Quest’anno,vuoi per sua precisa intenzione, vuoi per dettame della società, vuoi per cambio degli scenari internazionali, il tecnico del Napoli Mazzarri sta diventando sempre più una sorta di manager in campo, che sta assumendo sotto la propria responsabilità i poteri e le decisioni che abbracciano l’ambito tecnico in senso lato. Esempi illustri in Europa ce ne sono da tempo: pioniere è stato sir Alex Ferguson al Manchester United, e in Italia abbiamo avuto uno come Mourinho che lo si ascoltava un po’ per tutto, anche su elementi che esulano dagli aspetti prettamente tecnici. Senza dimenticare Fabio Capello, che ai tempi in cui allenava la Roma chiese alla famiglia Sensi di ristrutturare totalmente l’impianto sportivo di Trigoria, dove la squadra di solito si allena.
Mazzarri ha “esordito” in questo suo nuovo ruolo già ad inizio stagione, quando ha praticamente commissionato alla società il rifacimento del manto erboso dello stadio san Paolo. Come è solito fare nei confronti dei collaboratori di cui si fida, De Laurentiis ha messo mano al portafogli dando mandato di ricostruire da capo un manto che non veniva rifatto, ma rappezzato, da ben 20 anni, quando lo stadio venne ristrutturato e dotato della copertura in ferro che fa tanto discutere.
L’autonomia decisionale del tecnico azzurro si è vista poi anche in alcune scelte di mercato, dettate direttamente da lui al direttore sportivo Bigon, come quella di Lucarelli. L’attaccante livornese è ormai verso la fine della carriera, e, a meno di miracoli sportivi, non è certo l’uomo della provvidenza. Ma Mazzarri lo ha voluto fortemente: lo conosce bene dai tempi del Livorno, si fida di lui, e ha chiesto alla società di prenderlo.
Ultima, ma non meno importante, l’ultima parola del tecnico sull’addio a Quagliarella. Seppur Mazzarri ha spiegato in conferenza stampa che Quagliarella gli è sempre piaciuto come calciatore, e che non ha spinto per trattenerlo, anche se era chiara volontà del calciatore andare a giocare altrove, perché infastidito dalla presenza del nuovo arrivato Cavani. Mazzarri, pronunciandosi sull’argomento, ha specificato chiaramente che a Napoli deve restare chi davvero ci tiene alla maglia, ma non è una “scusa” plausibile il non dare spiegazioni ai calciatori se non li si fa giocare. Metterli in competizione è la normale prassi per gli altissimi livelli, ma dare spiegazioni è fondamentale per far capire a ciascuno dove può migliorare. Per questo, nell’ottica del Mazarri manager che sta cercando di diventare, il dialogo con i singoli elementi della rosa resta fondamentale.
Queste che sta prendendo Mazzarri sono decisioni che gli allenatori stanno imparando sempre più a prendere, ma che costano responsabilità e devono portare necessariamente a risultati concreti. Per questo Mazzarri è chiamato a far bene, a condurre la squadra ad una stagione che sia al pari delle aspettative, e che renda i tifosi soddisfatti della squadra, esattamente come lo scorso anno. Solo così potrà diventare sempre più manager e rendere futuribile la sua permanenza in azzurro.
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