“Voglio il Napoli, ma il Napoli non mi vuole: la società e il presidente pensano ad altre cose”. Firmato Fabio Cannavaro. Lui, l’icona che quattro anni fa ha alzato la coppa del Mondo, dopo essere partito da Napoli che era un ragazzino quasi sconosciuto, fino a diventare un campione vero, bandiera della nazionale, con il record di presenze che può ancora migliorare, pallone d’oro e asso del Real Madrid.
L’apice della sua carriera è ormai alle spalle, e Cannavaro, quasi trentasette anni, è reduce da una stagione mediocre, tanto che dal 30 giugno sarà incredibilmente un calciatore disoccupato. Ed ecco che Fabio, che non ha mai rinnegato le sue origini, con molti atti di beneficienza, si mette a ripensare al suo Napoli.
Come l’anno scorso, però, il Napoli, ed in particolare il presidente De Laurentiis, ha fatto capire sogno, che il calciatore non rientra nei suoi programmi, vuoi per il discorso dell’età, vuoi per l’ingaggio, vuoi perché non è nemmeno poi tanto giusto ricordarsi delle proprie origini nel momento del bisogno, quando peraltro si è a fine carriera, e non si può più dare quell’apporto di cui il Napoli potrebbe aver bisogno. Questo nonostante, lo si deve dire, Cannavaro andò via da Napoli per ripianare i debiti della società azzurra, che a quei tempi aveva iniziato la sua parabola discendente che ha poi portato al fallimento del 2003.
Cannavaro, insomma, nonostante il valore indiscusso, finirebbe per divenire quasi un problema per il Napoli. Per non parlare dello spogliatoio dove, seppur ritroverebbe il fratello Paolo, sarebbe una difficile gatta da pelare per Mazzarri, che già l’anno prossimo avrà qualche problema in più da gestire, figuriamoci con un ex campione come Cannavaro, di sicuro poco propenso a fare il panchinaro.
Cannavaro, se veramente ama il Napoli, potrebbe tornarvi da dirigente, magari l’anno prossimo, quando, come dice lui, avrà smesso di giocare a calcio, al termine di una carriera che sicuramente è stata strepitosa. Da dirigente Cannavaro potrebbe portare la sua esperienza di uomo di calcio, oltre che, se volesse, anche un contributo in termini economici per il presidente De Laurentiis, che ormai capitalizza la società da solo da ben sei anni. In questo modo Fabio può rispolverare il bel ricordo che i tifosi del Napoli hanno di lui, senza rischiare di incrinare il rapporto, anzi, contribuendo in positivo al miglioramento della squadra della sua città.
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