domenica 8 marzo 2009

Il silenzio dei tifosi, la conferma di Reja, l’infortunio di Maggio.

Il Napoli perde in maniera incredibile, ma stavolta i tifosi non contestano. Un gruppo di poche decine di persone aspetta la squadra fuori dallo stadio, ma restano in atteggiamento più che civile. Niente cori, né striscioni, come fu in occasione della sconfitta con il Genoa, quando si diede via al ritiro, che tra l’altro ha portato un’altra sconfitta.

I tifosi attendono silenziosi, per capire quale possa essere il fondo di questa squadra. Seppur con la Lazio qualcosa si è visto, qualche azione ben costruita, ma non sfruttata a dovere, sorprende e sconcerta la pochezza mentale di questa squadra, incapace di mettere in campo quella cattiveria agonistica e l’entusiasmo che aveva ad inizio stagione, che piaceva ai propri tifosi oltre che ai buongustai del calcio. Brava la Lazio a giocare con opportunismo, ed a dimostrare che da sempre nel calcio ha ragione chi fa gol.

I tifosi attendono silenziosi, sperando di poter vedere nuovamente questa squadra tornare a vincere, ad inseguire il traguardo stagionale che è il miglioramento dell’ottavo posto, quindi un piazzamento Uefa.

La società intanto ha confermato il tecnico Reja, almeno per adesso, ma la fiducia sembra stavolta essere a tempo. Nella sfortuna generale, che pure sta avendo il suo ruolo, si aggiunge un altro infortunio, quello di Christian Maggio. Sfortunato davvero il centrocampista azzurro, che in questo periodo non era al top della condizione fisica. Entrato nel finale, Maggio si è fatto male praticamente da solo, rimediando una seria distorsione al ginocchio, che sarà meglio valutata nei prossimi giorni.

Sfortuna su sfortuna. Dobbiamo fare un grosso IN BOCCA AL LUPO a Maggio e a tutto il Napoli!!

3 commenti:

assenzio_1982 ha detto...

Al peggio non c'è mai fine...

Anche la gara con la Lazio è andata a farsi benedire: 2-0 e tutti a casa. questo Napoli non solo non sa più vincere, ma non sa più giocare a calcio. quanto visto nella gara con la squadra di Delio Rossi esprime tutto ciò che non si deve mai fare quando si gioca una partita, quantomeno quando si gioca in serie A: sul primo goal di Rocchi è imbarazzante il modo in cui Foggia è riuscito a tagliare in 2 il campo per servire il compagno assolutamente indisturbato e, sulla seconda rete, c'è poco da aggiungere sul modo assolutamente goffo con cui i difensori hanno accennato un contrasto. così non va.

certamente questi giocatori non erano fuoriclasse prima di natale e senz'altro non sono diventati brocchi. è chiaro che la confusione, la paura e lo sconforto stanno prendendo il sopravvento sulla grinta delle scorse settimane. nelle gare contro Juventus e Fiorentina, dove pure non è stato raccolto nulla, almeno si era vista una squadra vogliosa e capace di impensierirel'avversario. ieri, invece, abbiamo assistito alla peggior gara in assoluto del 2009.

ma in tutta questa confusione, dove è andata a finire la società? per l'ennesima volta è stato il solo Reja a presentarsi in conferenza stampa a commentare la sconfitta. Marino ha schivato ancora una volta i microfoni, e De Laurentis non era presente neanche allo stadio. l'unica cosa certa è che si va avanti con Reja sino al termine della stagione abbandonando, a questo punto, qualsiasi sogno europeo e cercando di conquistare quanto prima questi benedetti 6 punti per la salvezza. probabilmente si tratta della scelta migliore. del resto anche Lazio ed Udinese hanno vissuto momenti infernali come quello attuale del Napoli, ed i presidenti hann avuto la forza e la felice intuizione di confermare i tecnici.

alle sconfitte, purtroppo, si stanno aggiungendo pesanti defezioni in rosa: possiamo anche salutare adesso gli sfortunati Gargano e Maggio per i quali la stagione si conclude oggi. ciò implica che Reja dovrà fare " di necessità...virtù", mescolando le carte in tavola e dando spazio a chi, fino ad oggi, ha giocato poco. a proposito, l'unica nota lieta porta il nome di Russotto. il giocatore, sempre impiegato nei minuti finali, ieri è entrato al 70° ed ha strappato apllausi al pubblico napoletano che, per tutti gli altri giocatori, ha avuto solo fischi e cori di protesta.

si dice che il carattere di una squadra viene fuori nei momenti di maggiore difficoltà. anche le altre squadre hanno dovuto fare a meno degli uomini migliori ed hanno fronteggiato gravi situazioni di emergenza: la Juventus può fare scuola a tutti con i suoi 57 infortuni dal 5 luglio 2008 sino ad oggi. xciò è inutile piangere sugli infortuni di Gargano e di Maggio, nè è costruttivo sperare che Mannini possa ricevere la grazia dal tribunale di Losanne...bisogna arrivare sino alla fine con questi uomini e, con queste forze, bisogna uscire dalla crisi.

concludo con un interrogativo: dato che il 4-3-1-2 ha per l'ennesima volta dato buca, che dobbiamo aspettarci per la prossima partita? io non credo che cambiare modulo con questa velocità possa giovare alla squadra ed ai risultati...un ritorno al 3-5-2 è d'obbligo. forse, Datolo permettendo, si potrebbe abbozzare un 4-4-2...

Antonio ha detto...

per Maggio, intanto, stagone finita: si è rotto il legamento crociato!

Incredibile, se si pesa che solo due giorni prima un altro infortunio grave è capitato a Gargano.

Entrambi, molo probblmente, dovranno essere operati....

E ora? Tutti in ritiro a Lourdes?

assenzio_1982 ha detto...

Caro Antonio, anche io l'ho scritto...possiamo salutare oggi Gargano e Maggio dicendogli " arrivederci a settembre"...il ritiro a Lourdes non serve: la Juventus che sta là vicino ci avrà fatto un pensierino, ma è servito a ben poco. questi infortuni, tuttavia, offrono il fianco a svariate interpretazioni. mi viene da fare una considerazione su tutte: è vero o non è vero che Reja ha sempre insistito sugli stessi undici??? la frattura di Gargano ( stessa di Sissoko) al quinto metatarso, è anche chiamata frattura da stress...troppe gare, troppe partite, troppo stress agonistico insomma. ma oltre a puntare il dito contro Reja, va puntato anche contro Marino che, non sfruttando le risorse messegli a disposizione da De Laurentis, ha di fatto offerto poco materiale umano su cui lavorare al mister.