giovedì 27 febbraio 2014

Napoli-Swansea: le pagelle

Reina 7: nella ripresa mette al sicuro il risultato e la squadra con un paio di interventi da campione.

Maggio 5: si perde gli avversari, attacca poco e male, il riposo di lunedì non gli è bastato.

Henrique 5,5: in difficoltà sui veloci avversari, si fa portare fuori posizione.

Albiol 5,5: parte bene poi inizia a sbandare.

Ghoulam 5,5: dovrebbe spingere di più, invece si innervosisce, perde lucidità, e comincia a sbagliare anche in fase difensiva.

Inler 6: il gol salva in parte una prestazione negativa. arranca, perde la posizione, non sta in piedi di fronte ai velocissimi avversari.

Behrami 6: anche lui perde lucidità, anche se ce la mette sempre tutta.

Insigne 6: segna un gran bel gol, ma in fase difensiva lascia a desiderare, e per il ruolo che adesso ha nel Napoli, purtroppo, è una nota negativa.

dal 68' Mertens 6: riesce a dare vivacità

Pandev 5: niente fase difensiva, poca fase offensiva.

dal 59' Hamsik 6: dà vivacità all'attacco, ma non riesce a segnare neanche a porta vuota.

Callejon 5: oggi spento, in entrambe le fasi.

dal 83' Britos s.v.

Higuain 6,5: solito trascinatore: propizia il gol di Insigne, segna lui e ne sbaglia altri due. Se corresse un po' di più...

All.: Benitez 5,5: la squadra ha peccato di scarsa lucidità, si è fatta spaccare i due dagli avversari, ed ha rimediato solo grazie alla tecnica superiore e ad un pizzico do fortuna. Contro il Porto, nel prossimo turno, certi errori saranno sicuramente puniti senza appello, quindi bisogna porvi rimedio se si vuole andare avanti.

Napoli-Swansea 3-1

NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Maggio, Henrique, Albiol, Ghoulam; Inler, Behrami; Insigne (68' Mertens), Pandev (59' Hamsik), Callejon (83' Britos); Higuain. A disp.: Colombo, Fernandez, Dzemaili, Mertens, Zapata. All. Benitez
SWANSEA (4-2-3-1): Vorm, Tiendalli, Chico, Williams, Davies, Canas, de Guzman (81' Pozuelo), Hernandez, Routledge (62' Dyer), Emnes (70' Taylor), Bony. A disp.: Tremmel, Amat, Rangel, Pozuelo, Ngog. All. Monk
Arbitro: Hategan
Ammoniti: Canas, Chico, Inler, Taylor.
Reti: 16' Insigne, 29' de Guzman, 77' Higuain, 92' Inler 

C'è chi dice che le vittorie sofferte sono le più belle. Opinioni. Vincere da grande squadra è un conto, vincere perchè gli avversari non ne hanno più, e rischiare di non passare nonostante questo, è un altro. Ma quello che conta è la conquista degli ottavi, che vedranno gli azzurri contrapporsi ai portoghesi del Porto.

Al san Paolo contro lo Swansea è andato di scena un Napoli dai due volti. Aggressivo, concreto e veloce nei primi minuti, che si è poi ben presto sgonfiato dopo il bel gol di Insigne. 

Lo Swansea ha preso coraggio, e ha fatto affidamento sulla velocità di centrocampisti ed attaccanti per prenderci alla sprovvista. Le ali gallesi sono state brave a portare fuori posizione i nostri centrocampisti e difensori centrali, liberando le corsie per gli inserimenti. Da una di questa situazioni è nato il gol del momentaneo pareggio degli ospiti, che hanno colto nettamente di sorpresa la difesa, con tagli micidiali.

Dopo il gol subito, c'è stata una lunga abulia da parte della formazione azzurra. I ragazzi di Benitez hanno mantenuto sì il possesso di palla, ma senza velocizzare l'azione, e le sortite azzurre si fermavano spesso alla trequarti avversaria, per poi tornare a subire le ripartenze avversarie. Il gol di Higuain, che ha riportato in vantaggio il Napoli, è stato un vero e proprio colpo di fortuna.

Lo Swansea, però, non ha avuto la forza di segnare il secondo gol, ed il Napoli, nel finale di gara, è riuscito a difendersi finalmente bene, con Reina su tutti, ed a ripartire sulle praterie libere. Negli ultimi dieci minuti, gli azzurri sono stati capaci di sbagliare ben tre azioni nitide, con l'uomo solo contro il portiere. Ma proprio nell'ultimo giro di lancette ci ha pensato Inler a mettere il risultato e la qualificazione al sicuro.

Che sofferenza!

mercoledì 26 febbraio 2014

Garella, mani e piedi da scudetto

foto: www.wikipedia.org


Lo chiamavano Garellik, ma a Napoli era più noto come "Gare'". Da non confondere con "Care'", quello che, per intenderci, tirava la bomba.

Claudio Garella le bombe le parava, sia con le mani, che con i piedi, e a volte anche in rovesciata, come gli capitò in Udinese-Cremonese.

Venne a Napoli con uno scudetto già vinto, conquistato con l'odiato Verona. Ma si fece voler bene anche all'ombra del Vesuvio, tempo due anni e si cucì lo scudetto anche sulla maglia del Napoli, oltre al gagliardetto della coppa Italia. 

Era il Napoli di Maradona, ovviamente, e, nonostante una squadra forte oltre al pibe de oro, l'apporto di un portiere come lui si fece sentire eccome in un campionato sudatissimo, vinto dopo una battaglia ed un testa a testa con l'Inter.

Le proverbiali parate di Garella, quelle con i piedi, si ricordano ancora oggi per la loro efficacia, spesso, ma non sempre, in contrasto con la spettacolarità, tanto che più d'un cronista ama definire "parate alla Garella" gli interventi di piede dell'estremo difensore di turno.

Un calciatore che ha fatto epoca, non solo a Napoli, da dove andò via nel 1988, lasciando il posto ad un altro indimenticato grande Giuliano Giuliani.


martedì 25 febbraio 2014

Napoli, è anche una questione di presunzione

Minuto nove di Napoli-Genoa: Mertens trova lo spazio per un tiro a giro dai 16 metri, ma trova il portiere avversario Perin sulla sua strada, che devia la conclusione in corner.

e' iniziato così il festival delle azioni sprecate da Mertens ieri in Napoli Genoa. Un festival durato fino al secondo tempo, e che ha visto il belga fare praticamente lo stesso al minuto 13, al minuto 32, al 39 e al minuto 20 della ripresa. Ben cinque palle gol nitide che è riuscito a procurarsi con grande classe, ma che ha clamorosamente sbagliato, sia per imprecisione al tiro, sia per un incredibile egoismo nei confronti dei propri compagni. 

