fissi, è probabile che Mazzarri dia spazio a Campanaro come centrale. Anche questo è un calciatore conosciuto al tecnico toscano, e le sue doti di palleggio, oltre che di marcatura sono stati visibili sin dalle prime partite, nonostante l’argentino si sia poi fermato per infortunio. Probabile, più che lo spostamento, addirittura l’esclusione di Paolo Cannavaro, per la gioia di buona parte della tifoseria azzurra, almeno quella che di calcio ne capisce un po’. Il fratello d’arte continua ad essere un disastro, sia al centro che a destra, e probabilmente lavorare nell’ombra senza sentirsi titolare inamovibile potrebbe fargli bene. Gli altri due difensori titolari dovrebbero essere Contini e Santacroce. Il primo sta meritando il posto per la sua concretezza in fase di copertura, mentre il secondo, nelle sue fugaci apparizioni di inizio stagione, ha messo in luce il suo talento, seppur ancora grezzo e condizionato da un carattere immaturo, che da un momento all’altro, se non limato, potrebbe rovinarlo definitivamente. Ma Mazzarri ha avuto Cassano, e sull’aspetto del carattere di Santacroce si può stare tranquilli. Il ragazzo difficilmente farà altre “sparate” in allenamento o in campo.

Per quanto riguarda il centrocampo, occorrono due uomini che sappiano rompere il gioco avversario. Il centrocampo azzurro è leggerino e questo è un problema che va risolto. Se Palombo, che conosce Mazzarri avendolo avuto fino all’anno scorso alla Sampdoria, ha parlato addirittura di un rombo di centrocampo, è più verosimile che il tecnico adotti una linea a quattro. Non si esclude la rivalutazione di Pazienza accanto a Gargano. Se il calciatore pugliese non è amato, è sicuramente uno tra quelli che sa interdire il gioco, ed è forse l’unico insieme a Gargano, dopo la partenza di Blasi. In questo punto, come sull’esterno di sinistra, bisogna ricorrere al mercato, ma se ne parlerà a gennaio, ed il presidente non sembra volersi tirare indietro, come dimostra di fare sempre, per la fortuna del tifo azzurro. Oltre a Gargano e Pazienza spazio a Aronica, come accennato, ed a Maggio, che ha vissuto proprio con Mazzarri il più bel periodo della sua carriera, alla Sampdoria.

Un po’ più avanzato Lavezzi e Hamsik, che sono abituati a svariare, a scambiare palla negli spazi stretti,e ad inserirsi sotto rete, quindi hanno bisogno di stare larghi per poi accentrarsi. Queste posizioni potrebbero favorire, in avanti, anche il gioco di Quagliarella, che può assecondare meglio i movimenti degli esterni, facendosi trovare in zona gol con maggiore efficacia. Questo tipo di gioco può dar spazio anche alle altre punte, come Denis e Hoffer, che finora hanno raccolto le briciole.

Questi i punti di partenza, che di qui alla prossima settimana, quando il Napoli di Mazzarri esordirà al san Paolo contro il Bologna, potrebbero cambiare. Al di là del modulo, come lo stesso Mazzarri ha riconosciuto, occorre una squadra con l’anima, che sudi la maglia. Sotto il profilo degli obiettivi, seppur il presidente ha ripreso a parlare d’Europa, la squadra non deve porsi obiettivi, ma pensare a giocare, ad avere un’identità ,ed a puntare sempre al risultato pieno, vincere, tirando fuori quegli attributi già citati che finora, da inizio campionato, e per buona parte di quello passato, non si sono visti.

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