Ora li chiamano così, atleti di Dio, e Cavani è uno di loro. Sul Matador e la sua fede è uscito anche un libro. Il Matador lo è solo in campo, lui è l’uomo nuovo, e per Napoli è adesso è quasi un Dio, per quello che sta facendo in campo, anche se per lui di Dio ce n’è uno solo.
Cavani ha già messo a segno venticinque reti, nella storia azzurra annichilendo una colonna come Vojak, capace di mettere a segno ventidue reti in una sola stagione, in un calcio con poche partite e pochi gol, con il 4-4-2 che fa da padrone, squadre chiuse, meline, retropassaggi al portiere che può ancora bloccare la sfera.
Edinson Cavani è l’uomo nuovo del calcio napoletano, italiano, mondiale, per quello che fa in campo, ma anche per quello che riesce a fare fuori dal campo. In campo incanta con le sue giocate, con il suo opportunismo, con la sua voglia di far gol che rende incredibilmente belle, efficaci le sue giocate, per una caterva di reti segnate l’una sull’altra, gol a grappoli, a terzetti, palloni e torte portati a casa per festeggiare.
Fuori dal campo incanta per la sua serietà, l’amore per la famiglia, che da poco ha un nuovo ospite, per la sua attenzione all’alimentazione e alla vita da atleta ed alla sua religiosità. Giusto il tempo di godersi l’ennesima tripletta, l’ennesimo successo regalato alla gente di Napoli, per volare a Roma, città della squadra di cui poche ore prima era stato carnefice (e, diciamolo, rischiando anche un po’) per cercare un po’ di relax, (o forse una delle tante chiese capitoline in cui pregare), un po’ di normalità, in giro con moglie e bimbo, per negozi, a fare shopping, forse l’unica cosa che lo rende un po’ meno normale di un ventiquattrenne comune.
Cavani è portatore di messaggi positivi sia in campo che fuori, e rappresenta un atleta moderno anche per questo. Non bisogna necessariamente avere dei comportamenti ribelli, menefreghisti e fuori dalle righe per essere dei grandi: l’importante è che in campo ce la si mette tutta, e si faccia il possibile per far gioire i propri tifosi, che sperano che il Matador ci riesca il più possibile.
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