Il 10 marzo sarà ricordato per molto tempo nella storia recente del Napoli. Soprattutto perché dalle ultime ore di questa incredibile giornata, il Napoli ha un nuovo allenatore: Roberto Donadoni subentra a Edy Reja.
La decisione era attesa, pronosticata, ed alla fine è avvenuta, ma fa scalpore lo stesso, considerando come è maturata. Ieri si vociferava di un contatto con Donadoni, dopo che Zaccheroni, altro papabile, aveva rifiutato. Stamattina, poi, voci troppo insistenti per essere false, che parlavano di un contatto tra Marino e Donadoni. Poi si fa ora di pranzo, ora dell’allenamento degli azzurri, e la curiosità cresce. Il colpo di scena, però, non c’è: sul prato verde di Castelvolturno c’è Reja, che parlotta con i calciatori, come sempre avviene dopo una sconfitta, poi l’allenamento parte, purtroppo a ranghi ridotti considerati i molto infortuni.
Sembrava una fiducia a tempo, magari da prendere nuovamente in considerazione in caso di mancato risultato a Reggio, invece in serata, verso le 11, arriva un comunicato della società, scarno, come sempre in queste circostanze, che esonera Reja e nomina nuovo tecnico Roberto Donadoni.
Donadoni sarà da subito operativo in occasione della doppia seduta del mercoledì, ed è chiamato a rilanciare il Napoli sul piano del gioco, ma soprattutto del morale. Proprio lui, che di carattere non è un motivatore nato, ma sicuramente una brava persona, che ama lavorare. Dal punto di vista dello schema di gioco, preferisce, così come in nazionale, una difesa a 4 con il trequartista alle spalle delle due punte. Nei prossimi giorni ci scervelleremo a dovere sul modulo e sugli schemi, come è giusto che sia, perché ci piace. Ma adesso il pensiero va rivolto a due considerazioni.
La prima riguarda la pessima gestione di questa vicenda da parte della società. Personalmente, sono tornato indietro con la mente agli anni di Ferlaino, autore di molti esoneri a sorpresa, uno dei quali (quello di Guerini) che venne comunicato al tecnico dai giornalisti che lo stavano intervistando. Reja viene prima mandato in campo a dirigere l’allenamento, e poi viene mandato via. Il ripensamento probabilmente si deve ad una disponibilità immediata di Donadoni avuta solo in serata. Non meritava questo trattamento Reja, un tecnico fedele alla causa per 5 anni, nonostante i suoi limiti, ma di certo un buon uomo, che ha più volte detto apertamente di voler bene a presidente e direttore.
Il secondo pensiero riguarda proprio Edy Reja. Il tecnico ha dato tanto al Napoli, ma ha messo in luce i suoi limiti: non sa leggere la partita in corsa, non sa motivare il gruppo, ma ha saputo tirare fuori il Napoli dalle sabbie mobili del passato, e questo gli va dato atto. Che si goda una meritata, degna e lussuosa pensione, a Napoli credo sarà comunque il benvenuto, anche perché molti ce l’hanno principalmente con la squadra.
Con l’addio di Reja si chiude un’era e se ne apre un’altra nel Napoli. La squadra non è più la grande famiglia delle origini, quando i calciatori si auto – finanziavano per acquistare i palloni, ma è una rosa da mettere insieme con sempre maggiore difficoltà (come dimostrano anche le liti interne sempre più frequenti). Lo stesso de Laurentiis si è “macchiato” del suo primo licenziamento, e ben presto, insieme a Marino, dovrà fare i conti con i capricci dei campioncini o presunti tali, sia di quelli che ha, sia di quelli che vorrà, e a volte dovrà, portarsi a casa. Ora si vedrà se il Napoli può fare il salto di qulità, o restare una provinciale. In ballo c’è sempre più il progetto sulla lunga distanza. Donadoni ha dalla sua l’età e l’esperienza che è riuscito a farsi grazie alla Nazionale. Ma la differenza la fanno sempre i calciatori. Quindi, da questo scorcio di fine stagione, si dovrà decidere, senza alcuna pietà, chi prendere, chi lasciare, e chi magari riprendere…..
2 commenti:
Caro Antonio, per quanto io non sia amante degli avvicendamenti di allenatori in corso d'opera, devo dire che con questo gesto la dirigenza ha dato un segnale forte alla squadra e sono certo che molti giocatori, già da domenica a Reggio Calabria, ritroveranno le motivazioni giuste. Reja va soltanto ringraziato per i risultati importanti che ha ottenuto con questa squadra, aldilà delle sue pecche personali, ed oggi, a mio avviso, paga la scelta d'esser stato un tecnico aziendalista. ha sempre accettato passivamente le scelte di Marino che all'interno della società calcio Napoli svolge il ruolo di factotum...quando è arrivato Datolo, con tutto il rispetto per il calciatore, Reja avrebbe dovuto alzare la voce e, magari, dimettersi proprio in quella circostanza. invece no...anzi, si è reso ridicolo dinanzi alla stampa ed ai tifosi, ammettendo di aver visto il calciatore sono in videocassetta...personalmente non sono mai stato un fan della mentalità del tecnico goriziano, e tuttavia gli esprimo tutta la mia solidarietà per come è stato trattato dalla dirigenza. a questo punto non ci resta che fare il tifo per Donadoni...sperando che il suo ingaggio dia subito una bella svegliata alla squadra...
sono d'accordo con te sull'aziendalismo di reja e sulla riconoscenche dobbiamo avere per la scalata a cui ha cntribuito....il suo carattere ed il fatto che è un buon uomo non riescono a rendermelo antipatico..ma i suoi limiti si sono visti ed alla fine a questo punto della stagione puo solo pagare l'allenatore se le cose vanno male...
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