La stessa cosa che abbiamo più volte rimproverato a Insigne, la sta facendo Mertens. Con Hamsik, Callejon e Higuain smarcato, Mertens pensa al tiro, alla conclusione, al tornaconto personale. Ma gli va male, purtroppo. A lui e alla squadra. Il Napoli si specchia  e si gode la sua bellezza, dimenticando il vero obiettivo di così belle giocate: far gol. 

Se a ciò aggiungiamo l'altra chicca negativa della serata, ossia la posizione inedita di Jorginho, arretrato, per dare più spazio ad un impreciso Hamsik, tanto da diventare entrambi innocui, alla fine dobbiamo anche dire: menomale che non abbiamo perso!

Il Genoa si ricompone, pesca il jolly su una punizione di Calaiò, e porta a casa il pareggio.

Il Napoli ha peccato di presunzione, che spesso va di pari passo con l'assenza di cattiveria agonistica, quel fattore che fa chiudere le partite quando è il momento giusto e che non lascia mai in pericolo il risultato. Sono caratteristiche che vediamo, ad esempio, in una squadra come la Juve, che, seppur da più parti si vede godere di favori arbitrali volontari o casuali (non sta a noi stabilirlo) mette sempre in campo un indubbio ardore agonistico, che la porta a punire il proprio avversario nei momenti giusti. 

Mentalità vincente, istinto dei campioni, umiltà: chiamatela come volete, ma è un qualcosa che al Napoli ancora manca. questo potrebbe costarci il secondo posto, e ci dovrà far riflettere per non rischiare anche altro.

lunedì 24 febbraio 2014

Napoli-Genoa: le pagelle

Reina 6: inoperoso. La punizione di Calaiò è imprendibile.

Reveillere 5,5: a destra, sul suo piede, non dà sicurezza alla retroguardia.

Fernandez 6: se la vede bene, salva il risultato in un paio d'occasioni.

Albiol 5,5: un paio di pericolosi sbandamenti. Ammonito, sarà assente per squalifica alla prossima, e si godrà un meritato riposo.

Ghoulam 6: aiuta più di tutti l'attacco, anche se in difesa Konatè è un cliente rognoso.

Behrami 6,5: rincorre tutto e tutti, costringe più volte Matuzalem al fallo. Prezioso come sempre.

Jorginho 5,5: troppo arretrato, non aiuta a dovere la difesa e non riesce a impostare l'azione offensiva.

dal 35' s.t. Inler s.v.

Callejon 6: corre e partecipa sempre all'azione, ma stavolta gli manca il tiro vincente.

Hamsik 5,5: gli riesce il passaggio del gol, ma ne sbaglia almeno altri 5 che mettono la squadra nei guai.

dal 27' s.t. Insigne 5,5: mai in partita.

Mertens 5,5: sarebbe stato il migliore in campo per le giocate, la voglia di correre e la pericolosità. Ha rovinato tutto per il suo egoismo sotto porta.

dal 40' s.t. Pandev s.v.

Higuain 6,5: un gol di gran classe, cucchiaio imprendibile. Gioca come sempre anche per la squadra, ma lo frena il nervosismo, che non sempre lo rende lucido.

Benitez 6: tatticamente nulla da dire: la squadra, al di là di qualche sbavatura, fa quello che deve fare sia in difesa che in attacco. Manca però la grinta, la cattiveria agonistica che sembra non essere nel dna di questo gruppo, e che a volte, unita alla classe cristallina di molti protagonisti, potrebbe renderci una squadra imbattibile.

Napoli-Genoa 1-1

Napoli (4-2-3-1): Reina; Reveillere, Fernandez, Albiol, Ghoulam; Behrami, Jorginho (35' st Inler); Callejon, Hamsik (27' st Insigne), Mertens (40' st Pandev); Higuain. A disp.: Colombo, Contini, Henrique, Britos, Maggio, Radosevic, Dzemaili, Pandev, Zapata. All.: Benitez
Genoa (3-4-3): Perin; Burdisso, De Maio, Antonini; Motta (18' st Calaiò), Matuzalem, Bertolacci, Antonelli; Konaté, Gilardino (1' st Fetfatzidis), Sculli (33' st Centurion). A disp.: Bizzarri, Albertoni, Portanova, Marchese, Cofie, Cabral, Sturaro, De Ceglie. All.: Gasperini
Arbitro: Banti
Marcatori: 13' Higuain (N), 38' st Calaiò (G)
Ammoniti: Hamsik, Albiol, Higuain, Callejon, Mertens (N), Matuzalem, Sculli (G)

Basta poco per compromettere una gara che si era incamminata sul giusto binario. Basta poco, veramente poco. Anche una punizione dell'ex di turno Calaiò, che segna il suo primo gol in carriera al Napoli con una punizione incredibile, come probabilmente mai gli era accaduto e forse non gli accadrà mai più.
 
Per come gli siamo legati glielo auguriamo, ma non contro il Napoli. Il Napoli, già, figlio dei soliti errori gli manca la cattiveria sotto porta, e alla fine lo paga.

Paga l'egoismo di Mertens, che tira in porta quattro volte in modo inefficace, e ignora i compagni meglio piazzati. Paga la giornata no di Jorginho, schierato più indietro, dove non copre a dovere e non riesce ad aiutare la fase offensiva. Paga l'imprecisione di Hamsik, che di giusto fa solo il passaggio per il gol capolavoro di Higuain.

La Roma vola, è difficile prenderla. Se non ci farà qualche regalo, sarà il caso di rassegnarsi alla terza piazza.

domenica 23 febbraio 2014

Fonseca, il sinistro del dopo Maradona

www.puntonapoli.it


Spesso accade a chi è mancino di piede, di essere un cosiddetto "tutto sinistro". Nel gergo questa espressione vuol dire che usa l'altro piede, il destro, solo da appoggio, e non gli riesce a di adattarsi a tirare con l'altro piede, cosa che succede, statisticamente, con maggiore frequenza per chi è destro naturale.

Era la stessa cosa anche per Daniel Fonseca, attaccante uruguaiano tutto sinistro. Il Napoli lo prelevò dal Cagliari, dove era arrivato due anni prima, nella stagione 1992-93. Approdò in un Napoli che da un solo anno aveva perso Maradona, e si fece carico dell'attacco, insieme a Zola ed un Careca a fine carriera, e sotto la guida tecnica di Claudio Ranieri. L'esperienza del tecnico romano sulla panchina azzurra iniziò bene, e vide anche la partita migliore di Fonseca, quella per la quale lo ricordiamo ancora tutti.

