domenica 15 marzo 2009

Reggina-Napoli 1-1

Reggina: Puggioni, Lanzaro, Valdez, Cirillo (25' st Krajcic), Sestu (42' st Stuani), Carmona, Barillà, Costa, Cozza (33' st Di Gennaro), Brienza, Corradi. A disp. Marino, Ceravolo, Cascione, Adejo. All. Orlandi

Napoli: Navarro, Santacroce, Cannavaro, Contini, Aronica, Blasi, Pazienza, Bogliacino (33' st Montervino), Hamsik, Lavezzi, Zalayeta (42' st Russotto). A disp. Bucci, Grava, Rinaudo, Amodio, Denis. All. Donadoni

Arbitro: Trefoloni di Siena

Marcatori: 27' pt Corradi (R), 20' st Lavezzi (N)

Note: ammoniti Cirillo, Corradi, Bogliacino, Zalayeta, Aronica

Solo un punto, ma va bene così. Il primo Napoli targato Donadoni-Reja esce indenne dalla trasferta di Reggio Calabria. Rotto il brutto filotto di nove sconfitte consecutive in trasferta. Buon temperamento dopo il pareggio, a testimonianza che il morale sta tornando, e probabilmente con esso tornerà anche la corsa e la volontà. Ma gli azzurri commettono ancora troppi errori, tanti, in difesa e a centrocampo, a testimonianza che questa squadra difetta di concentrazione, e l’allenatore deve lavorare molto sull’applicazione, sui movimenti senza palla, sul carattere. Proprio su un errore grave, gravissimo sia della difesa che del centrocampo è nato il gol di Corradi.

Dopo il pareggio cercato e trovato dalla coppia Zalayeta-Lavezzi, il Napoli ha giocato, ha corso è arrivato per primo sulla palla: ora occorre perfezionarsi, lavorare, migliorare i movimenti per uno schema che probabilmente sarà quello definitivo. La difesa a quattro non è facile da metabolizzare per chi ha difeso a tre per cinque anni. Ma questo assetto dà maggiori garanzie, e forse potrebbe risultare anche più pericoloso se invece di avere due esterni bloccati, se ne vedesse almeno uno sulla linea dei centrocampisti.

Pochi calciatori sono arrivati alla soglia della sufficienza, manca ancora la corsa, la lucidità, la creatività e la sicurezza nei propri mezzi e nella visione del gioco e delle soluzioni per creare problemi agli avversari. Dopo il pari qualcosa si è visto, almeno sul piano della voglia di fare, di correre, di cercare un successo che non sarebbe stato immeritato, considerato che la maggior mole di gioco è stata messa in campo proprio dagli azzurri. Bisogna quindi lavorare sulla lucidità, sul morale e sugli automatismi: la squadra non è finita e lo si sapeva, ora tornando anche al successo non c’è dubbio che ci sarà il rilancio definitivo.


4 commenti:

assenzio_1982 ha detto...

LA CURA DONADONI...

Finalmente...la notizia del giorno è che il Napoli si è destato dal torpore che lo ha accompagnato nelle ultime gare di campionato e, in barba alle statistiche circa i risultati lontani dal S.Paolo, è andato a conquistare un punticino al Granillo contro una Reggina a caccia di punti salvezza. certo il punto non smuove più che tanto la classifica ma, almeno, fa morale ed è utile per tenere lontano le squadre che stanno dietro.
la cura Donadoni, se di cura si tratta, è servita quantomeno a riacquistare fiducia nei propri mezzi e nel fatto che la fortuna gira. Lavezzi e compagni devono sicuramente ringraziare la buona sorte sul liscio clamoroso di Puggioni, sfortunato nel perdere totalmente la cognizione sulla posizione del pallone, ma è altrettanto vero che dopo il goal si è vista tutt'altra squadra. rispetto alla pochezza di idee della prima frazione di gioco, il Napoli dopo il goal di Lavezzi ha ritrovato coraggio e dignità. ha avuto il merito di credere anche nella possibilità di fare bottino pieno, ma allo stesso tempo ha mostrato di aver ritrovato il senno giusto quando era il caso di spazzare la palla lontano dall'area di rigore.
probabilmente la cura Donadoni consiste in questo...aver ritrovato la ragione!

Antonio ha detto...

non sono molto d'accordo sulla "cura donadoni". nessun "farmaco", se non il doping, h effetti così immediati nel calcio...

assenzio_1982 ha detto...

Caro Antonio, il titolo del commento, così come l'articolo, è assolutamente ironico. io diffido sempre dai cosiddetti "maghi del pallone" ( Mourihno docet!), dagli allenatori con la bacchetta magica che cambiano le carte in tavola da un giorno all'altro e, come scrissi tempo fa, non sono favorevole agli avvicendamenti in corso d'opera. e tuttavia non si può negare che i cambi di panchina, in alcuni casi, possono essere terapeutici...non mi riferisco tanto al buon esordio di Donadoni (tecnico che stimo tantissimo), ma ai vari Hiddinks, Di Carlo, Ballardini, Zenga e tutti quelli che hanno saputo dare la "svolta" all'andamento negativo delle proprie squadre. non si tratta di semplice fortuna o di mera casualità: in alcuni casi è l'ambiente che necesita di un volto nuovo. Donadoni non ha ridato gioco e spettacolarità al Napoli, ma ha solo restituito verve a gente completamente demotivata. una precisazione, xò, è doverosa: Donadoni ha avuto il merito, l'intelligenza e l'onestà di ripartire dal lavoro di Reja senza stravolgere l'assetto tattico e senza aggiungere nuova confusione. ora che ha visto il Napoli dalla panchina e che si è reso conto delle difficoltà che attraversa la squadra, può portare ed introdurre quelle che sono le sue idee...idee che non saranno facilmente assimilabili o facilmente applicabili ma, come si sa, questo Napoli lavora sempre in vista di un futuro migliore anticipando i tempi...

Antonio ha detto...

su tutto questo non posso che essere d'accordo