I nerazzurri dell’Atalanta sono quasi spacciati, ma la matematica non li condanna. Ai ragazzi di Mutti serve un miracolo, ma non deve essere il Napoli a favorirlo. Contro l’Atalanta domani si dovrà andare senza pietà, pronti a vincere questa gara, e possibilmente a chiuderla fin dall’inizio.
Il san Paolo sarà pieno, per ringraziare squadra e società di aver centrato l’Europa League, ma il campionato non è finito: c’è da coronare la stagione piazzandosi sesti e evitando i preliminari di luglio, ma soprattutto, lasciare la Juve, rivale di sempre, sotto di noi, a macchiarsi dell’onta di una stagione fallimentare, dimostrazione che il tanto vantato stile Juve non è più quello di una volta, e forse era positivamente condizionato dai favori del Palazzo…
Il Napoli deve dare una dimostrazione importante, che merita questa posizione, e che ha birra in corpo anche a fine stagione, elemento che potrebbe essere favorevole anche per chi tra le fila azzurre aspira al Mondiale in Sudafrica…
E, soprattutto, allontanare i sospetti di combine che qualcuno ha avanzato, per la verità, a mente fredda, non in maniera esagerata, dopo Chievo-Napoli di domenica scorsa.
Quagliarella, che rientra in campo dopo tre settimane di vacanza forzata, deve dimostrare di essere un professionista, cosa che non ha saputo fare sempre, seppur ha mostrato grande attaccamento alla maglia. Per lui non è esclusa la cessione, quindi ha due giornate per convincere Mazzarri a tenerlo, dopo aver quasi convinto Lippi a portarlo ai mondiali. Il Napoli tutto, in verità, deve meritare la riconferma: in tempo di calciomercato tutti sono in bilico e tutti possono essere sostituiti. Lo stesso Hamsik, che sembrava incedibile, dovrà discutere il suo rinnovo, salvo ripensamenti, è il caso di specificarlo. Quale miglior gara per mettere in difficoltà tecnico e società, agguantando uno spicchio di sesto posto, tenendo sempre presente che tifosi, ambiente e addetti ai lavori ricordano il piazzamento finale più facilmente dell’ottimo andamento di metà campionato.
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