Era il 16 settembre 1992, il primo turno di coppa Uefa, in cui il Napoli affrontava il Valencia in trasferta. Nonostante partissero senza i favori del pronostico, gli azzurri riuscirono a piazzare un poderoso 1-5 agli spagnoli. Le reti? Tutte e cinque di Daniel Fonseca! Nella cinquina, da segnalare, incredibilmente, anche un gol di destro, l'ultimo, forse l'unico di tutta la sua carriera azzurra.

Il resto della stagione però continuò in maniera negativa per il Napoli. Si verificò l'esonero di Ranieri e il ritorno in panca di Bianchi, allenatore del primo scudetto, di una coppa Italia e della coppa Uefa, che raddrizzò una barca che si avvicinava minacciosamente verso il baratro.

Nonostante l'undicesima piazza, non certo esaltante, Fonseca segnò sei gol in coppa Uefa, e ben sedici in campionato.

L'anno successivo, poi, con l'avvento in panca di Marcello Lippi, le cose per la formazione azzurra andarono meglio, e ci fu la conquista della qualificazione Uefa. Per Fonseca ancora un bel po' di gol, quindici in campionato. 

L'anno dopo, però, fu quello dell'addio: il Napoli iniziava a dare i primi segni di crisi, e iniziò a vendere i pezzi migliori. toccò anche a Fonseca, che approdò alla Roma, e, successivamente anche alla Juve. Venne a Napoli da avversario, e ci regalò anche qualche dispiacere. Ma le gioie regalateci, seppur in soli due anni, rimarranno indelebili nella memoria azzurra.


venerdì 21 febbraio 2014

Rafael, rottura del crociato

foto: www.melty.it


Un intervento in presa alta che poteva sembrare innocuo, soprattutto dopo aver fatto un paio di parate incredibili, a salvare il risultato.

E pensare che Rafael aveva anche provato a rimanere in campo, sperando che si trattasse solo di una botta.
Invece è una botta sì, ma al cuore: Rafael si è rotto il crociato. Per lui stagione finita, non ci sono dubbi. A giorni sarà operato, e per il Napoli si aprono scenari negativi che non si immaginavano. Proprio i due portieri, infatti, avevano dimostrato di essere all'altezza di una squadra che punta in alto. Rafael, giovane portiere, si sta finora ben comportando, e anche ieri aveva ben sostituito Reina, anche lui infortunato.

Adesso si aprono per Colombo il terzo portiere, scenari di un incredibile esordio in maglia azzurra dopo due anni di militanza, ma nessuna presenza.

facciamo un grosso in bocca al lupo a Rafael, che possa tornare più forte di prima.

giovedì 20 febbraio 2014

Swansea-Napoli: le pagelle

Rafael 7: in un tempo quattro parate incredibili, che salvano il risultato. Poi esce infortunato, ma la porta si mantiene inviolata.
dal 1' s.t. Reina 6,5: entra in campo e continua quanto di buono fatto da Rafael.
Maggio 6: controlla bene la sua corsia e si spinge in avanti.
Henrique 5,5: prima da titolare, qualche sbandamento e un paio di interventi fuori tempo.
Britos 5,5: cerca l'anticipo: a volte lo trova, a volte pasticcia.
Reveillere 5: è l'anello debole, ancora una volta purtroppo. Gli avversari lo puntano, e spesso hanno la meglio su di lui.
Inler 5,5: non ha il passo degli avversari, e spesso va fuori tempo.
Dzemaili 5,5: come sopra.
Insigne 5,5: il ruolo di ala in fase difensiva lo trova ingrato Gli avversari se ne accorgono e giocano su di lui anche quando cambia corsia.
dal 29' s.t. Mertens s.v.
Hamsik 6: ha fatto molto movimento alla ricerca della giocata vincente. Poco fortunato.
Callejon 6: tanto impegno, ma gli manca la lucidità giusta sotto porta. Due conclusioni sulle quali non è fortunato.
Higuain 5,5: una conclusione gettata al vento, poca profondità. Sulla trequarti, dove spesso finisce, non serve.
dal 38' s.t. Pandev s.v.


All.: Benitez 6: ha sgridato per tutta la partita la sua squadra e non ha ottenuto i risultati sperati. Speriamo ci riesca al ritorno: la vittoria è l'unico risultato utile.

Swansea-Napoli 0-0

SWANSEA (4-2-3-1): 1 Vorm; 22 Rangel, 4 Chico, 6 Williams, 38 Davis; 7 Britton, 21 Canas (8 Shelvey, dal 26° s.t.); 11 Hernandez (20 De Guzman, dall'11° s.t.), 15 Routledge, 12 Dyer (57 Emnes, dal 33° s.t.); 10 Bony.
Panchina: 25 Tremmel, 2 Amat, 3 Taylor, 57 Emnes, 54 Ngog. All. Monk
NAPOLI (4-2-3-1): 1 Rafael (25 Reina, dal 1° s.t.); 11 Maggio, 4 Henrique, 5 Britos, 2 Reveillere; 88 Inler, 20 Dzemaili; 24 Insigne (14 Mertens, dal 29° s.t.), 17 Hamsik, 7 Callejon; 9 Higuain (19 Pandev, dal 38° s.t.).
Panchina: 33 Albiol, 31 Ghoulam, 85 Behrami, 91 Duvan. All. Benitez
ARBITRO Ivan BEBEK (Croazia), Assistenti: Tomislav Petrović-Miro Grgić (Croazia), Arbitri di porta: Domagoj Vučkov-Goran Gabrilo (Croazia), IV uomo: Dalibor Conjar (Croazia).

Risultato a occhiali per il Napoli. 

In terra gallese la formazione azzurra si ferma sul pari, il primo risultato senza reti della sua stagione, dimostrando una lucidità ed una predisposizione in campo inferiore rispetto alle ultime uscite.

Lo Swansea è una quadra difficile da affrontare, non è forte in attacco, gli manca il fisico, ma ha giocatori che corrono, ed il Napoli, dove di solito soffre, fa veramente fatica. 

Le ali devono sudare sette camicie per supportare i terzini azzurri a contrastare le sortite offensive dei padroni di casa. In fase offensiva il Napoli non si allunga come dovrebbe, e per lo Swansea è facile controllare Higuain, e chiudere gli spazi per gli scambi tra le ali. Prima Rafael, poi Reina,  che gli subentra, risultano i migliori in campo del Napoli, considerato l'atteggiamento propositivo dello Swansea, e parzialmente di rimessa del Napoli. 

