martedì 26 gennaio 2010

Cosa manca al Napoli per diventare grande?

Il Napoli ci sta entusiasmando, facendo sognare, e tra noi napoletani, che siamo tanti sparsi per il mondo e tutti innamorati della maglia azzurra, diventa fin troppo facile sognare. E a volte addirittura volare.

Essere quarti per noi napoletani vuol dire subito puntare allo scudetto, ma, come anche il toscanaccio Mazzarri ha fatto, e continua a fare, e speriamo farà fino alla fine della stagione, il pompiere. Subito dopo la gara col Livorno lo ha detto chiaramente: “Per lo scudetto se ne parlerà nei prossimi anni”.

Per adesso gli azzurri devono fare il massimo che è nelle loro possibilità, considerando ogni gara come una finale e inseguendo l’Europa, che sia essa l’Europa League o la Champions League. Riuscirci sarà difficile perché il campionato è ancora lungo, e perché le grandi ora in calo sicuramente si riprenderanno.

Ma non guasta riflettere un po’ sulla nostra squadra del cuore, su quello che sta facendo, e su quello che le manca per diventare una grande del campionato italiano.

Il mercato di gennaio in entrata ha portato il solo Dossena che, seppur deve recuperare la condizione giusta, ha mostrato di dare il suo apporto a sinistra, pur dando atto a Aronica dell’ottima stagione che sta disputando da quando è arrivato Mazzarri.

In uscita, invece, si sono registrate le partenze di Datolo e Contini, partiti per squadre non italiane, in prestito, proprio per non ritrovarceli contro, e nella speranza che si migliorino: Datolo dal punto di vista tecnico, Contini sotto il profilo mentale.

Il Napoli, in effetti, avrebbe bisogno di qualche rinforzo, almeno uno per reparto, ma non tanto per scalzare gli ottimi attori dell’attualità, quanto per avere il più possibile alternative in vista del prosieguo di una stagione lunga e piena di insidie.

Servirebbe, quindi, un difensore centrale forte di testa, visto che, una volta Rinaudo, una volta Campagnaro, e spesso Santacroce, si assentano vuoi per squalifica vuoi per infortunio.

A centrocampo serve un altro incontrista, visto che Pazienza, altro giocatore rigenerato dalla cura Mazzarri, non può fare tutto da solo insieme a Gargano, che è forse l’unico giocatore insostituibile, pur tenendo presente i numerosi errori che ancora commette. Con la squalifica di Pazienza nella gara di sabato contro il Genoa si rischia l’inferiorità numerica a centrocampo, dove Cigarini, nonostante il bel gol messo a segno contro il Livorno, continua ad essere un oggetto misterioso, e non riesce a trovare il giusto ruolo in mezzo al campo. Non ha sfigurato come trequartista, ma in quella posizione la concorrenza non manca. Vogliamo, anzi pretendiamo un Hamsik più leader. L’esperienza che avrà modo di fare anche nei prossimi mondiali farà dello slovacco un campione internazionale, che la smetterà di nascondersi dietro ai compagni quando si tratta di essere arrembanti, costruire il gioco e mettere paura all’avversario costringendolo a difendersi.

In attacco, premesso che dobbiamo essere più cattivi, cinici e spietati, aumentando la nostra percentuale realizzativa, non farebbe male una prima punta forte fisicamente, che possa giocarsi il posto da titolare con Denis, e anche con Quagliarella, a seconda dell’avversario che si abbia di fronte. Lavezzi, genio azzurro, non deve avere alcun alter ego. Un giocatore come lui è unico e può essere decisivo, ammesso che riesca finalmente ad acquisire quella disciplina tattica che ancora gli manca.

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