La conferenza stampa della vigilia della gara con il Lecce si trasforma quasi in un addio di Mazzarri. Le voci di una sua partenza si fanno sempre più insistenti, ed alla fine lui, pressato su più fronti, dice la sua. La sua permanenza è incerta, qualcosa non sta girando come lui vorrebbe sul suo futuro, ed ecco che le sirene si fanno sentire.
Mazzarri è un professionista, una persona seria e sincera, ed ha deciso di parlare proprio per evitare che le voci vadano per fatti loro, come però già sta inevitabilmente accadendo. E allora viene allo scoperto, dicendo chiaramente che il rapporto con il presidente ( o con la società in generale) non va bene a livello professionale.
Cosa vuol dire ciò? Ovvio: il presidente per il futuro ha in mente un piano per il Napoli, Mazzarri invece ne ha in mente un altro: i due piani hanno veramente poco in comune, ed è per questo che Mazzarri sta pensando di fare le valigie.
Quale sarà il piano di De Laurentiis? Probabilmente, ma il condizionale è d’obbligo, non fare follie a livello di calcio mercato, ma puntare al gruppo attuale con qualche valido innesto. La Champions League, costa, ma porta pure un bel gruzzolo, e per poter competere su quel fronte ,e sugli altri due, bisogna avere un parco giocatori all’altezza, e di livello equivalente, onde evitare brutte figure. Quest’ultimo aspetto è quanto auspica, invece, Walter Mazzarri, che per poter continuare nella scia dei suoi primi due anni vuole sicuramente garanzie tecniche, oltre che economiche.
I due per adesso non si trovano, e, se il campionato finisse adesso, Mazzarri non sarebbe più l’allenatore del Napoli. Nel calcio le cose cambiano velocemente, e se qualche settimana fa sembravano sopite le voci di Mazzarri alla Juve, adesso si fanno più insistenti. Molto allenatori sono avvicinati ad altre squadre, come ad esempio Ancelotti alla Roma (come ha notato lo stesso Mazzarri) ma per il Napoli i fa più clamore, perché Napoli è Napoli,, perché il calcio ad alti livelli manca da troppo, e perché questo tipo è tra i più numerosi, calorosi e attaccati al mondo. I pro e i contro di stare in una grande, anzi grandissima piazza, caro Mazzarri. Piazza che il tecnico toscano starebbe sul punto di abbandonare.
Ma non è detta l’ultima parola. Nel calcio, come detto poco sopra, le cose cambiano velocemente. Cosa potrebbe far desistere il tecnico dall’andar via e restare? Sicuramente le garanzie giuste di De Laurentiis, quanto a innesti di valore, tetto ingaggi abolito, che farebbe restare gli altri, voce in capitolo sul mercato al tecnico. Il tutto nel rispetto dei suoi che competono anche diretto re sportivo e direttore generale, nell’ordine Bigon e Fassone, che di certo non hanno intenzione di stare a guardare. A differenza di quanto si pensa, i due non hanno un carattere debole, ma hanno solo rispetto delle gerarchie. Bogon, ad esempio, quando ha portato Cavani è stato esaltato, ora è additato come un incapace…
Mazzarri ha ancora tre partite per pensare al suo futuro, ma sicuramente se restasse con noi, come vogliamo, sarebbe un fatto positivo anche per lui. Ovviamente c’è bisogno delle motivazioni giuste per restare in una piazza che vuole attaccamento, perché attaccamento dà. Il tutto pensando ad una squadra che, a tre gare dalla fine, se ha già un piede in Champions, deve conquistare innanzitutto la qualificazione matematica, e poi puntare fermamente ad un terzo posto che risolverebbe una serie di problemi, tra cui quello di anticipare a luglio una preparazione che, lo abbiamo visto ad esempio con la Sampdoria, nel finale di stagione crea solo disastri.
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