Poco altro da aggiungere: se ne riparlerà al ritorno, e guai a sottovalutare questo avversario.

mercoledì 19 febbraio 2014

Buso, un condensato di potenza e puntualità

foto: www.napolipassion.net

Come dicevano i latini, "Nomen omen". Forse il caso di Renato Buso potrebbe essere uno di quelli. Il suo cognome, infatti, fa pensare ad un mezzo di trasporto. il "bus", appunto. Non inteso, però, nel senso napoletano del termine.

Infatti Buso era un condensato della potenza e della puntualità che si addice ad un mezzo di trasporto pubblico nel normale esercizio delle sue funzioni.

Nato come centravanti, Buso esordì giovanissimo con la maglia della Juve.

La sua strada si è unita con quella del Napoli a partire dal 1993, quando, sotto la guida di Lippi, fu acquistato insieme a Corini (ed ora i due sono alla guida tecnica del Chievo) entrambi dalla Sampdoria. dovevano essere gli eredi di Vialli e Mancini, ma ciò non avvenne.

Lippi seppe rivalutarli entrambi in una stagione che regalò al Napoli la coppa Uefa. Buso, in particolare, riuscì a trasformarsi pian piano da attaccante centrale a tornante di destra, ossia quello che nel linguaggio contemporaneo definiremmo un esterno di fascia.

Combinando il senso del gol con la costanza e la velocità sulla fascia, Buso divenne per il Napoli uno degli artefici della conquista dell'Europa, e, negli anni successivi, quelli di Boskov e Guerini, un vero e proprio trascinatore di una squadra che iniziava a dare i primi segni di cedimento per quel declino che divenne poi pian piano inesorabile.

Ricordiamo sicuramente quel suo gol tutto cuore, grinta, datato 12 marzo 1995. Il Napoli perdeva inizialmente con la Lazio per due reti a zero, poi riuscì a pareggiare e proprio lui, Renato Buso, al minuto 87, mise dentro la palla del tre a due, facendo esplodere lo stadio san Paolo.


Lo ricordiamo per la sua serietà, e forse, proprio per questa sua dote e per il grande impegno profuso, avrebbe meritato un po' di più a livello di risultati.

domenica 16 febbraio 2014

Sassuolo-Napoli: le pagelle

Rafael 6: una sola parata, si fa trovare pronto e lascia la porta azzurra inviolata senza far rimpiangere Reina.

Maggio 6: controlla bene sansone, anche se, soprattutto nel finale, gli regala qualcosa.

Fernandez 6,5: sta acquisendo sicurezza nei propri mezzi, come testimonia un intervento pulito su Berardi in piena area di rigore

Albiol 6,5: ora lo riconosciamo. Anticipa, scala le marcature, ha un senso della posizione incredibile, che tiene in piedi e mantiene efficiente l'intero pacchetto arretrato.

Ghoulam 7: gli tocca spesso Berardi, che da gioiello promettente che ha messo in ginocchio il Milan diventa un calciatore anonimo. Difende in maniera arcigna e si propone anche in avanti. Da un suo cross da posizione impossibile nasce la rete del vantaggio di Dzemaili.

Behrami 6,5: quanto ci è mancato. con lui non si passa. Lo sapevamo già, ma ne abbiamo avuto conferma.

dal 39' s.t. Radosevic s.v.

Dzemaili 6,5: si vede di più come attaccante che come centrocampista. Un gol e una traversa, rincalzo all'altezza della situazione, volendola vedere in generale.

Mertens 6: si dedica di più alla fase di copertura, ma trova il tempo per un paio di giocate, come il servizio per Ghoulam in occasione del primo gol o un'azione personale in pieno recupero dove trova un grande Pegolo a sbarrargli la strada verso il gol.

Hamsik 6.5: veramente molto ispirato, solo che non è ancora lucido sotto porta. Intelligente l'assist per Insigne, in occasione  del raddoppio.

dal 34' s.t. Henrique s.v.

Insigne 7: la pennellata degna del miglior Pinturicchio gli riesce, finalmente. Un destro disegnato il faccia al suo amico Cannavaro. Potrebbe fare doppietta e tripletta, ma gli mancano cattiveria e precisione. Peccato, ma in grande rispolvero dopo alcune prove opache. Ora aspettiamo il suo gol al san Paolo anche in campionato.

Higuain 6: partecipa all'azione come sa fare lui. A inizio secondo tempo riceve un colpo da Cannavaro e nulla sarà più come prima. Esce sostituito da Pandev.

dal 26' s.t. Pandev 6,5: uno spezzone di partita in cui trova il tempo per sfiorare il gol, servire un assist a Dzemaili che coglie una traversa, imbeccare in gol due volte un Insigne troppo impreciso. Negli spazi, come sempre, si esalta.

Benitez 7: la squadra gira come vuole lui. Anche se il Sassuolo è una squadra tecnicamente inferiore, ha convinto ancora una volta la fase difensiva. Al di là dell'avversario, sono i meccanismi che stanno girando a dovere, e noi ci auguriamo che sia sempre così fino alla fine della stagione.

Sassuolo-Napoli 0-2

foto: www.corrieredellosport.it


SASSUOLO (3-4-3): Pegolo; Antei, Cannavaro, Ariaudo (35' st Floccari); Gazzola, Marrone (21' st Chibsah), Brighi, Longhi; Berardi, Floro Flores (16' st Zaza), Sansone. A disp: Polito, Pomini; Pucino, Mendes, Missiroli, Farias. All. Malesani.
NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Ghoulam; Behrami (39' st Radosevic), Dzemaili; Mertens, Hamsik (34' st Henrique), Insigne; Higuain (26' st Pandev). A disp: Colombo, Contini, Britos, Uvini, Reveillere, Bariti, Zapata. All. Benitez
ARBITRO: Calvarese
Ammoniti: Marrone, Insigne, Dzemaili, Ariaudo, Longhi, Zaza, Radosevic
Reti: 36' Dzemaili, 10' st Insigne


Missione compiuta. Vincere contro le piccole, ora si può. Il Napoli batte il Sassuolo e continua la sua marcia anche in campionato.

La formazione di Benitez ha dominato dal primo all'ultimo controllando la gara sia in difesa che in attacco. 

Il vantaggio è nato da una bella azione corale che ha messo in luce un grande Ghoulam, veramente l'elemento che mancava là a sinistra. Segna Dzemaili, che fino a quel momento si era visto veramente poco, sia in fase difensiva che nell'accompagnare l'azione d'attacco.

