Perdere col Milan brucia, eccome. Soprattutto in gare come quella di un lunedì piovoso, conclusasi da poco in un san Paolo ancora una volta gremito. Il Napoli parte bene, ad armi pari. Il Milan è più forte nel palleggio, si vede, la tecnica è superiore. Pirlo, Robinho, Ibra sono veramente forti, ma il Napoli dà l’impressione di potercela fare, di tenere botta, di essere ancora una volta quel Napoli che piace tanto ai suoi tifosi.
Invece no, il giocattolo si rompe, il Napoli scivola sotto la pioggia. Il Napoli subisce un gol per disattenzione, poi Pazienza, nel finale di primo tempo, si fa espellere in maniera incredibile, lasciando la squadra in inferiorità numerica.
Nella ripresa il Napoli ci prova, ma subisce il raddoppio, poi si scuote, accorcia le distanze con un gol memorabile di un grande Pocho, ma è troppo tardi. Il Pocho, c’è da dirlo, ha mandato in analisi Papastatopuolos, che gli ha fatto anche un nettissimo fallo da rigore non sanzionato dall’arbitro Rizzoli.
Fa male perdere così, davvero tanto, anche perché il Napoli nel complesso non ha giocato male, ma ha avuto il demerito di non imporre il proprio gioco sin dall’inizio, consegnandosi ad un Milan che ha gestito la gara a proprio piacimento, facendo affidamento sul palleggio, che è la sua arma migliore.
Adesso quello che il Napoli deve fare è riprendersi presto, alzarsi e combattere, a partire dalla prossima gara, in programma in trasferta con il Brescia. Gli azzurri di Mazzarri, che ancora una volta ha lanciato frecciate agli arbitri, devono fare tesoro delle cose che non sono andate contro il Milan, e cercare di non ripetere gli errori commessi. Più cattivi in attacco, magari non dopo aver subito, ma soprattutto attenzione ai falli. Quella di Pazienza è, infatti, la seconda espulsione consecutiva dopo quella di Cannavaro a Catania. Ora bisogna stare attenti, perché occorre riprendere presto a vincere. E intanto, data la probabile squalifica di Pazienza, potrebbe tornare in squadra Blasi, sperando che non faccia anche lui ancora una volta del suo peggio dal punto di vista caratteriale.
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