Nella ripresa, invece, ci pensa Insigne a mettere il risultato al sicuro. L'attaccante napoletano, servito da un Hamsik in ulteriore miglioramento, segna disegnando una parabola delle sue, quelle che cerca da una stagione e che finalmente ha trovato. E' una coincidenza, poi, che a controllarlo c'era il suo ex compagno di squadra e amico, Paolo Cannavaro, che nulla ha potuto di fronte alla conclusione del talento di Frattamaggiore. Nella circostanza pesa un fallo di Behrami su Berardi non sanzionato dall'arbitro, ma di certo non è stato questo episodio a legittimare un risultato finale mai in discussione.

Proprio Insigne è andato vicino alla doppietta in più d'una occasione, esattamente come è successo a Dzemail che, ottimamente servito da Pandev, subentrato a Higuain, coglieva una clamorosa traversa.
Poteva finire in goleada, come spesso succede al Napoli, ma quello che conta è aver dato una prova di forza maiuscola, e aver limitato al minimo i rischi.

Avanti così, Napoli: ora c'è l'Europa League.

venerdì 14 febbraio 2014

Ayala, libero di... rischiare


foto: www.napolimagazine.com


Nel Napoli è stato famoso soprattutto per i suoi  retropassaggi di testa all'indietro, a servire il portiere senza guardare, rischiando spesso di sorprenderlo. E a volte è capitato, suo malgrado. 

Roberto Fabian Ayala è stato al Napoli per tre anni, dove ha giocato prevalentemente nel ruolo di libero, ancora molto utilizzato tra la metà e la fine anni novanta dagli allenatori italiani. Non sono stati tre anni da incorniciare per la formazione azzurra, considerando che l'ultimo è coinciso con una inesorabile serie B, un ultimo posto ricco di record negativi. Ayala è arrivato a Napoli forte della fascia di capitano che vestiva nella nazionale argentina a soli ventuno anni. Più che libero era un buon difensore centrale, ciononostante riuscì a rubare il posto di libero ad uno come André Cruz, costringendolo a schierarsi a centrocampo. 

Famoso per la sua elevazione, si spingeva spesso in attacco sui calci d'angolo, ma con il Napoli ha segnato un solo gol. Dopo il Napoli ha giocato con il Milan, per poi passare in Spagna. Negli ultimi anni di carriera ha cominciato a vincere qualcosa con la nazionale, segno, forse, che forse l'Italia non faceva per lui.

giovedì 13 febbraio 2014

Napoli, cavalca l'onda!

La strepitosa vittoria sulla Roma al san Paolo, in concomitanza con il ritorno a Napoli di Diego Armando Maradona, che ha sancito la conquista della finale di coppa Italia, ha visto il Napoli in quella che forse è stata la migliore gara della sua stagione.

Se l'attacco ha girato, come spesso succede, molto bene, stavolta ha girato anche il centrocampo, e non solo in fase di impostazione. Il pressing dei mediani è stato continuo, efficace, costante el a difesa ha avuto finalmente la capacità di cercare l'anticipo e magari consentire ai due terzini di spingersi a turno in avanti.
Il Napoli sta iniziando a giocare da vera squadra, e adesso bisogna cavalcare l'onda di questo entusiasmo.

Ora che bisognerà aspettare il mese di maggio per giocarsi la gara secca di coppa Italia contro la Fiorentina, bisogna concentrarsi innanzitutto sul campionato, poi sull'Europa League. Contro una formazione come il Sassuolo, che all'andata ci ha bloccato sul pari, il Napoli è chiamato a dare una di quelle prove di forza che fanno capire all'ambiente e alle avversarie che stiamo parlando di uno squadrone, deciso ad imporre gioco, carattere e soprattutto risultato. 

Se il discorso suddetto è chiuso a meno di suicidi sportivi della Juve, il discorso secondo posto è aperto più che mai.

Dipende tutto dal Napoli, e da se e  come l'ambiente stia dimostrando di maturare.

mercoledì 12 febbraio 2014

Napoli-Roma: le pagelle

Reina 6,5: ad inizio gara un'uscita kamikaze salva il risultato e per poco non ci rimette un ginocchio. Un paio di parate, il resto è normale amministrazione.

Maggio 7: partita impeccabile in difesa sia su Gervinho, sia su Florenzi, sia su Liajic, poi un gran bel cross per la testa di Callejon che segna il primo gol azzurro.

Fernandez 6: un po' in sofferenza su Destro, ma alla fine riesce a limitarlo.

Albiol 6,5: prede le misure agli avversari, cerca spesso l'anticipo. e lo trova.

Ghoulam 6,5: si dedica principalmente alla fase difensiva, preciso, puntuale e veloce.

Inler 6,5: finalmente senso della posizione, carattere, cuore e fiato. Peccato perché non prova il tiro, altrimenti...

Jorginho 7: fa ordine, è vivace, detta il passaggio giusto, soprattutto in verticale. Poi quando accarezza con l'esterno del piede destro quella palla, e la manda in rete alle spalle di De Sanctis è delirio. E' un predestinato, il resto dipende da lui.

dal 40' s.t. Henrique s.v.: esordio, a centrocampo.

Callejon 8: segna un bel gol di testa, ma non finisce qui. Sfiora in due occasioni la doppietta, dialogando alla grande con Higuain. difende con i denti il vantaggio azzurro, dedicandosi ad una copertura sia a destra che a sinistra che dura tutta la partita. encomiabile, commovente, mai domo, costringe Strootman all'espulsione. Un grande, tra i grandi, e grazie al Real per averci dato i suoi scarti.

Hamsik 6,5: sta riprendendo il suo passo, e sta ricominciando a fare entrambe le fasi. Sta tornando, noi lo aspettiamo, perchè è troppo importante per la causa azzurra.

dal 31' s.t.  Behrami s.v.

Mertens 7: utilissimo in fase difensiva. imprendibile con dribbling e velocità in fase offensiva. L'assist a Jorginho per il terzo gol è una perla.

Higuain 7,5: segna un gol assurdo di testa, sbilanciato, quasi da terra. E' il solito trascinatore della fase offensiva. Anche se non corre tantissimo, i suoi tocchi di esterno sorprendono gli avversari lanciano i compagni. E' una risorsa preziosa, dobbiamo tenercelo stretto.

dal 37' s.t. Insigne s.v.

All.: Benitez 7,5: la squadra è come sempre incontenibile in attacco, ma stavolta ha giocato veramente bene a centrocampo. Le ali hanno corso e pressato tanto, i centrali sono stati attenti. In compenso la difesa, sia al centro sia sugli esterni, ha potuto respirare e cercare addirittura l'anticipo. Bisogna continuare così.



Napoli-Roma 3-0

foto: www.corrieredellosport.it

MARCATORI: Callejon al 32° p.t., Higuain al 3° s.t. e Jorginho al 5° s.t. 
NAPOLI (4-2-3-1): 25 Reina; 11 Maggio, 21 Fernandez, 33 Albiol, 31 Ghoulam; 88 Inler, 8 Jorginho (4 Henrique, dal 40° s.t.); 7 Callejon, 17 Hamsik (85 Behrami, dal 31° s.t.), 14 Mertens; 9 Higuain (24 Insigne, dal 37 °s.t.). A disp.: 1 Rafael, 15 Colombo, 2 Reveillere, 5 Britos, 20 Dzemaili, 19 Pandev, 91 Duvan. All. Benitez
ROMA (4-3-3): 26 De Sanctis; 20 Bastos, 17 Benatia, 5 Castan, 35 Torosidis (13 Maicon, dal 4° s.t.); 15 Pjanic (10 Totti, dal 16° s.t.), 16 De Rossi, 6 Strootman; 8 Ljajic (24 Florenzi, dal 10° s.t.), 22 Destro, 27 Gervinho. A disp.: 28 Skorupski, 1 Lobont, 2 Toloi, 33 Jedvaj, 46 Romagnoli, 95 Mazzitelli, 11 Taddei, 94 Ricci. All. Garcia
ARBITRO: Gianluca ROCCHI di Firenze (Assistenti: Vuoto-Marzaloni. IV uomo: Celi)
NOTE - Ammoniti: Benatia (R) al 15° p.t. per gioco falloso, Ljajic (R) per proteste al 21° p.t., Maggio (N) all'11° s.t. per gioco falloso, Callejon (N) al 29° s.t. per proteste, Strootman (R) al 34° s.t. per gioco falloso. Espulsi: Strootman (R) al 35° s.t. per proteste


Napoli in finale di coppa Italia. 

Nella serata che vede Maradona riabbracciare il san Paolo, il Napoli capovolge il risultato e dell'andata e fa secca la Roma con un sonoro tre a zero.

E' stato forse il miglior Napoli della stagione quello visto contro la Roma. Eh sì, perché oltre alla solita fase difensiva micidiale, la formazione di Benitez ha finalmente messo in campo i movimenti giusti anche in fase difensiva. con il centrocampo che pressa anel modo giusto, non rincula più di tanto e aggredisce li avversari con tempismo, anche la difesa può respirare sia sugli esterni che al centro, e cercare talvolta l'anticipo.

Ed ecco che, respirando, trovando il fiato giusto, Maggio non deve solo pensare a difendere e allora ha tempo per disegnare un bel cross per la testa di Callejon, che porta in vantaggio gli azzurri.

Gervinho è la solita furia, ma un po' Maggio, un po' un ottimo Ghoulam lo frenano a dovere. A centrocampo Inler e Jorginho hanno gamba, coprono gli spazi insieme a Hamsik che sta ritrovando il passo per fare entrambe le fasi. Sulle ali Mertens e Callejon commuovono quanto a dedizione tattica.

E poi c'è Higuain, il leader della squadra, lui, capace di segnare un gol di testa in caduta, ostacolato da Castan. Higuain colpisce lo stesso, e fa male, raddoppia, ed è la svolta, proprio nel momento in cui Maradona sta entrando nello stadio per assistere alla partita della squadra che lo ha consacrato dio del calcio.

Maradona esulta come esulterebbe un qualsiasi tifoso, ma poco dopo il tris è un capolavoro. Mertens e Jorginho si invertono i ruoli. Il belga confeziona una palla al bacio a tagliare la difesa avversaria, scatta il brasiliano sul filo del fuorigioco, tocco di esterno morbido, delizioso, palla in rete. Ed è delirio.

Il Napoli gioca sul velluto, fa esordire anche Henrique, dallo stadio scattano gli olé, la Roma rimane in dieci. Maradona saluta e ringrazia. Noi ringraziamo lui, per aver portato fortuna. ma al di là della fortuna, questo è un grande Napoli.

e ora la finale: il problema, adesso, sarà tener fermi i nostri entusiasmi e pensare a campionato ed Europa League senza mai rilassarsi fino alla fine.


domenica 9 febbraio 2014

Napoli-Milan 3-1



foto: www.grr.rai.it


Marcatori: 7’Taarabt (M), 11’ Inler (N), 56’ Higuain (N), 82’ Higuain

Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Albiol, Fernandez, Ghoulam; Inler (88’ Dzemaili), Jorginho; Mertens, Insigne (78’ Callejon), Hamsik (83’ Behrami); Higuain. All. Benitez.

Milan (4-2-3-1): Abbiati; De Sciglio, Mexes, Rami, Emanuelson (69’ Montolivo); De Jong, Essien; Abate, Taarabt, Robinho (46’ Kakà); Balotelli (73’ Pazzini) All. Seedorf

ARBITRO: Massa d’Imperia.
Ammoniti: Abbiati, Inler, Taarabt, Jorginho, Callejon Espulsi:



Il Napoli giallo di sera fa piangere il Milan e Balotelli.

Doppio Higuain e un Inler in rispolvero capovolgono il promontorio della paura chiamato Taarabt, che dopo soli sette minuti di gioco aveva approfittato della solita prateria ormai marchio di fabbrica della fase difensiva azzurra.

Al San Paolo le due squadre si sono affrontate a viso apertissimo, lunghe, dalle difese ballerine e gli attacchi micidiali, ma alla fine micidiale là davanti è sempre il Napoli, che sfrutta a dovere la velocità di Insigne e Mertens, e la cattiveria sotto porta di Higuain che si conferma ancora una volta uomo doppietta.

C'è poco da fare: il Napoli quando applica alla lettera il modulo del suo tecnico vince: pressing alto, ripartenze fulminee e fasce attive in sovrapposizione alternata. Sono questi gli ingredienti del Napoli vincente, cui manca solo il condimento di una fase difensiva che spesso lascia quelli di difesa inermi contro gli attacchi avversari. Peccato solo per i tre ammoniti, Callejon, Jorgino e Inler: tutti diffidati, contro il Sassuolo non ci saranno.

Bella vittoria, quindi, che dà entusiasmo, ma che non deve dare esaltazione: mercoledì c'è la Roma, e il Napoli si gioca una fetta di stagione.

giovedì 6 febbraio 2014

Cruz: un nome, un calcio di punizione

foto: www.napolimagazine.com.cn 

"Cruz, Cruz, Cruz, Cruz, Cruz...".

Fare il suo nome al'infinito:era questo il modo per inneggiare a uno dei brasiliani dai piedi migliori mai transitato all'ombra del Vesuvio. e i tifosi lo chiamavano soprattutto quando era il momento di tirare i calci di punizione. Andrè Cruz faceva ancora più notizia perché tirava sì le punizioni, ma era difensore, e spesso la buttava dentro come un attaccante. A Napoli si finì per parlare addirittura di "posizione Cruz" quando c'era quel tiro da fermo leggermente decentrato a destra, non molto distante dal limite dell'area, che potesse scatenare il suo sinistro forte ma anche al tempo stesso vellutato. Ne nascevano traiettorie spesso imprendibili per i portieri avversari. Il suo nome, Cruz, croce, faceva pensare inevitabilmente all'incrocio dei pali, cui spesso mirava, e spesso gli andava alla grande.

Con la maglia del Napoli in tre anni Cruz mise a segno tredici reti, molte delle quali ebbero origine dalle sue micidiali punizioni. Non erano anni esaltanti quelli per il Napoli, ma Cruz, che giocava principalmente da libero, ruolo ormai che non esiste praticamente più, riusciva a combinare una eccellente fase difensiva, con la bravura nel far ripartire l'azione. fu sotto la guida del "santone" Boskov che lo ribattezzò prontamente "ANDREA CRUZ".

Con l'avvento sulla panchina azzurra di Gigi Simoni che gli preferì nel ruolo di libero Ayala, costringendolo ad uno spostamento a centrocampo, Cruz capì che era il momento di cambiare aria. Passò addirittura al Milan, per poi cambiare quasi subito di nuovo maglia, e arrivare allo Standard Liegi, dove ha collezionato la maggioranza dei suoi successi in carriera.


Non avrà vinto, tanto, a Napoli non ha vinto niente, ma è probabile che dopo di lui giocatori abili a tirare così le punizioni, a Napoli difficilmente ne sono capitati.

Roma-Napoli: le pagelle

Reina 6: tutto sommato positiva la sua prova con un paio di parate importanti. Sul primo gol però uscita un po' avventata su Gervinho, che non porta a nulla se non al gol della Roma.

Maggio 5,5: parte bene su Gervinho, poi inizia a soffrirne gli scatti continui.

Fernandez 5,5: anche lui in difficoltà con Gerinho, oltre che con Ljaic che spesso lo punta.

Albiol 5,5: deve fare gli straordinari a scalare spesso in difesa. Colto di sorpresa in un paio d'occasioni.

Reveillere 5,5: la sua partita finisce quasi subito. Bruciato in velocità da Gervinho.

dal 23' Ghoulam 6: grande sinistro, discreta corsa. I compagni devono cercarlo di più.

Inler 5: continua a non reggere a centrocampo. In fase offensivo non è decisivo nemmeno più con il tiro. In difesa non rientra quasi mai, pur essendo il suo ruolo.

Jorginho 5,5: prova a creare le geometrie, ma la difesa della Roma si mantiene alta e non riesce a ragionare.

Insigne 6: quando passa la palla, il Napoli segna. Se se ne rendesse conto... Prezioso comunque anche in ripiegamento.

Hamsik 5: perde una palla a centrocampo che porta al raddoppio della Roma. Non riesce a trovare spazi.

dal 65' Mertens 6,5: segna un gol dei suoi: gran destro, serpentina, e palla in rete. Aiuta in fase difensiva.

Callejon 6: prezioso soprattutto in copertura, anche se non si risparmia mai, nemmeno in attacco.

Higuain 6: fa valere il suo tasso tecnico pur non partecipando alle azioni con quantità. Sul primo gol causa l'autorete della Roma, sul secondo è bravo a portarsi via Benatia, aprire lo spazio a Mertens che è poi andato in gol. Sostituito, sarà un caso, ma il Napoli subisce il terzo gol, quello fatale.

dal 83' Behrami s.v.: bentornato.

All.: Benitez 6: la squadra si è mostrata a tratti quadrata, anche se persistono errori in fase difensiva, più a centrocampo che in difesa. Ha tolto un attaccante per inserire il terzo centrocampista, una mossa inedita per lui, e incredibilmente la Roma segna. Speriamo non lo interpreti come un segno negativo. Al ritorno tutto è ancora possibile.

mercoledì 5 febbraio 2014

Roma-Napoli 3-2

ROMA (4-3-3): 26 De Sanctis; 13 Maicon, 5 Castan, 17 Benatia, 35 Torosidis; 16 De Rossi, 6 Strootman, 44 Nainggolan (59' Pjanic); 8 Ljajic (70' Florenzi), 10 Totti (64' Destro), 27 Gervinho A disp.: 1 Lobont, 28 Skorupski, 33 Jedvaj, 46 Romagnoli, 11 Taddei, 20 Bastos, 94 Ricci
All.: Rudi Garcia
SQUALIFICATI: -
DIFFIDATI: Castàn, Benatia, Nainggolan, Florenzi
INDISPONIBILI: Balzaretti, Dodò, Toloi
NAPOLI (4-2-3-1): 25 Reina; 11 Maggio, 21 Fernandez, 33 Albiol, 2 Reveillere (23' Ghoulam); 88 Inler, 8 Jorginho; 24 Insigne, 17 Hamsik (65' Mertens), 7 Callejon; 9 Higuain (83' Behrami) A disp.: 1 Rafael, 15 Colombo, 3 Uvini, 5 Britos, 20 Dzemaili, 19 Pandev, 91 Duvan
All.: Rafael Benitez
SQUALIFICATI: -
DIFFIDATI: Albiol, Jorginho, Higuain
INDISPONIBILI: Zuniga, Mesto
ARBITRO: Bergonzi di Genova ASSISTENTI: Nicoletti e Grilli IV UOMO: De Marco
MARCATORI: 13' Gervinho (R), 32' Strootman (R), 46' autogol De Sanctis (N), 70' Mertens (N), 87' Gervinho (R)
AMMONITI: 38' Nainggolan (R), 84' Inler (N)

I soliti errori e, come dice Benitez, il cuore non basta. Ci vuole la testa. E quella manca spesso al Napoli, soprattutto a centrocampo. La mediana del Napoli è  spesso spopolata, disabitata, e gli avversari ne approfittano. Oggi la semifinale d'andata di coppa Italia è terminata tre a due per la Roma. Ci è andata bene, tutto sommato, ed al ritorno possiamo capovolgere il risultato. Ma quanti errori, troppi, tutti evitabili. Stavolta meno marchiani rispetto a Bergamo, ma ancora troppi, in fase tattica.

Il Napoli aveva fatto ben sperare, rintanandosi bene in copertura, pronto a partire in contropiede, quadrato, come si gioca in Italia, ma poi alla prima azione offensiva sbagliata, alla prima palla persa, è tornato il vecchio Napoli pasticcione che subisce inerme le sortite avversarie.

Nella circostanza del primo gol giallorosso, seppur Totti è un maestro a verticalizzare di prima, è pur vero ce non ci sono stati uomini a contrastare il passaggio. e' stato facile poi, per Gervinho, bruciare in velocità il povero Reveillere, costringerlo a uscire per un problema muscolare, e insaccare alle spalle di Reina.

Un vero e proprio scandalo il raddoppio romanista. Strootman trova una vera e propria prateria davanti a sé, perchè Hamsik perde palla sulla trequarti e Inler non ripiega, Jorginho è fuori posizione, la difesa rincula, temporeggia, ma non pressa, e per il romanista è facile sparare una bomba all'incrocio dei pali.

Il Napoli solo cuore, appunto, reagisce in apertura di ripresa, con un po' di fortuna, raggiunge addirittura il pareggio con uno strepitoso Mertens. Pressa, sempre con il cuore non con la testa, visto che spesso si sfilaccia, e quando si sfilaccia sono rischi contro questa Roma.

Infatti la Roma ci crede, e sfonda, con una bella azione sulla trequarti, che manda in rete ancora Gervinho.
A tratti il Napoli ha giocato bene, ora quel "tratti" deve coprire l'intera gara.

Al ritorno, comunque, tutto è ancora possibile.

domenica 2 febbraio 2014

Atalanta-Napoli: le pagelle

Reina 5: grave errore in occasione del primo gol dell'Atalanta.

Maggio 5: a lezio di geometria, non azzecca un passaggio.

Albiol 5,5; superato un paio di volte pericolosamente da Moralez, fa sbandare tutta la difesa.

Fernandez 4,5: per Maxi Moralez è un birillo, per Denis un picchiatore, ma ciò non gli pregiudica la possibilità di segnare una doppietta.

Reveillere 5,5: si consiglia lo stesso docente di ripetizioni di Maggio.

dal 24' s.t. Ghoulam 6: esordire in una gara come questa se non uccide fortifica.

Inler 4: disastro. E non solo per l'assist al raddoppio di Denis. Gli manca inventiva, corsa, precisione, condizione. Obiettivo: panchina.

Dzemaili 4,5: grave errore in occasione del primo gol. Non si riscatta più.

dal 24' s.t. Jorginho 6: fa quello che può, quando la situazione è già compromessa.

Callejon 6: un primo tempo esemplare: corsa, attacco, difesa. Poi si rassegna.

Pandev 5: lento nei movimenti, si fa recuperare facilmente dagli avversari. Una debole conclusione vanifica una ghiotta occasione nella ripresa.

Mertens 5,5: corre solo nel primo tempo. E' ben contrastato, e nella ripresa sbaglia un gol clamoroso.

Zapata 5: troppo lontano dalla porta. Si limita solo a difendere palloni. Non punge mai.

dal 13' s.t. Higuain 5,5: una conclusione ben parata da Consigli, il resto anonimato.

All.: Benitez 5: pesano, anche se in maniera non determinate rispetto agli errori dei singoli, le sue scelte relative alla formazione. Zapata non ha il passo del titolare, anche se Higuain andava sostituito. Pandev non regge più di un tempo, Jorginho meritava spazio al posto di un Inler in questo periodo veramente negativo. Sbagliati anche i cambi, troppo nel finale. La squadra, anche se deve avere una precisa identità, è chiamata necessariamente ad avere un atteggiamento diverso contro certe squadre e in alcuni frangenti della partita. Giocare all'italiana in certi casi non è un offesa, italianizzarsi a volte è importante, soprattutto per una squadra che gioca nel campionato italiano contro squadre italiane.

Atalanta-Napoli 3-0

Atalanta (4-4-1-1): Consigli; Benalouane, Stendardo, Yepes (34'  Lucchini), Del Grosso; Raimondi, Migliaccio, Baselli (12' st Cigarini), Bonaventura; Moralez; Denis (40' st Cazzola). A disp.: Sportiello, Frezzolini, Giorgi, Brienza, Estigarribia, Kone, Nica, De Luca. All.: Colantuono
Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Albiol, Fernandez, Reveillere (dal 24' s.t. Ghoulam); Inler, Dzemaili (24' st Jorginho); Callejon, Pandev, Mertens; Zapata (13' st Higuain). A disp.: Rafael, Colombo, Uvini, Britos, Ghoulam, Radosevic, Jorginho, Bariti, Hamsik, Insigne. All.: Benitez
Arbitro: Rizzoli
Ammoniti: Reveillere, Mertens
Reti: 1' st e 19' st Denis, 24' st Maxi Moralez

Disfatta, incredibile disfatta per il Napoli a Bergamo contro l'Atalanta. Descrivere queste partite è sempre difficile, perchè a pesare su una sconfitta così gravosa sono stati una serie di fattori.

Pesano soprattutto quattro errori individuali, che hanno portato alle tre reti della formazione atalantina, che dalla sua ha avuto solo il merito di coprire bene gli spazi in difesa.

In occasione del primo gol, Dzemaili regala il pallone agli avversari, propiziando il primo gol di Denis, che finisce in rete grazie anche ad un errore di Reina.

La seconda marcatura è propiziata da un vero e proprio assist di Inler a Denis, mentre sulla terza, Fernandez subisce in maniera netta e inequivocabile la velocità di Moralez, che lo induce a perdere il passo e a smarcarlo nettamente verso la porta.

Pesano, inoltre, sulla partita le scelte del tecnico Benitez. Ha lasciato a riposo Jorginho, Hamsik, Insigne e Higuain, lasciando spazio a Pandev, Zapata, Dzemaili e Mertens. Se questi giocatori hanno già vinto contro il Genoa, è pur vero che oggi hanno pesato in negativo sull'economia della partita. Il tecnico forse pensava alla partita di coppa contro la Roma, che tra l'altro non ha giocato, visto che la partita è stata sospesa per pioggia. Il sacrificio di alcuni big, quindi, non si rivelerà decisivo, almeno sul piano delle energie.

Il Napoli ha costruito poco, si è fatto fermare sugli esterni, a centrocampo è stato spesso impreciso. Se nel primo tempo ha contenuto, nella ripresa si è fatto male da solo.

Con la concomitante sconfitta della Fiorentina, poco cambia in classifica. Ma il rammarico cresce, nei tifosi cresce il disappunto. Benitez inizia a sbagliare seriamente: se il modulo non lo si intende cambiare, per una serie di motivi, ora è chiaro più che mai quanto sia importante, in certi casi, italianizzarsi nel gioco. Siamo pur sempre iscritti al campionato italiano di calcio...